Posto posto postooo! Ci avviciniamo alla fine (traduzione: cambia la stagione, vuole postare altro XD).
In questo capitolo, il nanetto ci apre (a Toshi veramente, ma noi siamo onniscienti e un po' guardone e siamo li con loro, fufu) (si, ok, credo dovrei iniziare a drogarmi XD) il suo cuoricino (piccolo e nero), quindi grabbiamolo, orsù!
TITOLO: Yakuza-chan (Tatsu mi ha fatto notare che Mamoritai non centrava assolutamente nulla quindi non mi ha lasciato uare il titolo, nemmeno offrendogli della lasagna ç_ç)
AUTRICE: Jinny
GENERE: polizesco (??), vagamente angst qui e li, pare mentali
FANDOM: Arashi & Kanjani (& apparizioni fugaci)
PAIRINGS: Yoko/Jun, Ohmiya
RATING: pg-17 (fosse un film e fossimo in america avrebbe il bollino rosso +18, povera me °-°)
NOTE: il titolo fa cagarissimo °-°
RINGRAZIAMENTI: a Vampiretta e Harin che se la sono sciroppata in anteprima
DISCLAIMERS: Nessun Johnny mi appartiene, ma sono stufa di questa situazione, inizio a sentire la necessità di avere almeno un Aiba, ecco
GIA' POSTA
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 << E’ tutto pronto.>> disse Jun, guardando gli altri
<< Ci licenzieranno appena sapranno cosa stiamo facendo … diventerò povero!>> protestò Kazunari
<< Stiamo ancora seguendo il caso, ne più ne meno.>> disse Kimitaka, stringendosi nelle spalle. Sho si limitò a sbuffare
“Te la senti?” scrisse Masaki, passando il biglietto a Jun. Quello tenne lo sguardo basso
<< Non so se me la senta o meno, Masa, ma … devo farlo.>>
<< Non è strettamente necessario, puoi lasciare andare noi.>> disse Kimitaka
<< Vuoi litigare di nuovo?! Non ci vai senza di me!>> ringhiò Jun. Kimitaka, si morse le labbra, poi sbuffò
<< Preferirei litigare di nuovo, si. Preferirei saperti al sicuro.>>
<< Sarei terrorizzato! E senza di te!>>
<< Sarai terrorizzato comunque!>> ribattè Kimitaka
<< Ma ti avrò sotto gli occhi!>> urlò Jun. Poi si rese conto di aver alzato la voce ed abbassò il viso, arrossendo
<< E tu non ridere!>> borbottò, all’indirizzo di Masaki, che però non cambiò espressione e mantenne il ghigno di poco prima
<< Invece, cerca di non farti male …>> disse Satoshi, a Jun
<< Quello è un po’ impossibile, dottore … fa male, punto>>
<< Allora prendi qualcosa!>>
<< Devo essere lucido.>> disse Jun. Satoshi sbuffò e si alzò, abbandonando la stanza. Jun fece per dire qualcosa, ma Kazunari scosse la testa
<< E’ con me che ce l’ha.>> disse, per poi alzarsi e seguire Satoshi.
<< Non piace nemmeno a me l’idea che tu senta male.>> disse Kimitaka
<< Se ti può consolare, nemmeno a me.>> replicò Jun, appoggiandosi al proprio ragazzo
<< Siete così belli che sto per sciogliermi, ma dobbiamo definire i tempi. Se sbagliamo di mezzo secondo siamo fregati.>> disse Sho
“Più che altro, siamo morti.” Scrisse Masaki, per poi sospirare
<< Ti riportiamo tutto intero da Hikaru, tranquillo.>> disse Sho
“Sono più preoccupato per voi. Hikaru non rimarrebbe solo.” Scrisse velocemente Masaki. Kimitaka strinse la mano di Jun
<< Rimarremo tutti vivi.>> disse Jun << Perché poi dobbiamo andare alle Hawaii e starci per sempre.>> mormorò. Kimitaka lo strinse a sé, mentre Masaki sorrideva
Kazunari si sedette al kotatsu, accanto a Satoshi, ma quello rimase con il viso basso
<< Hey …>>
<< Non voglio rimanere qui a non fare nulla …>> mormorò Satoshi
<< Tu starai qui in caso serva a Michiyo san e Hikaru …>>
<< Che cagata! A che posso servire?! Non so sparare! Finirebbe che Michiyo san dovrebbe difendere anche me …>>
<< Non sai sparare, dovremmo stare tutto il tempo a proteggere te invece di fare quello che dobbiamo!>> ribattè Kazunari.
<< Potrei controllare che tu rimanessi vivo!>> sibilò Satoshi
<< Non sopporterei di saperti in pericolo! >> sbottò Kazunari
<< Non è detto che io sia ancora qui quando torni, chi te lo garantisce?>> ribattè Satoshi. Vide con sgomento gli occhi di Kazunari riempirsi di lacrime. Lo vide iniziare a tremare e sembrò rimpicciolirsi sotto i suoi occhi
<< Kazu …>>
Kazunari distolse lo sguardo, inspirando profondamente
<< Kazu!>>
<< Non scomparire …>> la voce del detective in quel momento sembrava quella di un ragazzino terrorizzato. Satoshi lo strinse a sé, affondandogli il viso nei capelli
<< Scusami …>> mormorò. Kazunari si staccò e si asciugò gli occhi. Satoshi gli posò una mano sulla guancia
<< Non voglio andare … voglio rimanere qui con te, accertarmi che gli Hashimoto non vengano qui … voglio essere sicuro che se vengono, io possa proteggerti, e invece sarò da un’altra parte … non voglio tornare e trovare tutto distrutto, non reggerei di vederti …>> la voce gli si spense improvvisamente, mentre si portava una mano alla bocca
<< Non mi vedrai morire.>> disse Satoshi, annuendo. Kazunari serrò gli occhi, poi gli gettò le braccia al collo
<< Promettimelo …>> singhiozzò
<< Te lo prometto.>> disse Satoshi, accarezzando la schiena del più giovane. Quello dopo un po’ si staccò, con un sospiro, e guardò Satoshi negli occhi
<< Immagino tu voglia sapere cosa … cosa mi renda così fottutamente fragile …>> mormorò
<< Se non me lo vuoi dire, no … ok, non è vero, sto morendo di curiosità … e sono un po’ geloso di quest’altra persona …>>
Kazunari abbassò il viso
<< Si chiamava Toma …>> mormorò dopo un attimo di silenzio << Era un collega … beh, il mio partner in realtà … in … in tutti i sensi … stavamo seguendo un caso e c’è stata un’azione armata … lui ha guidato i nostri nel capannone che stavamo sorvegliando … io ero col secondo gruppo, e stavo aspettando il segnale … come nei telefilm … e … il segnale è arrivato in modo strano … abbiamo sentito gli spari, le urla, gli ordini da tutte due le parti, allora siamo entrati … non siamo riusciti a concludere nulla quella sera … quando sono arrivato era ancora vivo … >> la voce di Kazunari tremò. Satoshi gli prese le mani, stringendole forte
<< Non sono neanche riuscito ad avvicinarmi … non è come nei film. Niente ultimo sguardo, nessuna ultima parola … mi ha visto, ma io sono rimasto fermo in piedi, cercando di capire cosa stesse succedendo. Ho realizzato solo quando l’hanno chiuso in un sacco … è stato orribile, ma … se succedesse a te sarebbe peggio … >>
Satoshi lo guardò negli occhi, chiedendosi se avrebbe dovuto sentirsi terribilmente male per Kazunari, o invece prenderlo a calci perché gli stava raccontando dell’ex morto … e si sa che i confronti con gli ex morti sono infiniti e tremendi … lo dicono tutti i film, i libri, i telefilm …
<< Questa volta non reggerei … >> singhiozzò Kazunari. Satoshi continuò a guardarlo, in silenzio, e Kazunari sospirò, cercando di riprendere il controllo
<< Altro motivo per cui non volevo parlartene …>> mormorò, svincolando le mani dalla stretta di Satoshi
<< Io …>>
<< L’ex morto mette soggezione.>> borbottò Kazunari, abbassando il viso.
<< Eh … un po’ si …>> mormorò Satoshi, mentre una lacrima gli scivolava lungo la guancia.
<< Se ti può far sentire un po’ meno peggio … a te mi avvicinerei. Ti abbraccerei, probabilmente. Poi ti seguirei a ruota. Senza di te no. Senza di te non ce la posso fare … porca puttana, mi sei diventato necessario e questo non va bene … non va bene per nulla … guarda come mi riduce il pensiero di non trovarti …>>
<< Oltre alla storia triste c’è una sindrome da abbandono non indifferente …>> sospirò Satoshi, asciugandosi gli occhi. Kazunari fece una smorfia
<< Giuro che non è un telefilm … ma … quand’ero piccolo mia madre mi ha lasciato in macchina alla stazione di servizio dicendo che sarebbe andata a comprare le gomme da masticare … non l’ho più rivista … quindi si, ho anche la sindrome da abbandono … cazzo, temo di dover andare in analisi …>>
Satoshi lo strinse forte a sé e Kazunari sospirò, strusciandogli poi la punta del naso sul collo
<< Adesso mi riprendo e torno a fare quello che ha tutto sotto controllo … ma … posso rimanere un po’ qui?>> chiese in un soffio
<< Puoi rimanere qui tutto il tempo che vuoi.>> disse Satoshi. Kazunari inspirò profondamente
<< Toshi ha un buon profumo …>> mormorò. Satoshi lo strinse un po’ più forte
<< Non scomparirò. E non mi farò ammazzare. Ma tu devi tornare tutto intero.>> disse.
<< Mi piace.>> disse Kazunari, staccandosi ed annuendo. Satoshi gli asciugò le ultime lacrime con piccoli baci
<< Se mi chiami con un altro nome ti ammazzo io, però …>> disse, sdraiandosi e trascinando Kazunari su di sé
<< D’accordo …>> sorrise Kazunari. Satoshi vide tornare l’espressione da demonietto sul volto del detective e si sentì completamente al sicuro …