YAKUZA-CHAN

Mar 04, 2013 15:29

Senza oltre indugiare!

TITOLO: Yakuza-chan (Tatsu mi ha fatto notare che Mamoritai non centrava assolutamente nulla quindi non mi ha lasciato uare il titolo, nemmeno offrendogli della lasagna ç_ç)
AUTRICE: Jinny
GENERE: polizesco (??), vagamente angst qui e li, pare mentali
FANDOM: Arashi & Kanjani (& apparizioni fugaci)
PAIRINGS: Yoko/Jun, Ohmiya
RATING: pg-17 (fosse un film e fossimo in america avrebbe il bollino rosso +18, povera me °-°)
NOTE: il titolo fa cagarissimo °-°
RINGRAZIAMENTI: a Vampiretta e Harin che se la sono sciroppata in anteprima
DISCLAIMERS: Nessun Johnny mi appartiene, ma sono stufa di questa situazione, inizio a sentire la necessità di avere almeno un Aiba, ecco
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Michiyo tornò con Masaki e Hikaru dopo circa un’ora da quand’era partita. Sho vide Masaki sorridere al figlio, per poi lasciarlo andare a dormire con la madre. Poi vide il sorriso infrangersi appena il bambino fu fuori dalla visuale. Sho si avvicinò e Masaki si girò a guardarlo. Aveva gli occhi rossi.
<< Hikaru sta bene?>> chiese Sho. Masaki annuì. Poi prese un’aria interrogativa
<< Qui tutti bene. Solo Nino s’è preso una pallottola di striscio, ma il dottore l’ha rimesso a posto …>>
Masaki annuì, poi si avvicinò al tavolo, dove aveva lasciato il blocchetto
“C’era lei” scrisse in fretta. Poi abbassò il viso. Sho lo strinse a sé. Fu un gesto istintivo. Masaki tentò di svincolarsi, ma poi gli si aggrappò contro, scosso da enormi singhiozzi silenziosi.
<< Cazzo, tu la ami ancora …>> mormorò Sho. Le gambe di Masaki cedettero, e Sho si trovò trascinato a terra. Michiyo, che non aveva chiaramente avuto problemi a far addormentare il piccolo, esausto, entrò nella stanza e lanciò uno sguardo interrogativo a Sho
<< Credo sia crollato …>> mormorò Sho. La donna sospirò e si avvicinò, inginocchiandosi accanto a loro. Posò una mano sui capelli al figlio, che però continuò a piangere. Si staccò da Sho e si prese il viso tra le mani. Voleva urlare.
<< Masa …>> lo chiamò Michiyo. Masaki si staccò completamente e si rannicchiò, nascondendo la testa tra le braccia. I singhiozzi si calmarono, pian piano, ma continuò a tremare. Sospirò ed alzò il viso, ancora bagnato dalle lacrime
<< Ma-chan …>> lo chiamò la madre. Masaki si asciugò gli occhi e si alzò leggermente, per poi posarle la testa sulla spalla. Guardò Sho
“Grazie” disse, solo con il labiale. Sho gli posò una mano sulla guancia, asciugandogli un’ultima lacrima, poi si alzò ed uscì. Si diresse verso la propria stanza. Aveva capito da tempo di non avere possibilità. E Masaki glie l’aveva anche detto. E se n’era fatto una ragione. Ma vederlo in quello stato … per quanto lui fosse nei servizi segreti e potesse tentare di proteggerlo dai “nemici” non poteva proteggerlo da Lei …
<< Che merda …>> mormorò

Jun aprì gli occhi nel buio. Era sudato ed aveva il fiato corto. Sentì una mano stringere la sua ed istintivamente cercò di svincolarsi
<< Piccolo …>>
La voce di Kimitaka … Jun si morse le labbra, mentre lacrime silenziose gli rigavano il volto. Il più grande lo fece mettere seduto e lo strinse a sé, dolcemente, senza fargli male. Jun gli si aggrappò
<< Kimi …>> mormorò. L’altro iniziò ad accarezzargli i capelli
<< Scappiamo, cambiamo vita … appena posso muovermi …>> mormorò Jun
<< Qui sei al sicuro, piccolo .. relativamente almeno … >>
Jun sospirò, nascondendogli il viso contro il petto, tremando
<< Non so che mi stia succedendo … non ero così fino a …>>
<< Jun, quello che ti è successo ti ha traumatizzato, e … beh, non saresti normale se adesso non avessi paura, piccolo …>>
Jun sospirò ancora, staccandosi leggermente per asciugarsi gli occhi
<< Ho paura che mi portino via di nuovo … ho paura del dolore, Kimi … ne ho un terrore incredibile … mi ero preso qualche pallottola, mi sono rotto qualche osso, ma questo … essere completamente impotente e sapere che non finirà … >> serrò gli occhi, stringendo forte la maglia di Kimitaka tra le dita tremanti. Il più grande prese ad accarezzargli i capelli dolcemente, ma Jun si staccò, rabbrividendo leggermente
<< Piccolo … che succede?>>
Jun si portò una mano alla bocca. Kimitaka lo osservò accigliarsi ed iniziare a tremare forte
<< Che altro ti hanno fatto, piccolo?>> chiese Kimitaka, in tono strozzato.
<< E’ stato … prima di …>> mormorò Jun, indicandosi la schiena. Si rannicchiò su un fianco, nascondendosi il viso
<< Jun …>>
<< Perdonami … non … non li ho fermati … non mi sono ribellato … perdonami … perdonami …>>
Kimitaka si sentì morire vedendo Jun in quello stato. Si chinò su di lui, ma Jun si rannicchiò ulteriormente
<< Piccolo, ti prego, dimmi se posso fare qualcosa … dimmi che posso fare qualcosa … ti scongiuro …>> mormorò Kimitaka, sull’orlo delle lacrime. Jun gli prese una mano e glie la strinse forte,  singhiozzando.
<< Quando hai detto che non ti avevano fatto altro …>> mormorò Kimitaka, senza riuscire a trovare una conclusione alla frase. Jun lo guardò in viso, mordendosi forte le labbra. Kimitaka prese ad accarezzargli il viso per poi chinarsi e baciargli via le lacrime con tocchi dolci e leggeri. Jun tremava ancora
<< Hai paura di me, piccolo?>> chiese Kimitaka, in tono preoccupato
<< Di te no …>> mormorò Jun, tirando su col naso << Di te no … ma … non volevo che sapessi … non … >>
<< Non puoi tenerti dentro una cosa simile e … perché Aiba li ha ammazzati tutti? Li voglio uccidere io … >> la voce gli venne meno, e posò la fronte alla spalla di Jun, sospirando. Sentiva il sapore delle lacrime in gola, ma non voleva cedere davanti a Jun. Non davanti ad un Jun tanto spaventato … Jun ricominciò a singhiozzare piano
<< Alla fine la paura è arrivata tutta …>> mormorò. Kimitaka alzò il viso e lo baciò. Jun sospirò nel bacio, per poi guardarlo e lasciarsi accarezzare i capelli
<< Anche quando ci hanno attaccati a casa del dottore subito hai reagito come sempre, poi sei crollato …>> sospirò Kimitaka, continuando ad accarezzare i capelli a Jun
<< Il problema è che man mano che il dolore diminuisce, i ricordi aumentano e si fanno più vividi …>> mormorò Jun, dopo un po’, mettendosi seduto. Kimitaka si sedette a sua volta sul letto e Jun gli si rannicchiò tra le braccia
<< Voglio ammazzarli tutti …>> mormorò Kimitaka, baciandogli i capelli
<< Io voglio solo che tu rimanga vivo …>> mormorò Jun, guardandolo negli occhi. Kimitaka sospirò, annuendo
<< Farò il possibile per non abbandonarti, Jun. >> disse << Ma devi farlo anche tu …>> e sul finale la voce gli tremò. Jun fece un debole sorriso
<< Scemo …>> disse, per poi baciarlo. Gli si stavano chiudendo gli occhi. Kimitaka lo aiutò a sdraiarsi e iniziò ad accarezzargli la fronte, dolcemente
<< Yuu, ti prometto che appena starò meglio ti farò mandare via tutte ste merde di ricordi … dovrai scoparmi tanto, e tanto e tanto.>> mormorò Jun, aprendo un attimo gli occhi ed annuendo convinto
<< Adoro quando da mezzo addormentato diventi scurrile, amore …>> ridacchiò Kimitaka. Jun fece un sorriso malizioso, poi si addormentò, finalmente calmo. Kimitaka sospirò, poi alzò lo sguardo, sentendo la porta che veniva fatta scorrere. Si accertò che Jun fosse completamente addormentato e si alzò, vedendo Satoshi sulla soglia. Uscì, facendolo spostare leggermente
<< Che succede, dottore?>> chiese
<< Come sta Jun?>> chiese Satoshi. Kimitaka fece una smorfia
<< Ha ricordato altre cose … che sono successe prima del servizietto gambe e schiena …>> disse, serrando poi la mandibola. Satoshi impallidì
<< Io … non ho controllato … cazzo … mi dispiace … avrei dovuto …>>
Kimitaka gli posò una mano sulla spalla, sorridendo e scuotendo la testa
<< Gli hai salvato la vita, doc. Non scusarti …>> disse. Satoshi alzò il viso, mordendosi le labbra
<< Ma …>>
<< Passa più tempo da cosciente, ora, è normale che ricordi di più …>>
Satoshi fece una smorfia. Poi sbuffò
<< Io sono preoccupato per Nino … Ninomiya san … credo … beh, un po’ ci spero … di essere diventato il suo punto debole …>>
<< Oh, lo sei da dieci minuti dopo che t’ha visto …>> rise Kimitaka. Satoshi spalancò gli occhi, poi abbassò il viso
<< Forse dovrei andarmene …>>
<< Non ci provare nemmeno. Non sparire. Nino è mio amico, e l’ho già visto a pezzi perché qualcuno gli è sparito da sotto il naso. Rimani dove ti possa vedere, non allontanati, lascia che ti controlli … non … non distruggerlo anche tu …>>
Satoshi rivolse uno sguardo interrogativo a Kimitaka che si limitò a battergli una pacca sulla spalla e rientrare nella stanza di Jun.
<< O mi spieghi tutto o evita di dire, no?>> borbottò Satoshi. Decise poi di tornare nella stanza di Kazunari. Quando entrò, il più piccolo dormiva, rannicchiato nel futon. Doveva fargli male il fianco, a giudicare dalla posizione. Satoshi si morse il labbro inferiore, poi si infilò nel futon, accanto a Kazunari, che aprì gli occhi a guardarlo per un attimo, per poi rannicchiarglisi contro
<< Se ti fa male, vuol dire che ti sei alzato … hai origliato, vero?>> mormorò Satoshi, accarezzandogli i capelli. Kazunari aprì di nuovo gli occhi, ma senza guardarlo questa volta. Sospirò, stringendosi di più contro Satoshi
<< Non andartene …>> mormorò
<< Non lo farò.>> rispose Satoshi. Kazunari annuì, poi gli nascose il viso contro il petto
<< Hey …>> lo chiamò Satoshi. Kazunari alzò leggermente il viso, rigato di lacrime silenziose, poi tornò a nasconderlo, tremando leggermente
<< Un giorno te ne parlerò, dottore. Ma …>>
<< Non adesso. Capito.>> sospirò Satoshi. Kazunari tirò su con il naso e Satoshi lo strinse forte a sé, accarezzandogli la schiena ed i capelli finchè non lo sentì smettere di tremare.

g: kanjani8, gnr: angst, gnr: pare mentali, g: arashi, r: nc-17, gnr: polizesco, gnr: au

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