Jajaaaaan posto
TITOLO: Yakuza-chan (Tatsu mi ha fatto notare che Mamoritai non centrava assolutamente nulla quindi non mi ha lasciato uare il titolo, nemmeno offrendogli della lasagna ç_ç)
AUTRICE: Jinny
GENERE: polizesco (??), vagamente angst qui e li, pare mentali
FANDOM: Arashi & Kanjani (& apparizioni fugaci)
PAIRINGS: Yoko/Jun, Ohmiya
RATING: pg-17 (fosse un film e fossimo in america avrebbe il bollino rosso +18, povera me °-°)
NOTE: il titolo fa cagarissimo °-°
RINGRAZIAMENTI: a Vampiretta e Harin che se la sono sciroppata in anteprima
DISCLAIMERS: Nessun Johnny mi appartiene, ma sono stufa di questa situazione, inizio a sentire la necessità di avere almeno un Aiba, ecco
GIA' POSTATI:
1 2 3 4 5 6 Kazunari tornò dopo un paio d’ore. Posò sul pavimento del soggiorno due pesanti sacche. Masaki si avvicinò, curioso come un bambino davanti ai regali di Natale, pensò Satoshi
<< Non ho trovato il costume da Babbo Natale … a Settembre è un po’ presto …>> disse Kazunari, come leggendogli nel pensiero mentre commentava così l’espressione di Masaki.
Quello alzò appena lo sguardo, poi, con una perizia che lasciò Satoshi leggermente impaurito, scelse le munizioni per il mitra che aveva già, assemblò un’altra arma, la caricò con le munizioni adatte e preparò altri caricatori, che si infilò nelle tasche, facendo poi delle prove, per vedere se il cambio gli veniva abbastanza velocemente.
<< Se sei così veloce, io e Yoko siamo inutili …>> disse Kazunari
<< Saprei sparare anch’io …>> fece notare Sho
<< Quelli dei servizi segreti non sanno sparare.>> disse Kazunari. Sho fece per ribattere, ma Masaki porse un biglietto, zittendoli
“ Sono veloci anche loro. Occhi aperti, orecchie tese.”
<< Si, mamma …>> lo prese in giro Kazunari. Masaki sorrise, scompigliandogli poi i capelli. Satoshi si sorprese a pensare che avrebbe voluto anche lui scompigliare i capelli del detective … in quel momento, Kimitaka fece capolino dalla camera
<< Non sta bene …>> mormorò, indicando all’interno. Satoshi scattò in piedi e si lanciò nella stanza. Jun era pallido e teneva gli occhi serrati. Satoshi cercò di capire cosa gli stesse provocando quella nuova ondata di dolore, poi sorrise, sollevato
<< I nervi delle tue gambe!>> quasi urlò << Funzionano correttamente e quindi fai gli scatti …>>
<< Oh, ma che fortuna!>> ringhiò Jun. Satoshi ignorò il tono irato dello yakuza e gli iniettò un altro po’ di morfina, canticchiando
<< Stai guarendo, e anche in fretta.>> disse, allegro
<< Se questo vuol dire che continui a darmi la morfina, allora va bene …>> riuscì a borbottare Jun. Satoshi gli sorrise e gli scostò i capelli dalla fronte sudata
<< Tranquillo. Non ti mando a casa con dell’aulin.>>
Jun borbottò qualcosa, ma era già semiaddormentato. Satoshi si girò verso Kimitaka, che sembrava terrorizzato
<< I nervi . Funzionano. Non avevo altri metodi per saperlo, qui …>> disse Satoshi. Kimitaka annuì, cercando di convincersi che fosse tutto a posto. In quel momento, Kazunari entrò nella stanza a porse al collega un paio di armi
<< Oh … grazie …>>
<< Masa le ha scelte apposta per te …>>
<< Che caro …>> borbottò Kimitaka, soppesando le armi
<< Peso perfetto, anche se avessero troppo rinculo non mi darebbero problemi … ha oliato i meccanismi dei caricatori così posso cacciarli fuori in velocità … come fa uno scemo del genere a calcolare cose del genere senza problemi?>>
<< E solo guardandoli …>> disse Kazunari
<< Questa cosa fa paura …>> disse Kimitaka, pensoso
<< A me, per quanto non possa darti torto, al momento fa più paura il fatto che tu stia gesticolando con due pistole in mano, rivolte verso di me …>> disse Satoshi. Kimitaka si fermò, alzando leggermente le sopracciglia, mentre Kazunari scoppiava in una sonora risata. Jun si mosse, aprendo leggermente gli occhi. Aveva il sonno leggero
<< Nino ride … che bello …>> mormorò, con un sorriso
<< Il mio amore strafatto …>> sospirò Kimitaka, chinandosi a baciare Jun che si riaddormentò. Kimitaka alzò il viso, arrossendo, sentendo il silenzio che era calato. L’espressione di Satoshi era tra l’imbarazzato ed il sognante. Quella di Kazunari …
<< Nino …>>
<< Mi preoccupo. Scusami.>> borbottò il più piccolo, arrossendo a sua volta
<< Voi due siete l’uno il punto debole dell’altro, e siete tutti due miei amici … quindi mi preoccupo. Ma al di la della preoccupazione, vi stritolerei di coccole. Se non fosse che tu mi lanceresti dalla finestra e a Jun finirei per far male. E se stesse bene, mi lancerebbe dalla finestra in effetti …>> sul finale, Kazunari si fece pensoso, cosa che fece sorridere Satoshi.
Quando tornarono nel soggiorno, Masaki si era addormentato, raggomitolato sul divano
<< Come fa ad occupare così poco spazio?>> si stupì Satoshi. Kazunari si strinse nelle spalle e si avvicinò a Sho, dandogli una pacca sulla spalla. Quello fece un cenno col mento indicando Masaki che dormiva. Teneva stretto uno dei cuscini del divano e tremava leggermente
<< Non dovevo fargli ricordare certe cose …>> mormorò Sho
<< Si, in effetti anch’io sarei spaventato se mi facessi la corte …>> disse Kazunari
<< Quando l’abbiamo catturato, e … il modo in cui abbiamo tentato di estorcergli informazioni … non è stato carino da parte mia dire tutto … e adesso …>>
Masaki ebbe un sussulto e spalancò gli occhi, respirando in fretta. Si guardò attorno, poi sembrò capire dove fosse e ripiombò nel sonno
<< S’è addormentato appena siete andati di la ed è già la seconda volta …>> disse Sho. Satoshi fece una smorfia
<< Ce ne basta uno con gli incubi.>> disse, deciso. Andò ad un pensile della cucina, lo aprì, frugandoci dentro per un po’. Sembrava che vi si fosse tuffato dentro, e ne riemerse con una boccetta. Poi si avvicinò a Masaki, scuotendolo. Quello si svegliò, già con il mitra alla mano
<< Sono io!>> squittì Satoshi, terrorizzato. Masaki ripose l’arma e si passò le mani sul viso, per poi alzare lo sguardo su Satoshi, aprendo la bocca. Ma non uscì nessun suono
<< Passato lo spavento. Colpa mia che t’ho svegliato così. Ma … se hai gli incubi anche tu non va bene. Ci servi attivo, e gli incubi t’ammazzano. Quindi adesso ti farò bere una cosa, ok?
“Devo essere sveglio per fare la guardia, mi tengo gli incubi.” Scrisse Masaki, deciso
<< Due in meno di dieci minuti, e ti sei svegliato ogni volta, vuol dire che nel momento in cui dovessi davvero fare la guardia ti addormenteresti come un sasso. Quindi adesso bevi.>> disse Satoshi, deciso, porgendo a Masaki un bicchiere, dove aveva versato qualche goccia dalla boccetta ed un po’ di zucchero e un po’ d’acqua
<< Con lo zucchero … si vede che sei un pediatra …>> rise Kazunari
<< Se vuoi te le faccio assaggiare senza …>>minacciò Satoshi
<< Non ci tengo, io dormo benissimo …>> disse Kazunari
“Doc, non voglio dormire così profondamente. Non sentirei i pericoli …”
<< Ti svegliamo noi se serve. Bevi.>>
Masaki sbuffò, poi prese il bicchiere e bevve, facendo poi una smorfia disgustata
<< Lo so, fanno veramente schifo. Ma funzionano …>>
Masaki sospirò, ancora poco convinto
<< Ti svegliamo noi quando servi, ok, Masa?>> disse Kazunari, in tono rassicurante. Masaki fece una smorfia, ma non rispose, addormentandosi. Sho lo guardò, con espressione preoccupata
<< Lascia perdere, Sho. Non sei il suo tipo, fattene una ragione.>> disse Kazunari
<< Si, lo so, lo so. E’ dannatamente etero …>> sbuffò
<< Ed era dannatamente sposato. Lascia stare. >> disse Kimitaka, raggiungendoli. Satoshi guardò Masaki. Quel coso agitato … sposato?
<< Lui era …?>> uscì a Sho. Kimitaka fece una smorfia, sedendosi e passandosi le mani sul viso
<< Ci sono dei futon? Vorrei rimanere in camera con Jun … non si sa mai …>> mormorò
<< Yuu, sei esausto …>> borbottò Kazunari. Quello fece una smorfia
<< Ho paura, più che altro …>> mormorò. Kazunari si avvicinò e gli posò una mano sulla spalla
<< Jun starà bene …>>
Kimitaka si svincolò
<< Fisicamente si riprenderà … ma …>> le parole gli morirono in gola
<< Ti prendo un futon …>> disse Satoshi, alzandosi ed entrando in camera. Guardò Jun, che dormiva un sonno agitato.
<< Stai facendo preoccupare da morire il tuo ragazzo, sai?>> gli disse. Poi guardò quel viso, così bello. E con l’espressione così turbata
<< Io non posso fare altro che cercare di aggiustarti, ma … lui non permetterà più che ti succeda nulla di male … non così male, almeno …>>
Jun aprì gli occhi un attimo, spaventato da qualcosa. Satoshi sentì i rumori, e si chiese come Jun avesse potuto sentirli prima di lui … l’abitudine gioca brutti scherzi …
<< Sai sparare, dottore?>> chiese Jun. Satoshi scosse la testa
<< Allora aiutami a mettermi seduto … nella mia giacca …>>
Satoshi aiutò Jun, poi prese la sua giacca. Trovò l’arma prima che Jun finisse effettivamente di dirgli di cercarla
<< Dammela.>> ordinò Jun, e Satoshi non potè fare altro che obbedire
<< Loro quattro sanno che se anche uno torna di qui mi sputtana, quindi dovremo essere pronti a sparare. Ok?>>
<< Ma …>>
Jun indicò a Satoshi un piccolo mitra, lasciato da Kimitaka
<< Quello è più leggero. E puoi anche non avere mira, fai danni in ogni caso … ora, silenzio …>>
Satoshi annuì, piazzandosi poi davanti al letto di Jun, con l’espressione concentrata. Sentì gli spari nella stanza accanto. Le voci che urlavano. Poi una scarica di mitra, lunghissima. Poi silenzio. Satoshi rabbrividì. Kimitaka fece capolino dalla porta. Aveva i vestiti sporchi di sangue e Jun trattenne il respiro
<< Sto bene. >> si affrettò a dire, avvicinandosi al letto e controllando che Jun fosse tutto intero. Dietro di lui entrò Kazunari. Prese delicatamente il mitra dalle mani di Satoshi, che si rese conto solo in quel momento di non riuscire a lasciare la presa
<< Per ora è finita.>> gli disse Kazunari. Satoshi si accasciò a terra, tremando, il viso rigato di lacrime silenziose. Kazunari sospirò e si inginocchiò accanto a lui, abbracciandolo
<< Per adesso è finita.>> ripetè
<< E non preoccuparti per il soggiorno. Hai la migliore squadra di pulizie del mondo, di la.>> rise Kimitaka. Satoshi sospirò
<< Sei stato bravo, dottore.>> disse Jun, in un soffio. Satoshi si liberò dalla presa di Kazunari e si avvicinò al letto, aiutando Jun a rimettersi sdraiato. Quello serrò gli occhi, aggrappandosi alle sue braccia
<< Adesso ti aumento la dose.>> promise. Jun annuì. Lo yakuza sicuro di sé era sparito di nuovo. Ora c’era solo il ragazzo spaventato
<< Passerà.>> mormorò Satoshi
<< Per stanotte non attaccheranno di nuovo. Ma dobbiamo spostarci. >> disse Kimitaka. Jun gli prese una mano, con le lacrime agli occhi
<< Mi spiace, piccolo … ma continuo a preferirti vivo … è la tua versione che mi piace di più …>> mormorò, chinandosi a dargli un bacio.
<< Ti darò di tutto. Tranquillo. Non te ne accorgerai nemmeno.>> disse Satoshi. Jun annuì, poi si addormentò di nuovo.
<< E’ una follia …>> mormorò Satoshi
<< Lo so, ma anche rimanere qui lo è … soprattutto ora … >> disse Kazunari. Satoshi si girò a guardarlo. Poi guardò Jun
<< Se dobbiamo spostarlo … mi serve un furgone … e mi servono delle attrezzature … devo monitorarlo …>> disse.
<< Dimmi cosa ti serve e lo avrai …>> disse Kazunari
<< Questa cosa è tremendamente romantica …>> canticchiò Kimitaka, mentre Kazunari arrossiva, prendendo un’espressione infastidita.
<< Vado a recuperare tutto. Voi pensate ad un posto sicuro.>> borbottò, prendendo la lista di attrezzature e medicinali che Satoshi aveva fatto ed uscendo.