Fammi postare connessione di caccaaaaaa
TITOLO: Yakuza-chan (Tatsu mi ha fatto notare che Mamoritai non centrava assolutamente nulla quindi non mi ha lasciato uare il titolo, nemmeno offrendogli della lasagna ç_ç)
AUTRICE: Jinny
GENERE: polizesco (??), vagamente angst qui e li, pare mentali
FANDOM: Arashi & Kanjani (& apparizioni fugaci)
PAIRINGS: Yoko/Jun, Ohmiya
RATING: pg-17 (fosse un film e fossimo in america avrebbe il bollino rosso +18, povera me °-°)
NOTE: il titolo fa cagarissimo °-°
RINGRAZIAMENTI: a Vampiretta e Harin che se la sono sciroppata in anteprima
DISCLAIMERS: Nessun Johnny mi appartiene, ma sono stufa di questa situazione, inizio a sentire la necessità di avere almeno un Aiba, ecco
GIA' POSTA
1 24 5 6 7 8 9 Satoshi aprì gli occhi sentendo qualcuno scuoterlo. Kazunari, accanto a lui, dormiva ancora
<< Masaki?>> borbottò. Quello gli fece segno di seguirlo nella stanza di Hikaru. Il bambino respirava male. Satoshi si accorse solo in quel momento che le mani di Masaki tremavano fortissimo. Si avvicinò al piccolo, cercando di capire il perché di quello stato. Hikaru aprì leggermente gli occhi e gli strinse un braccio.
<< Dobbiamo portarlo in ospedale. Qui non posso fare nulla …>> sbuffò Satoshi. Si girò verso Masaki
<< Puoi guidare?>> glie chiese. Masaki annuì. Satoshi prese in braccio Hikaru
<< Resisti.>> gli disse. Il bambino annuì debolmente. Satoshi si infilò sul sedile del passeggero dell’auto di Michiyo, mentre Masaki metteva in moto, con qualche difficoltà dovuta al tremito che lo scuoteva
<< Io non ho la patente … siamo messi benissimo …>> sibilò Satoshi, mentre Masaki si immetteva sulla strada deserta. Arrivarono all’ospedale più vicino in pochi minuti
<> stava mormorando Satoshi, mentre un medico gli prendeva Hikaru dalle braccia. Dovette sostenere Masaki, ed aiutarlo a raggiungere una panca.
<< Hey, adesso lo rimettono a posto …>> gli disse. Masaki sospirò, annuendo. Poi alzò lo sguardo su una donna minuta appena entrata nella sala d’attesa. Satoshi la scrutò, poi la vide impallidire, mentre si avvicinava a Masaki, e si girò verso Masaki, che aveva il viso contratto
<< Pensavo di trovare tua madre qui …>> disse. Lo sguardo di Masaki divenne di ghiaccio e Satoshi ebbe paura. Posò una mano sulla spalla di Masaki, che però non se ne accorse nemmeno
<< Sei un fantasma davvero? Dicevano fossi morto, poi però una quindicina dei nostri sono stati trovati bucherellati, e il giovane Matsumoto è scomparso … anche se adesso ho la conferma di avere avuto l’intuizione giusta … cielo, non sei morto neanche quella volta … >>
Masaki serrò la mandibola
<< Lo so bene, devi rimanere qui per lui … sono un genio … solo mi chiedo come tu sia salvo …>> detto questo, la donna sospirò e se ne andò. Masaki fece qualche gesto con le mani, ma Satoshi non capiva. Masaki gli fece cenno di aspettare. Si avvicinò al bancone dell’accettazione ed indicò un foglietto ed una penna, sorridendo amabile ad una delle infermiere, che gli passò tutto arrossendo leggermente e ricambiando il sorriso.
“Vai a casa. C’è un mitra sotto il sedile, se ti serve usalo. Io arrivo appena posso, ma vai a controllare. Ti scongiuro”
<< E se mi seguissero?>> chiese Satoshi. Masaki scosse la testa
“Sono già la, sennò lei non me l’avrebbe detto.”
<< C’è un piccolo problema … non ho la patente …>> disse Satoshi. Masaki lo guardò, furioso
<< Ma ho già guidato … filo …>> disse, affrettandosi ad obbedire. Masaki annuì. Sembrava terrorizzato. Satoshi ebbe una fitta d’angoscia, pensando a Kazunari e corse fuori dall’ospedale. Trovò l’auto e si sedette al posto di guida. Sotto il sedile sentì, infilandoci una mano, effettivamente un mitra. Cercò di ricordarsi come funzionasse un’auto. Pigiò un pedale e girò la chiave e, per qualche strano motivo, funzionò. Arrivò in breve tempo a casa di Michiyo. C’era fumo, tanto fumo … tolse i piedi dai pedali, cosa che fece fermare l’auto con un salto, e scese di corsa, sentendo il panico impadronirsi di lui. Non c’era fuoco … iniziò a girare attorno alla casa, senza osare chiamare, semplicemente cercando di reprimere i singhiozzi. Gridò per la paura quando qualcuno lo prese per un braccio
<< Sono io!>> disse Kazunari, nel suo orecchio
<< Cazzo, sei vivo!>> singhiozzò Satoshi. Kazunari lo strinse a sé, cercando di calmarlo
<< Hanno fatto irruzione, ma Michiyo san è stata previdente … quella donna con delle armi in mano fa quasi più paura di suo figlio … comunque Jun è dentro, con il suo principe azzurro. Io, Sho e Michiyo san stiamo eliminando i cadaveri …>>
Satoshi si staccò leggermente, asciugandosi gli occhi
<< Dobbiamo tornare a recuperare Masa …>> mormorò
<< No, piccino. Tu vai a vedere come sta Jun. A prendere i miei bambini ci vado io.>> disse Michiyo, avvicinandosi. Satoshi annuì. Poi guardò Kazunari
<< Sei ferito …>> disse,vedendo il sangue
<< Sono ancora in piedi, quindi non è niente di grave. Appena abbiamo finito qui vengo a farmi dare un’occhiata.>> promise. Satoshi annuì e fece per entrare, poi si girò e baciò Kazunari, velocissimo, per poi correre all’interno. Kimitaka gli indicò la stanza di Jun
<< Ha la febbre …>> mormorò, preoccupato
<< Si è stancato …>> borbottò Satoshi
<< Si è … alzato … ero occupato a sparare, non me ne sono accorto … l’ho rimesso a letto, ma …>>
Satoshi si avvicinò al letto e Jun aprì leggermente gli occhi
<< Scusa, dottore …>> mormorò << Ho avuto paura che mi prendessero …>>
<< Ti controllo le gambe, ok?>> disse Satoshi. Jun annuì, con le lacrime agli occhi. Satoshi lo scoprì e controllò le gambe di Jun. Non era peggiorato, quantomeno, ma la febbre non era un buon segno. Lo ricoprì
<< Ti ho fatto male, scusa …>> mormorò. Jun fece un debole sorriso, poi chiuse gli occhi
<< Dovrei controllarti le medicazioni … >> disse Satoshi
<< Oh, cazzo …>> mormorò Jun, con un sospiro. Kimitaka si avvicinò e si sedette sul letto, aiutando Jun a mettersi seduto. Satoshi gli tolse la maglia e gli tolse le fasciature. Jun si aggrappò forte a Kimitaka
<< Oh, non fare il palchista, sei quasi guarito!>> disse Satoshi, disinfettando delicatamente la schiena di Jun
<< Non ho cinque anni!>> protestò quello, per poi imprecare mentre Satoshi insisteva leggermente su un punto
<< No. I bambini di 5 anni stanno fermi. E se prometti caramelle, anche zitti …>>
<< Posso avere delle caramelle se sto fermo?>> chiese Jun
<< Io proponevo un po’ di antidolorifici … ma se preferisci le caramelle …>>
<< Yoko, il dottore è cattivo …>> brontolò Jun
<< Se brontoli vuol dire che non sei in pericolo. >> disse Satoshi, finendo la fasciatura e sorridendo dolcemente a Jun. Quello sbuffò, mettendosi su un fianco. Satoshi gli posò una mano sulla fronte
<< Ti si sta abbassando la febbre … niente infezione … ti sei solo spaventato …>>
Jun abbassò lo sguardo, mentre le lacrime gli rigavano il volto.
<< Prima non … non ero così …>> mormorò. Kimitaka si morse le labbra, posandogli una mano sulla guancia, e lanciò un’occhiata eloquente Satoshi, che uscì dalla stanza. Venne raggiunto quasi subito da Sho, che sosteneva Kazunari
<< Ti spacco la faccia, poi ti medico? Non è niente?!>> sibilò Satoshi, facendo segno a Sho di far sdraiare Kazunari, che si teneva il fianco
<< Alla fine sanguina un po’ …>> mormorò, aprendo gli occhi e guardando Satoshi
<< Stupido imbecille.>> sibilò Satoshi, controllando la ferita di Kazunari. Era un colpo di striscio, per fortuna … Kazunari si lamentò, serrando gli occhi, ma non si mosse
<< Dovrei darti dei punti …>> borbottò. Sho gli porse una cassetta del pronto soccorso e Satoshi la aprì. C’era anche l’occorrente per dare i punti
<< Pizzicherà un po’ …>>
<< Mi hanno già ricucito un paio di volte … sono un detective! >> borbottò Kazunari, aprendo gli occhi << Solo sembrava meno profonda, non pensavo di perdere tanto sangue da svenire …>>
<< Se magari evitavi di trascinare cadaveri più pesanti di te …>> borbottò Sho. Satoshi diede una sberla in fronte a Kazunari
<< Hey!>> protestò quello. Satoshi iniziò a ricucirlo. Kazunari fissava il soffitto, mordendosi le labbra di tanto in tanto. Satoshi finì la medicazione, poi, con un sospiro, posò la fronte sulla spalla di Kazunari. Quello diede una rapida occhiata a Sho, che uscì dalla stanza. Kazunari sospirò e fece per mettere una mano sulla nuca a Satoshi
<< Ho le mani piene di sangue …>> mormorò. Satoshi si tirò su, asciugandosi gli occhi
<< Vai a lavartele.>> disse, in tono severo
<< Mi gira ancora la testa però …>> disse Kazunari
<< Idiota …>> singhiozzò Satoshi
<< Non potevo fare molto altro …>> sospirò Kazunari. << E poi … ho scelto questa vita …>>
Satoshi si nascose il viso tra le mani, singhiozzando. Kazunari si tirò a sedere e posò un braccio sulla spalla a Satoshi
<< Sei vivo. Sei vivo e questo mi basta. Cerca di continuare su questa strada, detective …>> singhiozzò Satoshi. Kazunari sospirò, poi chiuse gli occhi e lo baciò
<< Ci proverò, ma non posso prometterti che andrà bene …>> mormorò, aprendo gli occhi. Satoshi ricominciò a singhiozzare forte e gli si aggrappò
<< Merda …>> mormorò Kazunari, affondando il viso nei capelli di Satoshi << Mi fai venire voglia di prometterti di rimanere vivo e di tornare da te … e questo non va bene per nulla …>>