Awwww, ho comprato un sacco di bei cd tra domenica e oggi <3 e sono decisa a perseguire la ricerca di chicche per far sgranare gli occhi i commessi (eeeeeeeeeeeeeeeeeh? Un'occidentale che conosce Matchy/ gli Hikaru Genji/ Misora Hibari/Yukiko Okada/Hideki Saijo?!)
E mentre passo alla memorizzazione di Matchy best II, posterò U___U Yeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee *e sabato si va a sentirlo dal vivo il vecchietto <3<3<3<3<3*
TITOLO : Love You (lasciamo stare, ho sonno, ok?)
AUTRICE: Jinny
GENERE: drammatico U_U sisi
FANDOM: Arashi (madddddddddddai) più un oc
PAIRINGS: Sakumoto e Ohmiya
RATING: direi pg-17, e non soo per Le Scene (che in realtà son pochine eh)
DISCLAIMERS: Ne voglio unoooo, per favoreee T____________T
RINGRAIAMENTI: sempre a Harin e Vampiretta, che si leggono tuuuuutti i mallopponi <3<3<3
NOTE: sono stata cattiva con i personaggi U_U
WARNING: atenziione al diabete
GIA' POSTATI:
1 2 3 4 5 6 7 Mai li stava guardando, estasiata, da almeno mezz’ora, quando Sho si scocciò
<< Mai, torna a giocare con Masaki!>> ordinò
<< ma siete belli!>> protestò la bambina. Jun sentì un moto d’affetto per quella creaturina fastidiosa, poi, solo per sentirla dire “Aaawww” di nuovo, diede un altro bacio a Sho
<< Aaawww …>> arrivò, immancabile, da Mai. Jun rise, mentre Sho scuoteva la testa, rassegnato
<< Che fatica …>> mormorò, per poi girarsi e sorridere a Jun. Masaki fece capolino dalla porta
<< Shun è crollato dal sonno. >> avvertì. Sho sospirò
<< Ci vediamo domani a scuola, cucciolo?>> chiese a Jun. Lui sentì le lacrime pungergli gli occhi e gli nascose il viso contro il petto, in silenzio
<< Che succede?>> chiese Sho, allarmato. Jun alzò il viso, e lo vide preoccupato, trovandolo dolcissimo. Lo baciò
<< Ci vediamo domani a scuola. Ma non chiamarmi cucciolo la, sennò mi metto a piangere … >>
Sho rise e gli accarezzò il viso
<< Allora ti chiamo cucciolo solo quando siamo fuori da scuola.>> disse. Jun annuì, serio
<< Nii-chan, ho sonno anch’io … andiamo?>> chiese Mai, che ormai si era stufata di vederli scambiarsi effusioni. Sho sbuffò, diede un ultimo dolcissimo bacio a Jun e si alzò dal divano, accarezzandogli il viso. Serrò leggermente la mandibola, guardando i lividi
<< A domani, Sho … Sho-chan …>> disse Jun. Sho gli sorrise. Poi prese per mano Mai, prese in braccio Shun, salutò Masaki e se ne andò. Jun si tirò le ginocchia al petto, arrossendo
<< Che bello! Sono felice!>> disse Masaki, sedendoglisi accanto
<< Voi due stavate girando intorno all’argomento da quando vi siete conosciuti, adesso siete una coppietta!>>
Jun alzò il viso a guardarlo. Masaki sorrideva come un bambino a Disneyland.
<< Sei davvero così felice?>> chiese.
<< Beh, a Sho voglio tantissimo bene, e mi sono affezionato anche a te, quindi si, direi di si. Sono davvero così felice. >> disse, sorridendo. Poi, rumoroso come non mai, si diresse verso la cucina. Jun lo seguì, in silenzio, e lo osservò mentre preparava un’improbabile cena
<< E’ commestibile quella roba?>> chiese.
<< Beh … credo di si … o almeno spero … >> disse Masaki, guardando quello che stava mescolando. Jun ridacchiò, divertito, e si avvicinò. Iniziò ad aprire tutti gli sportelli, tirando fuori qualche spezia, una salsa dall’aspetto meno spaventoso di altre, poi aprì il frigorifero, recuperando delle verdure. Iniziò a tagliare, veloce e preciso, spostò leggermente un ammiratissimo Masaki e finì di cucinare
<< Così dovrebbe andare.>> disse
<< Waa! Sembra buonissimo!>> esultò Masaki. Apparecchiò il piccolo tavolo per due, mentre Jun metteva in tavola
<< Ce la fai a sederti?>> gli chiese Masaki. Jun annuì
<< Adesso va meglio.>> disse, sorridendo. Masaki fece una smorfia preoccupata
<< Si, passa relativamente in fretta, ormai …>> mormorò Jun, capendo il perché di quella smorfia. Masaki serrò la mandibola
<< Posso spaccargli la faccia? O chiedo a uno dei buttafuori del club di spaventarlo … almeno quello … potrei chiedere a Sasuke … mi deve un paio di favori, visto che gli ho salvato il posto un paio di volte … è enorme, se gli dico cosa dire, non ci sarà nemmeno bisogno di picchiarlo, lo stronzo … >>
<< Lascia stare.>> disse Jun, abbassando il viso. Rabbrividì pensando a cosa sarebbe potuto succedere se il suo patrigno si fosse sentito minacciato a causa sua.
<< Hai ragione, potrebbe prendersela con te …>> disse Masaki, abbassando il viso ed accigliandosi
<< Non arrovellarti, che ti esce fumo dalle orecchie …>> cantilenò Jun, con un mezzo sorriso. Masaki sorrise
<< Grazie per la fiducia, eh!>> disse, in tono finto offeso. Jun scoppiò a ridere. Poi smise, quando Masaki assaggiò il primo boccone, spalancò gli occhi e, battendo le mani, iniziò ad urlare che era buonissimo e se poteva adottarlo. Jun rise di nuovo e gli scompigliò i capelli
<< Ma come hai imparato?>> chiese Masaki
<< Ero sempre da solo a casa, e avevo un sacco di tempo … allora mi sono messo d’impegno e ho imparato a cucinare … >>
Masaki sorrise
<< Meno male. Così non ti ho avvelenato …>> rise. Jun rise a sua volta. Si chiese come fosse vivere da solo alla loro età, come facesse ad arrivare a sera sempre con quei sorrisi così dolci. Poi pensò a Sho, anche lui solo. Kazunari aveva l’appoggio del suo ragazzo, ma fondamentalmente era solo anche lui. E poi …
<< Siamo proprio un gruppo di disastrati, eh? Vedo che ci stai pensando.>> disse Masaki. Jun sospirò ed annuì
<< Io e Sho con le nostre famiglie disfatte, Nino con lo zio che lo picchia, e tu …>>
Masaki abbassò lo sguardo. Ok. Non voleva parlarne. Forse era quello il segreto. Cacciare giù tutto ed ignorare il dolore e la paura …
<< Ohno senpai è l’unico con una famiglia normale … ha una sorella molto più grande, sua madre gli compra ancora i vestiti, e suo padre paga la retta dell’università e l’affitto … lavora part time in un konbini e dipinge … è bravo, sai? Nell’aula di arte, a scuola, ci sono ancora dei suoi disegni … era naturale che studiasse arte …>>
<< Masaki … hai cambiato argomento …>> si lamentò Jun. Masaki sorrise
<< Lo so!>> disse, compiaciuto. Jun sospirò, rassegnato
<< Scusa, Jun-Jun … è solo che non mi va molo di parlarne … ormai mi sono abituato a questa vita, pensare a com’era prima non serve a niente …>>
Jun rimase senza parole. Masaki aveva detto quella frase tranquillissimo, sorridendo, come se fosse la cosa più logica del mondo. Stava per ribattere qualcosa, sapeva anche che sarebbe suonato acido, ma il suono dal proprio cellulare lo interruppe. Sospirò, guardando il numero. Poi chiuse gli occhi
<< Ciao mamma … >>
<< Amore, dove sei?>> chiese la donna
<< Sono da un amico … non ci torno li … mi dispiace, ma …>> dovette asciugarsi gli occhi. Nel momento stesso in cui aveva sentito la voce della madre, era stato sommerso dalla paura. Paura di farla soffrire. Paura che lei non gli credesse. Paura che lui le facesse del male se le avesse detto cosa succedeva.
<< Mamma, io li non ci torno … non finché c’è … quello …>> singhiozzò. Lei rimase in silenzio un attimo. Jun poteva immaginarla perfettamente, una mano nei capelli, l’altra che stringeva il telefono, la punta del piede che batteva nervosamente contro il mobile davanti a lei
<< Che succede, piccolo?>>
Jun si nascose il viso con una mano
<< Possiamo parlarne domani? Quando torni dal lavoro …>> supplicò. La donna sospirò
<< Dov’è? Vado a prenderlo?>>
Era lui. Era di sicuro dietro di lei, con l’espressione preoccupata.
<< No! >> si trovò ad urlare << No!>>
<< Non ce n’è bisogno, caro. E’ mio figlio. Posso cavarmela da sola. Jun, amore, ci vediamo domani, allora. Prendo una pausa quando esci da scuola … forse stiamo arrivando a risolvere un caso, dopo due anni, se aspetti che torni dal lavoro, fai le ore piccole …>>
Jun acconsentì, si salutarono e riattaccò. Si strinse le ginocchia al petto e Masaki lo abbracciò, accarezzandogli la schiena
<< Vedrai che si sistemerà tutto, Jun-Jun. Si sistemerà tutto …>> gli diceva, in tono dolce. Jun si abbandonò in quell’abbraccio e, pian piano, si addormentò.