Riecchime, reduce dal concerto degli arashi
jinnypazza82.livejournal.com/4816.html <--- se siete interessate alle sclerate post fulminamento delle sinapsi
ed ora le cose serie
TITOLO : Love You (lasciamo stare, ho sonno, ok?)
AUTRICE: Jinny
GENERE: drammatico U_U sisi
FANDOM: Arashi (madddddddddddai) più un oc
PAIRINGS: Sakumoto e Ohmiya
RATING: direi pg-17, e non soo per Le Scene (che in realtà son pochine eh)
DISCLAIMERS: Ne voglio unoooo, per favoreee T____________T
RINGRAIAMENTI: sempre a Harin e Vampiretta, che si leggono tuuuuutti i mallopponi <3<3<3
NOTE: sono stata cattiva con i personaggi U_U
WARNING: atenziione al diabete
GIA' POSTATI:
1 La mattina dopo, Jun varcò il cancello della scuola con un po’ meno angoscia dei primi giorni. Aveva passato tutto il giorno precedente con Sho, avevano parlato a lungo, erano andati in giro per i negozi, suscitando gli sguardi ammirati di quasi tutte le ragazze. Avevano mangiato un gelato, poi erano tornati a casa. Sua madre era ancora al lavoro, quand’era andato a dormire, e del suo patrigno nemmeno l’ombra, quindi era stata una giornata piacevole.
La mattinata era iniziata decisamente peggio. Il suo patrigno era rientrato dopo una notte di bevute, ed era di pessimo umore, sua madre era rimasta a dormire da un’amica. Lui aveva saltato la colazione ed era fuggito più in fretta che poteva, evitando così di rimanere per troppo tempo con quell’uomo che gli dava i brividi. Vide i ragazzi della mattina precedente avvicinarsi, e la sensazione di non angoscia si dissipò immediatamente. Poi, però, li vide allontanarsi, improvvisamente pallidi. Si girò, sentendo qualcuno al suo fianco, e si trovò davanti un sorriso enorme
<< Ciao! Sho-chan è un po’ in ritardo, oggi, ha perso il treno … e mi ha detto di mandarti via le mosche …>> disse, indicando i ragazzi appena fuggiti. Jun guardò allibito il ragazzo al suo fianco. Era poco più alto di lui, forse tre centimetri, magrissimo, ed aveva il viso più dolce che Jun avesse mai visto. Sapeva chi era, per sentito dire, ma se lo immaginava diverso …
<< Tu devi essere Aiba, no?>> chiese Jun. L’altro annuì, sorridendo
<< Aiba Masaki. Tu sei amico di Sho-chan, puoi chiamarmi Aiba-chan, Masa, Ma-chan, come preferisci …>>
<< Aiba senpai andrà bene …>> borbottò Jun, a disagio
<< Ok …>> disse l’altro, leggermente deluso. Poi sorrise di nuovo
<< Jun-Jun è un timidone!>> disse, stiracchiandosi. Jun lo osservò. Non c’era nulla in lui che facesse paura. Portava i capelli un po’ lunghi, castani (e Jun sospettava che con il nero sarebbe stato molto meglio, ma non sarebbe stato giusto nei confronti del resto dell’umanità), ed aveva l’aria leggermente da … ragazzina. Eppure avevano tutti paura di lui. Più che di Sho …
<< Hya! Nino-chan!>> urlò ad un tratto Masaki, sorridendo e slanciandosi verso una figura di spalle che, velocissima, allungò una mano, prendendo il viso di Masaki e bloccandolo.
<< Itai, Nino-chan!>> protestò Masaki. L’altro ragazzo si girò. Era l’essere più carino e coccoloso che Jun avesse mai visto. Capì l’istinto di Masaki di correre ed abbracciarlo perché lui stesso, nonostante odiasse il contatto fisico, aveva avuto in quel preciso istante l’identica voglia: saltare e stringerlo urlando magari anche “kawaii”. Poi un’altra informazione si fece strada nel suo subconscio. Nino. Ninomiya? Quel Ninomiya del suo stesso anno ma di un’altra sezione che era stato sospeso due volte, alle medie, per aver lanciato banchi contro dei compagni di scuola? Rabbrividì leggermente
<< Distanza di sicurezza, Aiba. >> ringhiò il ragazzo. Masaki si calmò e smise di agitare le braccia cercando di abbracciarlo, e Jun ne approfittò per avvicinarsi. Tese la mano
<< Matsumoto Jun. >> si presentò. L’altro lo squadrò
<< E’ quello a cui dobbiamo fare da guardia del corpo?>> chiese, in tono sprezzante. Jun abbassò la mano ed il viso, sentendosi colpito in pieno. Si girò e fece per allontanarsi
<< Sei proprio un imbecille, Nino!>> sentì sibilare a Masaki. Si girò solo per curiosità. E capì perché Masaki era così temuto. L’espressione che aveva in quel momento, avrebbe spaventato uno yakuza … ricacciò indietro le lacrime, vedendo Ninomiya avvicinarglisi
<< Scusami. Di mattina sono sempre di pessimo umore … sono Ninomiya Kazunari … siccome sei amico di Sho, e soprattutto perché Masa mi fa paura, suppongo tu possa chiamarmi Nino …>>
Jun lo guardò, poi annuì, sorridendo. Kazunari sorrise a sua volta, e gli strinse la mano. Masaki, alle sue spalle, rise, come una madre orgogliosa.
<< E’ incredibile! Ma lo senti come ride? E pensare che va con le donne sposate … >> borbottò Kazunari, scuotendo la testa
<< Non vado con le donne sposate! Sono loro che vengono da me … e se sono belle, chi sono io per rifiutare?>> protestò Masaki, con uno strano sguardo malizioso negli occhi. Jun scoppiò a ridere, mentre Kazunari sospirava, rassegnato. Erano quasi arrivati alle aule, quando vennero raggiunti da Sho. Jun vide Masaki girarsi, come riconoscendo un passo in mezzo agli altri. Poi vide la sua espressione divenire furiosa e preoccupata allo stesso tempo. Insieme a Kazunari, si girò. Sho li salutò, sorridendo. Aveva il viso ricoperto di lividi. Masaki si slanciò e lo abbracciò, in silenzio.
<< A posto, Masaki. Non c’è bisogno che tu faccia la mamma …>> disse Sho, staccandosi. Sembrava turbato. Jun lo guardò, vedendo qualcosa di stranamente fragile nei suoi occhi
<< Andiamo a lezione? O bigiamo in terrazza?>> si informò Kazunari. Sho indicò le scale che salivano ai piani superiori
<< Per favore …>>
Jun vide Masaki mordersi le labbra molto forte. Si avviarono verso la terrazza, ignorando gli sguardi degli altri compagni e dei professori. Arrivati in terrazza, Sho si lasciò cadere seduto a terra, all’ombra, con la schiena appoggiata al muro.
<< Che è successo?> chiese Jun. Gli altri tre lo guardarono, ognuno con un diverso tipo d’espressione. Kazunari si stava chiaramente chiedendo se fosse deficiente. Masaki lo stava avvertendo che era la domanda sbagliata al momento sbagliato. Sho stava valutando se fidarsi o meno. Jun inspirò profondamente e si sedette accanto a Sho.
<< Jun-Jun non ha paura di noi …>> canticchiò Masaki, sorridendo. Jun lo ignorò e si girò a guardare il profilo accigliato di Sho. Quello sospirò e si tirò le ginocchia al petto, in silenzio. Jun serrò la mandibola, poi lo abbracciò, cercando di non fargli male. Sho, con un sospiro, gli nascose il viso nella giacca della divisa, tremando leggermente
<< Non posso lasciarli soli …>> mormorò dopo un po’. Jun lanciò un’occhiata interrogativa a Masaki e Kazunari.
<< I suoi fratellini.>> disse Masaki. Si sedette a sua volta accanto a Sho, sull’altro lato
<< Li ha minacciati ancora?>> chiese
<< Stava per picchiare Mai … e finché Shun non si è messo ad urlare, non mi sono accorto di niente … sono un pessimo fratello maggiore … voglio andarmene di li, perché ho paura … ma …>>
<< Portali da me.>> disse Masaki. Sho si staccò leggermente da Jun e si girò a guardarlo
<< Ma … e col lavoro come fai? …>> chiese. Masaki sorrise
<< Posso tranquillamente usare le stanze del club. Sono sempre un loro dipendente.>> disse. Jun rabbrividì leggermente, pensando a che tipo di lavoro Masaki potesse fare
<< Masa, ma al club …>>
<< Senti, non ne posso più di vederti stare così, Sho-chan! Arrivi distrutto psicologicamente e fisicamente, hai paura, e … sono l’unico che possa obiettivamente ospitarti, credo … preferisci andare da Nino?>> chiese, alzando un sopracciglio. Kazunari fece una smorfia
<< Da Jun c’è posto?>> chiese Masaki. Jun si morse le labbra, sentendosi inutile. Sho sospirò
<< Vado a prenderli a scuola, dopo, e veniamo li … >> disse. Masaki sorrise
<< Allora mentre li recuperi, vado a fare la spesa!>> disse, felice. Poi guardò Jun
<< Bene, Sho ha un padre violento, Nino uno zio. Tu?>> gli chiese. Jun sospirò
<< Patrigno.>> disse.
<< Bel gruppo di incasinati …>> disse Kazunari, sedendosi a sua volta.
<< Beh, ma tu hai il tuo rifugio segreto … >> canticchiò Masaki
<< Eh già …>> disse Sho, andando a punzecchiare con l’indice la guancia di Kazunari. Quello sbuffò. Masaki rise e si sdraiò, con la testa sulle gambe di Sho. Jun pensò che sembrasse un gatto
<< Nino ha il ragazzo. Uno dell’università … studia arte e vive già da solo … e quindi Nino va spesso da lui …>>
<< Masa parla troppo …>> disse Kazunari, con un sorriso angelico, allungando un calcio a Masaki, che si raggomitolò, brontolando
<< Se mi rimane il livido, mi rompono, lo sai!>> protestò
<< E tu fatti un po’ di cazzi tuoi, allora!>> sibilò Kazunari, infuriandosi. Masaki mise il broncio
<< Piantatela subito.>> disse Sho. Kazunari sbuffò, mentre Masaki tornava a sedersi, ancora imbronciato
<< Io mi sono trasferito qui perché mia madre ha trovato lavoro … mio padre è morto tre anni fa, e lei adesso sta con uno stronzo …>> disse Jun, non sapendo bene perché avesse sentito il bisogno d confidarsi. Sentì una mano sulla propria, ed alzò lo sguardo ad incontrare gli occhi di Kazunari. Si sentì come se quell’esserino dall’aria adorabile potesse vedergli dentro. Sospirò, stringendogli la mano.
In quel momento un’ombra si allungò su di loro. Alzarono lo sguardo
<< Sarete tutti in un mare di guai, quando dirò ai vostri che state bigiando in terrazza …>> disse l’insegnante davanti a loro. Jun rabbrividì e si rannicchiò. Vide Sho alzarsi, e seppe che era per proteggerlo
<< Ichinose sensei! Ha detto che saremo tutti in un mare di guai, ma … vuole forse dire che ha ritrovato i miei?>> chiese Masaki, alzandosi a sua volta e sorridendo dolcemente. L’uomo ringhiò qualcosa, poi si allontanò, infastidito
<< Ci vediamo stasera prof!>> gli urlò dietro Masaki. Sentirono un tonfo e parecchie imprecazioni
<< Caduto …>> disse Kazunari, con aria innocente, mentre Masaki rideva. Poi si zittì. Jun si rese conto che lo stavano guardando in silenzio. Sentì le braccia di Sho attorno alle spalle e poi si rese conto di essere scoppiato in lacrime. Si aggrappò a Sho, che gli accarezzava i capelli
<< Dovremmo denunciarlo.>> disse Kazunari, in un ringhio irato
<< La parola di un gruppo di ragazzini disadattati contro quella di un insegnante rispettato …>> disse Sho. Masaki ridacchiò
<< State tranquilli. Ci penso io. Vedrai che non proverà nemmeno più ad avvicinatrisi, Jun-Jun.>>
Jun alzò il viso verso Masaki. Aveva lo sguardo lontano
<< Masa, l’ultima volta che avevi quello sguardo, un insegnante è stato tirato sotto con un camion apposta …>> disse Sho, preoccupato. Masaki si leccò le labbra
<< Se lo meritava, non trovi?>> disse, e si allontanò. Jun guardò gli altri, cercando una spiegazione
<< Quand’è così, meglio lasciarlo da solo. Masa è strano.>> disse Kazunari. Jun annuì. Si sentiva bene tra le braccia di Sho, non aveva di certo intenzione di alzarsi e spostarsi, tantomeno per seguire un ragazzo inquietante …
<< Sho-chan, secondo me Junji, qui, c’ha preso gusto a farsi abbracciare …>> disse Kazunari, ridacchiando. Sho guardò Jun, sorridendo, e lo strinse un po’ più forte
<< E va bene così, no?>> disse. Jun chiuse gli occhi e nascose il viso nella giacca di Sho