DIRETTAMENTE DALLA GIAPPOLANDIA

Feb 04, 2010 07:01


E rieccomi a postare (waaa, che brave che postate in fretta!)
Approfitto del giorno di riposo che mi sono presa vcausa cervicale fulminante di ieri (che odio!, Mi ha sballato i programmi di ieri, di oggi ee di domani, grrr) e posto anche oggi *ghigna*

TITOLO : Love You (lasciamo stare, ho sonno, ok?)
AUTRICE: Jinny
GENERE: drammatico U_U sisi
FANDOM: Arashi (madddddddddddai) più un oc
PAIRINGS: Sakumoto e Ohmiya
RATING: direi pg-17, e non soo per Le Scene (che in realtà son pochine eh)
DISCLAIMERS: Ne voglio unoooo, per favoreee T____________T
RINGRAIAMENTI: sempre a Harin e Vampiretta, che si leggono tuuuuutti i mallopponi <3<3<3
NOTE: sono stata cattiva con i personaggi U_U
WARNING: atenziione al diabete
GIA' POSTATI: 1  2  3  4  5


Jun sentì a malapena sua madre entrare nella stanza. Non si era mosso dalla posizione rannicchiata che aveva preso la sera prima, e l’unica reazione che ebbe, fu di tirarsi la coperta sopra la testa

<< Piccolo, così farai tardi a scuola …>> disse lei. Jun si raggomitolò di più. Tenne la coperta ben salda, quando lei tentò di vederlo in viso

<< Piccolo … che è successo? Non ti senti bene? Chiamo a scuola e dico che sei malato? Poi devo andare al lavoro, ma faccio in tempo a lasciarti qualcosa da mangiare, che dici?>>

<< Si, chiama …>> mormorò Jun. Si sentiva le labbra gonfie. Anche il viso, veramente. La scusa della rissa non avrebbe retto molto, questa volta …

<< Ok … piccolo … >> la donna sospirò e, in qualche strano modo, riuscì a raggiungere i capelli di Jun, iniziando ad accarezzarglieli

<< Stasera lavoro di nuovo fino a tardi … ma non sarai solo …>>

Jun si sentì morire. Si raggomitolò, non riuscendo a reprimere un gemito d’angoscia e di dolore. Non aveva un solo centimetro del corpo che non gli facesse male, e la cosa lo rendeva alquanto … beh, di malumore, ecco. Non si rese conto di aver lasciato la coperta, finché non sentì lei trattenere il fiato

<< Piccolo, che ti è successo?>> chiese, angosciata. Jun nascose il viso nel cuscino, in silenzio. Non voleva che lei lo sapesse. Non voleva che soffrisse … per lei sarebbe stato troppo …

<< Piccolo, guardami …>>

Jun scosse la testa. La donna sospirò, gli baciò una spalla (l’unica cosa che riuscì a raggiungere), gli accarezzò ancora i capelli ed uscì dalla stanza. La sentì armeggiare in cucina, e resistette all’istinto di andare ad aiutarla. Sua madre era una frana ai fornelli, e la cosa un po’ lo fece sorridere. Quando sentì la porta d’entrata aprirsi e chiudersi, e la voce che diceva di essere tornato, però, si sentì morire

<< Ah, ciao … io sto uscendo … lascio qualcosa da mangiare per Jun … mi sembra proprio a terra … a scuola deve andargli male … penso sia stato preso di mira dai senpai, o qualcosa di simile … non me ne vuole parlare …>>

<< Tranquilla … oggi sta a casa, allora?>> chiese lui, in tono dolce. E Jun ebbe la certezza che lui la amasse davvero. A lei non avrebbe mai fatto del male. Si trattava solo di resistere …

<< Si … l’hanno picchiato davvero tanto, stavolta … proverò a parlare con gli insegnanti … ma certe cose fingono di non vederle … che schifo la società moderna!>>

<< Hai proprio ragione, piccola …>> disse lui. Jun sentì sua madre ridere

<< Se mi chiami piccola, mi fai sentire giovanissima!>> disse. Poi salutò e dopo poco uscì. Jun iniziò a tremare, aspettando quello che sarebbe successo. Sentì la porta scorrevole aprirsi e, poco dopo, si trovò scoperto. L’uomo lo guardava, fermo in piedi. Jun lo guardò a sua volta, pregando che non ricominciasse. Sentì le lacrime rigargli il volto

<< Io non le ho detto niente …>> iniziò a balbettare.

<< Stai zitto!>> urlò lui, iniziando a picchiarlo. Jun serrò gli occhi, e cercò di pensare a tutt’altro. Ma non funzionò. Sentì tutto, compresa la propria voce diventare sempre più flebile. Sentì i singhiozzi, che arrivavano ad ondate, in risposta ad ogni spinta. Si accasciò, privo di forze, quando lui uscì dalla stanza e poi dalla casa. Guardò l’orologio. Era ora di pranzo. Avrebbe lavorato fino alle nove, quella sera, poi sarebbe tornato di nuovo a casa, ma forse si sarebbe salvato. Probabilmente lui sarebbe andato a correre, poi sarebbe tornato, si sarebbe lavato e sarebbe andato a dormire

<< E io?>> si trovò a chiedere al vuoto. Iniziò ad urlare, per la rabbia, la paura, l’umiliazione. Premette il viso nel cuscino e pianse, fino ad addormentarsi. Si svegliò sentendo il campanello. Guardò la sveglia, che segnava le cinque del pomeriggio. A fatica si alzò e si infilò una maglia e dei pantaloni della tuta, senza curarsi di essere nudo sotto di essi. Si trascinò fino alla porta d’entrata e guardò di traverso dalla tendina. C’era Sho fuori. Non voleva che lo vedesse così …

<< Jun, sei in casa? Non sei venuto a scuola, sono preoccupato …>>

<< Influenza …>> mentì Jun. Riuscì ad evitare che la voce gli tremasse solo perché anche tremare sarebbe stato troppo faticoso

<< Juuuun! Apriiii!>> urlarono in coro Mai e Shun. Jun serrò gli occhi

<< Sho, portali a casa … se la attacco anche a loro non te ne liberi più …>> disse. E stavolta fu difficile tenere la voce ferma. Voleva vedere Sho, voleva che lo stringesse a sé, che lo consolasse, che gli dicesse che sarebbe andato tutto bene, ma non poteva farsi vedere così … non da lui .. ne tantomeno dai suoi fratellini …

<< Magari ci vediamo domani se riesco a venire a scuola … ok?>> disse, ripreso il controllo. Vide le spalle di Sho alzarsi ed abbassarsi. Aveva sospirato

<< Ok.>> si limitò a rispondere. Jun si morse le labbra, per non scoppiare in singhiozzi. Vide Sho allontanarsi, poi si accasciò sul pavimento. Si sentiva male. Non riusciva nemmeno a piangere. Dopo poco tempo, suonò di nuovo il campanello. Jun si tirò faticosamente in piedi ed andò a guardare di nuovo attraverso la tendina

<< Matsumoto, so che ci sei!>>

Era Aiba, quell’essere infuriato la fuori? Ma allora faceva davvero paura come dicevano … sospirando aprì la porta. Sperava di essere ridotto meno peggio di come si sentiva … Masaki entrò e si bloccò, vedendolo.

<< Adesso capisco … ma … perché a Sho non l’hai detto? >> chiese

<< Capisci? E cos’avresti capito?!>> si trovò ad urlargli contro. Masaki sospirò

<< Adesso che hai reagito così, capisco molto di più …>> disse, prendendo un’espressione preoccupata. Jun si sentì improvvisamente furioso.

<< Solo perché fai quel cazzo di lavoro, non vuol dire che sappia come mi sento!>> urlò. Masaki abbassò il viso

<< Hai ragione, scusami. Io non lo so. Ma Sho lo sa bene. E ha capito che gli hai detto una balla … mi ha chiamato, è spaventato, non sa cosa fare … perché non gli dai una possibilità?>>

<< Non voglio che mi veda così …>> mormorò, sentendo le lacrime rigargli il volto. Sentì Masaki stringerlo, ma non ebbe paura. Si abbandonò ai singhiozzi. Poi si staccò e guardò l’orologio

<< Stasera tornerà qui …>> mormorò. Masaki lo guardò

<< Senti, da me non c’è nessuno, tanto per cambiare …>>

<< Ma … e i messaggi di ieri? Sembravi ansioso di avere la casa libera …>>

Nello sguardo di Masaki passò qualcosa di simile alla tristezza

<< Mi hanno tirato il pacco.>> disse semplicemente << Vuoi farti una doccia, magari vestirti? Ti va di parlare con Sho? I piccoli ve li tengo fuori dai piedi, sono bravo con i bambini …>>

Jun ci pensò. Ricordò il sospiro di Sho ed annuì

<< Dammi una mezz’ora, mi preparo.>> disse, e corse al piano superiore per lavarsi. Aprì la porta del bagno e non riuscì a trattenere un grido. Quando Masaki lo raggiunse, si rese conto di aver urlato per nulla

<< Che succede?>> chiese Masaki, allarmato

<> mormorò Jun. Aveva visto la vasca piena di sangue, ed una figura semisdraiata in essa. Ma era un altro bagno. Forse in fondo con Sho doveva parlarci davvero. Perché anche lui sapeva come si sentiva, almeno in parte …

<< Voi che stia qui fuori, per sicurezza?>> chiese Masaki.

<< Maniaco.>> disse Jun, con un mezzo sorriso. Non pensava sarebbe riuscito a tirare su gli angoli della propria bocca così tanto … forza di gravità: 0 Jun: 1! Il viso di Masaki si illuminò di un sorriso dolcissimo

<< Bravo, Jun-Jun. Sorridere fa bene.>> disse. Poi si accigliò leggermente

<< Domanda … di Sho ieri sera hai avuto paura … non guardarmi male, sono un impiccione e sono insistente, e Sho mi racconta tutto … e di me adesso no … perché?>> chiese. Jun fece una smorfia

<< Te lo dico se prometti di non arrabbiarti …>> disse. Masaki promise e Jun confessò, diventando tutto rosso in viso

<< Temo di percepirti come una mamma …>> disse. Masaki resse mezzo secondo, poi i suoi occhi si riempirono di lacrime e sorrise

<< Kawaii!!>> urlò poi, ridendo. Jun rimase interdetto dalla reazione, e Masaki rise

<< E’ la cosa più carina che mi sia mai stata detta …>> si giustificò, stringendosi nelle spalle. Poi si portò una mano alla spalla fasciata, con una smorfia

<< Baka!>> rise Jun

g: arashi, p: ohmiya, r: nc-17, p: sakumoto

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