Cielo, ho postato una settimana fa O____O Bene, reduce dal karaoke da cui son tornata 5 ore fa (e son le 11 di mattina ... non ho pù l'età per ste cose T___T ma ho fatto taaanto casino <3<3<3), direi che è ora di fare la mod che esste e che, tadadadaaaaannn, ogni tanto posta! (si lo so lo so, era anche lo stesso ... resistete, sono solo 32 capitoli in totale e questo è già il quarto ... )
capitoletto alla fin finequasi leggero, stavolta (seeeeeeeee come no) e tremendamente dolcioso (questo davvero ... sento il diabeteeee)
TITOLO : Love You (lasciamo stare, ho sonno, ok?)
AUTRICE: Jinny
GENERE: drammatico U_U sisi
FANDOM: Arashi (madddddddddddai) più un oc
PAIRINGS: Sakumoto e Ohmiya
RATING: direi pg-17, e non soo per Le Scene (che in realtà son pochine eh)
DISCLAIMERS: Ne voglio unoooo, per favoreee T____________T
RINGRAIAMENTI: sempre a Harin e Vampiretta, che si leggono tuuuuutti i mallopponi <3<3<3
NOTE: sono stata cattiva con i personaggi U_U
WARNING: atenziione al diabete
GIA' POSTATI:
1 2 3 Entrò in casa senza fare rumore. Voleva solo cambiarsi velocemente. Aveva fatto la doccia a casa di Masaki, e Sho, con i fratellini, lo aspettava fuori. Shun era taciturno, ancora sconvolto per la morte della madre, tendeva a piangere per qualsiasi cosa. Mai invece, un po’ più grandina, si era chiaramente presa una cotta per Masaki, e continuava a parlarne. Com’era bello Masaki, com’era buono, com’era gentile …
<< Jun, mi spieghi che succede?>>
Jun si bloccò sulle scale. Sua madre era uscita dalla cucina, dove chiaramente era rimasta tutta la notte, ed ora l’aveva beccato in pieno
<< Non vai a lezione, non torni a casa di notte … piccolo …>>
Jun abbassò il viso, sperando che la ramanzina finisse in fretta. Non voleva che lei vedesse … ma la donna lo raggiunse e lo costrinse ad alzare il viso. Sapeva di avere i lividi. E sapeva anche di avere lo sguardo spaventato. Ma … lei non avrebbe dovuto sapere … non aveva forse già sofferto abbastanza? E poi, lui con lei era sempre gentile. Si sfogava su Jun, poi diventava l’uomo buono di cui lei aveva bisogno in quel momento
<< Piccolo, che è successo?>>
<< Niente di che … sono quello nuovo, tutto li … sai come sono i miei coetanei … ieri sera sono andato a casa di un senpai, per farmi aiutare col programma … perché, già sono arrivato ad anno iniziato, e dopo … dopo la rissa … non volevo che vedessero che le ho prese, e così non sono andato a lezione … e quindi sono rimasto un po’ indietro … alla fine era tardi, e ci siamo addormentati … volevo avvertirti, ma … dormivo …>>
La donna guardò il figlio. Si vedeva lontano un miglio che non aveva creduto ad una sola parola. Lo abbracciò
<< Farò finta di crederti, piccolo. Ma appena diventerà troppo pesante per farcela da solo, dimmi cosa ti sta succedendo. Ok?>> gli disse. Jun le si aggrappò per un attimo. Poi corse al piano superiore, si cambiò in fretta, prese i libri per quella mattina e corse fuori. Quando raggiunse Sho, aveva il viso rigato di lacrime.
<< Hey, che succede?>> gli chiese l’altro. Jun scosse la testa, facendo un cenno verso i bambini. Mai stava ancora parlando di Masaki
<< Oh, lei ne avrà fino a scuola, e lui sarà troppo stordito per almeno due giorni per preoccuparsi di quello che dicono i grandi …>>
Jun sorrise tra le lacrime
<< Non voglio che mia madre scopra cosa succede quando lei non c’è … non voglio che scopra che lui è così … e non voglio che sappia che mi è successo quello che è successo a lei … soffrirebbe troppo … soffrirebbe troppo di nuovo …>> mormorò Jun. Sho gli passò un braccio attorno alle spalle, sospirando. Arrivarono all’istituto frequentato da Mai e Shun, che comprendeva scuola elementare ed asilo, e Sho si bloccò davanti al cancello, mentre i due bambini si nascondevano dietro di lui. Un uomo era fermo all’ingresso. Aveva l’aria severa, ma preoccupata. Si avvicinò a Sho e lo guardò, mentre Mai e Shun cercavano di farsi più piccoli che potevano
<< Sho, mi dispiace … io …>>
<< Ti dispiace un po’ troppe volte, ormai. Ti dispiaceva prima che mamma morisse, e ti dispiace ora. Ma non fai nulla per cambiare la situazione. >> disse Sho, secco. Jun si girò a guardarlo, vedendolo deciso come non mai. E si sentì geloso, perché Sho stava proteggendo i suoi fratellini, in quel momento.
<< Hai ragione … >> disse l’uomo, abbassando il viso. Sorrise ai bambini, ma quelli si nascosero meglio dietro al fratello. L’uomo sospirò, poi porse una busta al figlio
<< Almeno vai a dare un’occhiata … ho capito che non sono un buon padre, ma … sono pur sempre vostro padre. Non posso lasciarvi senza un tetto … quindi, dacci un’occhiata. Le spese le coprirò io, e se mi sentirò troppo solo, verrò a trovarti a scuola. Non metterò piede nell’appartamento senza il tuo permesso … >>
Sho prese la busta, in silenzio. L’uomo si inchinò e se ne andò. Sho si girò verso i fratellini
<< Oggi andiamo a vedere se ci piace?>> chiese. I piccoli esultarono, poi varcarono il cancello. Sho li salutò finché non entrarono nell’edificio scolastico, poi prese la mano di Jun e si allontanò in fretta. Si fermò di botto nel piccolo parco li accanto, e si accucciò a terra, imbronciandosi ed iniziando a tracciare complicate linee nel terreno con un legnetto trovato li. Jun gli si accucciò davanti, e lo costrinse ad alzare il viso. Sho sospirò, poi distolse lo sguardo, che portò sul legnetto, facendolo in tanti pezzettini sempre più piccoli. Jun gli prese le mani
<< Senpai …>> lo chiamò. Sho gli posò la fronte su una spalla e sospirò. Si portò le braccia di Jun attorno alle spalle e rimase fermo
<< Posso rimanere un po’ così?>> chiese, in un soffio. Jun lo strinse un po’ più stretto. Poi Sho si staccò, con un sospiro. Gli sorrise e gli diede un piccolo bacio sulla guancia
<< Grazie.>> disse. Si alzò e lo aiutò ad alzarsi. Jun fece una smorfia. Gli sembrava che lo trattasse come se fosse il terzo fratellino, accidenti! Si avviarono verso la propria scuola. Sul cancello vennero accolti da Kazunari, scorbutico come non mai, e da Masaki, sorridente e con l’aria decisamente soddisfatta. Sventolò un cd
<< Masa, che è quello?>> chiese Sho, leggermente preoccupato. Masaki prese un’espressione maliziosa
<< Un regalino per Ichinose sensei …>> canticchiò. Aveva il braccio sinistro fasciato in maniera da tenere la spalla ferma
<< Jun-Jun, non guardarmi così. Non fa male, se non la muovo. E tra dieci giorni posso tornare a lavorare … no, nemmeno così poi guardarmi, ci rimango male. E’ un lavoro come un altro. Solo molto più redditizio …>>
<< Non è un lavoro come un altro!>> quasi urlò Kazunari, indicando il braccio di Masaki. Quello abbassò il viso e si allontanò, in silenzio. Kazunari sbuffò
<< Kazu, vagli dietro. >> disse Sho. Jun fu sorpreso di quanta autorità ci fosse in un tono di voce così dolce. Kazunari sbuffò, ma si affrettò ad ubbidire.
<< Prima o poi faranno a botte …>> sospirò Sho, con un sorriso da fratello maggiore. Jun arrossì e si sorprese a sorridere per quanto lo trovasse dolce e carino in quel momento.
<< Se arrossisci così, mi fai venire voglia di baciarti, Hime …>> gli disse Sho, per poi avviarsi verso l’edificio scolastico. Jun rimase fermo, bloccato da quel momento. Sho tornò indietro e, ridendo, lo prese per un polso e lo trascinò
<< Senpai, io spero di arrossire molto spesso …>> mormorò Jun
<< Quindi cerca di tenere fede a quello che hai detto …>>
Sho sorrise e lasciò il polso di Jun, solo per intrecciare la sua mano con quella del kohai. Jun si morse le labbra, arrossendo davvero, e sorridendo senza poterne fare a meno.
Quel giorno andarono a lezione. Jun si stupì della mancanza di allusioni e battute spinte da parte di Ichinose sensei durante l’ultima ora, ma quando Masaki gli chiese come fosse andata, all’uscita, capì che doveva esserci il suo zampino
<< Che c’era su quel dvd?>> chiese. Masaki fece una smorfia
<< Sei piccolo.>> disse
<< Ho solo un anno meno di te … veramente meno, che io sono di agosto e tu di dicembre!>>
Masaki si girò a guardarlo, poi sospirò e gli scompigliò i capelli
<< Sei piccolo.>> disse ancora
<< E’ lui il cliente impetuoso?>> chiese, e la voce gli uscì sotto forma di ringhio. Masaki sbuffò
<< Così pare …>> disse, in tono cupo. Jun non aggiunse altro. Vedere Masaki così serio lo disturbava. Si fermarono ad aspettare Sho e Kazunari, che erano in un’altra sezione e quindi avevano un piano in più da fare. Quando li raggiunsero, Kazunari guardò Masaki
<< Quante copie ne hai?>> chiese
<< Due. Una per lui, e una pronta per la polizia se non la pianta di fare il cretino. Un po’ rischioso, ma … ha voluto fare il giochino dell’aula vuota … quindi potrebbe essere ovunque. Non possono risalire al club … perché mi guardate come se fossi uno Yakuza?>>
<< Perché parli come se fossi uno Yakuza, Masaki … ah, e pensare che sarei io il “capo”>> disse Sho. Masaki gli gettò le braccia al collo
<< Ma tu sei il capo! E io non sono uno Yakuza!>> disse. Jun dovette sforzarsi di non ringhiare, mentre Sho rideva e si staccava Masaki di dosso. Avevano quasi raggiunto il cancello, quando Kazunari fece cadere la borsa dei libri e si lanciò, correndo e con un gridolino di pura gioia, tra le braccia di un ragazzo minuto, che si stava chiaramente aspettando l’attacco, perché lo prese al volo. Jun scoprì così che anche il freddo scorbutico Ninomiya aveva un lato di una dolcezza disarmante
<< Nino-chan con il suo Toshi!>> miagolò Masaki, sorridendo alla scena
<< Nino ha un cuore …>> si stupì Jun.
<< Non sembra, eppure è proprio così. Perfino lui ha un cuore …>> disse Sho. Jun raccolse la borsa di Kazunari, e raggiunse i due assieme agli altri
<< Dov’eri, Ohno-kun? >> chiese Masaki, in finto tono di rimprovero
<< L’università ha organizzato tre giorni di tour dei musei d’arte …>> disse l’altro, scompigliando i capelli a Kazunari. Poi guardò la fasciatura di Masaki e fece una smorfia preoccupata
<< Che è successo?>>
Masaki si strinse nelle spalle, impallidendo immediatamente
<< Baka.>> gli disse Kazunari. Masaki gli fece una linguaccia
<< Ah, lui è Jun. E’ il nostro nuovo acquisto.>> disse Sho, spingendo leggermente avanti Jun, che si presentò, impacciato. L’altro sorrise e, ancora più impacciato, si presentò a sua volta, per poi stringere di nuovo Kazunari con entrambe le braccia. Jun li trovò dolcissimi. A Kazunari brillavano gli occhi, mentre Satoshi gli raccontava dei quadri che aveva visto in quei giorni.
<< Andiamo a mangiare del ramen? Avrete fame, no? Offro io …>> disse ad un tratto Satoshi
<< Toshi passa troppo tempo con Nino-chan e sta diventando taccagno … ramen …>> si lamentò Masaki, ridendo
<< Dopo potete fermarvi da me …>>
<< Non credo proprio.>> disse Kazunari, in tono tagliente. Satoshi rise, passandogli un braccio attorno alle spalle
<< Nino-chan pensa alle porcherie!>> urlò Masaki
<< Non urlare, Masa!>> lo rimproverò Sho, sorridendo
<< Ma le avete già fatte le porcherie?>> chiese Masaki, ignorando Sho
<< Masa, ti faccio fuori l’altra spalla.>> promise Kazunari. Masaki si zittì all’istante, nascondendosi dietro a Sho e Jun. Poi avvicinò il viso a quello di Jun
<< E voi due, le avete già fatte le porcherie?>> chiese, in tono casuale.
<< Ci siamo tenuti per mano … potrei essere incinto … e se mi stai troppo appiccicato, potrei attaccarti il bambino!>> disse Jun. Sho scoppiò a ridere
<< Bravo Junji! >> esultò Kazunari.
<< Ah, scusate … potremmo fare una piccola deviazione, prima di andare a mangiare? Ce la fai a offrire per due in più, Satoshi-kun?>>
Satoshi si girò a sorridere a Sho
<< Se i due sono piccini come penso, glie ne offro anche tre giri.>> disse. Sho sorrise, mentre a Kazunari sfuggì un urletto che sembrava proprio un “kawaii!”. Jun ridacchiò alla scena. Era contento di avere degli amici, anche se, per quanto ne sapesse, non ce n’era uno di emotivamente stabile.