Mi piacerebbe sapere, dopo che avete letto, come vi immaginate la casa di Nagase, perchè non l'ho descritta molto, ma ne ho un'immagine in testa che non c'entra nulla con l'ambientazione XD
TITOLO: Esp
AUORE: Jinny
GENERE: AU. Direi ...venato di angst (con brio, ovviamente), malinconico, con una spruzzata di polpettone scolastico e di action qui e li ...
FANDOM: Principalmente Arashi, ma non ci sono solo loro (muhahahahaha)
PAIRINGS: Aimiya , Sakumoto
RATINGS: Ma facciamo pg-17
DISCLAIMERS: Nessun Johnny mi appartiene. E la cosa mi porterà al suicidio, un giorno (ma non oggi)
NOTE: Nata dalla solita sclerata notturna per cercare di addormentarmi ...
THANKS: a Vampiretta e Harin che, come sempre, si sono sorbite tuuuutto il malloppo. A Vampiretta perchè c'è una sua frase XD A Harin perchè ... credo lo si scoprirà, muhahahahaha (io inizio a postare, mod, fai un paio di calcoli ... si, insomma, hai tempo XDDDD)
GIA' POSTATE:
Prologo 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 La casa di Tomoya era enorme. Masaki capì alla prima occhiata che l’uomo non era sempre stato un insegnante scapolo.
<< Sua moglie?>> chiese Sho, guardando una foto. Tomoya si avvicinò a grandi passi alla foto in questione e la capovolse
<< Ci sono stanze abbastanza per tutti. Per ora possiamo rimanere qui. Ohno, mi servi per intercettare. Matsumoto, smettila. Se c’è una barriera, ci sarà un motivo. Non cercare di leggere i miei ricordi.>> detto questo, Tomoya si avviò a grandi passi verso una stanza, in fondo ad un corridoio che partiva dal soggiorno, seguito da Satoshi. Gli altri si guardarono
<< Non volevo leggere…>> disse Jun, abbassando il viso
<< E io non volevo essere indiscreto… sono un deficiente…>>
<< Questo lo sapevamo già, Sakurai.>> disse Masaki, sorridendo. Poi guardò Kazunari. Lo vedeva molto preoccupato dal pomeriggio, ma non sapeva che fare per farsi dire che succedesse.
<< Beh, andiamo a prenderci delle camere, allora!>> disse, cercando di risultare tranquillo. Così, qualche minuto dopo, si trovò solo in una stanza con Kazunari che, incapace di restare fermo, camminava avanti ed indietro
<< Credo dovremmo andare da Nagase sensei… ti vedo nervoso, e… credo di sapere cosa ti stia passando per la testa…>>
<< Come potresti saperlo? Tu… tu hai risolto il problema molto tempo fa! Li hai direttamente eliminati i tuoi!>> sibilato questo, Kazunari uscì sbattendo la porta. Masaki rimase seduto sul letto, dov’era da quand’erano entrati nella stanza. Inspirò profondamente
<< E’ solo molto spaventato… è solo molto spaventato…>> iniziò a mormorare, cercando di tenere sotto controllo le emozioni che lo stavano raggiungendo, tutte insieme. Kazunari rientrò e lo abbracciò stretto
<< Scusami, Ma-chan… perdonami, ti prego, io… ho parlato senza pensare… quello che ho detto…>>
<< Sei solo molto spaventato, ed è normale che tu lo sia…>> disse Masaki, alzando il viso e sorridendogli. Kazunari sospirò e sorrise a sua volta
<< Scusami lo stesso.> gli disse, e lo baciò. Masaki se lo tirò a sedere sulle ginocchia, sentendolo piccolo e bisognoso di protezione. Lo strinse a sé, in silenzio, quando le loro labbra si staccarono.
<< Andiamo da Nagase sensei.>> disse Kazunari, dopo un po’.
<< Ok.>> disse Masaki.
Quando entrarono nello studio, Masaki notò che l’uomo teneva una mano a Satoshi, ma di Satoshi non si vedeva altro. Dopo un istante, Satoshi riapparve
<< Non hanno idea di dove siamo finiti. Hanno tenuto sotto controllo la scuola tutto il tempo, pronti ad attaccare, ma siamo spariti, quindi hanno dovuto allontanarsi… oh, ciao ragazzi…>> disse Satoshi. Masaki deglutì velocemente qualche volta. Aveva visto Satoshi sparire nell’archivio, ma questo era…
<< Che impressione… non farlo mai più in mia presenza, ti scongiuro.>> disse Kazunari, come dando voce ai pensieri di Masaki.
<< Oh… ogni tanto dimentico che vista da fuori non dev’essere proprio bella… ma siccome ci stanno cercando, meglio se mi aggrappo a qualcosa…>> disse Satoshi. Masaki sentì un’ondata d’angoscia prenderlo all’improvviso
<< E’ davvero così pericoloso?>> chiese con un filo di voce. Tomoya abbassò il viso
<< Beh, lo sapevamo, no?>> disse Satoshi. Masaki strinse istintivamente la mano di Kazunari
<< E’ solo che… non ho preso in esame la possibilità di perdere qualcuno di voi…>> mormorò
Per un attimo calò il silenzio. Poi Kazunari parlò, con la voce che tremava per l’angoscia repressa
<< Che ne è stato delle nostre famiglie?>> chiese. Tomoya lo guardò
<< Mi dispiace.>> disse semplicemente. Kazunari si portò le mani al viso, mentre Masaki si affrettava a stringerlo a sé
<< Credo che abbiate bisogno di riposarvi, ora.>> disse Tomoya. I tre ragazzi annuirono, ed uscirono dalla stanza. Subito fuori, trovarono Sho e Jun. Era chiaro che avessero sentito l’ultima parte della conversazione. Jun tremava visibilmente, mentre Sho si mordeva le labbra.
<< Ma-chan… andiamo in camera…>> supplicò Kazunari. Masaki lo sentì tremare. Fece un cenno a Sho e Jun, che risposero con un cenno a loro volta, e si allontanarono con Satoshi.
Arrivati nella stanza, Kazunari lo allontanò bruscamente, un attimo prima di andare a fuoco. Fece alcune vampate, forti, e lunghe, poi si abbandonò ai singhiozzi, raffreddandosi. Masaki lo sostenne, lo fece sedere sul letto, gli si sedette accanto e lo attirò a sé. Lo lasciò sfogare, senza sapere che altro fare. Non aveva idea di cosa dirgli per provare a consolarlo, e sapeva che qualunque parola sarebbe stata inutile. Dopo poco, Kazunari si addormentò. Masaki lo mise a letto, attento a non svegliarlo, poi, in silenzio, uscì dalla stanza e scese al piano inferiore. Trovò Tomoya seduto sul divano. Aveva in mano la foto che quel pomeriggio aveva capovolto, e sorseggiava del sakè. Masaki gli si sedette accanto
<< Sensei…>> lo chiamò. Tomoya si girò. Aveva le lacrime agli occhi.
<< Come sta Ninomiya?>> chiese. Masaki sospirò
<< Adesso dorme, ma temo sia a pezzi… non tutti i genitori tentano di ammazzarti…>>
Tomoya sorrise alla battuta, poi tornò cupo.
<< Tutti abbiamo perso delle persone, in questa battaglia… ed è appena iniziata… prima hai chiesto se fosse davvero così pericoloso… lo è molto di più. Oggi è stata l’ultima volta che ho permesso a Ohno di intercettare… attualmente non sono più un vostro insegnante, ma siete comunque sotto la mia responsabilità… ci attaccheranno, è vero, ma… cercherò di difendervi con tutte le mie forze… io…>>
<< Non faccia tutto da solo… sappiamo cavarcela, noi cinque… siamo dei ragazzini, è vero, ma… siamo leggermente più pericolosi dei nostri coetanei… non siamo degli sprovveduti, e… più o meno sappiamo come affrontare la cosa… però… sono favorevole al fatto di impedire a O-chan di intercettare.>>
Tomoya guardò il ragazzo seduto accanto a lui e sorrise
<< Se avessi avuto il tempo di avere un figlio, mi sarebbe piaciuto fosse stato come te.>> disse. Poi, di colpo, l’alcool ebbe la meglio, e l’uomo si addormentò. Masaki sospirò.
<< Temo mi abbiano sottovalutato di nuovo…>> mormorò tra sé, in tono basso e irato.