Sì credeteci, non sono un miraggio, finalmente dopo la bellezza di ben 4 mesi e mezzo torno a postare, mi vergogno di me stessa sto scrivendo poco e sono anche sempre indietro a leggere, ma voglio che il 2015 mi porti di nuovo ad essere produttiva, non voglio più sprecare del tempo a cazzeggiare in modo non costruttivo e il mio proposito è quello di CONCLUDERE concludere ogni cosa che inizio, questo vale anche per questa fict che mi sto portando dietro da più di 1 anno.
Con questi buoni propositi vi posto il nuovo capitolo, forse nemmeno vi ricorderete dove eravamo arrivati, ma riassumendo il contingente è partito da Apsu verso il confine di Zamìn, riprendiamo proprio da lì.
Buona lettura!
Titolo: Love Revenge
Gruppo: Arashi + Kanjani
Genere: AU, Storico (vagamente fantasy)
Rating: R
Pairing: Sakumoto, Ohmiya accennato
Desclaimers: Non sono di mia proprietà, lo è solo la storia di cui mi fanno da protagonisti contro la loro volontà XD
Ringraziamenti: A Harin e Jinny che si sorbiscono i capitoli per mail e che mi aiutano con le ricerche XD
Note: Per una migliore lettura scaricare la
MAPPACapitoli precedenti:
Intro,
Cap.1,
Cap.2,
Cap.3,
Cap.4,
Cap. 5,
Cap.6,
Cap.7,
Cap.8,
Cap.9,
Cap.10,
Cap.11,
Cap.12,
Cap.13,
Cap.14 Capitolo 15
Erano già quattro giorni che il contingente era in marcia, i soldati sembravano allegri e le pause decise dal re durante il viaggio erano sempre accolte con entusiasmo da parte dei soldati, che ne approfittavano per fare il bagno nel fiume o per cantare e bere insieme ai compagni. L’atmosfera era allegra, ma ben presto sarebbero arrivati al confine e non potevano credere di non essere aspettati, sicuramente Nobuyoshi aveva già mobilitato le armate per controllare i confini.
-Ti va di allenarti?- chiese Sho a Jun, quel pomeriggio decisero di accamparsi molto presto, Nino voleva tenere i soldati allegri ma anche riposati, perché superato il confine non avrebbero più potuto svagarsi e mantenere il morale alto era importante. Sho però cavalcava tutto il giorno e quando si fermavano aveva sempre voglia di sgranchirsi le gambe e non c’era modo migliore se non quello di allenarsi.
-Sì certo- rispose Jun che desiderava la stessissima cosa.
Si spostarono in un luogo meno affollato e dove parte della servitù e dei soldati non stessero montando le tende per l’accampamento di quella notte.
-Non andarci piano come al solito- disse Sho mentre slacciava la parte superiore dell’armatura poggiandola a terra, poi si sgranchì le braccia con alcuni movimenti, sapeva di non essere la persona più elastica del mondo ma dopo essere stato così tanto a cavallo si sentiva ancora più rigido del solito.
-Non ci vado piano- rispose Jun, le braccia incrociate, in attesa che Sho fosse pronto.
-Non mentire, so che non dai nemmeno il 50%. Vorrei invece che non ti risparmiassi, posso fronteggiarti seriamente, non sono al tuo livello, ma non devi andarci piano per paura di farmi male, quindi dai il 100%, voglio sapere con cosa avrò a che fare quando sarò ad Haris- disse risoluto, voleva dimostrare a Jun cosa sapeva fare, non voleva essere trattato con in guanti.
-Ok- rispose Jun, poi raccolse l’asta di uno dei pennoni delle insegne reali, sfilò la bandiera e spezzò l’asta esattamente a metà.
-Cosa fai?- gli chiese Sho che aveva invece già la destra sull’impugnatura della sua spada.
-Così nessuno dei due si farà male e potrò dare il mio 100% senza rischiare di ucciderti- disse Jun porgendogli il bastone. Lo stava sfidando e Sho accettò la sfida più motivato di prima.
-A te la prima mossa- disse Jun rimanendo fermo, il bastone ancora nella mano sinistra.
Sho lo studiò per un po’, poi si avvicinò ed attaccò, Jun parò i colpi con facilità, tenendo il bastone ancora nella mano sinistra.
-Ti ho detto di non risparmiarti- gli sibilò Sho continuando a colpire, Jun si limitava a difendersi senza provare minimamente ad attaccare e questo stava facendo irritare Sho.
Sho si allontanò di qualche passo per riprendere fiato e Jun rimase in pedi davanti a lui senza dare la minima impressione di essersi affaticato.
-Lezione numero 1, il miglior modo per sconfiggere facilmente il proprio avversario è farlo stancare- disse Jun, poi passò il bastone nella mano destra.
-Non ti ho chiesto di farmi lezione- rispose stizzito Sho.
Ma Jun ignorò completamente il principe e continuò dicendo:
-Lezione numero 2, attaccare il proprio avversario quando è esausto e distratto- un istante dopo fu lui ad attaccare, Sho riuscì a difendersi ma solo all’ultimo secondo e continuò a parare i ripetuti attacchi di Jun.
-Non ti stai ancora impegnando- protestò Sho cercando di spingere via Jun per tentare di contrastare i suoi attacchi.
-Hai ragione- rispose Jun, -Non mi sto ancora impegnando del tutto, ma ti farò vedere il mio 100%-
Jun si fece indietro di qualche passo, assecondando quello che Sho desiderava per avere lo spazio di attaccare, trovò il momento giusto ed individuò il punto scoperto di Jun, dove avrebbe potuto attaccare mettendo finalmente a segno un colpo, si preparò per l’attacco e preparò il colpo, ma nell’istante in cui stava per colpirlo Jun sparì letteralmente dalla sua vista, quasi non percepì il suo movimento, poi sentì un bastone posarsi sulla sua schiena, con una leggera pressione di avvertimento.
-Se fosse stata una spada adesso saresti morto- disse semplicemente Jun.
-Ok, non sarò mai al tuo livello questo è chiaro- disse Sho voltandosi mentre Jun abbassava il bastone, sapeva di non poterlo battere, ma allo stesso tempo si sentiva frustrato perché non riusciva a dimostrare a Jun le sue capacità.
-Se vuoi ti posso insegnare- si propose Jun.
-Le tecniche degl’haris non sono un segreto del vostro clan?- domandò Sho.
-Lo sono- rispose Jun, -Ma nulla mi vieta d’insegnarti a difenderti da un haris- propose.
-Ok, ci sto. Quando iniziamo?- chiese Sho determinato, Jun gli sorrise e si mise in guardia.
-Ho vinto!- esclamò soddisfatto Nino accaparrandosi il gruzzolo delle puntate.
-Ma di nuovo, non è possibile!- si lamentò Maruyama.
-Non ho più nemmeno una moneta- piagnucolò Masaki che era stato invitato dai due ed ora se ne stava pentendo amaramente di aver accettato di giocare.
-Forza facciamo un'altra partita!- annunciò il re mischiando nuovamente le carte.
-Ma non ho più niente!- si lamentò di nuovo Masaki.
-Sta volta vincerò!- esclamò Maru deciso a non farsi battere.
-Non potete vincere contro di lui- si intromise Satoshi, che era rimasto in disparte a disegnare e scrivere qualcosa sul suo quaderno, -dato che quelle carte sono segnate- disse svelando il mistero delle ripetute vincite del sovrano.
-Segnate?!- esclamò Maru togliendole dalle mani a Nino per osservarle, -Ecco perché vinci sempre! Non era possibile che vincessi sempre tu!-
-È così facile imbrogliarvi che come avrei potuto resistere- si giustificò Nino divertito, ma allo stesso tempo compiaciuto che il medico avesse scoperto il suo trucco, sapeva che era più attento di quanto sembrasse.
-Mi devi indietro i miei soldi!- protestò Maru, mentre Nino si alzò ignorandolo completamente e rivolgendosi a Satoshi.
-Cammini con me?- gli chiese, Satoshi annuì e ripose il quaderno seguendo Nino qualche istante dopo.
Camminarono per un po’ in silenzio, Satoshi non faceva mai domande ed era una persona calma e tranquilla, per questo Nino ci si trovava bene.
-Vuoi chiedermi qualcosa?- domandò Nino.
-No, nulla- rispose semplicemente Satoshi.
-Tu ti fidi ciecamente della gente vero?- domandò ancora Nino.
-No, affatto. Per anni non mi sono mai fidato di nessuno e sò riconoscere chi è una minaccia e chi no ormai- spiegò Satoshi.
-E dì me ti fidi?- disse fermandosi e voltandosi verso di lui per poterlo guardare.
-Sei una persona perfida delle volte, sembri superficiale e ti diverti a prendere in giro la gente, ma sì mi fido, perché non sei una persona cattiva, semplicemente non sei in grado di mostrare i tuoi veri sentimenti- analizzò Satoshi e Nino fu colpito dalle sue parole, come lo fu la prima volta che lo vide e quel giorno nelle prigioni, Satoshi sembra conoscere i tasti da pigiare con lui per colpirlo davvero nel profondo.
-Bene, direi che per oggi è meglio finire qui- annunciò Jun.
Sho si sedette a terra, il fiato corto per il lungo allenamento.
-Sei un insegnante spietato- biascicò Sho mentre riprendeva fiato, -Come fai a non essere esausto?- domandò poi.
-Questione di abitudine- rispose Jun, -Devi imparare ad avere la concentrazione giusta e a non sprecare le tue energie inutilmente-
-Concentrazione? Tutto qui?- chiese Sho scettico.
-Se non ti avventi sul tuo avversario ma ti concentri sulle sue mosse, potrai anticiparle- spiegò.
-Concentrazione…- ripetè tra se Sho, -Concentrandomi potrei davvero sconfiggere un haris?-
-Vuoi sconfiggere un haris?- domandò Jun guardandolo.
-Non fraintendermi… non voglio far del male alla tua gente Jun, non lo farei mai te l’ho promesso- precisò, non voleva che Jun dubitasse di lui per un solo istante, -Vorrei solo capire se la concentrazione è tutto quello che serve-
-No. Con la concentrazione non sconfiggerai mai un haris- disse Jun, -…ma con essa potrai salvarti la vita-
-Ah, come sono stanco!- disse Nino buttandosi sul proprio letto che era appena stato preparato nella sua tenda, -Cavalcare tutto il giorno è così noioso- si lamentò.
-Andare in guerra non è una passeggiata- lo riprese Maru.
-A te non piace questa situazione vero?- gli domandò Nino.
-Una guerra è pur sempre una guerra, non dico che hai fatto male a decidere di aiutare il principe, anzi sono io stesso che ho tentato ripetutamente di convincerti a dargli ascolto, per quanto non mi sei poi stato molto ad ascoltare come tuo solito- lo rimproverò, ma Maru conosceva fin troppo bene Nino, dopotutto erano cresciuti insieme, -Ma comunque porterà morte da entrambe le parti e questo non mi piace no- confessò Maru.
-Eviterò questo il più possibile- cercò di rassicurare l’amico, -Per questo ho bisogno che tu ti occupi di una cosa molto importante; voglio che tutte le nostre spie rientrino nei nostri confini e che controllino tutti i movimenti intorno ad essi, nessuno deve entrare o uscire da Ᾱb per nessuna ragione al mondo, ma che questo rimanga un segreto, nessuno deve saperlo tra l’esercito-
-Temi che qualcuno ci tradisca?- chiese Maru preoccupato.
-Non lo so, ma dovesse succedere se ne pentirà amaramente di averci provato-