Love Revenge

Jul 24, 2013 21:25

Dopo un mese eccomi qui di nuovo =____= sono lenta scusate ma spero che dal prossimo capitolo siccome mi si vivacizza (o almeno dovrebbe) la storia riesca io a scrivere più velocemente.
Ma dove eravamo rimasti? Avevamo lasciato Jun in cella sotto droghe e torture da parte dei suoi aguzzini, mentre Sho è in viaggio con Masaki verso il villaggio di Sunar.
Vediamo cosa succede ora... in questo capitolo abbiamo anche una new entry.

Titolo: Love Revenge
Gruppo: Arashi
Genere: AU, Storico (vagamente fantasy)
Rating: R
Pairing: Sakumoto, Ohmiya accennato
Desclaimers: Non sono di mia proprietà, lo è solo la storia di cui mi fanno da protagonisti contro la loro volontà XD
Ringraziamenti: A Harin e Jinny che si sorbiscono i capitoli per mail e che mi aiutano con le ricerche XD
Note: Per una migliore lettura scaricare la MAPPA
Capitoli precedenti: Intro, Cap.1, Cap.2


Capitolo 3
Era stato slegato e lasciato lí per ore da solo, l'effetto della droga che gli avevano dato per interrogarlo era breve e per questo gliene avevano fatta bere molta, quindi ormai ne era dipendente e allo stesso tempo già in crisi d’astinenza per la mancanza di somministrazione, ma improvvisamente avevano smesso di fare domande e di dargliene ancora, quindi Jun stava riacquistato la lucidità e lottava con se stesso per non pregare che gliene dessero altra, se ne stava in un angolo della sua cella poggiato alla spalla sana tremando, la ferita all'addome non sanguinava ma era debole e stanco, non sapeva quanto ancora sarebbe potuto resistere.
Sentì dei rumori fuori dalla porta, pensò che erano tornati, la porta si aprì ed entrò uno dei due uomini, portando una ciotola e un pezzo di pane, li mise a terra e poi uscì dalla stanza senza una parola richiudendosi la porta alle spalle. Jun erano 3 giorni che non mangiava e si avvicinò carponi verso il cibo, non gli importava cos'era, potevano anche averci messo del veleno, non gli interessava, anche fosse stato così almeno si sarebbero alleviate le sue sofferenze ed avrebbe fatto il suo dovere, sarebbe morto tenendo al sicuro il principe come era suo compito fare, e se non fosse stato così avrebbe potuto forse ritrovare un po' di forze.
Bevve la zuppa e divorò il pane in pochi istanti, poi tornò nel suo angolo, afferrò con il braccio sano la spalla ferita cercando di fermare il tremore e il dolore, le frecce erano ancora lì, le avevano spezzate per procuragli dolore mentre lo interrogavano, ma le avevano lasciate lì dov'erano per evitare un emorragia che avrebbe potuto ucciderlo, ma le ferite bruciavano e probabilmente avevano cominciato a fare infezione. Ora voleva solo recuperare un po' di forze e riposarsi un po', prima o poi sarebbe passato anche il tremore, doveva solo riprendere il controllo del suo corpo, doveva solo ritrovare la lucidità, e mentre cercava di ignorare il dolore lentamente si addormentò.

-Qualcosa non va altezza?- chiese Masaki mentre cavalcava accanto al principe, erano partiti da poco e la luce del tramonto colorava di rosso il cielo quasi privo di nuvole.
-Mi sto rendendo conto di una cosa in questi giorni… io non conosco nessuno nel mio regno, hai sempre lavorato a palazzo ma… mai una volta ti ho chiesto qualcosa su di te, pensavo di conoscere mio zio e invece mi sbagliavo, è la prima volta che vedo il mio regno e non ho nemmeno idea di come viva la gente qui- sospirò Sho, si stava infatti rendendo conto di qual'era veramente la verità.
-La realtà del regno vi è sempre stata tenuta lontana, i vostri insegnanti vi hanno sempre raccontato la storia dei vostri antenati, ma mai quello che succede veramente nel regno, io non ho la vostra istruzione ma… la gente nel regno ha sempre aspettato la vostra incoronazione, crede in voi e se sopporta i soprusi di vostro zio è solo per il vostro bene- cercò di spiegare Masaki.
-Ma io che posso fare? Non so nemmeno a chi rivolgermi, sono da solo non conosco nessuno in questo regno!- si sentiva frustrato e impotente, era un reale, era il principe ma chi avrebbe comandato? Non era niente e come poteva lui da solo aiutare il suo popolo?
-Voiavete un Haris- disse Masaki.
-Stai parlando di Jun?- chiese e Masaki fece un cenno affermativo con la testa, -Ma Jun non sa nemmeno dove siamo. Sempre che sia ancora vivo- il solo pensiero gli faceva male, ma doveva accettare la realtà, Jun non sarebbe mai tornato da lui, perché avrebbe dovuto farlo dopotutto? Lui lo odiava.
-Vi manca?- domandò Masaki come leggendogli dentro.
-Siamo cresciuti insieme, lui aveva solo 8 anni quando è arrivato a palazzo, ma nonostante questo era sicuramente più cresciuto di me, allora non sapevo molto di lui e tutt'ora non so quasi nulla sul suo passato, so che è un haris, che mio zio lo ha scelto perché il più capace del suo villaggio. Ho sempre pensato che fosse il mio migliore amico, non è mai stato di molte parole, ha sempre e solo fatto il suo dovere di proteggermi ed è davvero molto bravo- mentre raccontava gli tornavano in mente tanti ricordi, -Una volta io avevo circa 11 anni e lui ne aveva circa 10, stavo osservando gli allenamenti delle guardie del palazzo, avevo da poco cominciato ad imparare a tirare con l'arco, quindi continuavo a provare e riprovare anche se non ero affatto bravo e tutt'ora non sono affatto portato a dire la verità. Quando tentai di scoccare una freccia questa si andò a conficcare a terra non molto lontano da dove le guardie si stavano allenando con i bersagli. Corsi a recuperarla e rischiai di essere preso da una freccia, non so ancora come fece Jun ma mi raggiunse in un attimo togliendomi dalla traiettoria della freccia. Jun mi aveva salvato, ma nonostante tutto non fui io quello che venne rimproverato per essersi comportato in modo incosciente- Jun era l'unica persona che gli era stata accanto sempre, ogni momento.
-Eppure… Jun mi odia quindi… se è ancora vivo sicuramente sarà ormai tornato al suo villaggio- disse infine.
-Ma vi ha salvato…-
-Solo perché è il suo dovere Masaki, solo per questo- lo interruppe; -Sbrighiamoci dobbiamo arrivare il prima possibile a Sunar- disse infine per concludere quel discorso, poi spronò il suo cavallo al galoppo e Masaki lo imitò seguendolo.

Quando si svegliò era ancora buio fuori, ora si sentiva un po' meglio, era ancora debole ma aveva riacquistato un po' di forze ed era tornato lucido, riusciva a concentrarsi e il tremore era quasi passato. Si alzò da terra aiutandosi con il braccio sano, tenendosi poggiato allaparete, nella stanza c'era un'unica finestra, molto in alto, normalmente sarebbe stato impossibile per un uomo raggiungere quella finestra, mentre per lui era in realtà una cosa molto facile, l'unico problema era che avrebbe dovuto usare il braccio ferito. Provò a muoverlo, il dolore era forte, ma poteva sopportarlo. Si fermò al centro della stanza, in piedi, cercando di raccogliere tutte le forze che aveva, doveva farcela a superare quell'ostacolo, poi si mosse velocemente, raggiunse la parete e la scalò quasi come se ci stesse semplicemente correndo sopra,arrivò alla finestra e si tenne con entrambe le braccia tirandosi su, scivolando fuori. All'esterno la notte lo nascondeva perfettamente, rimase per un attimo fermò poggiato alla parete, riprese fiato, lo sforzo era stato enorme per lui in quello stato. Avrebbe incontrato altri ostacoli ancora, non sarebbe stato dopotutto così facile uscire da palazzo. Cominciò a camminare tenendosi sempre sul lato più buio, le prigioni erano a nord-ovest, quindi l'uscita più vicina era quella a nord, doveva sbrigarsi perché presto qualcuno poteva accorgersi della sua fuga. Mentre avanzava notò però che c'era qualcosa d'insolito, le guardie erano meno rispetto al solito, forse era una trappola? Continuò ad avanzare con cautela e riuscì a raggiungere senza troppi problemi la porta nord-ovest, due guardie erano di ronda alla porta, non poteva aggirarle, l'unica possibilità che aveva era affrontarle e metterle fuori gioco prima che potessero dare l'allarme, non aveva armi quindi doveva trovare il modo di distrarle. Raccolse da terra qualche sasso, poi salì sull' edificio dove tenevano i cavalli, dovette farlo lentamente usando solo il braccio sano, perché l’altronello sforzo precedente aveva cominciato a sanguinare.
Una volta sul tetto del piccolo edificio poteva vedere bene entrambe le guardie, prese uno dei sassi e lo lancio non molto distante da lì colpendo con precisione dei vasi impilati che si infransero a terra non molto distante subito dietro l'angolo che era oscurato alla vista di entrambe le guardie.
-Cosa è stato?!- si allarmò immediatamente una delle due sentinelle di guardia.
-Vado a vedere- disse l'altra spostandosi verso il luogo da dove era provenuto il rumore insieme all'altra che la seguiva di qualche passo.
Quello era il suo momento non poteva esitare, saltò giù dal tetto in quasi completo silenzio si portò alle spalle della prima guardia che tramortì in un colpo solo, quando improvvisamente suonò l'allarme dell'evasione, l'altra guardia fu veloce a girarsi e cercò di attaccarlo, riuscì però a schivare il colpo e a tramortirlo, gli tolse la spada e uscì velocemente da palazzo, doveva allontanarsi prima che scoprissero le due guardie svenute, prese uno dei cavalli legati vicino alla porta e lo incitò al galoppo, il più lontano possibile da lì, verso la foresta.

-Eccoci ci siamo!- esclamò Masaki quando uscirono dalla radura, in una meravigliosa alba, dall'alto potevano vedere la pianura e il villaggio di Sunar animarsi lentamente, poco distante da lì il deserto,Sabaku che si stagliava per chilometri, il deserto in cui i guerrieri Sabaku si allenavano con il caldo, sulla sabbia cocente, per questo erano considerati i guerrieri più resistenti in battaglia perché sin da piccoli seguivano rigidi allenamenti e a differenza degl'haris avevano giurato tutti lealtà alla corona di Zamìn. Gli Haris invece con il loro villaggio al confine tra i due regni si erano dimostrati riluttanti a prendere una posizione nei confronti di una delle due fazioni, ma la loro potenza e abilità era enorme, per questo si decise di sottometterli per il bene per regno di Zamìn, Sho conosceva la storia e per quanto non approvasse che un popolo fosse schiavo, non c'era altra alternativa, era per proteggere il regno, così gli avevano detto tutti i suoi precettori ogni volta che poneva un quesito sugl'haris, ogni volta che tentava di conoscere un po' meglio il ragazzo che lo proteggeva ogni giorno e cosa lo spingeva a proteggerlo, ma mai aveva trovato risposta, fino a qualche notte prima, una verità che gli aveva fatto male, ma che ancora però non era stata rivelata del tutto e chissà se sarebbe mai stata rivelata.
-Venite altezza per di qua- disse Masaki tirando le redini del suo cavallo per fare strada.
-Aspetta! Non è saggio andare ora meglio aspettare la notte- consigliò Sho, entrare nel villaggio in pieno giorno era un suicidio, se qualcuno lo avesse riconosciuto? Per quanto non credeva che tutta la gente di Sunar e tutti i suoi guerrieri fossero implicati nel suo tentato assassinio, comunque potevano esserci delle spie o qualcuno a servizio di suo zio.
-No altezza è il momento migliore. Tra poco tutti i guerrieri si allontaneranno dal villaggio ed entreranno nel Sabaku, torneranno solo al tramonto come ogni giorno. A guardia del villaggio rimangono solo alcuni vecchi guerrieri che non seguono più gli allenamenti da tempo, se staremo attenti passeremo inosservati- spiegò attentamente il servo, conosceva bene il suo popolo e sapeva come muoversi, quindi al principe non rimaneva da fare altro che fidarsi ciecamente di lui.
-Ok Masaki, andiamo- si arrese infine.

Era l'alba ed aveva cavalcato per ore inoltrandosi nella foresta di Hashira, sembrava essere al sicuro, il rumore dei cavalli non si sentiva più nel silenzio della foresta, era salvo ma, la ferita all'addome si era di nuovo aperta, nella fuga aveva sentito il suo sangue colargli lungo il fianco e intridere le vesti già sporche. Le forze ora lo stavano abbandonando, il suo corpo era completamente abbandonato sul dorso del cavallo che continuava a camminare lentamente nella foresta, Jun teneva ancora le redini tra le mani ma la presa si faceva sempre più debole, sentiva il suo corpo bruciare per la febbre, era riuscito a scappare ma probabilmente comunque la sua vita era finita lì, non aveva potuto adempiere del tutto al suo compito, non avrebbe potuto proteggere il principe fino alla sua incoronazione, ma lo aveva tenuto al sicuro e almeno lui sarebbe sopravvissuto.
Quando perse i sensi lasciò completamente la presa e scivolò a terra cadendo dal dorso del cavallo che nitrì scalpitando poi leggermente vicino al corpo del suo cavaliere come a volerlo aiutare, ma poi si allontanò leggermente spaventato da un rumore, un uomo uscì dalla vegetazione e si avvicinò al cavallo prendendo le redini e calmandolo, per poi avvicinarsi al corpo di Jun riverso a terra e portargli la mano vicino al viso per vedere se respirava ancora, il respiro era debole ma era ancora vivo, date le condizioni era quasi un miracolo. Lo tirò su, anche se con difficoltà dopotutto era più grosso di lui, con un po' di fatica però riuscì a metterlo sul cavallo, poi prese di nuovo le redini e le tirò facendo camminare il cavallo, che lo seguì obbediente.

Erano quasi in prossimità della porta del villaggio, tutto sembrava tranquillo, ma Sho non sapeva esattamente a cosa stava andando incontro, si fidava di Masaki e sperava veramente che la sua sensazione fosse giusta.
-Altezza si metta il cappuccio e lo tenga finchè non siamo al sicuro- lo avvertì Masaki, il principe fece come gli era stato detto e mise il cappuccio della sua veste calandoselo sugl'occhi.
Continuarono la loro marcia, lentamente fino ad arrivare alla porta dove due guardie erano di sentinella.
-Ma-chan?! Sei tu?- disse una delle due guardie sorpresa.
-Si Noda-san sono proprio io- gli sorrise Masaki felice di rivedere l'anziano guerriero.
-Come sei cresciuto! Tua madre sa del tuo arrivo? Tuo fratello e tuo padre sono già nel Sabaku-
-No mia madre non lo sa, non dire nulla nemmeno a mio padre voglio fargli una sorpresa al suo ritorno- si raccomandò immediatamente.
-Il forestiero?- domandò poi la guardia.
-E' un mio amico, lavora anche lui a palazzo- mentì prontamente.
-Ok passate, salutami tua madre- disse l'uomo facendosi da parte per farli passare.
-Lo farò Noda-san, grazie- lo salutò ed entrarono nel villaggio.
Sho non era mai entrato in un villaggio del suo regno, l'unico altro posto che aveva visitato oltre il palazzo e la foresta di Hashira dove a volte si recava a cacciare insieme al suo seguito, e la capitale la città di Saka a poca distanza dal palazzo. Quel posto era semplice rispetto ai grandi e sontuosi palazzi della capitale, le case erano basse e con il tetto di paglia e legno, somigliava molto a un campo temporaneo e probabilmente così era stato all'origine, infatti i Sabaku sono una popolazione del deserto, una popolazione nomade che solo negli ultimi 200 anni, dopo la grande guerra dei due regni, si era stanziata ai margini del deserto creando il villaggio di Sunar.
Masaki fermò il cavallo non molto distante da una casa e scese da esso legandolo vicino all'ingresso, anche il principe fece lo stesso e lo imitò seguendolo poi nel cortile della casa.
-Madre?!- chiamò e poco dopo una donna magra dai capelli corvini con il volto quasi identico al figlio sbucò dalla porta principale.
-Masaki? Sei tu?- domandò la donna correndo incontro al figlio e abbracciandolo, -Perché non hai avvisato che tornavi?! Hai fatto qualcosa che non dovevi a palazzo? Ti hanno forse cacciato?- lo riempì di domande la donna.
-No mamma no, sta tranquilla- la rassicurò il figlio.
-E' un tuo amico?- chiese poi la donna notando lo sconosciuto che era insieme al figlio e di cui non vedeva il volto.
-Si mamma, però… entriamo per favore- disse Masaki che spinse la donna verso la casa e entrò insieme a lei seguita da Sho.
-Masaki non essere maleducato almeno presentami il tuo amico!- lo rimproverò la madre.
-Mamma vedi io… non sono qui per una visita… beh vedi lui è…-
-Insomma che stai dicendo, chi è il tuo amico?- si innervosì la donna.
-Mi spiace signora, non si arrabbi con suo figlio- disse Sho attirando l'attenzione dei due e togliendosi poi il cappuccio che gli copriva il viso.
La donna trattenne un grido di sorpresa.
-Ecco mamma, lui è… il principe- lo presentò Masaki.
-Piacere di conoscerla signora- la salutò Sho.
-Altezza mi scusi se sono stata irreverente ma… credevo fosse morto- disse la donna ancora sorpresa.
-Morto?- domandarono in coro i due ragazzi.
-Si. Tutto il regno sa che il principe è morto… ma vi prego ora riposate avete fatto un lungo viaggio e…- fece una pausa, poi si rivolse al figlio, -Al suo ritorno tuo padre vi spiegherà tutto, ora fate un bagno e riposate io vi preparo qualcosa da mangiare- disse la donna sorridendo e spingendo poi entrambi nell'altra stanza dove cominciò a preparare un bagno caldo per i due.

g: arashi, p: ohmiya, p: sakumoto, r: r, gnr: au, gnr: fantasy, gnr: storica

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