Love Revenge

Jun 28, 2013 20:10

Buonaseeeeeraaaaaa!!!!!!!!!
Sta volta sono stata più rapida non è passato 1 mese dall'ultimo post XD solo 20 giorni sto migliorando XD però sono ancora indietro con le cose da leggere ç___ç (betty dove sei che ti leggoooooooooooo!!!!!!!!!).
Ora vi lascio alla storia che siamo rimasti con un Jun privo di sensi e un principe in fuga.
Buona lettura!

Titolo: Love Revenge
Gruppo: Arashi
Genere: AU, Storico (vagamente fantasy)
Rating: R
Pairing: Sakumoto, Ohmiya accennato
Desclaimers: Non sono di mia proprietà, lo è solo la storia di cui mi fanno da protagonisti contro la loro volontà XD
Ringraziamenti: A Harin e Jinny che si sorbiscono i capitoli per mail e che mi aiutano con le ricerche XD
Note: Per una migliore lettura scaricare la MAPPA
Capitoli precedenti: Intro, Cap.1


Capitolo 2

Riuscirono a inoltrarsi nella foresta grazie a Jun che tenne a bada i Sabaku quel tanto che serviva per farli allontanare, galopparono per tutta la notte e solo all'alba decisero di fermarsi, vista la situazione era meglio viaggiare il più possibile di notte, finchè non si fossero allontanati abbastanza da lì. Masaki trovò un riparo dove potevano nascondersi con anche i cavalli, dovevano riposare la nottata era stata intensa per entrambi.
-Sua altezza le ho preparato un giaciglio dove dormire, non ho trovato molto, ma…-
-Va bene Masaki, ti ringrazio- disse Sho interrompendolo, ma rimase in piedi a guardare fuori dall'entrata della grotta che Masaki aveva scovato per ripararsi.
-Farò io la guardia principe, andate a dormire- disse ancora Masaki cercando di convincerlo a riposare, ma Sho non riusciva proprio a rilassarsi, era agitato e ancora non credeva a quello che era successo, eppure lo aveva visto con i suoi occhi, i guerrieri Sabaku avevano attaccato nella sua stanza, il palazzo era privo di guardie e solo suo zio poteva aver dato un tale ordine. Ma non capiva perché Jun. Perché proprio lui avrebbe dovuto ucciderlo, perché aveva fatto un patto con suo zio? Nonostante questo desiderio di vendetta però lo aveva salvato, perché? Non riusciva a smettere di pensarci e più ci pensava più l'ansia saliva, guardava fuori e continuava a sperare che Jun sarebbe arrivato da un momento all'altro.
-Riposati Masaki, io non sono stanco, mi darai il cambio più tardi- disse infine all'altro.
-Come volete altezza- disse poi Masaki ritirandosi per andarsi a riposare.
"Jun ti prego dimmi che stai bene" sussurrò tra se prima di sedersi per cominciare il suo turno di guardia.

Riprese lentamente i sensi, aveva la vista un po' offuscata.
-Si è svegliato!- sentì gridare qualcuno, alzò la testa per guardare dove si trovava, era chiaramente una cella delle prigioni del palazzo, da una finestra in alto filtrava un po' di luce, doveva essere rimasto privo di sensi per parecchio tempo, perché dalla luce sembrava che la sera si stesse inoltrando ormai. Provò a muoversi ma era stato legato e costretto in ginocchio, non poteva alzarsi e le sue braccia erano costrette a rimanere immobili legate a una trave di legno. Entrambe le frecce ancora conficcate nella sua spalla bruciavano e ogni piccolo movimento era una sofferenza, ma era la ferita all'addome quella che più gli procurava dolore, seppure sembrasse essersi fermato il sangue, sentiva però la stoffa della sua veste intrisa e lui stesso si sentiva debole ancora.
Avvertì dei rumori e ben presto qualcuno si avvicinò alla sua cella, fecero scattare la serratura e due sabaku entrarono seguiti dal consigliere Songa.
-Ti sei ripreso finalmente- disse questo facendosi avanti.
Jun lo guardò direttamente negl'occhi, era irriverente da parte sua ma non provava nessun rispetto per quell'uomo e mai lo avrebbe provato, -Perché non mi avete eliminato?- chiese.
-Non sarebbe stato producente per noi ucciderti ora- disse il consigliere, -Non capisco perché hai lasciato sfumare questa tua opportunità di vendicarti, era per questo che sei stato 12 anni la sua guardia del corpo-
Jun non rispose, il problema era che nemmeno lui sapeva il perché dopo tanti anni aveva cambiato idea su Sho, ma alla fine era un bambino come lui quando suo padre aveva ordinato di sterminare il suo villaggio, non era poi colpa sua e sicuramente Sho poteva essere una persona migliore.
-Ed ora Jun farai meglio a dirmi dov’è andato il principe- lo minacciò poi l’uomo, -Se me lo dirai prenderò in considerazione di farti tornare al tuo villaggio-
-Anche se lo sapessi non ve lo direi mai- sputò Jun con arroganza.
-Sbagliato Jun, non è la risposta che volevo da te- disse l’uomo, poi si rivolse ai due uomini che erano entrati insieme a lui nella cella, -Fatelo parlare- ordinò soltanto, poi uscì dalla cella che venne chiusa alle sue spalle.

Quando calò la notte si rimisero in marcia, Jun non li aveva raggiunti e l’apprensione di Sho cresceva sempre più, lo avevano ucciso? Era scappato? Aveva forse sfruttato l’occasione per tornare al suo villaggio? Mille domande si affollavano nella mente del principe, ma sapeva che non avrebbe avuto una risposta, decise quindi di pensare a cosa bisognava fare ora, come poteva riprendere il trono. Suo zio aveva tradito lui e il popolo, aveva sentito dopo che era morto suo padre voci a palazzo che parlavano del fatto che era stato suo zio a uccidere il re, Sho però non ci aveva mai voluto credere, come poteva aver ucciso suo fratello?
-Masaki dove stiamo andando?- chiese Sho mentre seguiva l’altro con il suo cavallo.
-Io non conosco molti posti del regno, l’unico posto sicuro che conosco è il mio villaggio- spiegò Masaki.
-Qual è il tuo villaggio? Credo di non avertelo mai chiesto- domandò Sho che si rese conto effettivamente di non sapere quasi nulla delle persone che vivevano con lui a palazzo, come non sapeva poi molto di Jun.
-Il mio villaggio è il villaggio di Sunar, ai margini del deserto Sabaku- spiegò.
Sho arrestò immediatamente il suo cavallo.
-E’ il villaggio dei guerrieri Sabaku- esclamò Sho.
-Sì, ma altezza le assicuro che sarà al sicuro- disse subito Masaki.
-Masaki i guerrieri che ci hanno attaccato erano guerrieri Sabaku, mi spiace ma non possiamo andare al tuo villaggio-
-Altezza so cos’erano quei guerrieri, per quanto io non abbia mai studiato le arti dei Sabaku le conosco bene, non tutti i ragazzi vengono scelti per essere dei guerrieri, ma le assicuro altezza che verrà protetto, mio padre e mio fratello sono dei sabaku, hanno fatto giuramento di proteggere la casa reale vi terranno al sicuro- cercò di convincerlo.
-Forse i tuoi genitori sono dei guerrieri leali ma… pur sempre al servizio di mio zio ed è lui al momento l'unico membro al comando della casa reale- gli fece presente Sho.
-La prego altezza si fidi di me, la mia famiglia ha sempre sostenuto suo padre, la proteggeranno- lo pregò Masaki, dispiaciuto dalle parole del principe, anche se poteva capire il perché della sua diffidenza.
-Scusa Masaki, hai ragione dovrei fidarmi di te, andiamo al tuo villaggio, poi lì deciderò che fare- disse infine, dopotutto che altre alternative aveva? Non conosceva nessuno nel suo regno e non sapeva di chi fidarsi o meno, Masaki invece era sempre stato un servitore leale, seppur un po' sbadato.
-Vedrete, mio padre vi aiuterà sicuramente- disse felice.
-Lo spero Masaki-
-Forse però…- cominciò a dire il servo fermando il proprio cavallo a ridosso di una radura, potevano vedere non poco distante da lì un piccolo villaggio, -E' il caso che passiate un po' più inosservato- gli fece notare guardando la veste rossa e sgargiante del principe, se fosse andato in giro con quelle vesti di sicuro la gente si sarebbe fatta delle domande, -Rimanete qui al sicuro, vado a cercarvi qualche vestito in quel villaggio- disse poi spronando il cavallo oltre la radura senza nemmeno aspettare una risposta di Sho.

Le braccia gli facevano male e non le sentiva più nonostante il dolore, era stato fatto alzare in piedi e legato a due pali, i polsi ormai erano lividi, aveva tentato di liberarsi ma era stato inutile le corde erano strette e le sferzate della frusta sulla sua schiena, che all'inizio aveva sopportato, poi erano diventate insopportabili, lacerandogli la pelle e facendolo urlare per il dolore, sentiva bruciare ogni centimetro della sua schiena e anche la ferita all'addome si era riaperta e sanguinava se pur non troppo, ma si sentiva debole e non riusciva quasi più a stare in piedi ormai.
Lo avevano lasciato solo da forse… un’ora o poco più, si era addormentato esausto e sfinito ancora lì come lo avevano lasciato, mentre lo frustavano avevano continuato a chiedergli dove fosse il principe e lui era rimasto in silenzio, cosa che aveva fatto irritare ancora di più i suoi carnefici che si erano accaniti ancora di più su di lui, probabilmente trovando la scusa anche per vendicarsi dei compagni che Jun aveva ucciso.
Si svegliò di colpo quando gli venne versata sulla testa dell'acqua per farlo riprendere e tornare lucido, era gelata, tossì più volte ed alzò lo sguardo vedendo uno dei due uomini che abbassava un secchio, si fece da parte e davanti a lui vide Nobuyoshi.
-Non hai un bell'aspetto Jun- disse l'uomo, -Hai sete?- chiese poi, Jun non rispose, ma si aveva sete e le sue labbra secche e screpolate ne erano la prova. Nobuyoshi fece segno a uno dei due uomini, che prese una tazza riempiendola d'acqua da una brocca, poi si avvicinò a Jun portandogliela alle labbra, Jun riconobbe subito l'odore dolciastro della Datura, una potente droga usata per interrogare i prigionieri, Jun scansò il viso e l'uomo lo afferrò per i capelli facendogli alzare la testa e spingendo la tazza verso le sue labbra serrate, si dimenò per sfuggire alla presa e dovette intervenire l'altro uomo che gli tappò il naso costringendolo ad aprire la bocca, così da potergli versare il contenuto del bicchiere in gola. Tossì spuntando un po' del liquido che gli era andato nei polmoni, lo lasciarono poi andare mentre continuava a tossire per quel principio di soffocamento.
-Ammetto di aver sbagliato, di aver potuto credere di potermi fidare di un bambino arrabbiato è stato un grosso errore, ti ho sfamato e portato a palazzo, dovresti avere più riconoscenza, invece…-
-Contro chi dovevo vendicarmi?! Ero un bambino arrabbiato esatto! Ero un bambino che è cresciuto insieme alla persona che credeva odiare di più, ma quella persona è sempre stata l'unica e la sola a trattarmi come una persona! Io odio suo padre! Non odio il bambino che sapeva a malapena da dove venissi!- disse Jun arrabbiato, non pensava che si sarebbe mai rivolto in quel modo a uno dei reali, non avrebbe mai pensato nemmeno che avrebbe preso le difese del principe, ma invece lo aveva appena fatto.
-Mi hai molto deluso Jun! Ed ora… spero che tu voglia fare ammenda- disse avvicinandosi di più a Jun alzandogli il viso e guardandolo dritto negl'occhi, notò con piacere che la droga stava già facendo effetto, le pupille di Jun erano dilatate e presto avrebbero potuto cominciare a fargli qualche domanda a cui sta volta avrebbe risposto.
Jun si sentiva girare già la testa, la vista gli si stava offuscando conosceva quel tipo di pianta e sapeva quali ne sarebbero stati gli effetti.
-Bene- disse poi Nobuyoshi lasciandolo, la testa di Jun cadde in avanti, i muscoli si stavano atrofizzando e non riusciva a muoversi, non riusciva a controllare i movimenti del proprio corpo.
-Aspettate ancora qualche minuto, poi potete anche tirarlo giù, starà tranquillo per un po'- disse dando indicazioni ai due uomini, -Mi raccomando voglio sapere dov'è il principe, se non parla dategliene altra, non mi interessa l'effetto che potrà avere, dobbiamo scoprire dov'è- ordinò categorico, poi uscì dalla cella. Jun sentì poco dopo i nodi delle corde che lo tenevano legato allentarsi, poi sciogliersi, ma le sue gambe non lo ressero e cadde a terra, lo trascinarono per le braccia fino ad un angolo della cella poggiandolo con la schiena al muro, poteva muoversi pochissimo e il suo corpo non rispondeva bene ai comandi che cercava di dargli. I due uomini gli legarono le mani e i piedi, per stare più tranquilli, infatti se fosse riuscito a muoversi gli sarebbe bastato poco per metterli K.O. normalmente, ma ora la droga e le ferite lo avevano reso completamente inerme.

Sho aspettò il ritorno di Masaki nella foresta, allenandosi con la spada, maledicendosi per non aver provato a combattere, per non aver portato Jun via con loro, era Jun a difenderlo, nonostante fosse anche lui in grado di farlo non aveva mai veramente combattuto contro qualcuno, non aveva mai ucciso un nemico, non sapeva nemmeno cosa significasse lottare per la propria sopravvivenza, come non sapeva cosa voleva dire combattere per qualcun altro, invece Jun era quello che aveva sempre fatto nella sua vita, era cresciuto insieme a lui proteggendolo. Sicuramente Jun era un guerriero nettamente più forte di lui, di questo Sho non aveva mai dubitato, ma non voleva che Jun lo proteggesse in quel modo, avrebbe voluto farsi valere e forse ora Jun sarebbe lì con lui. Continuava a tormentarsi per questo, voleva essere in grado di difendersi da se e di poter difendere lui Jun all'occorrenza, invece… Jun era stato ferito per proteggere lui ed ora non sapeva nemmeno se era ancora vivo.
Dei rumori che si avvicinavano lo fecero mettere in guardia, si nascose dietro un albero e rimase in ascolto, presto fu chiaro il rumore degli zoccoli di un cavallo che si avvicinava sul terreno.
-Altezza?- sentì la voce di Masaki chiamarlo, -Sono tornato!-
Uscì fuori dal suo nascondiglio e rimise nel fodero la sua spada.
-Tutto bene?- chiese Masaki un po' allarmato.
-Si tutto bene- rispose semplicemente Sho.
-Vi ho portato dei vestiti- disse poi facendo vedere il fagotto incartato che portava con se, -Il sole è ormai alto, meglio trovare un rifugio finchè non cala la notte- consigliò.
Trovato un posto ben nascosto, Masaki diede i vestiti al principe perché si potesse cambiare.
-Dovrei mettere questi?- chiese vedendo i vestiti rovinati e sgualciti dai tristi colori del grigio e marrone che il servo gli aveva portato.
-Altezza so che non è vostra abitudine usare un tale abbigliamento ma… così passerete sicuramente per un contadino e nessuno si farà domande- spiegò Masaki.
Lui SakuraiSho erede al trono di Zamìn doveva vestirsi da contadino? Era inconcepibile! Però… effettivamente quale alternativa aveva? Andare ancora in giro con le vesti che aveva era impossibile, lo avrebbero sicuramente notato e suo zio sicuramente lo stava cercando quindi forse Masaki aveva ragione, l'unico modo per passare inosservato era vestirsi come chiunque altro del suo popolo. Quindi cominciò a togliere i propri vestiti rassegnato a dover usare gli abiti che Masaki gli aveva portato.
-Volete una mano altezza?- chiese subito il servo, pronto ad aiutarlo come era sua abitudine a prepararsi.
-No, faccio da me- rispose semplicemente, -Quanto dista il tuo villaggio?- chiese poi mentre si vestiva.
-Quattro giorni di marcia ancora- rispose Masaki.
Sho finì di vestirsi, poi chiese:
-Come sto?-
-Siete perfetto! Non sembrate davvero più un reale- rispose stupefatto, ma ricevette subito dopo un occhiata di disapprovazione dal principe, -Mi dispiace altezza, non volevo dire che…-
-Non importa. Almeno vuol dire che funziona- decretò infine Sho.
-Si riposi, faccio io il primo turno di guardia- disse Masaki per fare ammenda all'irriverenza che si era lasciato scappare.
-Lo farò- rispose Sho, poi si coricò sull'erba, pensava che con tutta la confusione che aveva in testa non sarebbe riuscito a dormire nemmeno quel giorno, ma la stanchezza lo sopraffece molto presto e si addormento più in fretta di quanto potesse immaginare.

Jun bevette tutto il contenuto della tazza che gli era stata appena data, senza ribellarsi, erano due giorni ormai che lo mantenevano drogato e Jun ne stava diventando dipendente, la droga gli alleviava il dolore e lo aiutava a non pensare.
-Te lo chiedo di nuovo ora, dov'è il principe?- chiese uno dei due uomini con rabbia, era stufo di quelle domande, avrebbe voluto ucciderlo e toglierlo di mezzo subito, invece doveva continuare a badare a lui e cercare di farlo parlare, ma ormai la droga sembrava non servire a nulla, era costantemente preda delle allucinazioni e a malapena sentiva quello che gli chiedevano, per quanto le sue risposte erano sempre state le stesse.
"Non ve lo direi nemmeno se lo sapessi"
"Non lo so e non ve lo direi mai"
Sempre le stesse risposte alle stesse domande, ma ora anche se aveva perso completamente la lucidità continuava a non dare nessuna risposta.
-Dov'è?!- domandò ancora furioso l'uomo.
-Altezza?- biascicò Jun, gli occhi semi-aperti e il corpo in continuo tremito per via della droga, aveva di nuovo un allucinazione e l'uomo volle provare ad approfittarne.
-Si, sono io- rispose.
-State bene? Siete al sicuro?- domandò cercando di avvicinarsi all'uomo accovacciato poco lontano da lui.
-Sto bene e sono al sicuro, ma devi raggiungermi, ho bisogno di te, sai dove sono?- domandò cercando di ingannarlo.
-Io… non posso, non ditemelo! Se me lo dite io… non devo sapere! No! NO!- cominciò a urlare.
L'uomo si alzò ed uscì dalla cella, chiudendo la porta alle sue spalle.
-E' inutile! Non lo sa, vai ad informare il consigliere Songa- disse al suo compagno che si diresse velocemente nelle stanze del consigliere.

-Sua Maestà è permesso?- chiese il consigliere prima di entrare nelle stanze del reggente.
-Avanti- rispose l'uomo dall'interno.
-Mi spiace disturbarla ma…-
-Hai novità?!- lo interruppe secco Nobuyoshi, la situazione lo stava innervosendo erano passati ormai 3 giorni e del principe non si era ancora trovata traccia.
-Sì, sua maestà ma… non sono buone- lo preparò subito alla cattiva notizia.
-Di cosa si tratta? E' forse morto?- domandò riferendosi a Jun.
-No, ma… non sa dove si trova, in preda alle allucinazioni sembra che abbia creduto di parlare con il principe e ha ripetuto più volte di non dirgli dove si trovava, ormai dopo due giorni che è sotto droga costantemente non credo possa mentire, è impossibile-
-Cosa dovremmo fare allora?- si chiese tra se Nobuyoshi camminando verso la finestra, la situazione lo rendeva nervoso.
-Non credo che il ragazzo ci serva più ormai quindi penso che sia il caso di…-
-No!- esclamò interrompendolo, -Ho un idea migliore- rise.

g: arashi, p: ohmiya, p: sakumoto, r: r, gnr: au, gnr: fantasy, gnr: storica

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