Sera a tutti!
Sono estremamente mortificata per la mia lentezza e sta volta assolutamente sto zitta e non dirò cose del tipo "mi sbrigo, la prossima posto presto" o roba del genere perchè tanto non sarebbe vero, forse se mi sto zitta magari produco di più chissà. Cmq veniamo a noi non ricordo quasi nemmeno dove siete arrivati a leggere, se non sbaglio dovremmo aver lasciato Jun in cella e Toshi in qualche strana locanda ad aspettarlo.
Vediamo quindi cosa succederà ora...
Titolo: Love Revenge
Gruppo: Arashi + Kanjani
Genere: AU, Storico (vagamente fantasy)
Rating: R
Pairing: Sakumoto, Ohmiya accennato
Desclaimers: Non sono di mia proprietà, lo è solo la storia di cui mi fanno da protagonisti contro la loro volontà XD
Ringraziamenti: A Harin e Jinny che si sorbiscono i capitoli per mail e che mi aiutano con le ricerche XD
Note: Per una migliore lettura scaricare la
MAPPACapitoli precedenti:
Intro,
Cap.1,
Cap.2,
Cap.3,
Cap.4,
Cap. 5,
Cap.6,
Cap.7 Capitolo 8
Satoshi aspettò tutta la notte il ritorno di Jun, si addormentò qualche ora e si risvegliò all’alba, di Jun nessuna traccia, cominciò sinceramente a preoccuparsi, Jun non era uno sprovveduto seppure fosse un incosciente, sicuramente era successo qualcosa e più il tempo passava più Satoshi ne era certo, così decise di andare a palazzo.
Il problema più grande sarebbe stato entrare, poi vide alcune persone accedere da una delle porte di “servizio”, erano quasi tutti servitori o alcuni mercanti che portavano cibo e bevande a palazzo, decise quindi che sarebbe entrato così, quando vide un gruppo di gente avvicinarsi tranquillamente alle porte sotto lo sguardo delle guardie prese un cesto e seguì il gruppo di persone che stava portando del cibo a palazzo.
Li seguì per un po’ inoltrandosi sul retro del palazzo per non dare nell’occhio, ma appena ebbe la possibilità abbandonò il cesto e cominciò a cercare, la cosa era folle, non aveva idea nemmeno se Jun fosse ancora lì, ma se lo avevano catturato? Non riusciva a non essere preoccupato, anche perché Jun non stava bene, non lo dava a vedere ma non poteva nasconderglielo, aveva bisogno di cure e riposo.
Aveva infine trovato la zona in cui erano le prigioni, aveva una grande capacità nel non farsi notare, sviluppata in anni ormai che era stato costretto a vivere nascosto e a frequentare posti affollati solo quando gli era indispensabile, anche se essere entrato così facilmente lo aveva piuttosto insospettito e forse non erano solo le sue abilità che lo stavano aiutando a non essere scoperto.
Cominciò a guardare in ogni cella dalle piccole finestre sbarrate ai piedi del muro, continuò a cercare e cercare, finché non lo trovò, era seduto a terra in una cella umida e non molto pulita, aveva addosso una coperta ma sembrava tremare per il freddo.
-Jun, Jun!- lo chiamò piano Satoshi.
Jun alzò lo sguardo e fu sorpreso e allo stesso tempo spaventato di vedere Satoshi lì.
-Che ci fai qui? Come hai fatto ad entrare? E’ pericoloso!- lo riprese subito Jun che si alzò a fatica da terra.
-Non sei più tornato ero preoccupato- disse Satoshi.
-Ma è pericoloso! Ora fa come ti dico, esci da qui torna alla locanda e parti, devi tornare a Zamìn- gli ordinò Jun.
-Io non torno a Zamìn, tu stai male non posso lasciarti qui- rispose Satoshi, Jun era irragionevole come sempre.
-Io sto bene, troverò il modo di uscire da qui e porterò via il principe- rispose.
-Jun smettila! E’ assurdo a malapena stai in piedi, tremi per la febbre come pretendi di poter uscire di qui e portare in salvo il principe?- lo rimproverò Satoshi.
-Non è la prima volta che ho la febbre, non è nulla posso fare il mio dovere anche…-
-Ora basta, mastica queste erbe, abbasseranno la febbre, io cercherò di trovare un modo per farti uscire da lì- disse Satoshi facendo cadere dalla finestra un piccolo sacchetto con delle erbe medicinali, -Tornerò più tardi, tu cerca di riposare- si raccomandò.
-Quindi mi stai dicendo che il tuo stesso zio ha assunto un haris per proteggerti e gli ha poi ordinato di ucciderti?- chiese Nino dopo che Sho ebbe raccontato cosa era successo e il motivo che lo aveva spinto a recarsi ad Apsu.
-Io credo che Jun avesse l’incarico di uccidermi fin dal principio ma attendeva l’ordine di mio zio, poi però non lo ha fatto e mi ha salvato- spiegò Sho, anche se anche lui si domandava ancora il perché di tante cose.
-E per quale motivo non ha obbedito a quell’ordine che ha sempre atteso?- chiese giustamente il sovrano.
-A questo non so rispondere, non ho idea del perché non mi abbia ucciso- confessò.
-Quindi ora siete venuto qui per cosa? Per chiedere aiuto per riconquistare il vostro regno? I vostri uomini e il vostro esercito non hanno risparmiato la nostra gente in guerra, perché io ora dovrei rischiare la vita dei miei soldati per aiutarvi?- domandò, Sho se l’aspettava, probabilmente anche lui avrebbe reagito allo stesso modo al suo posto, i due regni erano nemici e non avevano motivo di aiutarsi l’uno con l’altro.
-I nostri regni sono in guerra da tempo, troppo tempo, questo potrebbe essere finalmente l’inizio per una nuova pace- dichiarò Sho e lo pensava sul serio, quell’alleanza poteva essere solo una buona cosa per tutta Ghaliya, avrebbero potuto ritrovare la prosperità e la pace e nessuno avrebbe più sofferto.
-E se tu dovessi morire nella battaglia? Cosa ne sarà della tua pace? Tuo zio ha un esercito numeroso e nel suo esercito ci sono guerrieri liberi come i Sabaku e guerrieri schiavi come gli Haris, non manderò il mio esercito a morire per te- rispose severo.
-I Sabaku staranno dalla nostra parte, mio padre…- cominciò a dire Masaki, ma Sho lo fermò con un gesto.
-Capisco i tuoi dubbi, hai le tue ragioni, ma io non morirò in battaglia, riprenderò il trono di mio padre e con il vostro aiuto riporteremo la pace in tutto il regno, quindi vi prego di pensarci su almeno- disse Sho.
In quel momento Maruyama entrò nella sala da una porta alle spalle del trono e si avvicinò a Nino bisbigliandogli qualcosa all'orecchio.
-Ora tornate nelle vostre stanze- ordinò poi ai due che in piedi attendevano ancora.
-Ma…- provò a replicare Sho.
-Non posso passare tutta la giornata a discutere con voi, ne riparleremo più tardi! Maru accompagna il principe nelle sue stanze- concluse.
Mentre Sho e Masaki si allontanavano accompagnati da Maru, videro dal fondo della sala entrare alcune guardie insieme a un uomo, non sembrava un nobile e dalle vesti aveva l'aria di essere uno straniero anche lui, ma Sho non riusciva a capire perché quell'uomo potesse essere più importante di quello che stavano discutendo.
-Altezza- salutò una delle guardie con un inchino, -Quest'uomo si è introdotto nel palazzo e lo abbiamo trovato nei pressi delle prigioni- lo informò.
-Bene e… perché si trovava là?- chiese divertito.
Satoshi non rispose, rimanendo immobile e impassibile.
-Stavi forse cercando la principessa? Eri in sua compagnia a quanto so, ieri siete entrati in città insieme e avete preso una stanza in una triste stamberga della periferia-disse indicando nei dettagli quello che effettivamente avevano fatto i due da quando erano arrivati in città.
Satoshi continuò a tacere impassibile come sempre.
-Sai non sei entrato a palazzo perché sei stato fortunato o discreto, nemmeno il fatto che sia riuscito a raggiungere la sua cella è stato un caso, ho osservato ogni vostro movimento da quando avete messo piede in città, quindi è inutile che taci-
-Oh ma lo so- rispose finalmente Satoshi -Mi ero accorto che era stato tutto troppo facile, entrare in un castello ben sorvegliato senza essere fermato da nessuno, arrivare fino alla cella di Jun, non avrei mai pensato ce l'avrei fatta, quindi è chiaro che mi è stato lasciato fare-
Nino sorrise divertito, quel tipo era più interessante di quello che avrebbe mai pensato.
-Posso sapere il tuo nome?- chiese ormai incuriosito.
-Satoshi Ohno- rispose.
-Bene e quindi… ora che le nostre carte sono state scoperte qual è la tua richiesta? Perché suppongo che a questo punto hai un obbiettivo ben specifico-
-Voglio liberiate Jun- rispose subito.
-Mi spiace ma questo credo sia impossibile, la principessa è piuttosto pericolosa e non lascerò che se ne vada in giro per la città- rispose Nino ed era ovvio, non avrebbe mai liberato un haris.
-Sta male se non avrà delle cure adeguate…-
-A me non importa se muore- lo interruppe Nino, -Per me è solo un prigioniero come gli altri, ma… se hai così tanta premura per lui, ti farò mettere nella sua stessa cella- disse, poi con un cenno alle guardie queste afferrarono Satoshi per le braccia e lo condussero via verso le segrete.
Nino trovava quel tipo piuttosto bizzarro, ma anche molto interessante, voleva proprio vedere ora fin dove sarebbe arrivato per convincerlo a lasciar andare quell'haris.
-Chi era l'uomo che è entrato nella sala?- chiese Sho a Maruyama, mentre percorrevano i corridoi che li separavano dalle sue stanze.
-Uno straniero, è stato sorpreso nel palazzo- rispose solamente.
-Per straniero, intendete come noi?- domandò ancora.
-Non saprei altezza- disse evasivo.
-Se è di Zamìn è anche una mia responsabilità, quindi vorrei saperlo!- se quell’uomo era un suo suddito non avrebbe di certo permesso che gli venisse fatto del male, aveva il dovere di proteggerlo.
-Mi dispiace altezza, al momento non le posso dire di più, comunque informerò il re delle vostre intenzioni nel caso servisse, ora se non vi dispiace ho del lavoro da sbrigare, tra un ora verrà servita la cena vi prego di non lasciare le vostre stanze- disse poi si congedò con un inchino.
-La nostra situazione non sembra cambiata molto da quando eravamo nelle prigioni- fece notare Masaki quando il consigliere si allontanò.
-Hai ragione Masaki ma… non abbiamo altra scelta, dobbiamo convincere il re ad aiutarci in qualche modo-
-E Jun?- chiese poi il servo.
Jun… sì Jun era l’altro pensiero fisso di Sho, non poteva credere che fosse arrivato fino lì per lui e voleva parlargli, aveva tante domande a cui voleva dare una risposta.
-Chiederò al re di poterlo vedere per ora, non credo lo libererà, ma almeno spero di potergli parlare e quando riuscirò ad avere la sua fiducia cercherò di farlo liberare- non aveva altra scelta dopotutto.
-Jun… Jun…- lo chiamò Satoshi inginocchiandosi accanto a lui non appena le guardie lo chiusero nella cella insieme a Jun.
-Satoshi… che fai qui… ti hanno catturato… non…-
-Ssssh, sapevano che eravamo in città e se sono riuscito ad entrare è solo perché me lo hanno lasciato fare- disse mentre gli metteva una mano sulla fronte per controllare la sua temperatura.
-Hai la febbre alta, hai preso le erbe che ti ho portato?- chiese Satoshi, Jun annuì e indicò il sacchetto poggiato a terra.
-Devo pulirti le ferite… GUARDIA!!!!!- urlò un secondo dopo, poco dopo un uomo si avvicinò alla cella.
-Che hai da urlare! Cosa c’è?- chiese sgarbato.
-Portatemi dell’acqua e delle bende pulite- disse.
-L’acqua puoi averla, le bende scordatelo, non siamo un’infermeria- rispose, poi sparì e torno qualche minuto dopo con dell’acqua in un catino.
Satoshi lo prese immediatamente, poi fece sdraiare Jun a terra, gli scoprì l’addome per controllare la ferita, fece altrettanto con quella alla spalla e alla gamba, le pulì con attenzione strappando alcuni lembi della sua veste per pulirle e bendarle di nuovo, ma quello che stava facendo non sarebbe servito a molto se la febbre di Jun non calava.
Lo coprì di nuovo con la coperta e gli tamponò il sudore con l’acqua fresca, sembrava dargli un po’ di sollievo quindi continuò, facendosi portare ogni tanto dell’altra acqua, ben presto così si fece buio gli venne portato del cibo e Satoshi fece mangiare Jun e continuò a vegliarlo per tutta la notte fino al mattino quando si appisolò e venne svegliato dal rumore di alcuni passi che si fermarono davanti alla cella.
-La stanza è di vostro gradimento?- ironizzò Nino divertito.
-Ti prego ha bisogno di cure, di medicine e un posto pulito- disse Satoshi alzandosi e avvicinandosi alle sbarre della cella.
-Mi spiace ma non lo farò uscire da qui e almeno così sarò sicuro che sarà innocuo finchè è in queste condizioni- rispose.
-Come puoi essere un re, se sei così meschino da lasciar morire qualcuno in questo modo?-
-Un re che pensa alla sicurezza del suo palazzo e di chi vi abita, quindi rimarrà qui finchè lo riterrò opportuno!- rispose severo, lo innervosiva il fatto che quel ragazzo fosse così sfacciato nei suoi confronti, non aveva mai tenuto nel suo regno una condotta severa nei suoi riguardi, non c’erano etichette rigide e formali, ma quel ragazzo lo affrontava senza considerare minimamente a cosa poteva andare incontro.
-A me sembri solo un bambino che vuole giocare a fare il re, ma che non sa comportarsi da vero sovrano quando si trova davanti l'occasione in cui dimostrare la capacità di saper scegliere qual è la cosa più giusta da fare-
Nino rimase senza parole, tanta era la rabbia e il nervoso per come si era permesso di giudicarlo l’altro non riusciva a trovare neanche le parole per ribattere, cosa che non gli era mai successa in vita sua e questo lo irritava più di qualsiasi altra cosa, non sapendo che altro fare quindi se ne andò lasciandoli lì, non gli interessava ora cosa sarebbe successo a quei due, potevano anche marcire lì dentro la cosa non gli riguardava.
Così pensava ma quelle parole lo avrebbero tormentato senza tregua e già mentre se ne andava continuava a sentirle ripetere nella sua testa e sembravano essere come un macigno che portava sulle sue spalle con tutto il suo peso.