Buonaseraaaaaaaa!!!! Dopo un mese rieccomi di nuovo a postare! Lo so sono lentissima e mi dispiace =____= spero per lo meno che il capitolo valga l'attesa.
Buona lettura!
Titolo: Love Revenge
Gruppo: Arashi + Kanjani
Genere: AU, Storico (vagamente fantasy)
Rating: R
Pairing: Sakumoto, Ohmiya accennato
Desclaimers: Non sono di mia proprietà, lo è solo la storia di cui mi fanno da protagonisti contro la loro volontà XD
Ringraziamenti: A Harin e Jinny che si sorbiscono i capitoli per mail e che mi aiutano con le ricerche XD
Note: Per una migliore lettura scaricare la
MAPPACapitoli precedenti:
Intro,
Cap.1,
Cap.2,
Cap.3,
Cap.4,
Cap. 5,
Cap.6 Capitolo 7
Erano giorni che erano chiusi in cella e nonostante le ripetute richieste di Sho per vedere il sovrano, questo non si era mai fatto vivo a differenza di Maruyama, che ben presto Sho scoprì era il consigliere del re. Maruyama veniva infatti a fargli visita ogni giorno assicurandosi che fossero trattati con il massimo riguardo, gli era stata data una delle celle migliori, avevano due letti delle belle coperte che Maruyama in persona aveva fatto portare da alcuni servi, acqua per lavarsi e abbondante cibo a ogni pasto.
-Perché ci tratta con così tanto riguardo?- chiese un giorno Sho, incapace di capire cosa passasse per la testa a Maruyama che sembrava sempre così spensierato.
-Perché vi credo- rispose sorridente.
-Cosa vi rende così sicuro, non mi sembra che il re sia della stessa idea, se scoprisse con quanto riguardo ci trattate…-
-Ah ma lo sa!- disse interrompendoli, - Lo sa, lo sa, ma può dire quel che vuole non mi interessa, sono io che gestisco il palazzo e non lascerò che degl’ospiti di alto lignaggio vivano alla stregua di un qualsiasi ladro- sembrava sempre così superficiale certe volte, come se non badasse minimamente alle conseguenze, ma probabilmente era l’unico che poteva prendersi tutte queste libertà con il re.
-Comunque…- ricominciò divenendo serio sta volta, -non credo che Nino si convincerà tanto facilmente di quello che dite, purtroppo non avete nemmeno una prova ad avvalorare quello che dite e da quanto noi sappiamo il principe è morto e per lui sono stati anche celebrati i solenni riti funebri-
-Perché mio zio vuole prendere il potere! Ha tentato di farmi uccidere e forse ha fatto uccidere anche mio padre!- replicò con fervore il principe.
-Però perché nessuno è venuto a cercarvi? Perché nessuno si è armato per salvare il suo principe? Eppure la voce si è diffusa della vostra presenza nel regno, ed ormai sarà arrivata fino alla capitale di Zamìn- chiese Maruyama e sicuramente aveva ragione quella voce se si era diffusa era arrivata ben presto fino alle orecchie di suo zio, ma perché nessuno si era mobilitato? Anche se non per salvarlo, per almeno finire il lavoro che avevano lasciato a metà.
-Non dubitate, nessuno si sognerebbe di mettere piede ad Ᾱb, tantomeno dei guerrieri senza un saggio comandante e un obbiettivo ben preciso, quindi che nessuno sia venuto è anche una cosa normale, ma… questo rende solo più difficile convincere il re-
Aveva ragione Maruyama, d’altronde non poteva dimostrare chi era e nessuno si sarebbe mosso per aiutarlo, doveva solo insistere e insistere finchè il sovrano non gli avrebbe creduto, anche a costo di metterci tutta la vita.
-Vi prego però, ora risollevatevi, vi ho fatto portare del buon tè e qualche dolce, spero sia di vostro gradimento- disse Maruyama facendo aprire la cella ed entrare alcune serve che portavano vassoi pieni di prelibati dolci e tè fumante. Una di queste però si avvicinò a Maruyama e gli sussurrò qualcosa in un orecchio, l’altro sembrò cambiare espressione e sembrare piuttosto abbattuto, fece un sospiro prima di rivolgersi ai due prigionieri di nuovo.
-Purtroppo sembra che non possa rimanere con voi a prendere il tè, ma gustatevi tutto anche per me, tornerò ancora domani- disse, poi si inchinò leggermente e si congedò.
-E’ proprio una brava persona- disse Masaki mentre si metteva un biscotto in bocca e versava il tè per tutti e due, ma Sho sentiva che c’era qualcosa nell’aria, non sapeva dire cosa ma aveva una strana sensazione era sicuro che stava per succedere qualcosa.
Viaggiarono velocemente riposando solo quel tanto che bastava ai cavalli, Satoshi avrebbe giurato che Jun non avesse mai dormito, anche quando all’apparenza riposava sembrava in uno stato di perenne vigilanza, sicuramente era pericoloso andarsene in giro per Ᾱb se li avessero scoperti, ma per Jun non era salutare non riposare abbastanza e infatti gli era di nuovo venuta la febbre alta, nonostante tutto non voleva però fermarsi qualche giorno, voleva arrivare ad Apsu nel più breve tempo possibile e così fu in tre giorni furono alle porte della capitale.
La meraviglia della città con i suoi colori e bizzarri edifici folgorò i due come aveva sorpreso il principe al suo arrivo, persino Jun sembrò perdersi tra i colori di quella città, ma quel momento di distrazione durò poco, ritornò subito la sua concentrazione e tornò immediatamente sul suo obbiettivo, salvare il principe.
-Satoshi andiamo- disse scuotendo per la spalla l’altro che ancora osservava il tutto completamente perso nei suoi pensieri.
Si inoltrarono per la città cercando un posto discreto e più anonimo possibile dove poter prendere una stanza, finalmente lo trovarono, una piccola locanda mal messa che sicuramente non avrebbe dato nell’occhio. Satoshi parlò con l’oste e prese una stanza per la notte, poi insieme salirono in camera, anche quella come il resto lasciava abbastanza a desiderare, ma sicuramente lì non avrebbero fatto domande ne sarebbero venuti a cercarli.
-Tu rimani qui Satoshi, io vado ad indagare su dove si trova il principe- disse poco dopo Jun.
-Jun sarebbe meglio ti riposassi, devo medicarti le ferite e i punti ieri notte si erano di nuovo aperti quindi dovresti…-
-Tieniti pronto per ripartire- disse Jun ignorando completamente quello che Satoshi gli aveva detto e uscendo dalla stanza. All’altro non rimaneva da fare altro che aspettare che Jun tornasse sperando che non gli succedesse nulla.
-Altezza?- lo chiamò Masaki dal suo letto, avevano cenato abbondantemente poi entrambi si erano sdraiati sui propri letti in silenzio -Pensate che il re prima o poi vi crederà?- domandò poi Masaki.
-Lo spero Masa, ma… purtroppo ha ragione Maruyama, non posso dimostrare di essere quello che dico di essere, per tutti io sono morto- rispose Sho, avrebbe davvero voluto trovare un modo, ma non aveva proprio niente per dimostrare che lui era davvero il principe.
Mentre continuava a rimuginare su come fare, qualcosa venne gettato dentro la cella dalla finestra posta in alto al cento della parete più lunga.
-Cos’era?- chiese Masaki mettendosi a sedere sul proprio letto. Sho però notò subito il piccolo sasso che aveva fatto quel rumore cadendo a terra, ma da dove veniva?
-Altezza!- si sentì poi chiamare in un sussurro e quasi gli si mozzò il fiato quando riconobbe quella voce, aveva così paura di sbagliarsi che non voleva girarsi, voleva rimanere con l’illusione di aver sentito bene.
-Jun! Jun sei tu?!- quasi urlò felice Masaki balzando in piedi ed anche Sho si girò vedendo Jun che accucciato vicino alla finestra rimproverava Masaki di non urlare.
-Jun sei davvero tu?- chiese ancora incredulo Sho.
-Si altezza, sono venuto per liberarvi, tenetevi pronti entrambi dovremo fuggire velocemente, io sarò lì tra poco a liberarvi-
-No aspetta Jun, tu non devi…- ma fu inutile Jun era già sparito veloce come era comparso.
Masaki si mise subito a lavoro cominciando a preparare un fagotto leggero da portare via, mettendo dentro i vestiti che Maruyama gli aveva dato e qualche cosa da mangiare.
-Masaki che stai facendo?- gli chiese Sho.
-Altezza non avete sentito, dobbiamo tenerci pronti per fuggire- rispose come fosse ovvio stava solo facendo quello che gli era stato ordinato di fare.
-Noi non andremo da nessuna parte Masaki- ordinò Sho.
-Ma… se il sovrano con crede che siete il principe che senso ha…-
-Dovessero volerci secoli noi non ci muoveremo di qui finchè lui non ci crederà!- fu categorico Sho, non poteva arrendersi così, non ora che era arrivato fino a quel punto.
Entrare nel castello non fu affatto una passeggiata, era strettamente sorvegliato ad ogni porta e su ogni confine delle mura del castello c’erano guardie armate e arceri, fu costretto ad arrampicarsi lungo le mura e tramortire più di una guardia per poter entrare nel castello senza procurare nessun allarme. Aveva trovato il principe ma adesso il problema sarebbe stato entrare nelle prigioni, entrare senza essere visti sarebbe stato a dir poco impossibile quindi l’unica alternativa era essere veloci. Ogni prigione aveva un entrata di servizio, era così perché nel caso che uno dei prigionieri fosse deceduto nelle prigioni si poteva trasportare via il corpo all’esterno senza passare per i corridoi del castello cosa che sarebbe risultata alquanto macabra e di cattivo gusto. Quando la trovò vide con piacere che solo una guardia era posizionata lì a sorvegliare l’entrata e l’uscita di eventuali soldati, carcerieri o altro, questo ovviamente semplificava le cose perché dove in due uno poteva sempre dare l’allarme, in uno di sicuro non avrebbe avuto il tempo nemmeno di realizzare che gli fosse successo e così fu gli si avvicinò alle spalle e in un attimo lo mise fuori gioco, lo adagiò poi a terra facendolo sembrare il più possibile semplicemente addormentato, poi aprì la porta e controllò che la via fosse libera, nessuno sembrava essere in giro a quell’ora quindi scivolò dentro senza problemi.
Scese alcune scale e percorse un paio di corridoi, incrociò qualche guardia ma riuscì a nascondersi evitandole, doveva trovare alla svelta il principe e soprattutto le chiavi della cella, sicuramente c’era un punto nelle prigioni dove si riunivano le guardie e sicuramente lì vi erano anche le chiavi delle celle.
Seguì le voci che provenivano da uno dei corridoi, le guardie sembravano tutte essere lì riunite a bere e mangiare, quando fu in prossimità del corridoio cominciò a pensare a come poteva agire, erano 4 o forse 5, avrebbe facilmente messo al tappeto tutte le guardie, ma certo non senza creare un po’ di confusione che così facendo avrebbe allertato tutti i soldati del castello. Poi si ricordò di qualcosa che gli aveva dato Satoshi qualche giorno prima, dopo che si era ferito la gamba combattendo con il sabaku, gli aveva dato quella fialetta dicendo che se avesse dovuto combattere avrebbe dovuto usare quella invece di rischiare di ferirsi di nuovo, l’unica cosa che gli aveva raccomandato di fare era di non respirare il gas che avrebbe sprigionato la fiala. Decise che forse quello era il momento giusto per provarla, seppure non avesse funzionato sarebbe stato un buon diversivo.
Si avvicinò verso l’angolo che dava su quella che sembrava una piccola stanza nel corridoio si schiacciò contro il muro ascoltando stralci di conversazione e risa, poi estrasse dalla veste la fiala e la lanciò oltre l’angolo verso il centro della stanza, sentì il rumore dell’infrangersi del vetro dove era contenuto il liquido e vide del fumo bianco alzarsi, si portò immediatamente una mano davanti al viso coprendosi naso e bocca come Satoshi si era raccomandato di fare, segui qualche pesante tonfo e quando il fumo si dissolse tutte le guardie erano riverse a terra chiaramente addormentate dal gas che si era sprigionato.
Corse subito a cercare le chiavi e le trovò legate alla cintura di uno degli uomini, gliele sfilò velocemente recidendo il cuoio con un pugnale che tirò fuori dalla veste, poi si affrettò a raggiungere la cella dove il principe e Masaki erano rinchiusi, ora si trattava di essere veloci, il più veloci possibile per uscire di lì senza essere scoperti.
Jun arrivò correndo, aprì velocemente la porta ed entrò nella cella.
-Altezza dobbiamo andare via velocemente le guardie presto…-
-Io non vado da nessuna parte Jun- disse secco Sho.
-Altezza siete forse impazzito? Dobbiamo tornare a Zamìn il prima possibile- insistette Jun.
-Sono venuto per un motivo, non intendo andarmene senza essere stato ascoltato- rispose Sho, aveva preso la sua decisione, non sarebbe scappato e non si sarebbe nascosto.
-Sono i vostri nemici! I nemici non perdono tempo ad ascoltare i loro avversari e voi siete soltanto un prigioniero ora!- ribattè Jun.
-Altezza non vorrei contrariarvi però… forse Jun ha ragione, il re non vi crede che senso ha rimanere qui se non vuole nemmeno ascoltarvi?- domandò Masaki cercando anche lui di persuaderlo a cambiare idea e ad andare con Jun.
-Non c’è nient’altro che io possa fare se non tentare questa strada quindi non me ne andrò!-non aveva intenzione di farsi convincere, aveva fatto una scelta e non era il tipo da tirarsi indietro alla prima difficoltà.
-Io sono stato incaricato di proteggervi, quindi mi spiace altezza ma verrete con me che lo vogliate oppure no- disse Jun avvicinandosi a Sho, ma improvvisamente qualcuno uscì fuori da dietro l’angolo del corridoio battendo le mani divertito.
-Bellissima scenetta, davvero divertente- ridacchiò il re, seguito da diverse guardie che entrarono subito nella cella puntando le spade verso i tre, Jun si mise subito davanti al principe per proteggerlo e sguainò la sua spada pronto a combattere.
-Meglio che metti giù quella spada principessa- disse Ninomiya rivolto all’haris, questo però lo ignorò completamente pronto ad attaccare alla prima mossa delle guardie, -La tua guardia del corpo principe sembra molto leale anche se è la persona accusata del tuo assassinio- come sempre il re dimostrava di sapere molto più di quello che voleva far credere.
-Jun metti via la spada- disse Sho, ma l’haris ignorò anche lui.
-Non sembri essere tu il suo padrone- lo schernì il re quando l’altro ignorò completamente il suo comando.
-Jun sono io il tuo principe e devi obbedirmi! Metti giù la spada! Ora!- urlò spazientito, Jun continuava a fare sempre di testa sua, non l’aveva mai veramente ascoltato, ma ora non prendeva più ordini da suo zio quindi doveva capire che ora era lui a cui doveva obbedire.
Dopo qualche secondo Jun sembrò arrendersi e lasciò cadere la spada ai suoi piedi.
-Prendetelo- ordinò poi il re e le guardie prontamente lo immobilizzarono togliendogli il resto delle armi che portava addosso.
-Mi starete ad ascoltare ora?- chiese poi Sho avvicinandosi di qualche passo verso l’altro, superando le guardie.
-Può darsi- rispose con sufficienza.
-Nino…-lo riprese, ma con tono gentile Maruyama che era rimasto in disparte.
-Ok, vi ascolterò, ma domani- rispose sbuffando.
-Maru accompagna il principe nelle sue stanze- disse poi rivolto al consigliere.
-Certo altezza- rispose cortesemente Maruyama.
-Cosa facciamo di lui maestà?- chiese poi una delle guardie.
-Mettete la principessa in cella, così imparerà ad essere più ubbidiente- ordinò sorridendo sghembo.
-No! Voglio che Jun…- cercò di fermarlo Sho, ma venne interrotto.
-Mi spiace altezza ma non siete nelle condizioni di dare ordini e siccome non siete in grado di controllare la vostra guardia del corpo, mi assicurerò che non possa essere un pericolo- disse il re, Sho fece di nuovo per ribattere, ma per l’ennesima volta fu interrotto, -Se volete essere ascoltato queste sono le regole, sennò potete anche voi tornarvene in cella!- concluse.
Sho titubò per qualche secondo, non voleva lasciare Jun in cella ma non poteva nemmeno giocarsi questa possibilità di essere ascoltato, quindi tacque e non protestò.
-Bene se nessuno ha più altro da dire… portatelo via e… Maru fa strada ai nostri ospiti- concluse il re allontanandosi poi per primo.
Al prossimo capitolo... sperando che non sia di nuovo tra 1 mese =___=