Love Revenge

Dec 25, 2013 20:59

BUON NATALE A TUTTI!!!!!!
Siccome di solito sono lentissima, sta volta che sono stata più veloce a scrivere voglio regalarvi il capitolo proprio oggi che è natale, sperando che dopo la grande abbuffata di oggi possiate passare un po' di tempo rilassandovi leggendo magari ^___^
Quindi dopo aver lasciato sia Jun che toshi sbattuti in una cella, con il primo anche in pessime condizioni, vediamo se Sho sarà in grado di fare qualcosa per loro o sarà il solito essere inutile...

Titolo: Love Revenge
Gruppo: Arashi + Kanjani
Genere: AU, Storico (vagamente fantasy)
Rating: R
Pairing: Sakumoto, Ohmiya accennato
Desclaimers: Non sono di mia proprietà, lo è solo la storia di cui mi fanno da protagonisti contro la loro volontà XD
Ringraziamenti: A Harin e Jinny che si sorbiscono i capitoli per mail e che mi aiutano con le ricerche XD
Note: Per una migliore lettura scaricare la MAPPA
Capitoli precedenti: Intro, Cap.1, Cap.2, Cap.3, Cap.4, Cap. 5, Cap.6, Cap.7, Cap.8

Capitolo 9
-Non vuole concedermi udienza?!- domandò contrariato Sho rivolgendosi in modo sgarbato a Maruyama.
-Mi spiace altezza, sembra essere irritato per qualcosa e non ne vuole sapere di nessuno- si scusò Maruyama.
-Non potremo vedere Jun quindi?- domandò Masaki.
-Vi porto io da lui- si intromise Maru, -Si arrabbierà ma non mi interessa- disse ed era così non gli interessava se si sarebbe infuriato, Nino era un re giusto, ma delle volte si comportava come un bambino e in quei momenti Maruyama finiva per prendere le decisioni più giuste per lui, ed ora anche se non aveva la facoltà di liberare l’haris, poteva per lo meno portare il principe a visitarlo, soprattutto vista la situazione, che per non si sa quale motivo, il re si ostinava a non voler risolvere.
-Perché lo fai se sai che vai contro il volere del tuo re?- chiese Masaki confuso dal rapporto tra il consigliere e il suo sovrano, così meno rigido di quella che invece era sempre stata l’etichetta del palazzo reale a Zamìn.
-Io e Nino siamo cresciuti insieme, siamo più come fratelli e so che posso concedermi di andare contro la sua volontà delle volte ed ora è il momento di farlo, è giusto così- spiegò, -E… il vostro amico non sta bene quindi è giusto che possiate vederlo-
-Jun… cos’ha?- chiese subito Sho.
-Da quel che ho capito diverse ferite e una febbre molto alta-li informò, -Ma vi prego altezza seguitemi, vi porterò da lui-
Sho seguì silenziosamente Maruyama, raccomandandosi con Masaki di non lasciare le loro stanze, nessuno li fermò lungo la strada, tutti si comportavano con Maruyama allo stesso modo con cui si sarebbero comportati con il re, semplicemente da questo Sho poteva capire il rispetto che aveva quella gente per l’altro e che lo stesso Ninomiya doveva avere per lui.
Arrivati alle prigioni scesero delle scale e percorsero un lungo corridoio era molto più lontana ed angusta quella parte delle prigioni, più isolata ma probabilmente anche la più altamente controllata.
-Ecco ci siamo- disse Maruyama un attimo prima di fermarsi davanti a una cella.
La piccola cella era nella penombra, la luce che veniva dalla finestra al centro di questa illuminava un uomo dai capelli corti e scuri che Sho non conosceva, sembrava preso a prendersi cura dell’altra persona che c’era in quella cella e che distesa a terra su un giaciglio respirava a fatica e tremava per il freddo.
-J…Jun!- sussurrò Sho riconoscendo Jun tra le coperte. Sho non poteva crederci non aveva mai visto in tanti anni Jun stare male, ovvio era successo che si era ammalato, ma mai una volta lo aveva dato a vedere era sempre rimasto composto, vegliando su di lui senza mai cedere alle debolezze del suo stesso corpo.

-Altezza la febbre sta passando, tra qualche giorno potrete uscire di nuovo in giardino a giocare- gli confermò il medico.
Sho aveva quasi 11 anni allora e l’aveva complito una forte febbre che lo aveva costretto per giorni a letto quasi incosciente, ma ora finalmente stava passando e lui smaniava per alzarsi e andare a giocare.
-Ancora a letto?!- si lamentò sbuffando al medico.
-Mi spiace altezza, ma se non vi riguardate vi tornerà la febbre- lo sgridò dolcemente il dottore.
-Posso almeno far aprire le finestre?- chiese poi il principino.
-Certo altezza, ma non a lungo, quest’inverno è piuttosto freddo- rispose il medico.
-Jun! Apri le finestre- ordinò poi all’altro bambino che se ne stava seduto davanti alla porta, la testa bassa e le mani sulle ginocchia.
Sho lo vide alzarsi lentamente così lo riprese subito -Jun sbrigati!-
-Altezza… non… le apro io- disse subito il medico fermando Jun e andando lui stesso ad aprire le finestre.
Jun tornò a sedersi nello stesso punto della stanza dove era prima e rimase in silenzio, il medico una volta aperte le finestre tornò verso il letto del principe e si abbassò quel tanto che gli avrebbe consentito di parlare senza farsi sentire da Jun.
-Perché avete aperto voi? Non è vostro compito- lo ammonì il principino.
-Altezza- disse l’uomo abbassando la voce per non farsi sentire, -Vi predo non fate stancare l’haris, non sta bene ed ha bisogno di riposo-
-Jun sta male?- domandò Sho che non aveva notato nessun cambiamento nell’altro bambino rispetto al solito.
-Ha preso la vostra stessa influenza e non sta ancora bene- spiegò.
-E allora perché non è a letto? Dovrebbe stare a letto no?- domandò.
-Si dovrebbe ma non vuole, deve proteggervi è il suo compito, quindi anche se sta male sta facendo il suo dovere- cercò di spiegargli l’uomo.
-Ci sono anche le altre guardie che possono proteggermi, lui è solo un bambino come me dopotutto- disse il principe.
-Non lo sottovaluti altezza, lui non è un bambino normale, è un haris, segue regole e una disciplina ferrea, non abbandonerà il suo incarico di proteggervi nemmeno se sta male, quindi vi prego, fate attenzione voi a che non si stanchi e che stia bene, lui si comporterà come sempre ma se prestate attenzione attentamente capirete di cosa ha bisogno- cercò di spiegargli il vecchio e saggio dottore.
-Voi così lo avete capito? Solo osservandolo?- chiese il principe.
-E’ il mio lavoro altezza- rispose semplicemente l’uomo.
Quando il medico si fu congedato, comunicando al principe che sarebbe passato più tardi a controllare la sua temperatura e a dare la medicina a Jun; Sho rimase a riflettere su quello che il dottore gli aveva detto e rannicchiato nelle sue calde coperte osservava Jun che se ne stava seduto quasi totalmente immobile se non per un leggero tremore che sembrava scuotergli le spalle.
Sho scivolò allora fuori dal letto, si avvicinò alle finestre e le chiuse di nuovo, poi prese una delle coperte del suo letto e si avvicinò a Jun posandogliela poi sulle spalle.
Jun sembrò sorpreso e alzò istintivamente lo sguardo verso i viso del principe per poi abbassarlo immediatamente.
-Almeno cerca di non prendere freddo, non voglio che tu stia male per colpa mia- disse, poi corse di nuovo a rifugiarsi nel letto prima che qualcuno fosse arrivato a sgridarlo.
Da quel giorno Sho imparò a osservare la sua guardia del corpo, ad osservarla bene per cercare di capire che cosa in realtà non stava dicendo.

Jun sembrava stare davvero male e Sho cominciò a preoccuparsi sul serio.
-Cos’ha? Perché non mi è stato detto?!- si rivolse furioso a Maruyama.
-Altezza? Siete voi?- chiese Satoshi alzandosi immediatamente da terra e chinandosi leggermente in segno di rispetto al principe.
-Altezza mi dispiace, è stato Nino a ordinare di non dirvelo, ma la situazione si è aggravata quindi mi è sembrato giusto portarvi qui- cercò di spiegare un Maruyama alquanto mortificato per la situazione e irritato dallo stupido comportamento che stava avendo Nino, non si poteva lasciare una persona a soffrire così senza curarlo solo per qualche suo stupido capriccio.
-Lui è Ohno, è venuto insieme all’haris da Zamìn- disse presentandogli l’altro ragazzo nella cella.
-Vi ringrazio per esservi preso cura di lui ed averlo accompagnato fino qui- disse rivolto a Satoshi, -Ma ora voglio che sia portato nelle mie stanze e che sia chiamato un medico subito!- ordinò a Maruyama.
-Mi dispiace altezza ma non posso farlo, non è in mio potere ma cercherò di convincere come mi è possibile Nino, nel mentre Ohno si sta occupando di lui- spiegò.
-Siete un medico?- domandò poi Sho a Ohno.
-Più o meno- rispose.
-Cos’ha perché sta così male io non lo avevo mai visto così di solito lui…- ma non riusciva nemmeno a trovare le parole, era così assurdo così inspiegabile, stava davvero così male da lasciarlo a vedere e questo stava davvero facendo preoccupare seriamente Sho.
-Ha la febbre alta, ha diverse ferite su tutto il corpo e la febbre è dovuta a delle infezioni, sto facendo del mio meglio per tentare di abbassargli la temperatura ma le ferite devono essere pulite con cura e medicate, questo posto non è adatto, bisogna portarlo in un luogo caldo e pulito. Vi prego altezza fate qualcosa, Jun rischia di non farcela se rimarrà qui- lo supplicò.
Cosa poteva fare però lui? Si sentiva impotente, incapace di aiutare la sola persona che invece lo aveva sempre protetto con la sua stessa vita e probabilmente se stava male era proprio colpa sua. Doveva trovare il modo di fare qualcosa, si sarebbe fatto ascoltare dal re anche a costo di farsi sbattere di nuovo in una cella. Così presa la sua decisione girò i tacchi e cominciò ad avviarsi per il corridoio, nella stessa direzione in cui erano venuti, un istante dopo anche se preso alla sprovvista Maruyama gli fu subito dietro.
-Altezza dove andate?- domandò subito visto il passo deciso con cui il principe percorreva il corridoio che saliva dalle segrete.
-A parlare con il re, non mi interessa che non mi vuole ricevere- rispose.
-Altezza mi spiace ma…-
-Non mi interessa- lo interruppe, -Sia Jun che Ohno sono dei miei sudditi, sono una mia responsabilità e non li lascerò a marcire lì dentro! Se dovrò essere re devo cominciare a comportarmi come tale quindi ti ordino di portami dal re!- disse voltandosi poi verso Maruyama ancora dietro di lui.
Il consigliere rimase in silenzio per un attimo, poi annuì deciso con la testa -Da questa parte altezza- disse soltanto cominciando a fargli strada.

Irruppe nella stanza senza chiedere il permesso, era irriverente da parte sua ma se avesse chiesto udienza lo avrebbe fatto entrare? Sicuramente no, quindi così per lo meno gli avrebbe dovuto intimare di andarsene.
Il re però sembro non accorgersi nemmeno dell’arrivo dei due, appoggiato a un colonna guardava il giardino assorto nei suoi pensieri, Maruyama allora si avvicinò chiamandolo.
-Nino c’è il principe Sakurai, desidera parlarti- gli riferì.
-Andatevene, non voglio ricevere nessuno- rispose semplicemente.
-Dovrete ricevermi invece!- protestò Sho facendosi avanti, solo in quel momento Nino gli rivolse la sua attenzione.
-Pretendete un po’ troppo in casa altrui- lo rimproverò rientrando nella stanza, percorrendola e andandosi a sedere su una sorta di piccolo divano ricolmo di cuscini.
-Cosa c’è di così urgente da non poter attendere di essere ricevuti?- domandò quando si fu accomodato.
-Avete prigionieri due persone provenienti da Zamìn, esigo vengano liberate e portate entrambe nelle mie stanze- proruppe subito Sho arrivando dritto al nocciolo della questione.
-Non potete dare ordini qui, non siete a casa vostra- rispose Nino.
-Ma quelle due persone sono sotto la mia responsabilità!-
-Responsabilità che non siete in grado di prendervi! Men che meno nei confronti dell’haris!- replicò secco.
-Nino l’haris non è un pericolo, non per noi, non ha ferito nessuno entrando qui e…- fece una pausa non voleva dire quello che temeva davanti al principe, aveva capito che era molto legato alla sua guardia del corpo e non voleva ferirlo con le sue parole.
-Non mi interessa! Riaccompagnate il principe nelle sue stanze e fatecelo rimanere fino a mio nuovo ordine!- proruppe furioso, un attimo dopo due guardie entrarono trascinando via Sho che continuava a protestare le sue ragioni.

-Nino che diavolo ti prende?- chiese Maru una volta soli, -Non è da te comportarti così, sei perfido di natura ma non così tanto. Perché ti accanisci così? L’haris non è una minaccia lo sai bene, soprattutto ora nelle sue condizioni-
-Se torna in forze può diventarlo, è un pericolo per noi e per tutto il regno- si giustificò.
-Non è vero, ho fatto delle ricerche su quell’haris ed ho scoperto…-
-Le ho fatte anch’io- lo interruppe, -Ma ciò non toglie che non lo scagiona da essere una possibile minaccia, ma piuttosto ci dà solo una vaga idea di quanto possa essere ancora più pericoloso-
-Non è l’haris il punto vero? C’è qualcos’altro…- ipotizzò ed era una cosa a cui stava già pensando da un po’, dal momento in cui Nino aveva cominciato a comportarsi in modo strano. -Voglio dirti una cosa però… l’haris morirà, se non ti deciderai a smetterla di fare il bambino quel ragazzo ci rimetterà la vita solo per un tuo capriccio e se morirà perderai l’opportunità più grande che tu abbia mai avuto- detto questo decise di uscire dalla stanza non voleva neanche sentire quale altra scusa si sarebbe inventato questa volta, dalla morte di suo padre Nino aveva dovuto crescere in fretta, imparare a governare un regno quando era chiaro non si sentiva ancora pronto per farlo, eppure c’era riuscito egregiamente, ma per la prima volta si stava solo comportando da ragazzino viziato, proprio come si era sempre comportato fin quando la responsabilità di essere il sostegno del suo stesso popolo non lo aveva fatto cambiare.

Satoshi fece bere a Jun qualche sorso di un liquido scuro, aveva fatto macerare le erbe in acqua calda ed ora faceva scivolare piano il liquido tra le labbra di Jun, ormai quasi completamente incosciente se non in alcuni momenti in cui riusciva ad aprire gl’occhi.
-Sei lì da quasi un’ora ormai, ti farai avanti o pensi di rimanere ancora lì per molto?- domandò Satoshi a qualcuno alle sue spalle, oltre le sbarre della cella.
La figura allora si fece avanti uscendo dall’ombra le braccia incrociate sul petto, si avvicinò poggiandosi poi con la schiena alla parete di fronte alla cella.
-Da quanto lo conosci?- chiese il re a Satoshi.
-Non da molto- rispose.
-Allora perché ti prendi tanta pena per lui?- domandò ancora.
-Perché è solo, non ha nessuno che si preoccupi per lui a parte il principe e non permetterò che succeda qualcosa di brutto a un'altra delle persone a cui quel ragazzo tiene di più- rispose.
-L’altra persona a cui è successo qualcosa… intendi suo padre?- domandò come se nulla fosse Nino, sapendo già che era la risposta esatta.
Satoshi si girò in quel momento per la prima volta a guardarlo.
-Ti senti responsabile per quello che è successo al padre del principe non è così? E stai tentando in qualche modo di redimere tuo padre giusto?- continuò con le sue domande.
-Vi sbagliate!- protestò Satoshi.
-Non mi sbaglio- rispose Nino, -So più di quanto tu creda. Tuo padre era uno dei medici di corte ed è stato accusato e condannato per negligenza-
-Sì è vero ma non era colpevole di nulla, mio padre ha solo scoperto la verità per questo è stato condannato e giustiziato!- protestò Satoshi
-E qual’era la verità?- chiese Nino, interessato a far luce sulla morte misteriosa toccata al sovrano di Zamìn, uomo che era stato sempre forte e in piena salute.
-Ve la dirò se volete, ma a una condizione- propose Satoshi vedendo che il sovrano era curioso di scoprire la verità.
-Che condizione?- chiese sapendo però già quale sarebbe stata la risposta, se l’aspettava e in tal caso aveva già deciso a riguardo.
-Che assegniate a me e a Jun una stanza, pulita e calda, medicine, bende pulite e acqua calda- rispose.
-Qualcos’altro?- domandò Nino ironico.
-Se servirà ve lo manderò a dire- rispose semplicemente Satoshi.
-Ti accontenterò ma… sarai responsabile per lui, dovrai prenderti la responsabilità delle sue azioni se si riprenderà- mise in chiaro Nino.
-Ok, mi prendo ogni responsabilità- accettò Satoshi.
-Guardie!- chiamò immediatamente il re, poco dopo due uomini furono accanto a lui.
-Si altezza?- chiese una delle due guardie con un leggero inchino.
-Ho fatto preparare una stanza per i prigionieri, portateci la principessa e fatelo subito visitare e medicare dai medici- ordinò.
-Certo altezza!- rispose la guardia, poi si affrettò ad eseguire gli ordini ed aprì la cella.
-Tu seguimi, parleremo da un'altra parte- disse rivolto a Satoshi che uscì dalla cella e lo seguì, avrebbe potuto dubitare delle parole di quel ragazzino, ma invece si fidava, aveva visto poco di quella città ma a differenza di Saka, Apsu sembrava una città prospera e felice, quindi il sovrano non poteva essere una persona malvagia dopotutto.

g: arashi, p: sakumoto, g: kanjani8, p: ohmiya, gnr: au, r: r, gnr: storica, gnr: fantasy

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