[Arashi] - Memoria 08/17

Sep 12, 2011 18:33

Titolo: Memoria
Genere: Drammatico, Erotico, Sentimentale
Rating: Rosso
Fandom: Arashi
Personaggi Principali: Ohno Satoshi, Ninomiya Kazunari, Matsumoto Jun, Aiba Masaki, Sakurai Sho
Paring Principali: Ohmiya; Matsumiya; Sakuraiba
Avvertimenti: Slash
Trama: "Come recita la formula? In salute e in malattia. Forse è adatto a noi. Tu non mi abbandonerai, vero? Sempre insieme, mi dicesti una volta. Sempre insieme, ripetesti. E' successo davvero? O me lo sono solo sognato?"



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Capitoli Precedenti:

Memoria 01
Memoria 02
Memoria 03
Memoria 04
Memoria 05
Memoria 06
Memoria 07

Da sola brilla nel cielo
quella voce che mi chiama per nome.

Arashi - Sirius

*°*
Giri.
Come sempre.
Non sembra tu possa farne a meno.

“Gira gira, piccola trovatella ” recita una filastrocca.
“Gira e conta le stelle ” inizia un bambino.
“Gira e conta le nuvole ” continua una bambina.
“Gira gira, piccola trovatella. ” mormorava lui
“Gira e vedrai che la soluzione troverai.” sussurra pianissimo qualcuno.

“Gira gira, piccola trovatella. ” recita una filastrocca.
“Alza la testa. ” sussurrava un bimbo all'orecchio del compagno.
“Alza un braccio. ” continua un terzo

Vorticoso il tornado ti sballotta dove vuole lui.
Dovresti scendere, fermarti.
E capiresti tutto.
Ma non sai farlo.
*°*

Nonostante tutto, le due settimane sono volate.
Il gruppo è stato tanto unito da superare le registrazioni dei talk, dei promotional video, dei live e perfino il concerto.

Il concerto.
E' stato magnifico. Glorificante quasi. Le fan erano migliaia. Ovunque. Fino in cima allo stadio.
Ogni posto, ogni singola sedia era occupata.

Quando siamo saliti sul palco una sicurezza e un'ebbrezza mai provata prima, ha pervaso ogni singola cellula del mio corpo.
Ballavo, cantavo, ringraziavo con una padronanza che non pensavo di poter possedere.

Le urla di sostegno delle fan mentre la mia voce registrata esprimeva le mie emozioni e i miei pensieri.
Mi stavo cambiando, velocemente. C'era chi mi metteva le scarpe, chi la camicia, chi mi sistemava i capelli. Mi sono fermato un attimo, ad ascoltarle.
Mi sono venute le lacrime agli occhi e subito Aiba, già vestito e pronto, è venuto a sommergermi di auguri e qualche altra cosa che non ricordo.

Nessuno avrebbe potuto in realtà sospettare che c'erano nei dissidi fra di noi. Ohno e Jun hanno riso e scherzato con una glaciale finzione.
Meno male che dicono che Ohno non è bravo a recitare. Avevo i brividi nel vedere quel sorriso sulle sue labbra che era uguale in tutto e per tutto a quello sincero. Ridevano e scherzavano come vecchi amici.

Nei duetti si avvicinavano giocando maliziosamente con i loro corpi, come ad ogni concerto.
Se ci ripenso, mi sento male.

Adesso sto in un pub a bere nella birra con Aiba e Sho. Mi hanno letteralmente costretto ad accompagnarli, sotto le mie più accese proteste, affermando che il mio GDR preferito mi stava aspettando da quasi un mese, fermo nella polvere.
Aiba ha riso, ignorandomi.
Sho mi ha preso di peso, ignorandomi a sua volta.

Il pub è diverso da quello in cui mi ha portato Ohno. E' più vicino a casa loro, sempre nella periferia.
Fisso il mio boccale di birra, osservando le gocce di condensa che scivolano sul bicchiere. I due ragazzi davanti a me chiacchierano allegramente, ricordando spezzoni del concerto di ieri sera.

« Quei due sono sempre così? » chiedo all'improvviso senza staccare gli occhi dalla birra.

Aiba mi fissa. Sho prende improvvisamente il panino che ha nel piatto e inizia a mangiarlo. Il compagno gli lancia un'occhiata penetrante.

« Riida e Jun dici? » mi chiede poi.

Annuisco.

« Dall'esterno non avrei mai detto che avessero litigato. Cioè... » mi fermo, senza sapere esattamente che cosa dire « Ridevano e scherzavano. » concludo, senza riuscire a pensare a qualcosa di sensato.

« Hanno il gruppo più a cuore di quello che si pensi. » mi risponde Aiba « E' per il bene degli Arashi. La vita privata da una parte, la vita lavorativa dall'altra. »

Annuisco, di nuovo.

« Cosa dovrei fare? » chiedo più a me stesso che a loro.

Sho mi guarda.

« Dovresti semplicemente lasciarli bollire nel loro brodo. Arriveranno da soli ad una conclusione. Sono abbastanza grandi per gestire una situazione del genere. »

« Non credi che si picchieranno ancora? » chiedo preoccupato guardandolo.

Lui alza le spalle, indifferente.
Prendo la birra e inizio a bere.
Ad una prima ne segue una seconda e, velocemente, una terza.

Alla fine, quando Sho mi alza in piedi ho perso il conto della birra che ho bevuto.
L'alcool mi è andato subito alla testa. Da quando mi sono svegliato non ho mai toccato un qualcosa di più alcolico di un cioccolatino al liquore.
La testa mi gira, le gambe mi cedono, la vista si annebbia.

Anche Aiba è un po' su di giri. Sho ci guarda scuotendo la testa. L'unico sobrio fra due ubriachi.

Ad una battuta particolarmente stupida di Aiba, scoppio fragorosamente a ridere. Mi appoggio alla sua spalla, ridendo come un perfetto idiota. Aiba mi viene dietro, senza alcun motivo.
Davvero. La sua era una battuta veramente penosa.

Mi divincolo debolmente dalla presa di Sho e mi appoggio di nuovo alla panca. Ordino un'altra birra, sotto le sue proteste.
Lo guardo.
E' piuttosto sfocato. Forse le lenti a contatto iniziano a giocarmi brutti scherzi.

« Sho. » inizio non propriamente in possesso delle mie facoltà espressive « Ho una relazione di sesso con Matsumoto. Ohno mi ha chiesto di essergli più che amico. Ho umiliato Jun dicendogli che non ci sarà mai un “noi”. Ho un ricordo nitido di io che dico ad Ohno che lo amo. »

Finalmente la birra arriva. Ringrazio con un cenno del capo il cameriere e inizio a bere.

« Non ricordo assolutamente nulla. » riprendo dopo un lungo sorso « Anche se probabilmente domani vomiterò tutto... voglio dimenticarmi un attimo di tutto questo. »
concludo piano.

Torno a bere. Lui torna seduto, sospirando.
Aiba applaude. Ordina da bere anche lui. Brindiamo, a qualcosa che non ricordo. Sta di fatto che entrambi manchiamo il bicchiere dell'altro.
Ci guardiamo un secondo negli occhi e scoppiamo di nuovo a ridere. Affogo le risate convulse nella birra.

Quando Sho riesce a trascinarmi in macchina si è fatto quasi giorno.

*°*

Mi sveglio la mattina dopo con un dolore atroce alla testa e lo stomaco completamente sottosopra.
Cerco di alzarmi a sedere ma ricado sdraiato dopo pochi secondi. Allungo la mano per prendere il cellulare. C'è una mail.

E' di Sho.

“ Quando ti sveglierai probabilmente sarà pomeriggio inoltrato. La prima cosa che devi fare è bere almeno due o tre bottiglie d'acqua. Ti aiuterà a farti passare il sapore dell'alcool dalla bocca. Se ci riesci apri la finestra per prendere un po' d'aria. Poi torna steso nel letto e cerca di riposare. Se riesco a far smettere Aiba di vomitare, ti passo a trovare. Rimettiti. Sho. ”

Abbozzo un sorriso stentato. Lascio cadere il cellulare fra le lenzuola e, faticosamente, arranco verso la cucina. Prendo due bottiglie d'acqua, gettandole a loro volta fra le lenzuola e apro la finestra.

L'aria del pomeriggio - ehi, Sho aveva ragione è pomeriggio davvero - mi risveglia leggermente.
Sono ancora stordito e non riesco a visualizzare bene il mondo che mi circonda.

Torno sul letto, aprendo debolmente la bottiglia d'acqua. La bevo controvoglia, ma so che devo farlo.
Non posso rimanere per il resto della giornata con i postumi della sbornia di ieri sera.

Però l'idea di Aiba che vomita mi fa quasi stare meglio.
Vuol dire che allora non sto messo così male come penso.

Mi sdraio nuovamente, abbracciando il cuscino come se fosse un'ancora di salvezza. Appoggio delicatamente la testa, sperando che il dolore alle tempie passi e sprofondo di nuovo a dormire.

*°*

Quando mi alzo, è di nuovo buio. A svegliarmi è il vibrare ripetuto del mio cellulare.
Senza alzare la faccia dal cuscino, allungo la mano, cercando a tentoni l'aggeggio che mi sta spaccando la testa.
Lo trovo e, con gli occhi socchiusi cerco di individuare il nome sul display. Sono senza occhiali e senza lenti a contatto.
Oh. Credo sia Ohno.

« Pronto? » mugolo.

« Nino ti ho svegliato? » mi chiede stupito.

« Tranquillo. Ieri sera sono uscito con Sho e Aiba. Diciamo che ho bevuto un po' troppo. »

« Lo so. » risponde frettolosamente. « L'ho sentito poco fa. Volevo sapere come stavi. »

Mi alzo a sedere. Soffro di allucinazioni o sento la sua voce troppo vicino per essere al telefono?
Scendo dal letto, arrivando con fatica alla porta.

« Sto abbastanza bene. Te dove sei? » chiedo avvicinandomi alla porta di casa, strascicando i piedi.

Un vago senso di deja-vu mi sta attanagliando lo stomaco. E non è solo il residuo di alcol che mi sta ancora girando nelle vene.

« Emh... in giro, si. Oggi era una bella giornata, sono andato a pesca e... »

Apro la porta di casa. Ohno è davanti a me, seduto sui gradini della rampa di scale che porta al terrazzo.
Mi guarda, a bocca aperta, con la sua solita faccia abbronzata, imbarazzato.

Rimaniamo entrambi in silenzio, con i telefoni cellulari ancora all'orecchio. Poi io lo chiudo di botto e lui, lentamente, mi imita.

« Perché non hai bussato? » gli chiedo appoggiandomi allo stipite della porta.

« Non sapevo cosa stavi facendo. O con chi stavi. » borbotta senza guardarmi « Non volevo disturbare. »

Non so cosa rispondergli. Quando gli ho detto della mia pseudo relazione con Matsumoto, Aiba non mi sembrava esattamente il ritratto della gioia.

Lui è ancora seduto sui gradini e fissa le sue scarpe da ginnastica.

« Entra dai. Non vorrai rimanere sulle scale tutta la sera. »

« Sei solo vero? » sussurra guardandomi con scetticismo.

« Si. Stavo dormendo. Sono completamente da solo. » aggiungo.

Lui annuisce, pensieroso. Aggrotta le sopracciglia e serra le labbra, come farebbe un bambino che sta pensando quale è il suo cibo preferito.

« Ok. » mi sorride alzandosi di scatto in piedi.

Mi prende per la mano, tirandomi dentro casa. Cerco di non arrossire e stringo inconsapevolmente la mia mano nella sua. E' calda, sicura.
La sua pelle è morbida.

« Ti preparo qualcosa? » mi chiede « Così ti riprendi un po'. E' raro vederti ubriaco. Avrei voluto esserci. » inizia a parlare a macchina.

Lui traffica con una certa sicurezza nella mia cucina, mentre io mi appoggio di nuovo allo stipite della porta.
Inizia a preparare una tisana digestiva. Ne ho veramente bisogno. Il mio stomaco continua a rivoltarsi contro di me.

« Una tisana al finocchio dovrebbe aiutarti. » mi dice esaltato prendendo dalla credenza la scatola con le essenze. « La prendi sempre. E anche Aiba. Voi due siete veramente senza ritegno. Quando bevete iniziate a fare cose veramente indicibili. »

Lo guardo, senza rispondere. La sua voce ha un che di melodico. Anche vederlo preparare con una certa eleganza il tea è affascinante. Il modo in cui muove la mani, mentre versa l'acqua bollente nelle tazze di coccio, lo sguardo serio mentre controlla che nel fondo non siano rimasti dei residui di foglie.

Una eleganza che non avevo mai visto in lui. Come se fosse un esperto nella cerimonia del tea. Come se avesse fatto solo questo in tutta la sua vita.

Sorrido. Lui continua a parlare, continuando ad osservare la mia teiera blu. Mi avvicino lentamente e lo abbraccio, circondandogli la vita con le braccia e appoggiando il mio orecchio sulla sua spalla, in corrispondenza del suo cuore.
Lo sento irrigidirsi sotto di me, interrompendo bruscamente. Intravedo le sue mani stringere convulsamente il ripiano del tavolo.

« Grazie di tutto. » sussurro piano, senza dare cenno di lasciarlo.

La sua schiena è così morbida che potrei dormirci per l'eternità. Così calda, che sento tutto il suo calore riscaldare la mia guancia. Le mie mani si stringono sul suo maglione e per un attimo, il desiderio di non lasciarlo mai più mi offusca completamente il cervello.

Vorrei piangere. Il cuore mi sobbalza senza pietà nel petto, mentre non capisco che cosa mi stia succedendo.
Forse quel ricordo lontano, ritornato a galla l'ultima volta che ho visto Jun, mi sta influenzando.
Vorrei non lasciarlo mai.

Le mani di Ohno si appoggiano delicatamente sulle mie. Tremano leggermente.
Si gira, rimanendo fra le mie braccia, appoggiandosi al piano della cucina. Io appoggio le mie mani accanto alle sue.
Posso sentire il suo respiro mescolarsi con il mio. Posso sentire il mio battito andare velocemente quanto il suo. Posso sentire la sua mano, adesso appoggiata nuovamente sulla mia, mentre la stringe con forza.

Lo guardo. Lui ricambia il mio sguardo. Mi appoggio su di lui, sfiorandogli i fianchi con le mani.
Socchiude gli occhi. Chissà che cosa sta passando per la sua testa. La sua mano si stringe con più forza sulla mia. L'altra mi accarezza dolcemente una guancia.
Il suo respiro si fa leggermente più affannato.

Apre gli occhi. Di nuovo, tutto il caos che Ohno incarna nascondendosi dietro una maschera di pigrizia, trabocca dalle sue iridi.
I suoi polpastrelli mi sfiorano il collo delicatamente. Piego la testa da un lato, dandogli più accesso alla mia pelle scoperta.
La mano appoggiata sulla mia, si stringe con forza e poi intreccia le sue dita con le mie.

Anche il mio respiro si fa più affannato. Non so assolutamente che cosa ci sia nel mio cervello.
E' completamente vuoto. Black out.

Ohno mi abbraccia, stringendomi con forza a sé. Sussulto. Le sue mani mi circondando la vita, artigliandosi alla mia schiena. Mi stringe a sé. Lui affonda la sua faccia nel mio petto.
Ansima, come se si fosse trattenuto da un impeto e da un istinto irresistibile.

Lo abbraccio anche io, cercando di capire che cosa mi gira per la testa.
Cosa rappresenta veramente per me. Perché, in quel ricordo, dicevo di amarlo? Perché?
Perché?

« La tua tisana si sta raffreddando. » sussurra Ohno al mio orecchio, senza però dare cenno di volermi lasciarmi.

« Già. Forse è meglio andare a bere in salotto. »

Annuisce. Lentamente mi lascia e io con fatica mi allontano da lui. Prendo il vassoio e quasi scappo in salotto.

Io e Ohno ci sediamo l'uno accanto all'altro sul mio divano e appoggio il vassoio sul tavolo. Prendo la mia tazza, in silenzio.
Sorseggio la tisana, permettendo al tea di ustionarmi la gola. Forse così tornerò un attimo in me. Forse così riuscirò per un attimo a fare pace con il mio cervello.
Poco fa ho desiderato ardentemente che lui mi baciasse. L'ho voluto, con tutto me stesso. Ho sperato che lui continuasse, invece di farsi prendere da un barlume di lucidità che non avrebbe dovuto esserci.

« E' più forte rispetto a quella che faccio io. » commento, spezzando il silenzio che si è creato fra noi.

Ohno, appoggiato con la fronte sui pugni, piegato sulle ginocchia, annuisce lentamente.

« L'ho lasciato di più in infusione. Fa effetto prima. I sintomi di post sbronza dovrebbero svanire poco dopo. »

Annuisco. Riprendo a bere, lentamente.
Vorrei che il tempo non passasse mai. Vorrei che lui continuasse a rimanere al mio fianco, a trasmettermi questa tranquillità estrema che solo lui sembra donarmi.

« Nino, dobbiamo parlare del tuo incidente. E' ora che tu sappia la verità. »

Continua...

fandom: arashi, pairing: matsumoto x ninomiya, pairing: sakurai x aiba, pairing: ohno x ninomiya

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