[Arashi] - Memoria 01/17

Jul 17, 2011 11:55

Titolo: Memoria
Genere: Drammatico, Erotico, Sentimentale
Rating: Rosso
Fandom: Arashi
Personaggi principali: Ohno Satoshi, Ninomiya Kazunari, Matsumoto Jun, Aiba Masaki, Sakurai Sho.
Pairing Principali: Ohmiya ; Matsumiya ; Sakuraiba
Avvertimenti: Slash
Trama: “Come recita la formula? In salute e in malattia. Forse è adatto a noi. Tu non mi abbandonerai. Vero? Sempre insieme, mi dicesti una volta. Sempre insieme, ripetesti. E' successo davvero? O me lo sono solo sognato?”



Allora.
Questo è il primo capitolo, finalmente. Dopo secoli sono riuscita a pubblicarla, passando per stampe, revisioni, esami (non ancora finiti, ma questo è secondario u.u), crisi isteriche e tanto altro.

Il bellissimo banner che vedere qua sopra, mi è stato fatto dalla piccolissima yukiko_no_niji 
Non è bellissimo? ** Non è il banner più bello del mondo?
Sì, lo è u.u

Infine, dedico questa cosa che dovrebbe essere una long a vogue91 a yukiko_no_niji (che hanno letto la prima stesura, che si sono incazzate con me, che hanno pianto etc etc) e a lautrice_ichi sperando che non si arrabbi troppo, che non pianga troppo e che non tronchi di netto la nostra amicizia ç_ç

Detto ciò, vi abbandono, finalmente, al primo capitolo.
Un kiss forte

Simph
Anche i ricordi più importanti
sono destinati a scomparire .

Arashi - Ashita no Kioku

*°*

Le immagini nella sua mente girano.
Sembra un tornado di piccole istantanee, messe li a caso.
Gli fa male la testa.
La sente incredibilmente pesante.
Più le immagini girano, più tutto si mischia.

“Gira gira piccola trovatella” recita una filastrocca.

E lui gira. Si guarda intorno.
Mentre il mondo intorno a lui non accenna a fermarsi.

*°*

Loro mi fissano. Io fisso loro.
Rimangono senza parole, come se avessero davanti un fantasma.
Il fiato trattenuto mi fa diventare il volto rosso. Prendo violentemente aria, facendo alzare e abbassare velocemente il petto.

Gli occhi lucidi.
I miei.
Gli occhi allucinati.
I loro.

Una contrapposizione quasi grottesca se estrapolata dal contesto drammatico che tutti e cinque stiamo vivendo.
Loro sono entrati senza bussare e hanno iniziato a parlare.
Io non li capivo. Lentamente hanno smesso di parlare.
Mi guardano. Ancora.
I sorrisi si spengono.

E arrivano le mie urla.

Uno di loro, specialmente uno di loro, è più pallido degli altri. La linea morbida della bocca è serrata in una smorfia contrita. Gli occhi neri sbarrati fino all'umana possibilità. Le mani sono lattee, strette in pugni che gli fanno perdere quel poco colore che possiedono.

Passano esattamente 18 minuti di silenzio.
L'orologio digitale sul comodino non mente.
18 lunghissimi minuti di silenzio. Se non sapessi che sono umani, esattamente come me, potrei stupirmi nel sentire solo un lieve respiro che spezza l'aria della stanza.
Come se 18, anzi, ormai 19 minuti fa il mondo si fosse fermato e avesse smesso di girare.

Ogni tanto mi guardano. Rapidi e fugaci sguardi, senza mai incrociare il mio, come se all'improvviso si trovassero un estraneo davanti a loro.
Mi sistemo nervoso sotto le coperte. Fa freddo.

Fuori nevica.
Piccoli fiocchi di neve cadono lentamente giù da un cielo plumbeo che non promette nulla di buono. Si depositano leggeri su tutto quello che trovano.
Macchine, alberi, marciapiedi.
Anche il davanzale della stanza dove mi sono risvegliato è ammantato di bianco.

All'improvviso, con uno scatto che fa sussultare il ragazzo accanto a lui, l'intruso impallidito si alza il piedi.

Ora lo vedo ancora meglio. Non è altissimo. Secco e sicuramente con un fisico asciutto sotto il pesante maglione invernale, lo vedo prendere un profondo respiro.
Gli occhi neri si chiudono un secondo. Il labbro trema leggermente. Il tono di voce è più infermo di quello che forse avrebbe voluto dimostrare.

« Vado al bar. Volete qualcosa? » domanda guardando i compagni.

I tre rimanenti scuotono la testa.
Lui si volta a guardarmi.
E' uno sguardo intenso. Mi scruta. Sembra fuoco vivo sulla mia pelle.
Mi si blocca il respiro. Mi sembra di attendere una sentenza di vita o di morte.

Improvvisamente il mio cervello si ferma. Tutto quello che c'è dentro smette di ruotare e si focalizza su di lui.
Sono incatenato al suo sguardo. Non ho vie di uscita.

« Tu vuoi qualcosa? » mi domanda.

La voce diventa ancora più malferma.
Rimango immobile, in silenzio.

I suoi occhi saettano su e giù lungo tutto il mio corpo, senza fermarsi un solo istante. Mi sembra che le sue mani possano toccarmi, che possano strapparmi i vestiti di dosso.
Lui mi chiede un'altra volta se voglio qualcosa, titubante. Riesco a liberarmi dal suo maleficio scuotendo la testa.

Mi sento nudo. Mi dà fastidio.

« No. » bisbiglio « Grazie comunque. » concludo.

Lui fa un cenno con la testa e io non posso fare altro che guardare la sua schiena scomparire dietro la porta.
Rimango fermo per qualche altro secondo. Sono rimasto solo con i tre ragazzi. La confusione riprende a tormentare la mia testa.

Vorrei parlare, ma non so che dire.
Vorrei scappare, ma non so dove andare.
Sono incatenato a questo letto ed è il mio corpo il massimo traditore.

Sono costretto a stare qua, preda di un ansia che non posso scacciare. Preda di ricordi che mancano e che forse non torneranno più.
Sono immobile nella mia inutilità.

So pochissime cose, informazioni fugaci che mi hanno elemosinato le infermiere.
Nemmeno la donna che dovrebbe essere mia madre ha saputo, o voluto, dirmi di più sulla mia vita, né tanto meno cose riguardanti l’incidente che mi ha confinato in ospedale.

Ogni volta che provo a farla parlare, scoppia a piangere, mentre forti singhiozzi gli scuotono il petto.

Ho rinunciato ben presto.

“I tuoi ricordi torneranno” mi dicevo le prime volte, tutte le mattine “Un giorno tutto tornerà come prima”.

Ho già smesso di sperare.

Continua...

fandom: arashi, pairing: matsumoto x ninomiya, pairing: sakurai x aiba, pairing: ohno x ninomiya

Previous post Next post
Up