Titolo: Memoria
Genere: Drammatico, Erotico, Sentimentale
Rating: Rosso
Fandom: Arashi
Personaggi principali: Ohno Satoshi, Ninomiya Kazunari, Matsumoto Jun, Aiba Masaki, Sakurai Sho.
Pairing Principali: Ohmiya ; Matsumiya ; Sakuraiba
Avvertimenti: Slash
Trama: “Come recita la formula? In salute e in malattia. Forse è adatto a noi. Tu non mi abbandonerai. Vero? Sempre insieme, mi dicesti una volta. Sempre insieme, ripetesti. E' successo davvero? O me lo sono solo sognato?”
Ricordo che il banner qua sopra è della piccola
yukiko_no_niji . Vi piace? Lo odiate? Lamentatevi con lei u.u
Vi lascio all'attesissimo (?) secondo capitolo. Cosa scopriremo?
Questo è un capitolo corto corto perché nella revisione ho tolto ho bel pezzo di segamentalizzazioni del tipo che... beh, si sagamentalizza ._.
Quindi... sopportate un altro pò ok?
Un kiss
Simph
Capitoli Precedenti
Memoria - 01 Quanto dovrò ancora andare avanti
per raggiungere il ricordo
di quei giorni lontani?
Arashi - Belive
*°*
Girano, girano senza sosta.
Le immagini si mischiano senza che nessuno riesca a fermarle.
Il tornado ha estirpato tutto. Anche le considerazioni più solide.
C'è qualcosa d'importante che non ha più, ormai.
E non si tratta di ricordi. Senza di quelli, può anche cercare di sopravvivere.
Ma senza quel piccolo particolare, nulla sembra avere senso.
“Gira gira, piccola trovatella” recita una filastrocca.
“Gira e conta le stelle” inizia un bambino.
E lui conta. Tante volte quanti sono i partecipanti.
Ma improvvisamente il cielo si è fatto tutto buio.
*°*
Il ragazzo torna dopo circa due ore. Ha gli occhi rossi, ma il volto è adesso quasi impassibile. Sembra che nulla possa essere espresso.
Si siede allo stesso posto di prima, torcendo fra le mani la carta di una merendina. Non mi guarda. Non sento più i suoi occhi bruciare su di me.
Quasi mi rammarico. Distolgo anche io lo sguardo e torno a fissare le pieghe del lenzuolo del letto, come se ci potesse essere un inspiegabile mistero che le rende così normali.
« Credo che possiamo parlare. » inizia un ragazzo con i capelli neri e riccioli « Stare qua in silenzio non ci aiuterà a molto, non credete? » guarda i suoi compagni, in cerca di sostegno.
Il nuovo arrivato si limita a scuotere le spalle, indifferente. Gli altri due annuiscono debolmente.
Un ragazzo con i capelli tinti di un improbabile color arancio mi guarda, cercando di sorridermi con tutta la tranquillità che possiede in questo momento.
« Suppongo di dovermi presentare. » si alza e mi allunga la mano « Aiba Masaki, piacere di conoscerti. » esclama inchinandosi.
Afferro la mano, sbattendo più volte gli occhi. Lo guardo. Gli ricambio la stretta, debolmente.
Rimango inebetito per qualche secondo. Troppi secondi a giudicare dal sorriso che scompare in un attimo dal volto del nuovo conoscente.
« Ninomiya Kazunari. » mormoro.
Aiba, no? Aiba. Sì, credo di riuscire a tenerlo a mente. Se il cervello non mi fa altri scherzi, forse lo ricorderò.
Lascio scivolare lentamente la mia mano sul lenzuolo del materasso. Non so che dire.
Chino gli occhi. Mi vergogno, quasi come se fosse colpa mia che non so nulla.
Mi vergogno a sentire su di me lo sguardo di quel ragazzo e non sapere chi sia.
Una rabbia incredibile mi assale. Vorrei sapere di più. Vorrei tornare in possesso della mia vita.
Di quella che mi sento essere stata strappata via, senza troppa gentilezza.
« Mi dispiace. » mormoro piano senza guardare nessuno « Non ho nient’altro da dirti. »
« Cosa... » Aiba mi guarda - Aiba, vero? - incredulo.
« Non so chi siete. Non so quanti anni ho. Non so nulla. » specifico, nel caso le mie parole possano essere fraintese.
Aiba - sì, Aiba - torna seduto. Il suo volto completamente deformato dallo stupore e dalle lacrime che nemmeno lui è riuscito a trattenere.
Gli altri tre ragazzi mi guardano. Anzi no. Solo due. Il ragazzo che è uscito a prendere qualcosa da mangiare fissa le sue scarpe.
Io lo guardo. Poi la sua figura è offuscata dai compagni che mi si stringono intorno riempiendomi di domande e si presentano. Matsumoto Jun, credo. Seguito da Sakurai Sho, forse.
Mi chiudono in un cerchio dal quale mi riesce difficile uscire. Lo cerco. Di nuovo con lo sguardo. Di nuovo spero che la sua figura mi porti in una specie di limbo dove c'è solo lui.
Ma non c'è. I miei occhi scattano su e giù lungo tutta la stanza, ma senza ottenere alcun risultato.
Il ragazzo è uscito senza che nessuno se ne accorgesse. Cerco di ascoltare tutto quello che mi viene detto.
Fino a quando non esplodo. La testa mi scoppia, il dolore alle tempie rischia di uccidermi.
Urlo di nuovo. Come forse non ho mai fatto in vita mia.
« Fuori di qui. » esclamo senza guardarli « Lasciatemi in pace, non voglio vedervi. » afferro il cuscino e me lo premo sulla testa.
Il chiacchiericcio si spegne improvvisamente. Non vedo le loro facce e non le voglio vedere. Ho gli occhi pieni di lacrime.
Ma non è mia intenzione piangere davanti a loro. Non voglio piangere davanti a nessuno.
Sento la porta che si chiude con un leggero tonfo. Sono da solo in stanza.
Sposto il cuscino e vedo che sono realmente rimasto solo io. Spengo la luce sul comodino e mi arrischio a scendere per abbassare la serranda della stanza.
Guardo qualche minuto la luna piena splendente nel cielo. Lei sa tutto. Sa cosa è successo, sa che cosa ho passato, sa perché mi trovo qua.
Se solo potesse parlare... chissà se mi piacerebbe essere il vecchio me stesso.
Vorrei solo tornare presto in possesso della mia vecchia vita.
Continua...