Titolo: Memoria
Genere: Drammatico, Erotico, Sentimentale
Rating: Rosso
Fandom: Arashi
Personaggi principali: Ohno Satoshi, Ninomiya Kazunari, Matsumoto Jun, Aiba Masaki, Sakurai Sho.
Pairing Principali: Ohmiya ; Matsumiya ; Sakuraiba
Avvertimenti: Slash
Trama: “Come recita la formula? In salute e in malattia. Forse è adatto a noi. Tu non mi abbandonerai. Vero? Sempre insieme, mi dicesti una volta. Sempre insieme, ripetesti. E' successo davvero? O me lo sono solo sognato?”
Ricordo che il banner qua sopra è della piccola
yukiko_no_niji . Vi piace? Lo odiate? Lamentatevi con lei u.u
Vi lascio all'attesissimo (?) quinti capitolo. Cosa scopriremo? Chi si segamentalizzerà? U.U
Un kiss
Simph
Capitoli Precedenti
Memoria - 01 Memoria - 02 Memoria - 03 Memoria - 04 E' stato incontrandoti
che ho capito quanto fossi fragile
Arashi - Dear Snow
*°*
Non posso più stare così.
Sto male. Voglio riprendermi.
La luce non accenna ad avvicinarsi.
Odio il buio.
Che qualcuno, per favore vi implori, accenda una candela.
“Gira gira, piccola trovatella ” recita una filastrocca.
“Gira e conta le stelle ” inizia un bambino.
“Gira e conta le nuvole ” continua una bambina.
“Gira gira, piccola trovatella. ” mormorava lui
“Gira e vedrai che la soluzione troverai.” sussurra pianissimo qualcuno.
Sai di fare la cosa sbagliata. Ma non puoi fermarti.
E' più forte di te. Come una calamita.
Non riesci a ragionare.
Tutto ti sembra ovattato.
E commetti gli errori più gravi.
Tutto finisce così come tutto è iniziato.
*°*
Sono di nuovo a casa mia, nel mio appartamento. Matsumoto è venuto a trovarmi senza avvisarmi e adesso sto cercando di arrabattare qualcosa per la cena, cercando di cucinare qualcosa di commestibile.
Matsumoto parla delle registrazioni di questi giorni. Mi piace quando parla.
La sua voce a volte dura e altre volte dolce mi fa immedesimare troppo in quello che sta dicendo.
Quando sto con lui capisco come mai reciti così bene.
Jun mi si avvicina e si mette accanto a me, sorridendomi. Arrossisco leggermente, distogliendo lo sguardo e cercando di concentrarmi sulla padella.
Mentre chiudo il gas, facendo mente locale su quello che devo fare - piatti, posate, tovaglioli, bicchieri e bevanda, giusto? - sento la sua mano che sfiora i capelli.
Mi volto, un po' intimorito e le sue mani si stringono con forza sulle braccia.
Sbarro gli occhi, stupito. Rimango fermo, inebetito fra le sue braccia.
Matsumoto mi spinge contro il bancone ad isola che ho al centro della cucina, stringendo con ancora un po' più di forza sulla mie braccia.
Improvvisamente, ancora senza forze fra le sue braccia sento che la sua lingua cerca di entrare fra le mie labbra.
Lentamente le schiudo, senza sapere esattamente che cosa fare.
Rilasso le spalle, mentre anche la sua presa si allenta.
Sento la sua lingua, umida e calda, sfiorare la mia. E allora ricambio, cercando di sembrare il meno impacciato possibile.
Socchiudo gli occhi, mentre le sue mani mi sfiorano lentamente una guancia, per poi accarezzarmi il collo. L'altra mano si poggia sulla mia vita, tirandomi a sé, facendo aderire il mio inguine al suo.
Sussulto leggermente, lasciandolo per riprendere fiato.
Guardo a terra, passandomi le dita sulle labbra, ancora calde e umide dopo il bacio con Matsumoto.
Perché mi sembra tutto così sbagliato?
Perché ho come l'impressione che tutto stia girando per il verso contrario?
Jun fa ricadere la testa sulla mia spalla, riprendendo a toccarmi. Socchiudo gli occhi.
Sono confuso.
Non dovrei baciarmi con lui.
Non dovrei permettergli di toccarmi.
Non dovrei eccitarmi sentendo la sua lingua mentre mi sfiora il collo.
Non so perché.
Ma so che non devo.
Eppure non riesco a farne a meno.
Le sua mani mi tolgono la maglietta, con un gesto così veloce che mi confonde ancora di più. La sua bocca torna a rapire la mia, mentre le lingue si toccano.
Sento le sottili dita di Matsumoto che mi sfiorano la pelle con i polpastrelli.
E non riesco a trattenere un gemito di piacere, aggrappandomi istintivamente alle sue braccia.
Tiro la testa all'indietro e subito lui ne approfitta per tornare a baciarmi il collo.
Mi spinge con più foga di prima sul bancone, togliendo a caso tutto quello che c'era sopra.
Si sdraia sopra di me, mentre tutta la mia pelle sembra andare a fuoco sotto la sua lingua e le sue mani.
Sento Matsumoto che ansima, quando inizio, seppur titubante e incerto, a toccarlo anche io.
Gli tolgo il maglione e rimango per qualche secondo a guardare il suo petto.
La sua pelle liscia e profumata ha su di me un'attrattiva indescrivibile. Inizio a toccarlo, così come lui faceva con me e mi sento meno impacciato quando lo sento gemere sotto le mie mani.
Lui mi tocca, sempre di più.
Lui mi bacia, sempre di più.
Io lo tocco, nonostante qualcosa dentro di me si stia ribellando.
Io lo bacio, nonostante qualcosa dentro di me si stia ribellando.
Dalla mia bocca chiusa dalla sua, riesco ad esalare un sussulto e un gemito più forte degli altri quando lo sento sfiorare la mia erezione.
Lui sorride mentre continua a baciarmi, mentre la sua lingua penetra con più foga di prima nella mia bocca, mentre la sua mano si è arpionata saldamente al mio fianco.
Con la mano libera lo sento trafficare con la mia cintura, fino a quando non mi ritrovo senza pantaloni.
Lascia improvvisamente la mia bocca e io esalo un respiro roco e profondo, inspirando quanta più aria possibile.
Di nuovo il fiato mi manca quando le sue dita e la sua lingua sfiorano di nuovo l'erezione, questa volta nuda e, oserei dire, alla sua completa mercé.
Inarco lo schiena verso di lui quando inizia a leccare lungo tutta la mia lunghezza e non riesco a smette di gemere.
Perché? Perché sto provando queste emozioni così tremendamente sbagliate?
Serro gli occhi, pieni di lacrime.
Dentro di me sono pieno di conflitti, fin da quando mi sono svegliato in ospedale.
Non so come definire cosa.
Afferro con la mano i cappelli di Jun, ansimando quando lo sento succhiare e leccare.
Lui mi afferra il polso, staccandola dalla sua testa, senza smettere e senza diminuire di intensità.
« J-Jun. » ansimo mentre lo sento sfiorarmi i capezzoli con un polpastrello. « Jun. » mormoro a voce leggermente più alta.
Matsumoto mi ignora. Io mi alzo sui gomiti, mordendomi un labbro fino a farlo sanguinare, fino a quando non sento il sapore ferroso del sangue in bocca.
Gemo più forte, credo di essere ormai fuori controllo.
Il sudore mi cola lungo le tempie, le mie mani sono strette a pugno.
« Jun, sto per... »
Non riesco a terminare la frase. Vengo fra le sue labbra e la sua mano, sbarrando gli occhi, travolto da un piacere estremo, mentre i brividi dell'eccitazione mi fanno tremare corpo e fiato.
Lui si alza in piedi, afferrando un pezzo di carta per pulirsi la bocca.
Lo guardo, cercando di stabilizzare il mio respiro, di far calmare il battito del mio cuore, di fare mente locale su tutto questo.
Una lacrima si mischia al mio sudore, ma nessuno dei due sembra accorgersene.
Jun non proferisce parola e nemmeno io so cosa dire.
Riuscito a stabilizzare almeno il battito cardiaco, mi asciugo il sudore, mi passo le mani sugli occhi, cercando di capire il perché di tutto questo.
Lentamente scendo dal piano cucina, tirandomi su i boxer e i pantaloni. Ho le mani che tremano mentre mi allaccio la cintura e mentre mi infilo nuovamente la maglietta.
Mi appoggio al bancone, le gambe rischiano di cedermi.
Serro gli occhi, mentre sono sempre più confuso. Guardo senza vedere realmente le mattonelle celesti e non mi rendo conto di scivolare verso terra fino a quando non ritrovo nuovamente fra le braccia forti di Matsumoto.
Vengo appoggiato con la schiena all'isola e Jun mi afferra il volto fra le mani ancora calde.
« Tutto ok? » mi chiede preoccupato cercando un contatto visivo.
Lo guardo e rimango qualche altro secondo in silenzio, con la sua voce ovattata, che mi arriva quasi distorta e lontana.
« Nino, Nino va tutto bene? Dimmi qualcosa. »
Mi dà leggeri schiaffi sulla guancia e solo allora mi riscuoto dal mio torpore e dalla mia incoscienza.
« Si sto bene. » cerco di sorridere, anche se con fatica. « Ero solo... senza forze. » concludo.
« Ti ho proprio stravolto, vero? » mi chiede sorridendomi.
« Si. » ridacchio « Si, mi hai preso alla sprovvista. Io... non mi aspettavo... nulla di tutto questo. »
Non gli rivelo i miei timori e ciò che ho provato mentre lui mi toccava e mi portava al limite del piacere e anche oltre.
« Non abbiamo mangiato. » dico cercando di distogliere la sua attenzione da me e fissando la padella come se fosse un mistero da svelare.
Lo vedo sorridere, malizioso. Mi bacia di nuovo, di nuovo con la lingua.
« Io sono sazio. » sussurra al mio orecchio.
Arrossisco e mi scosto imbarazzato da sotto di lui. Lo sento ridacchiare mentre torno ad occuparmi della cena.
*°*
I giorni si susseguono velocemente, fra registrazioni, uscite tutti insieme e serate passate con Jun.
E' passato più di un mese dal mio avvicinamento con Matsumoto.
Il tempo scorre veloce quando sto con lui e, se anche volessimo, non esistono tantissimi momenti liberi.
Anche oggi la nostra giornata è piena di impegni lavorativi. Adesso stiamo provando il balletto per un nuovo promotional video.
Io e Aiba siamo seduti l'uno accanto all'altro. Io mi asciugo la faccia con un asciugamano e lui beve dalla sua bottiglia d'acqua.
« Ti trovi bene adesso? » mi chiede all'improvviso.
Lo guardo, un po' stupito.
« Si. Mi sto abituando. I ritmi di lavoro sono sempre frenetici e le interviste sono un po' invadenti. Riguardo l'incidente dico. A volte non so come rispondere. Ma sì, mi sto abituando. » ripeto, più lentamente.
Aiba annuisce, un po' pensieroso. E' strano vederlo in questa veste così… seria. Di solito è sempre allegro e spensierato. Credo che sia una di quelle persone che nasconde i suoi problemi dietro un sorriso.
Se li ha dei problemi, ovvio.
« Con noi ti trovi bene? »
Senza alcun motivo particolare, dopotutto è una domanda apparentemente innocua, arrossisco e mi fermo guardare Matsumoto. Sta provando delle capriole sincronizzate con Ohno, ma nonostante i continui sforzi non ci riescono.
Ad un certo punto, frustrato per l'ennesimo sbaglio Jun si alza da terra.
« Ohno, si può sapere che hai? » esclama a voce alta. « E' da questa mattina che sbagli questa maledetta capriola. »
Ohno, ancora seduto a terra e ansimante, lo guarda. I suoi occhi si assottigliano e si alza di scatto in piedi.
« Io che cosa ho? » si avvicina a lui a grandi passi « Guarda che sei tu che continui a sbagliare. Non è difficile da capire. Passo, passo capriola. Vorrei sapere che cosa hai te invece. » esplode.
Alzo le sopracciglia. E' la prima volta che vedo Ohno arrabbiato.
« Non dare la colpa a me dei tuoi sbagli. » ringhia furioso il più alto.
I due si avvicinano sempre di più. Sho si mette in mezzo, cercando di separarli. Le voci si alzano e volano parole piuttosto pesanti.
Le urla riempiono ben presto la palestra.
Sono entrambi furiosi e sembra che debbano arrivare alle mani da un momento all'altro.
Preoccupato, anche Aiba si alza in piedi e cerca di separare i due litiganti.
Dopo quello che sembra un'infinità di tempo e quando mi sono avvicinato anche io, Sho riesce a separarli, anche se con fatica.
« Cosa state facendo? » esplode Sho. « Non siete bambini di due anni. Si può sapere che cosa vi succede? »
« Non ho nulla. » ringhia Ohno senza staccare gli occhi da Matsumoto nemmeno per un istante. « Sono gli altri che non sanno rimanere al proprio posto. »
Sento Aiba sospirare. Io non riesco a smettere di guardare Ohno, senza capire.
« E c'è gente che non capisce quando il proprio tempo è finito. » sibila Jun.
E' tempo di un secondo. Un fulmine a ciel sereno.
Sho non riesce nemmeno a muovere le braccia e Aiba a compiere un solo passo, che Ohno ha sbattuto Jun a terra e gli ha rifilato un pugno in pieno volto.
Uno schizzo di sangue mi colpisce sul volto. Mi si mozza il fiato.
Con la mano che trema mi pulisco il volto, osservando allucinato il sangue di Jun sulle mie dita.
Socchiudo gli occhi.
Il rumore della sirena di un'ambulanza.
Le voci intorno a me che urlano.
Dei flash accecanti, il dolore che strazia ogni singola cellula del mio corpo.
Nemmeno mi accorgo di essere scivolato svenuto a terra.
Continua...