Titolo: The Smile You Give Me
Pairing/Personaggi: Matsuoka Masahiro (TOKIO) / Ohno Satoshi
Raiting: Rosso, Sentimentale
Avvertimenti: Slash
Intro/Note: Ok, questa storia era nata come una semplice one shot Matsuoka x Ohno (abbastanza porno, lo ammetto) e a fine capitolo non ero soddisfatta, così alla fine ho deciso di scrivere il secondo.
Finito il secondo ero ancora insoddisfatta. E alla fine ne sono usciti fuori 4 capitoli ._.
Lo so. Sono strana. Ma fa parte del gioco anche questo, no?
Un ringraziamento particolare e veramente sentito a
lautrice_ichi che mi ha betato questi capitoli in maniera strepitosa e che mi ha fatto divertire con i commenti a bordo pagina. Un kiss fortissimo.
Un forte, fortissimo, fortissimissimo grazie anche a
vogue91 che mi ha aperto gli occhi su questa coppia particolare e molto molto HOT u.u
Spero vi piaccia, un kiss
Simph
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Capitolo 01
Ohno Satoshi si chiese come diamine fosse arrivato fino a quel punto.
A quel punto in cui ti rendi conto che non puoi più tornare indietro, che non più dire di non aver ancora oltrepassato la linea perché l’hai oltrepassata e anche di un bel pezzo.
A quel punto in cui riesci a sentire il suo odore acre di fumo anche lontano metri. Quando lo senti, lo sfiori e vorresti che le lancette dei secondi e dei minuti si fermassero, lasciandovi là, persi l’uno fra le braccia dell’altro.
A volte Ohno si odiava. Terribilmente.
Aveva tante cose per cui odiarsi. La sua indole pigra, innanzitutto. Il suo non buttarsi mai per primo nelle cose. Il suo carattere apparentemente docile e indifferente, che in realtà celava un guerriero, che purtroppo usciva raramente.
Quando faceva la lista dei propri pregi e difetti, Ohno non trovava molti pregi.
Sapeva ascoltare? Forse. Così erano soliti dire Aiba e Nino. E chi era lui per dubitare della loro parola?
Sapeva ballare, cantare. Ma quelli non erano pregi. Erano abilità che aveva fin dalla nascita.
Sapeva disegnare. No, non contava nemmeno quello.
Sapeva essere un buon amico? Non lo sapeva. Aveva talmente pochi amici, amici veri, non semplici conoscenti o colleghi di lavoro, che a volte aveva paura di rovinare quell’atmosfera di allegria solo per le sue paranoie mentali.
Quindi, si chiese per l’ennesima volta, come era arrivato a quel punto?
Sentiva Matsuoka ansimare nel suo orecchio. Era un animale. Non che lui fosse da meno, certo.
Aveva le mani artigliate sulle spalle dell’uomo, il corpo schiacciato da quello dell’altro, il sudore che colava lungo il collo di entrambi e la testa reclinata all’indietro.
Sì. Perché non gli bastava che Matsuoka lo scopasse. Voleva sentire la sua bocca, le sue labbra, i suoi denti su tutto il collo. Voleva sentire il suo respiro nell’orecchio, voleva che lui sentisse i suoi gemiti di piacere.
Voleva che sentisse che lo stava facendo godere.
Il corpo di Matsuoka era bollente sopra il proprio. Il letto cigolava, le lenzuola erano attorcigliate intorno ai loro piedi, il caldo e l’afa si stavano appiccicando sulla loro pelle come una pellicola, insieme a quell’indelebile odore selvaggio di sesso e sigarette.
Avrebbe voluto di più. Non sapeva che cosa.
Ma di più. Qualunque cosa. Una parola, un altro ansito, una carezza.
L’erezione di Matsuoka lo penetrava con violenza, come se non ci potesse essere il giorno dopo. E quello dopo ancora. E quello seguente. O, semplicemente, i minuti subito dopo.
Era frenetico a differenza sua.
Lo toccava, lo baciava, la penetrava con la stessa intensità di un tornado. Lo confondeva.
Matsuoka venne con uno spasmo più forte dei precedenti e gli morse una spalla, quasi facendolo sanguinare, per impedirsi di gemere a voce alta.
Ohno poteva sentire il fluido, caldo, dentro di lui. Lo sentiva fin dentro lo stomaco, che lo bruciava e lo marchiava dall’interno. E poco importava che avesse o meno il preservativo, lo avrebbe sentito ugualmente.
Facendo più delicatamente che poteva, Matsuoka uscì dal corpo sempre bollente del ragazzo più piccolo. Gettò con uno scatto quasi seccato il preservativo nel cestino più vicino e ricadde accanto ad Ohno.
Ansimavano entrambi. Erano sudati entrambi.
Entrambi non parlavano.
Non lo facevano mai. Quasi come un gesto meccanico, Ohno aprì gli occhi e allungò la mano verso il comodino.
Afferrò il pacchetto di sigarette e ne porse una al suo amante. Mentre si accendevano la sigaretta, Ohno prese anche il posacenere, appoggiandolo fra i loro corpi nudi.
Fumarono in silenzio.
Matsuoka fissando il soffitto mentre Ohno rimaneva ad occhi chiusi: doveva ancora riprendersi.
E rispondere ancora a quella domanda che gli ronzava nel cervello da qualche tempo.
Come ci era arrivato a quel punto?
Decisamente, non riusciva a darsi una risposta.
Aprì gli occhi e si voltò ad osservare Matsuoka. Il ragazzo aveva spento la sigaretta ancora a metà e si era addormentato su un fianco, con la mano appoggiata sulla spalla di Ohno.
Satoshi accennò un sorriso.
Non riusciva ancora a capire come era arrivato a quel punto, ma sapeva perché stava con Matsuoka.
Perché quando dormiva era la persona più adorabile del mondo.
Perché quando si incontravano riusciva sempre a stupirlo con qualche pensiero carino.
Perché quando lo aveva conosciuto, Ohno aveva il cuore a pezzi e lui era stato l’unico in grado di guarirlo, anche se con difficoltà
Perché quando uscivano insieme, passavano anche le ore senza dirsi una parola, ma a lui sembrava ugualmente di aver parlato per un’era indefinita.
Perché…
C’erano tanti perché sulla sua relazione con Matsuoka.
Sì. Non sapeva come si erano messi insieme, come si erano innamorati, come lui era diventato così indispensabile, così fondamentale per la sua vita.
Eppure Ohno sperava solo che durasse il più a lungo possibile.