Rieccomi, sto accellerando i tempi XD ho quasi finito la fict che stavo scrivendo ed ho troppa roba da postare ora XD quindi andiamo avanti con la storia...
Titolo: Soltanto Ti Amo
Fandom: Arashi
Raiting: PG-15
Pairing: Sakumoto, Aimoto, Ohmiya (ho fatto un bel miscuglio sta volta XD)
Desclaimer: In questo caso vorrei che mi appartenesse solo Jun XD ma non è così ahimè ç______ç
Ringraziamenti: Ad harin e jinny che l'hanno già letta tutta, in particolare ringrazio harin di averla letta anche se inizialmente era contraria alla situazione di Jun, ma alla fine credo abbia cambiato idea XD
Capitoli precedenti:
Intro,
Cap.1,
Cap.2,
Cap.3,
Cap.4,
Cap.5,
Cap.6 ,
Cap.7,
Cap.8,
Cap.9,
Cap.10,
Cap.11,
Cap.12,
Cap.13 Capitolo 14
Aveva passato tutta la mattina nel centro commerciale, entrando in ogni negozio, cercandolo in ogni angolo, ma ancora non lo aveva trovato... possibile che che gli avessero mentito per fargli uno scherzo? Eppure sentiva che doveva essere lì da qualche parte...
-Torni a trovarci-
Era la sua voce! Era Jun quello ne era sicuro! Ma da dove veniva?! Scrutò l'enorme atrio, c'erano tantissime persone e il chiacchiericcio era immenso, ma non se lo era immaginato lo aveva sentito, vide una donna allontanarsi con una grande busta da un negozio e dall'altro lato un ragazzo dai capelli neri la stava salutando con un inchino. Sho rimase immobile, sembrò tutto quasi al rallentatore, vide il ragazzo alzare la testa e sorridere, poi girarsi per rientrare nel negozio.
-JUN!!!!!- urlò, molta gente si girò a guardarlo e Jun si fermò sulla porta, scrutando la gente, Sho corse verso di lui. Ma quando Jun lo vide, assunse un aria cupa e arrabbiata.
-Jun!- ripetè a pochi passi da lui, ma in quel momento Jun si girò tornando nel negozio.
-Jun, aspetta ti devo parlare!- disse Sho afferrandolo per un braccio per fermarlo.
-Non abbiamo nulla di cui parlare e lasciami il braccio- disse con una freddezza che fece rabbrividire Sho che lo lasciò immediatamente andare, ma non si arrese.
-Invece dobbiamo parlare, voglio scusarmi con te per quello che ho detto e fatto- disse Sho superandolo e fermandosi davanti a lui.
-Ok ti scuso, ora vattene!- rispose Jun cercando di superarlo, ma Sho gli bloccò di nuovo la strada.
-Jun tutto apposto?- chiese un altro ragazzo avvicinandosi ai due.
-Si tutto apposto il signore se ne sta andando- disse Jun guardandolo freddamente.
-No! Non me ne vado finchè non mi avrai ascoltato!- protestò Sho.
-Io sto lavorando! Non mi obbligare a far chiamare la sicurezza- disse Jun.
-Ok ti aspetto finchè non avrai finito!- disse Sho con sicurezza, poi superò Jun, uscì dal negozio e si andò a sedere su una delle panchine dell'atrio che era proprio davanti al negozio.
Non si sarebbe mosso da lì avrebbe aspettato finchè Jun non avesse deciso di starlo a sentire.
Si fece l'ora di pranzo e Jun aveva continuato a guardare se Sho fosse ancora lì e a quanto pareva non si era mosso, sembrava una statua e continuava a guardare verso il negozio, Jun era quasi infastidito di quello sguardo fisso su di lui, come se stesse seguendo ogni suo movimento anche se non poteva essere così dopotutto...
-Jun puoi andare in pausa- disse uno dei ragazzi, Jun controllò l'orologio era già l'1 e tra due ore avrebbe staccato, doveva fare la spesa e andare a comprare i pannolini per Asuka.
Sbirciò dalla vetrina se Sho era ancora lì... non si era mosso, giocherellava con qualcosa a terra muovendo il piede, ma era ancora lì fermo a guardare la porta.
Alla fine decise di uscire dal negozio... quando Sho lo vide sulla porta scattò in piedi rischiando di cadere sull'oggetto con cui stava giocherellando, si guardarono per un po' da un capo all'altro mentre la gente passava tra di loro tranquilla, poteva sembrare quasi un film western nel momento di un duello, se non fosse stato per la gente che allegramente guardava le vetrine e chiacchierava.
Jun si avvicinò e Sho attese finchè non gli fu di fronte.
-Sono in pausa ti do 10 minuti- disse freddamente.
-Ok-rispose Sho, poi fece segno di sedersi accanto a lui.
-Chi ti ha detto dove lavoro?- chiese prima di tutto Jun sedendosi.
-Ohno. In realtà non so perchè lo ha fatto, io non sto simpatico a quei due e lo so bene- rispose Sho.
“Forse perchè sei sempre scontroso con tutti” pensò Jun tra se.
-Comunque che vuoi?- chiese ancora Jun.
-Te ne sei andato così all'improvviso, io... volevo scusarmi, non volevo dire quello che ho detto l'ultima volta, è solo che ero arrabbiato... non volevi spiegarmi perchè d'un tratto dopo quella sera insieme hai cominciato a comportarti così-
-Io non ci credo- sussurrò tra se Jun; -Possibile che tu non abbia ancora capito?!- disse Jun, la sua voce era incredula e delusa, Sho non capiva proprio nulla di lui e probabilmente non avrebbe mai capito.
-Si forse non ho capito cosa ti ho fatto per farti arrabbiare, questo è vero, e probabilmente non lo capirò se non me lo dici apertamente perchè sono ottuso e non ci posso fare nulla. Ma... ho capito che mi piaci, davvero tanto, prima inizialmente poteva essere solo attrazione fisica lo ammetto, tu sei molto bello, ma poi ho cominciato a conoscerti e... sei una persona talmente dolce, hai avuto una vita difficile ma nonostante tutto vai avanti dando tutto quello che puoi, hai una figlia meravigliosa e sei un padre splendido- disse cercando di spiegarsi come meglio riusciva.
Jun rimase sorpreso, cos'erano quelle parole tutto d'un tratto? Cosa stava tentando di dirgli esattamente? Gli aveva detto... gli aveva detto che era bellissimo quella sera, si era comportato come uno dei clienti che aveva avuto fino a quel momento, e adesso perchè invece gli stava dicendo quelle cose? Si stava solo innervosendo, non voleva crederci, non poteva essere vero quello che stava dicendo, forse una scusa per portarselo a letto di nuovo e nient'altro, ma lui non voleva essere ferito di nuovo così da lui, aveva deciso di dimenticarlo dopotutto.
-Smettila! Mi stai prendendo in giro vero?- disse arrabbiato.
-No... io...- rispose titubante Sho, e confuso da quella reazione così fredda.
-Mi hai trattato come un oggetto, ti sei comportato alla stregua di un qualsiasi cliente! E io da stupido ho ceduto, mi sono “innamorato”! Sono un cretino! Un cretino davvero!- disse ridendo di se stesso.
-No Jun aspetta...- disse fermandolo mentre lui si alzava per andarsene.
-Lasciami andare- disse soltanto Jun.
-Aspetta un attimo solo... io... ti stai sbagliando... ti giuro che non è come credi... mi piaci davvero tanto, io credo...-
-BASTA!- disse alzando la voce e qualcuno si girò a guardarli, Sho lo lasciò andare per evitare di attirare di più l'attenzione.
-Vattene e non tornare mai più- disse poi Jun allontanandosi.
Arrivò in uno dei bagni e si chiuse dentro; non poteva tornare a lavoro in quello stato, aveva cominciato a piangere due passi dopo che si era allontanato da Sho. Stava davvero male, come poteva credere a quelle parole? Possibile che non riuscisse a vivere tranquillo, non voleva più innamorarsi, invece non c'era riuscito, ed ora stava soffrendo e Sho continuava ad insistere proprio ora che lui voleva dimenticarlo e cercare di dare a Masaki quell'affetto che lui gli stava dando.
Tornò a casa a tarda notte era ubriaco fradicio e si sentiva un vero schifo, possibile che non ne andasse mai bene una? Possibile che non riusciva mai a spiegarsi? Possibile che il solo pensare a Jun lo faceva stare tanto male?
Si fermò davanti alla porta dell'appartamento di Jun, poi diede un forte calcio alla porta...
-Sei uno stronzo! Perchè non mi fai dire quello che voglio dirti!- urlò.
-Perchè non provi a essere più comprensivo invece?- chiese Nino sulla porta del suo appartamento.
-Tu! Nano! Perchè ti impicci sempre?! Blateri blateri e basta!- biascico Sho.
Nino sospirò -Parlo con un ubriaco- si disse tra se alzando gli occhi al cielo.
-Si sono ubriaco va bene!- disse Sho poi barcollò e finì a terra inciampando nei propri piedi.
Fu Nino ad aiutarlo ad alzarsi.
-Lasciami sto benissimo- protestò Sho.
-Si si vede, come no- disse sorreggendolo prima che cadesse di nuovo; -Vieni dentro- disse trascinandolo verso l'appartamento.
-Ma è ubriaco?- chiese Satoshi vedendo il suo ragazzo trascinarselo dietro a fatica e andandolo ad aiutare.
-Si e anche parecchio. Prepara del caffè bello forte- disse mentre lo mettevano a sedere; poco dopo Satoshi tornò con una tazza fumante di caffè non zuccherato e la diede a Nino.
-Bevi!- ordinò mettendola davanti a Sho.
Sho bevve un sorso facendo smorfie per l'amaro.
-Fa schifo- protestò.
-Non era un offerta di cortesia, deve fare schifo, vuol dire che serve a qualcosa- ribatté Nino.
-Hai parlato con Jun?- chiese poi Satoshi sedendosi accanto al suo ragazzo.
-Oh si ci ho parlato! Ho aspettato ore davanti al negozio. Ma ci ho parlato- rispose Sho.
-E allora?- chiese di nuovo Satoshi.
-E allora è pazzo! Gli ho detto quanto mi piace, mi sono scusato, e lui... lui mi ha dato del bugiardo, io stavo cercando di dirgli che lo amo e lui ha detto che lo stavo prendendo in giro!- urlò Sho.
-Ma tu glielo hai davvero detto?- chiese Nino.
-Certo!- rispose Sho sicuro.
-Gli hai proprio detto “ TI AMO”?- chiese Satoshi accentuando quelle ultime due parole.
-Io... no- confessò Sho.
-E' questo il problema, possibile che tu non lo riesca a capire?- sospirò Satoshi.
-Jun ha sofferto tanto in questi ultimi 2 anni, aveva deciso di non innamorarsi più di nessuno, e invece... a quanto sembra ha gusti strani dato che si è innamorato di uno come te- spiegò Nino guardandolo senza capire cosa mai ci trovasse Jun.
-E' “ti amo” che si vuole sentir dire da te, solo questo, non vuole che tu gli dica che è bello che è bravo... vuole solo queste due parole. Che però tu non gli hai mai detto, che gli ha detto invece un altra persona- spiegò Satoshi.
-Quel tipo che...-
-Zitto!- disse subito Ohno; -Non criticare gli altri! Masaki è una brava persona, è dolce e premuroso, sta aiutando Jun in tutti i modi, anche sapendo benissimo di non essere ricambiato allo stesso modo! E invece tu? Tu che stai facendo per lui?- lo accusò alzando la voce.
Sho abbassò lo sguardo, Ohno aveva ragione, cosa aveva fatto per Jun? Nulla. Avevano sempre litigato da quella notte e lo stava facendo soffrire e nient'altro; lo amava eppure non era capace di dimostrarglielo.