Cielo, millemila anni che non posto O______________O
Allora doppio capitolo. Terzultimo e penultimo U_U Ohhhh si U_U
TITOLO: NINOSCOPIO
AUTRICE: Jinny
GENERE: Drammatico ... credo >__>
PAIRINGS: Matsumiya, Sakuraiba
RATINGS: nc-17 causa argomenti
DISCLAIMERS: Non possiedo nessun Arashi, nessun Johnny, nemmeno Johnny Depp, purtroppo, e continuare a ricordarlo di certo non migliora il mio umore!
THANKS: a Harin e Vampiretta che as usual si sono sorbite il mattonazzo in anteprima (a loro l'arduo compito di spiecare NinoSCOPIO U__U)
NOTE: Mi scuso col povero Riidaa che è rimasto un po' in disparte in questa storia ...
GIA' POSTATI:
Uno Due Tre Quattro Cinque Sei Sette Otto Nove Dieci Undici Dodici Tredici Quattordici Quindici << Credo che Sakurai sensei mi piaccia, si …>>
La frase di Ryo cadde nel silenzio più totale. Poi Jun sospirò
<< Ma non va bene!>> gli disse. Ryo sgranò gli occhi poi si morse il labbro inferiore
<< E perché?>> chiese, in tono lamentoso
<< Perché il dottore ha già una persona che ama, e che lo ricambia …>> disse Jun.
<< Aiba sensei.>> disse Ryo, in tono risentito << Non posso nemmeno arrabbiarmi, con lui, è troppo scemo.>>
Kazunari dovette portarsi tutte e due le mani alla bocca per soffocare la risata che quest’affermazione gli aveva provocato
<< Sai, se si trattava di qualcun altro, mi sarei di sicuro messo in mezzo, ma … non posso. Non ci riesco.>> disse Ryo
<< Bravo.>> disse Jun, sorridendogli e scompigliandogli i capelli. Come una madre … Kazunari arrossì violentemente, a causa dell’immagine mentale che la sua mente aveva appena creato partendo da quel piccolo gesto
<< Ninomiya sensei, tutto bene?>> chiese Ryo, seriamente preoccupato
<< Si.>> si affrettò a rispondere Kazunari, sorridendo << E … per qualche strano motivo, nonostante tutto sei rimasto un bravo ragazzo … >>
<< I bravi ragazzi non pensano certe cose del proprio medico …>>> disse Ryo, scuotendo la testa
<< Ryo, succede di prendere una cotta per il proprio analista. E’ più o meno normale … solo che in questo caso … per tutta la tua vita hai conosciuto solo … quel posto, e … poi diventa difficile trovare qualcuno di cui fidarsi, e quando si trova, spesso si scambia questa fiducia per qualcosa di più …>>
Ryo ascoltò attentamente, poi annuì
<< Può essere, in effetti … dovrò pensarci, è una cosa un po’ difficile da capire, ancora, ma … pian piano sto imparando a distinguere le emozioni, e quindi forse è proprio così …>>
Kazunari sorrise, poi uscì, seguito da Jun. Un Jun terribilmente silenzioso
<< Che c’è?>> gli chiese, girandosi indietro a guardarlo. Jun alzò il viso e sorrise debolmente
<< Niente …>> disse, scuotendo leggermente la testa. Una volta arrivati nella stanza di Kazunari, però, Jun era ancora silenzioso. Kazunari si sedette sul letto e se lo tirò a sedere sulle ginocchia
<< Me lo dici cos’hai?>> chiese, preoccupato, scostando una ciocca i capelli dalla fronte di Jun. Quello fece una smorfia
<< Tu credi che io mi sia innamorato di te solo perché eri il mio medico? O perché abbiamo avuto le stesse esperienze?>>
Kazunari guardò il viso imbronciato di Jun, e lo baciò. Gli baciò gli occhi. Gli zigomi. La fronte. E di nuovo le labbra, poi sospirò
<< Io … che … quello che hai detto è la mia paura più grande … ho il terrore che una mattina ti svegli rendendoti conto di non amarmi davvero, ho paura di perderti, una paura tremenda, Jun … e non volevo confessartelo, perché voglio proteggerti, e non posso avere paura, se voglio proteggerti, no?>>
Jun lo guardò, rimanendo in silenzio ancora un po’. Poi sospirò e storse la bocca di lato, arricciando le labbra
<< Va bene anche se Kazu-chan ha paura. Perché ci sono io qui. E non me ne andrò. Mi sono innamorato di te. E perché sei tu. Sennò, scusa tanto, ma mi sarei preso il dottor Sho …>> disse, alzando poi un sopracciglio
<< Sei sleale! Questo è un colpo basso!>> protestò Kazunari, accigliandosi leggermente. Jun rise e lo baciò
<< Io ti amo, Kazunari.>> disse, in tono basso, direttamente nel suo orecchio. E Kazunari sentì un brivido di piacere lungo la schiena
<< Sei sleale e subdolo. >> disse, guardandolo negli occhi. Jun alzò un sopracciglio
<< Ecco perché ti piaccio così tanto.>> disse, tranquillissimo. Kazunari sorrise e lo baciò.
Ma la tranquillità fu interrotta da Masaki, che entrò, furioso, senza bussare
<> urlò, livido in volto. Kazunari trattenne il fiato. Non aveva mai visto Masaki così furioso, non con lui, almeno. Jun si affrettò a metterglisi dietro, terrorizzato.
<< Masa, non ti sembra di esagerare ad essere geloso di un paziente?>> disse Kazunari, alzandosi e cercando di parlare con la parte ragionevole del suo amico … o forse proprio col suo amico, che sembrava essere stato fagocitato dall’essere spaventoso che aveva davanti ora
<< Non quando il cercapersone di quello che si fa passare per il mio ragazzo continua a suonare e lui continua a scomparire senza che io riesca nemmeno a parlargli!>> urlò Masaki, isterico, serrando i pugni, e battendo il piede a terra. Ok, stava tornando in se. Battere il piede a terra era da Masaki, non da essere che faceva paura … un gemito lo fece girare. Jun era rannicchiato dietro la poltrona, terrorizzato.
<< Masa, datti una calmata.>> ringhiò Kazunari, avvicinandosi a Jun, che però scosse la testa
<< Adesso mi passa … solo … solo una reazione irrazionale …>> mormorò
<< Irrazionale un corno. Sono arrivato urlando come un pazzo … sono io quello che non riesce a ragionare in maniera lucida, ma … >> iniziò Masaki. Quando Kazunari si girò, si trovò davanti un essere completamente indifeso e decisamente a pezzi
<< Oh, cazzo, dottore, così non vale!>> disse Jun, uscendo dal suo rifugio ed andando ad abbracciarlo. Masaki si aggrappò a Jun, calmandosi e staccandosi poi sorridendo
<< Grazie, Jun-Jun … scusa se ti ho spaventato … di nuovo …>>
<< Scemo.>> disse Jun. Masaki fece una smorfia
<< Nino, il tuo ragazzo è cattivo …>> piagnucolò, mettendo il broncio
<< Lo so, ed è uno dei motivi per cui lo amo …>> disse Kazunari, con aria sognante
<< Mi è appena successa una cosa strana, e credo ci sia il vostro zampino …>> disse Sho, entrando nella stanza. Poi si bloccò, vedendo Masaki.
<< Devo iniziare a chiudere a chiave …>> borbottò Kazunari
<< Dopodomani saremo solo noi due, resisti, amore …>> disse Jun, sedendosi sulla poltrona
<< Puoi dirlo con me qui, o devo andarmene?>> si informò Masaki. Kazunari si chiese se solo a lui quel tono avesse fatto sentire una stretta al cuore. Ma anche l’espressione di Jun era preoccupata. E quella di Sho dolcissima
<< Piccolo, devi rimanere …>> disse. Masaki annuì, e sospirò
<< Posso stare in piedi o devo sedermi?>> si informò poi, abbassando lo sguardo. Sho lo strinse a sé
<< In piedi, così ti tengo abbracciato … ragazzi, non so cos’abbiate detto a Ryo, ma … mi ha fatto un discorso lunghissimo sulla fiducia, e su quanto spesso venga scambiata per qualcosa di diverso, e che finora lui aveva sbagliato, ma che grazie a voi ci aveva pensato bene … si, insomma, pare che gli sia passata la cotta da analista … il modo in cui ne ha parlato, così maturo … come suo medico sono davvero orgoglioso. E devo ringraziarvi, perché sono una schiappa totale a scaricare i pazienti, avrei fatto di sicuro un disastro e …>>
Masaki si staccò violentemente, e Kazunari ebbe paura che sarebbe caduto in mille pezzetti sul pavimento
<< In che senso un casino?>> chiese. Jun si alzò, pronto a sostenere Masaki, e Kazunari si chiese quando l’avesse adottato …
<< Sono una schiappa a scaricare i pazienti …>> ripeté Sho, abbassando il viso << Non ne sarei stato capace … si sarebbe illuso … avrebbe sofferto e la situazione sarebbe peggiorata …>>
<< Ah, io invece l’avrei presa benissimo, no?!>> urlò Masaki. Kazunari gli posò una mano sulla spalla, ma Masaki si svincolò
<< Non intendevo quello …>> disse Sho, arrampicandosi sugli specchi. Masaki si nascose il viso tra le mani tremando di rabbia
<< Masa …>>
<< Dovete proprio discuterne nella mia camera?!>> si intromise Kazunari
<< Se non vuoi che lo ammazzi di botte, si!>> urlò Masaki, girandosi di scatto, il viso inondato di lacrime.
<< Piccolo …>> lo chiamò Sho << Avresti sofferto anche tu, lo so, e avrei cercato di sistemare la situazione, perché non voglio che tu soffra …>>
Masaki gonfiò le guance, guardando Sho
<< Bara!>> disse poi, girandosi verso Kazunari e Jun ed indicando Sho, che però prese Masaki per il polso e lo attirò a sé, baciandolo.
<< Che figo!>> uscì a Kazunari, che poi ridacchiò
<< Che romantico ...>> disse Jun in tono piatto <
>
Masaki rise nel bacio, mentre Sho arretrava verso la porta, trascinandoselo dietro
<< Se vi staccaste, riuscireste a camminare ….>> disse Kazunari, vedendoli incastrarsi nella porta, districarsi e sbattere di nuovo.
<< Dettagli, lasciali andare …>> disse Jun, chiudendo la porta a chiave appena i due furono fuori. Kazunari sorrise, vedendo la luce negli occhi di Jun
Kazunari scattò a sedere sul letto, urlando e stringendo convulsamente le coperte. Si svincolò violentemente, sentendo delle braccia stringerlo, poi, pian piano, la voce di Jun si fece strada nel suo subconscio.
<< Nino … sono io …>>
Kazunari inspirò profondamente e sorrise al proprio ragazzo
<< Scusa, cucciolo … >> mormorò
<< Che stavi sognando?>> gli chiese Jun. Kazunari scosse la testa, sospirando, ma Jun lo costrinse a guardarlo. Kazunari si morse le labbra, a disagio, poi scosse di nuovo la testa
<< Hai sognato lui …>> mormorò
<< L’uomo della filastrocca … ho sentito la filastrocca, e ho pregato di svegliarmi … volevo che fosse solo un incubo … e per fortuna lo era … e ci sei tu …>> dovette fermarsi e premersi le mani sulla bocca per reprimere i singhiozzi. Jun lo strinse dolcemente, e lui gli si rannicchiò tra le braccia, tremando. Dopo poco si calmò e si staccò da Jun, sospirando. Lo baciò e si sdraiò nuovamente nel loro enorme letto. Vivevano nell’appartamento da una settimana, e non si erano ancora abituati ad essere da soli. Questo li portava ad avere incubi a turno almeno una volta per notte …
<< Nino-chan …>> la voce di Jun lo richiamò alla realtà
<< Nino-chan, stavi dicendo la filastrocca …>> mormorò Jun. Aveva lo sguardo terrorizzato. Kazunari si passò le mani sul viso
<< Scusami cucciolo …>> mormorò di nuovo. Jun sospirò e gli posò la testa sul petto
<< Smetti di scusarti.>> disse, in tono severo. Kazunari trattenne il fiato
<< Hai gli incubi. Li ho anch’io. Tu ricordi cose passate da molto, io da meno tempo, ma sono comunque gli stessi ricordi … che vogliamo o no, abbiamo un passato comune … che sia brutto o no, ci ricordiamo io di te e tu di me quindi …. Non scusarti se i ricordi ti fanno ancora paura. >>
<< Ma è passato tanto tempo, dovrei averla superata … tu hai gli incubi meno spesso di me, e ne sei appena uscito …>>
<< Io non ho conosciuto altro, amore! Per me è … quasi normale! Sei tu che stai ricordando … non so se riesci a capire quello che sto cercando di dirti, ma … >>
Kazunari si mise a sedere, guardando Jun. Anche Jun si alzò a sedere, ricambiando lo sguardo. Kazunari sospirò, poi fece una smorfia
<< Alla fine mi sa che la principessina in pericolo non sei tu …>> mormorò, abbassando il viso. Jun rise e lo abbracciò stretto
<< Hey, ogni tanto anche a me piace fare l’eroe …>> disse, in tono basso e suadente, Kazunari arrossì violentemente, per poi baciarlo
<< Purtroppo in certe situazioni, sei imprescindibilmente la principessa, non illuderti.>> disse. Jun rise di nuovo, sdraiandosi e tirandoselo addosso. Kazunari lo baciò, e ben presto, la stanza si riempì dei loro sospiri e dei loro gemiti. Quando, più tardi, suonarono alla porta, erano ripiombati nel sonno. Kazunari si svegliò a fatica, districandosi da Jun, cercando di non svegliarlo, ma il campanello suonò di nuovo, e Jun aprì gli occhi
<< Vado io …>> mormorò Kazunari, chinandosi a baciarlo ed infilandosi un paio di pantaloni della tuta. Quando aprì la porta, si trovò davanti Masaki e Sho. Quest’ultimo era pallido e sembrava sull’orlo di una crisi di panico, mentre Masaki rantolava ..
<< Masa, sei blu …>> disse Kazunari, per spostarsi e farli entrare. Masaki fece una smorfia
<< Ha finito gli antistaminici, e non ha la ricetta per quelli nuovi …>> disse Sho, ad una velocità incredibile. Kazunari annuì, fece sedere Masaki, che crollò all’indietro sullo schienale del divano, ma schizzò in avanti, in preda ad un attacco di tosse
<< Capito …>> arrivò un lamento dalla camera, e dopo pochi istanti, Jun apparve, vestito, con un bicchiere d’acqua in una mano e delle pastiglie nell’altra
<< Prendi queste.>> disse a Masaki, che si affrettò ad obbedire. Deglutì a fatica, poi si appoggiò di nuovo indietro. Sho, nel frattempo, si era calmato, ed ora sedeva accanto a Masaki, accarezzandogli una mano
<< Jun-Jun, che era questa cosa potentissima?>> chiese Masaki, riprendendo colore ed inspirando forte.
<< Medicinali di sicurezza. Oggi vai dal dottore, però!>>
<< Si mamma …>> disse Masaki, sorridendo
<< Mi hai fatto morire di paura, idiota!>> urlò ad un tratto Sho. Gli altri tre si girarono a guardarlo. Poi Masaki abbassò il viso
<< Scusami …>> mormorò. Sho gli posò la fronte sulla spalla, tremando leggermente
<< L’importante è che tu stia bene …>> mormorò dopo un po’
<< Sto per morire di diabete, tornate a casa ..>> supplicò Kazunari, mentre Jun annuiva. Masaki rise, e si alzò, avviandosi verso la porta. Ringraziò Jun ed uscì
<
> disse Jun, a Sho, severo. Sho annuì, ed uscì a sua volta. Kazunari chiuse la porta e si girò a guardare Jun
<< L’hai adottato …>> mormorò, con espressione divertita. Jun alzò un sopracciglio, poi sospirò
<< Può essere …>> disse << Sembra talmente fuori dal mondo, a volte, che mi viene naturale fargli da mamma …>>
Kazunari sospirò, ridacchiando poi
<< Saresti una mamma perfetta …>> disse, baciando dolcemente Jun
<< Intanto faccio la moglie perfetta e preparo la colazione. Tu metti un po’ in ordine in camera, e saprò ricompensarti adeguatamente …>>
<< Ma quando hai imparato tutti questi vocaboli difficili?>>
<< Mentre lavori, io leggo … ho da preparare tutti gli esami di scuola da privatista, devo sbrigarmi … se poi voglio iscrivermi in università …>>
Kazunari lo guardò, sentendo una fitta d’affetto. Si avvicinò e lo abbracciò, stringendolo forte. Jun si lasciò abbracciare, stringendogli le braccia attorno ai fianchi, poi lo baciò
<< Su, al lavoro!>> ordinò poi. Kazunari rise e si affrettò ad obbedire.
Sho alzò lo sguardo su Kazunari
<< Perché non sei andato da Masa?>> gli chiese, senza pensare
<< Perché questa volta ho bisogno di un medico …>> mormorò Kazunari, lasciandosi cadere sul divano. Sembrava esausto, notò Sho, alzandosi da dietro la scrivania e sedendoglisi di fronte, su una poltrona
<< Sembri a pezzi …>> disse
<< Continuo ad avere gli incubi … e anche Jun … io non so più che fare … voglio farlo sentire al sicuro, ma sono il primo a spaventarlo … mi sento una merda, ecco … >>
Sho sospirò
<< Nino, tu avevi cancellato tutto, e adesso ti ritrovi a ricordare perfettamente … chiunque sarebbe crollato, tu invece reggi … ma non puoi impedire al tuo subconscio di reagire …>>
<< Dammi qualcosa da prendere, allora …>> mormorò Kazunari, nascondendosi poi il viso tra le mani
<< E se Jun ha gli incubi?>> chiese Sho. Kazunari sbuffò
<< Vero …>> disse, facendo una smorfia. Sho sospirò
<< Io … non so che farei se non riuscissi a svegliarmi quando Masaki ha gli incubi … e da quando viviamo li ne ha continuamente … penso che anche nel tuo caso sia il cambiamento a provocarli … appena vi abituerete alla nuova casa, passeranno quasi del tutto …>>
<< Lo dici perché lo sai, o cerchi di convincerti che un giorno Masa smetterà di svegliarti?>>chiese Kazunari, ridendo
<< Temo tutte due …>> disse Sho, con un sospiro. Kazunari scoppiò a ridere, per poi tornare serio
<< Ok, mi do due settimane di tempo … però se non smetto di svegliarmi urlando la filastrocca, mi prescrivi qualcosa, vero?>>
Sho sospirò
<< Perché proprio io?>> chiese
<< Perché Masa non mi prescriverà mai un accidenti, ecco perché.>> disse Kazunari, passandosi di nuovo le mani sul viso. Sho sospirò
<< Forse ha le sue ragioni, non credi?>>
Kazunari sbuffò
<< In effetti … abbiamo smesso di prendere i farmaci l’anno scorso, tutti e due … però …>>
Sho sospirò. Capiva come doveva sentirsi Kazunari. Non riuscire a proteggere la persona che si amava era qualcosa che dava un fastidio tremendo, e lo sapeva bene …
<< Due settimane.>> concesse. Kazunari annuì, ed uscì, senza salutare ne nulla.