DAMIAN

Mar 01, 2014 02:44

Questa vince assolutamente il premio di storia più lunga in assoluto che io abbia mai scritto. Non di capitoli, quelo no. Ma in quanto a "tempo di percorrenza".
Le schede dei personaggi rialgono a quand'ero al liceo, la trama era finita prima che prendessi la patente ... si parla di ERE XD

Sto stendendo gli ultimi due capitoli, ma da quando ho ammazzato Alan è morto la cosa si complica XD (così dice la trama XD Prendetevela con la me adolescente paturniosa U_U)

C'è da dire che adesso che ho 31 anni, faccio fatica a seguire i ragionamenti contorti di Damian che ne ha 18 ancora. Non che non lo capisca, capisco tutti loro, ma mantenerli ad un livello espressivo e di linguaggio da adolescenti mi è difficile. Quando si invecchia cresce certi atteggiamenti e certi modi di pensare e di agire risultano eccessivi per certi punti di vista. Maaaaaa tanto il mio cervello è fermo ai 12 anni, quindi nessun problema a riguardo XD

TITOLO: ancora da definire
AUTRICE: Jinny
GENERE: angst (ma si, facciamo la sborona)
RATING: nc-17
WARNING: yaoi
NOTE: Storia e personaggi originali
GIA' POSTATI: Uno Due Tre Quattro Cinque Sei Sette Otto Nove Dieci Undici Dodici Tredici Quattordici Quindici Sedici Diciassette Diciotto


Damian si svegliò che era già pomeriggio. Sospirò, il viso premuto contro il cuscino del fratello, poi si alzò a sedere, guardandosi attorno. C’era ancora la divisa scolastica abbandonata sulla sedia. Il diploma, arrotolato, lasciato cadere in un angolo. La rivista che aveva iniziato a leggere la mattina precedente, aperta per non perdere il segno. Ma Alan non c’era. Alan non c’era più. Damian scese dal letto del fratello e lo rifece. Poi uscì, dirigendosi verso il soggiorno. Christopher alzò lo sguardo dal giornale

<< C’è già la notizia dappertutto …>> esordì, a mo di saluto. Damian ridacchiò

<< Pensavo saresti stato contento di vedere che non l’ho seguito a ruota …>> ironizzò, aprendo il frigo. Vi diede una veloce occhiata, ma il suo stomaco ebbe una stretta,quindi lo richiuse, con una smorfia. Girò attorno al tavolo, portandosi alle spalle di Christopher, per guardare il giornale. Foto del luogo dell’incidente. In una c’era anche lui, trattenuto dai poliziotti mentre gridava

<< Potevo venire peggio, visto lo stato in cui mi trovavo …>> ironizzò

<< Damy …>> Christopher si girò a guardarlo. Damian sorrise leggermente. Christopher si alzò e lo abbracciò. Damian si abbandonò all’abbraccio, con un sospiro

<< Effettivamente c’è da dire che sei fotogenico.>> concesse Christopher, dopo un po’ di silenzio. Damian ridacchiò e si sciolse dall’abbraccio.

<< Mamma è andata in agenzia …>>

Damian fece una smorfia

<< Conferenza stampa?>> chiese

<< Almeno.>> il tono di Christopher era tagliente. Damian gli sorrise

<< Tranquillo, ce la faccio.>>

<< Non è normale che tu ce la faccia, Dam!>>

Damian si strinse nelle spalle, piegando la testa di lato. Christopher sbuffò, e l’espressione di Damian divenne improvvisamente fredda

<< Non è facile, Chris, per niente. Ma voglio andare avanti. Ogni fottuto membro della mia famiglia ha deciso di farla finita. Hanno deciso loro che posso farcela. D’accordo?! Almeno adesso sono finiti!>>

Christopher rimase pietrificato dallo stupore, sentendo delle parole tanto fredde. Tanto irate.

<< Damy …>> lo chiamò. Damian di sedette, sospirando

<< Considero anche te e Ally parte della mia “famiglia”, ma so che voi due siete abbastanza sani di mente da riuscire ad affrontare la vita. So che non mi lascerete indietro. Forse …>> la voce gli venne meno per un attimo. Strinse i pugni e serrò gli occhi

<< Forse siete le uniche persone a cui sia mai importato qualcosa di come mi sentissi …>>

<< Ad Alan importava, Damy, lo sai …>> mormorò Christopher

<< E allora perché …?>> la voce di Damian tremò. Poi il ragazzo si alzò, rovesciando la sedia, ed uscì sulla veranda. Christopher raccolse la sedia, poi lo seguì, posandogli una mano sulla spalla. Damian teneva gli occhi chiusi

<< Stavolta fa davvero male …>> mormorò. Christopher fece per abbracciarlo, ma Damian scosse la testa, allontanandolo leggermente

<< Damy …>>

Damian aprì gli occhi, guardando verso il giardino.

<< E’ bel tempo, vado a farmi una nuotata!>> decise, rientrando in casa. Christopher si lasciò cadere seduto su una delle sedie che tenevano sempre fuori. Dopo poco, Damian gli passò accanto, in costume da bagno. Si fermò un momento, sorridendo

<< Vieni anche tu? Ricordati la crema, però, sennò vai a fuoco …>>

Christopher annuì appena e Damian si avviò verso la piscina. Come faceva? Si trovò a chiedersi Christopher. Com’era possibile che fosse così calmo? Con un sospiro, si alzò e si decise a raggiungerlo. Damian era di schiena nella piscina, lo sguardo rivolto al cielo. Christopher pensò se, in tutto il tempo in cui l’aveva conosciuto, l’avesse mai visto con un’espressione tanto triste. Si arrotolò i pantaloni e si sedette sul bordo della piscina, con i piedi in acqua

<< Che ho di sbagliato?>> chiese allora ad un tratto Damian. Christopher smise di schizzare acqua e lo guardò

<< Non hai niente di sbagliato, Damy …>> sospirò. Damian chiuse per un attimo gli occhi, poi si avvicinò nuotando. Posò le braccia sul bordo della piscina e guardò Christopher

<< Non abbandonarmi anche tu …>> supplicò, per poi nascondersi il viso tra le braccia incrociate. Christopher iniziò ad accarezzargli i capelli e Damian sospirò, scoprendo leggermente il viso e girandosi leggermente a sorridergli

<< Sei ancora allergico agli abbracci?>> chiese Christopher, allora. Il sorriso di Damian si allargò leggermente

<< No, ma sono completamente fradicio, magari aspettiamo che mi sia asciugato …>> ridacchiò. In quel momento vennero raggiunti da Allison

<< Mi distraggo un momento e vi trovo a fare cosacce in piscina!>> li prese in giro.

<< Magari!>> sospirò Christopher. Damian rise ed alzò il viso. Ma il sorriso scomparve vedendo l’espressione di Allison

<< Vogliono farti fare una conferenza stampa domattina …>>

Damian si lamentò, scuotendosi nella piscina e spruzzando acqua da tutte le parti, per poi uscire

<< D’accordo.>> disse. Stese un telo sulle pietre attorno alla piscina e si sdraiò. Allison e Christopher si lanciarono una lunga occhiata

<< Non vi vedo, ma so che avete la faccia preoccupata.>> li accusò Damian, alzandosi a sedere.

<< Fammi lavorare, Ally. Davvero. >>

Allison sospirò

<< D’accordo. Ma solo se mi prometti che quando sarà troppo dura me lo dirai e ti fermerai …>>

<< Se mi fermo sono fottuto.>> sospirò Damian, tornando a sdraiarsi

<< E non fate “lo sguardo”. Sono fatto così. Devo tenermi occupato, punto. Non voglio avere tempo per pensare, da domani. >>

La mattina dopo si trovò ad affrontare i giornalisti.

<< Non ho fermato neanche mio fratello, come non ho fermato mio padre. Lo dico già da subito, così da evitare mesi di inutili domande.>> esordì, senza lasciar fare nemmeno la prima domanda. Allison,accanto a lui, si girò. Non l’aveva mai visto così fragile. Ma non l’aveva nemmeno mai visto tanto forte.

<< Come si sente, signor Winters?>>

L’immancabile domanda. Allison vide le spalle del ragazzo incurvarsi, di colpo.

<< Damy …>> bisbigliò. Damian si alzò

<< Vi prego di scusarmi, ma non ce la faccio.>> mormorò nei microfoni che aveva davanti, per poi abbandonare la stanza. Uno dei capi lo seguì nel corridoio. Damian si girò a guardarlo, pronto a scusarsi per essere fuggito, invece si trovò abbracciato. Serrò gli occhi e si staccò

<< Prenditi questa settimana. Lunedì voglio te ed Allison nel mio ufficio. Abbiamo l’uscita di un film da pianificare, ragazzo.>> disse l’uomo. Damian fece un mezzo sorriso

<< Grazie …>> mormorò, mentre l’uomo si allontanava. Allison gli si avvicinò e gli prese una mano

<< Andiamo a casa, per favore …>> mormorò Damian,e la donna annuì.

Al funerale di Alan, Damian rimase fermo e muto tutto il tempo. Avevano deciso di seppellire quel poco che erano riusciti ad estrarre dalle lamiere vicino ai loro genitori, a Boston. Damian non aveva detto una parola da quando l’aereo era decollato. Fece solo un piccolo cenno, prima che seppellissero la bara, e vi si avvicinò, posandovi sopra una mano. Chiuse gli occhi e si abbassò, fino a posarvi anche la fronte. Christopher lo prese per le spalle e lo allontanò, mentre la bara veniva calata nella buca. Damian si girò a dare le spalle alla scena, stringendosi a Christopher, nascondendogli il viso nell’incavo tra spalla e collo, cercando con tutto sé stesso di non crollare. Perché questa volta non si sarebbe rialzato.

Quando la cerimonia finì, James, che era venuto con loro, gli si avvicinò

<< Io … volevo scusarmi per quello che ti ho detto l’altro giorno …>> mormorò

<< Per la precisione era notte e stavo cercando di capire come potesse un’auto essere ridotta in quello stato …>> replicò Damian

<< Non avrei dovuto dirti quella cosa.>> lo interruppe James. Damian serrò la mandibola

<< Però avevi ragione, sai?>> disse dopo un attimo di silenzio << Tutta questa storia di frequentare un anno da studente normale è stata un’enorme stronzata. Non avrei dovuto interferire così nella vita di mio fratello.>>

<< Io …>>

<< Non può funzionare, Jamie. Sei il ragazzo di mio fratello. Io ho la sua stessa faccia. Adesso non può proprio funzionare.>>

<< Stavo cercando un modo per dirlo …>> mormorò James, abbassando il viso. Damian gli sorrise

<< Lo so …>> mormorò. James annuì leggermente e si allontanò. Damian arricciò il naso, poi buttò fuori tutta l’aria in un colpo

<< Poteva almeno tentare di contraddirmi … >> borbottò. Christopher, che l’aveva raggiunto per vedere come stesse, ridacchiò

<< Sei terribile.>> disse. Damian sorrise

<< Ne sono consapevole. >> disse.

<< L’hai lasciato almeno parlare?>> chiese Christopher

<< Beh, più o meno. Sapevo cosa voleva dirmi …>>

<< E’ prevedibile …>> sospirò Christopher, rassegnato.

<< L’ho osservato morbosamente per mesi.>> lo difese Damian

<< Si, certo, come no. Io insisto che sia prevedibile.>> rise Christopher

<< Non ero io quello terribile?>> si informò Damian, ridacchiando a sua volta.

Allison li raggiunse ed indicò a Damian i giornalisti, in silenzio. Damian sospirò

<< Immagino dovrò parlarci …>>

<< Se te la senti.>> rispose Allison. Damian annuì leggermente e si avvicinò al gruppetto, trattenuto dagli addetti del piccolo cimitero.

<< Scusate se non vi lascio il tempo di fare domande. Ma sarebbe una cerimonia privata, vi pregherei di …>>

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La domanda lo lasciò spiazzato per un momento. Poi si girò verso Christopher, che era dietro di lui e sembrava pronto a qualsiasi cosa, bastava che lui glie lo chiedesse …

<< Perché …>> iniziò, girandosi di nuovo verso i giornalisti << Perché ho chi si è impegnato in tutti i modi, in questi giorni, a farmi sorridere. Ce l’ha messa davvero tutta. E alla fine ci è riuscito. Adesso per favore andatevene. Lasciate in pace mio fratello almeno da morto.>>

Detto questo, girò le spalle al gruppo di giornalisti, che era come esploso in un coro di domande, e si avvicinò a Christopher e Allison

<< Questa volta fa davvero male …>> ribadì

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