DAMIAN

Oct 26, 2011 17:53

Anche se continua a non leggerla nessuno (mia unica lettrice, dove sei finitaaaa T___T) vado avanti a postare, e a scrivere, che tra nn molto temo mi servirà averla tutta intera XD *risata malefica*

TITOLO: ancora da definire
AUTRICE: Jinny
GENERE: angst (ma si, facciamo la sborona)
RATING: nc-17
WARNING: yaoi
NOTE: Storia e personaggi originali
GIA' POSTATI: Uno  Due  Tre  Quattro  Cinque  Sei  Sette Otto  Nove  Dieci  Undici  Dodici

Alan sospirò. Aveva evitato James per tutto il giorno, a scuola. Con la scusa di non sentirsi bene, aveva saltato gli allenamenti, anche se un sms di Christopher, con la cronaca di una colossale spallata da parte di Damian al “fottuto gigante” gli aveva fatto pensare di essersi perso una scena epica. Ora era nella propria stanza, a fissare un punto imprecisato nel vuoto. Doveva affrontare James. Doveva chiarire quell’ultima frase che gi aveva detto. Quella che l’aveva fatto infuriare con Damian. Damian che lo difendeva sempre e comunque. Si passò le mani sul volto, poi si mise più comodo sul letto. Si sentiva esausto. Forse sarebbe stato il caso di dormire un po’ … ma bussarono alla porta, e riaprì gli occhi
<< E’ aperto …>> mormorò. La sua voce gli suonò così strana … si portò una mano al viso. Oh, fantastico, stava di nuovo piangendo. E Damian era in piedi sulla porta, e lo guardava, preoccupato
<< Non riesco ad affrontarlo …>> sospirò Alan. Damian sospirò a sua volta e lo raggiunse, sedendoglisi accanto sul letto. Alan posò la testa di lato, sulla spalla del gemello, che iniziò ad accarezzargli i capelli
<< Chris mi ha detto della spallata che hai tirato a Jamie …>> mormorò Alan, dopo un attimo di silenzio. Damian fece una smorfia
<< Non so cosa mi sia preso … Alec mi ha sgridato, sai? Ma … mi sono arrabbiato. Mi è preso qualcosa dentro, e … bam …>>
<< Ti ha ferito, Damy. E anch’io …>> mormorò Alan << Io non ho tenuto conto dei tuoi sentimenti … non l’ho mai fatto in realtà, ma …>>
<< Vero, non l’hai fatto. Per quello che riguarda Jamie non l’hai fatto. >> disse Damian, con una smorfia
<< Ma lui se n’è fregato dei sentimenti di tutti e due …>> borbottò poi, allontanandosi leggermente dal fratello per guardarlo in viso. Alan fece una smorfia
<< Domani verresti con me a parlargli? Lo mettiamo davanti ad un aut aut …>> mormorò, mentre le lacrime gli bagnavano il viso. Damian lo strinse forte
<< Ok. Vengo con te. Ma se dice stronzate, stavolta gli faccio male. Davvero.>> disse Damian. Alan annuì, sorridendo. Damian lo abbracciò stretto
<< E’ così bello vederti sorridere di nuovo, Al … davvero …>> sospirò. Alan gli si aggrappò, poi lo lasciò andare
<< Non stai con Chris, oggi?>> chiese al fratello
<< E’ da suo padre … >> rispose Damian, con una smorfia
<< Oh, è quel giorno del mese … >> disse Alan, annuendo
<< Si, poi ha le sue cose, si.>>> confermò Damian, Alan ridacchiò, e Damian gli sorrise, poi sospirò
<< Dovrai raccogliere anche i suoi di pezzi, mi sa oggi …>> disse poi Alan. Damian sospirò
<< Beh, lui raccoglie me, io raccolgo lui … è un rapporto alla pari, se non contiamo che mi sento una merda per come lo sto trattando …>>
<< Mi pare che tu lo stia trattando come al solito … no?>>
Damian sospirò
<< E’ proprio li, il punto … vorrei riuscire davvero a provare a pensare a lui come qualcosa di più che un amico, ma … ho altro per la testa … >>
<< Credo che lui lo capisca, sai?>> disse Alan, sorridendo e scostando una ciocca di capelli dal viso al fratello. Damian sorrise a sua volta, annuendo.

Christopher entrò nella stanza di Damian, senza chiedere nessun permesso o che. Chiuse la porta dietro di sé e si guardò attorno, come se non vedesse nulla. Mise a fuoco Damian e tentò di sorridergli
<< Stai tremando come una foglia, Chris … siediti, ti prego …>>
Christopher annuì leggermente e si avvicinò al letto, ma prima di arrivare si afflosciò, privo di sensi. Damian scattò in piedi e lo sorresse, giusto un attimo prima che cadesse a terra. Damian chiamò il gemello, che accorse immediatamente, spaventato dal tono di Damian. Vide Christopher a terra e lo sguardo terrorizzato di Damian
<< E’ entrato ed è svenuto così, all’improvviso … provo a farlo riprendere, tu …>>
<< Chiamo un’ambulanza. E Ally.>> disse Alan, cercando di tenere a bada il panico, cosa che gli riuscì mentre chiamava l’ambulanza. Ma appena sentì la voce di Allison scoppiò in singhiozzi. Non voleva spaventarla troppo, anche se vista la sua perenne assenza come madre se lo sarebbe anche meritato, pensò …
<< Alan, cazzo, parla, che succede?!>> chiese la donna, tra l’irato ed il terrorizzato.
<< Chris … è svenuto all’improvviso … Abbiamo chiamato l’ambulanza, non sappiamo cos’abbia …>> singhiozzò il ragazzo. Allison rimase un attimo in silenzio
<< Arrivo.>> disse poi.
Arrivò nel momento esatto in cui stavano caricando Christopher sull’ambulanza. Era ancora svenuto, Damian non era riuscito a farlo riprendere.
<< Sono sua madre!>> gridò la donna, lanciando le chiavi dell’auto a Damian, che le prese al volo, salendo poi al posto di guida
<< Non abbiamo la patente, Dam …>> gli fece notare
<< Ma almeno so guidare.>> rispose il ragazzo, mettendo in moto e lanciandosi dietro l’ambulanza. Alan si aggrappò con tutte le proprie forze al sedile, terrorizzato dalla velocità. Damian tallonò l’ambulanza fino all’ospedale. Fece scendere Alan
<< Vado a parcheggiare, meglio evitare una multa se guidi senza patente …>> disse. Alan annuì e si affrettò a raggiungere Allison, che stava seguendo la barella su cui stavano trasportando Christopher. Doveva esserci qualcosa che non andava, perché Allison piangeva, e stavano facendo respirare Christopher da una specie di sacchetto con la mascherina. E quello nei film non era mai un buon segno … prese la mano di Allison, quando li lasciarono in sala d’attesa, con sguardi severi ma rassicuranti, mentre portavano Christopher in sala operatoria. Fu un gesto istintivo. La donna si girò a guardarlo
<< L’hanno picchiato …>> singhiozzò << Hanno picchiato mio figlio tanto da spaccargli tre costole e perforargli un polmone … e non so chi sia stato, perché si era ripreso, ma quando glie l’hanno chiesto è svenuto di nuovo … >>
Alan si morse forte le labbra ed abbracciò stretta Allison. Non si era mai reso conto di quanto fosse esile
<< Adesso lo aggiustano.>> disse, convinto. Poi si rese conto che era quello che diceva Damian ogni volta che rimanevano in sala d’attesa aspettando che rianimassero loro madre … Damian arrivò in quel momento. Ad Alan, per un attimo, sembrò la scena di un film. Damian correva, con i capelli sciolti che ondeggiavano dietro di lui. Fu quasi sicuro di vederlo al rallentatore. E lui aveva la sua stessa faccia,anche se ora aveva il viso rigato di lacrime. E Allison era comunque una delle donne più belle che conoscesse, e lui conosceva anche attrici e modelle … tre persone così attraenti in uno spazio così ristretto … doveva trattarsi sicuramente di un film, quindi Chris stava bene, nessuno l’aveva quasi ammazzato di botte … Damian strinse tutti e due, forte, affondando il viso nei capelli del fratello, accarezzando la schiena ad Allison. La donna fu la prima a staccarsi. Aveva il mascara che le colava lungo le guance, cosa che fece sorridere i due ragazzi
<< Che c’è?>> chiese lei, con una voce che sembrava quella di una bambina
<< Hai tutto il trucco sbavato.>> sospirò Alan, con aria di disapprovazione, tamponandole il viso con un fazzoletto
<< Ma da quando ti vado a genio?>> chiese la donna, prendendogli il fazzoletto in malo modo e tirando fuori uno specchietto dalla borsa. Si sistemò in pochi gesti sicuri e si soffiò il naso
<< Da quando ho scoperto che non sei un cyborg stronzo …>> rispose Alan, stringendosi nelle spalle
<< Per lavoro devo esserlo.>> sbuffò lei << E odio piangere.>> disse poi
<< Non si può non piangere mai.>> disse Damian. Alan ed Allison si girarono a guardarlo, con le sopracciglia alzate
<< Tu non piangi mai.>> gli fece notare la donna. Damian fece un mezzo sorriso
<< Ma prima o poi andrò in pensione.>> disse, annuendo. Allison sbuffò. In quel momento un medico si avvicinò. Guardò con aria interrogativa i due ragazzi, chiaramente riconoscendo Damian, ma non disse nulla a riguardo. Damian glie ne fu tremendamente grato.
<< E’ fuori pericolo. >> disse << Ci tenevo a dirglielo. Ma … sarebbe meglio trovare chi l’ha ridotto così. Poteva morire …>>
<< Quando si sveglierà proverò a parlarci, ma …>> iniziò Allison
<< A Damy lo dirà di sicuro …>> disse Alan. Allison annuì ed il medico si congedò, tornando in sala operatoria.
Damian crollò seduto, con il viso tra le mani. Alan gli corse accanto, ma Damian alzò una mano, facendogli segno di fermarsi. Era uno di quei momenti in cui voleva rimanere solo. Si tirò indietro i capelli
<< Ok, ci sono.>> assicurò. Allison annuì, poi si allontanò per telefonare alla madre e all’ex marito. Alan si sedette acanto a Damian, stringendolo a sé
<< Se vuoi mi giro …>> disse, vedendo l’espressione contratta del gemello. Damian chiuse gli occhi, sospirando
<< Adesso lo aggiustano.>> disse
<< Adesso lo aggiustano.>> confermò Alan. Damian gli si aggrappò. Fu solo un attimo, ma Alan poté sentire tutto quello che stava sentendo. Ed iniziò a piangere. Damian si svincolò e gli prese il viso tra le mani
<< Scusa …>> mormorò  << Non volevo farti piangere …>>
Alan si asciugò gli occhi e posò la fronte alla spalla del fratello, sospirando
<< E’ il tuo migliore amico, e forse è qualcosa di più … l’ho sentito … meno male che è fuori pericolo, perché … saresti andato in pezzi, Damy, e io no so come consolarti, non sono capace …>>
<< Lo sei, invece. >> disse Damian, accarezzando i capelli del fratello << Ma Chris si rimetterà, e non sono andato in pezzi. Quindi tutto a posto, no?>> continuò poi, spostando Alan in maniera da poterlo guardare negli occhi. Quello annuì. In quel momento Allison tornò, pallida per la rabbia
<< Non lo vedrà più.>> disse << Ha detto che “i ragazzini si fanno male continuamente, scusa, ho da fare” … non lo vedrà più …>> tremava per la rabbia
<< Ma allora un po’ di bene a Chris ne vuoi!>> disse Damian, ridacchiando. Allison si morse le labbra
<< Benvenuta nel mondo umano, Ally …>> canticchiò Damian. La donna gli posò la testa su una spalla, Alan sull’altra. Un medico uscì per rassicurarli sul buon esito dell’intervento
<< Tra poco si sveglierà, se volete andare già nella sua stanza …>>
I tre si alzarono e seguirono un’infermiera, che li guidò alla stanza dove avevano portato Christopher
<< Quando si sveglierà sarà un po’ intontito … >> disse l’infermiera, ricevendo un sorriso da Damian in risposta, cosa che la fece arrossire ed uscire sorridendo con espressione leggermente ebete. I tre si sedettero accanto al letto di Christopher. Iniziavano a vedersi lividi anche sul viso e sul collo. Allison si portò una mano alla bocca, cercando di frenare i singhiozzi, mentre accarezzava delicatamente i capelli al figlio
<< Vi lasciamo da soli?>> chiese Damian. Allison annuì, ed i due ragazzi uscirono, in silenzio.

Christopher aprì gli occhi, lentamente. Era in ospedale …
<< Come ti senti? …>>
Allison? Christopher si girò incredulo verso sua madre. La donna aveva il viso rigato di lacrime e Christopher si sentì stringere il cuore. Tentò di sorriderle, ma ricordò cosa fosse successo e dovette aggrapparsi forte alle lenzuola per non correre a rannicchiarsi in un angolo. Inspirò profondamente e riaprì gli occhi. Allison fece per accarezzargli il viso, ma lui si scostò, istintivamente. Sentì le lacrime pungergli gli occhi
<< Era ubriaco …>> mormorò << Più del solito … credo fosse anche fatto, non so … e non so che ho detto … non lo so, giuro, ma si è infuriato … >> si nascose il viso con le mani
<< Pensavo di morire di paura … poi all’improvviso ha smesso di picchiarmi e si è messo a guardare la tv, allora sono tornato a casa … pensavo di cavarmela con un pianto, e invece sono qui … e mi fa male qualcosa? …>> si accigliò leggermente. Le costole. Ma doveva essere sotto antidolorifici, perché sentiva tutto molto ovattato …
<< Fammi capire, è stato tuo padre?>> la voce di Allison era diventata gelida e tagliente. Christopher si girò a guardarla
<< Era ubriaco …>> tentò
<< Oh, smettila di difenderlo! Ti ha spaccato tre costole, avevi un cazzo di polmone perforato! Probabilmente da sobrio non l’avrebbe mai fatto, ma non ci è dato saperlo, dato che è sempre ubriaco, o fatto, o tutte due!>> urlò la donna. Christopher sospirò
<< Io non voglio più andarci …>> mormorò << Ma …>>
<< Oh, no. Chiamo il giudice immediatamente. E gli arriva pure una bella ingiunzione restrittiva! Ha rotto i coglioni perché ti lasciavo andare solo una volta al mese, poi quando vai non ti caga neanche di striscio, ogni volta torni a casa più deluso della volta prima, e oggi quasi ti ammazza … non esiste. Nessuno fa del male a mio figlio e la passa liscia. Nemmeno se è tuo padre.>>
Christopher guardò la madre
<< Cazzo, sei fighissima …>> riuscì a mormorare, poi gli antidolorifici e un residuo di anestesia lo fecero piombare nuovamente nel sonno.
Quando si svegliò di nuovo, c’era Damian seduto accanto a lui. Sembrava stanco …
<< Pensavo avresti dormito fino alla settimana prossima …>> sorrise Damian. Christopher sorrise
<< Fa male …>> mormorò poi, con una smorfia
<< Oh … chiamo un’infermiera? >> chiese Damian, allarmato. Christopher scosse la testa. La flebo con gli antidolorifici era a posto …
<< Non in quel senso … ma … mio padre …>> la voce gli si spense. Damian gli strinse forte una mano
<< Sei vivo. >> disse, come per accertarsene. Christopher annuì
<< Lo sono.>> confermò. Damian sospirò e gli strinse la mano un po’ più forte
<< Mi fai male …>> mormorò Christopher. Damian allentò la presa, vedendo l’espressione dell’amico farsi  spaventata
<< Hai paura di me?>> chiese. Christopher fece per scuotere la testa, poi per annuire, poi rinunciò
<< Non lo so …>> disse. Damian annuì, sospirando. Poi abbassò il viso
<< Io … sento il bisogno di abbracciarti … e di dirti che si sistemerà tutto, ma, a parte la tua paura …>>
<< Ci stai girando attorno e sono intontito …>> sbuffò Christopher
<< Non so quanto possa essere giusto nei tuoi confronti … io non riesco a capirmi … sei molto di più di un amico, ma ho paura …>>
Christopher gli strinse forte la mano, girandosi a guardarlo
<< Ti ho già detto che va bene. Siamo … beh, più che amici va bene, per adesso … anche se per un po’ avrò paura di essere picchiato, temo …>>
Damian si chinò leggermente in avanti e posò le labbra sulla fronte a Christopher. Il ragazzo non si scostò, e quando Damian si rialzò, sorrideva
<< Potevi anche prendere la mira un po’ meglio, Winters … più in giù, magari …>> disse, indicandosi le labbra. Damian rise e lo baciò, dolcemente. Christopher sospirò
<< Forse di te non ho paura …>> concesse, scivolando nel sonno.

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