Dopo secoli, vado avani a postare Damian. Seriamente ho postato solo il 10?! O_O Meno male, ho altri due capitoli li pronti X°°°D Ovviamente non ancora riletti ne corretti ... prima o poi sistemo tutto, giuro X°°°D
Bene, intanto l'11 allora!
(ovvero: iniziano i casini >__> *parte musica vecchia di beautiful*)
TITOLO: ancora da definire
AUTRICE: Jinny
GENERE: angst (ma si, facciamo la sborona)
RATING: nc-17
WARNING: yaoi
NOTE: Storia e personaggi originali
GIA' POSTATI:
Uno Due Tre Quattro Cinque Sei Sette Otto Nove Dieci La conferenza stampa era andata in onda la sera stessa, e la mattina dopo, a scuola, Damian si trovò a sostenere sguardi, mormorii, insinuazioni di ogni tipo. Alan, al suo fianco, camminava in silenzio, stringendogli una mano, gli occhi ancora rossi dopo l’ultima crisi di pianto. Christopher gli camminava sull’altro lato. Carol e Alec li seguivano. Damian fece un mezzo sorriso quando Alec attaccò con un ruggito un gruppetto di ragazzini del primo anno
<< Amore, non scaldarti così … ci penso io.>> disse Carol, tranquillissima.
<< Cugina, fai molta più paura del tuo uomo …>> sospirò Christopher. Carol ridacchiò, mentre Alec borbottava qualcosa sul fatto che se la gente non si fosse fatta gli affari propri ci sarebbe stata una rissa di li a poco.
James li raggiunse in classe. Incurante delle persone presenti, abbracciò stretto Alan, che ricominciò a piangere, in silenzio. James lo tenne stretto, accarezzandogli i capelli e la schiena, e Alan si calmò in fretta.
<< Una conferenza stampa su questa cosa non mi sembra un’idea geniale …>> borbottò James. Alan si staccò, guardandolo severamente. Sia Christopher che Carol furono sicuri di averlo sentito soffiare.
<< Adesso non parlano d’altro, tutti quanti … fino a ieri erano solo i giornalisti, ma adesso …>>
<< Grazie per il tuo prezioso contributo, Harris. D’altronde ho avuto così tanta scelta … come su tutto, nella mia vita …>> disse Damian, in tono tranquillissimo
<< Oh, si, povera star hollywoodiana …>>
Il pugno da parte di Alan lo mandò a terra
<< Non t’azzardare a parlare in questo modo a mio fratello!>> sibilò Alan. James lo guardò, tenendosi il naso. Poi guardò Damian, che era rimasto seduto, con il viso basso, i capelli sciolti che glie lo coprivano
<< Scusa …>> mormorò. Damian si alzò ed uscì dall’aula, senza rispondere. Alan sbuffò e tirò in piedi James
<< Oggi cerca di parlarmi il meno possibile. E vedi che siano solo cose carine.>> gli sibilò.
<< Scusa …>> mormorò ancora James. Sembrava non fosse più in grado di dire altro … Christopher ringhiò qualcosa di inconsulto, mentre si alzava ed usciva seguendo Damian.
Lo trovò sulla scala antincendio dell’edificio, seduto con la schiena appoggiata alla ringhiera
<< Jamie non è davvero cattivo … è solo tremendamente stupido … sai, così alto, i pensieri ci mettono un po’ ad arrivare dal cervello alla bocca, e nel mentre ha già detto qualche cazzata …>> sospirò, sedendoglisi accanto
<< Perché lo difendi, Chris?>> mormorò Damian, senza neanche guardarlo
<< Perché ho l’impressione che tu preferisca così … piuttosto che essere così … deluso …>> disse Christopher
<< Ma se sono deluso, va solo a tuo vantaggio …>> ribattè Damian. Christopher fece una smorfia
<< Sono coglione, che ci vuoi fare?>> sbuffò. Damian ridacchiò, poi gli si appoggiò contro. Christopher gli cinse le spalle con un braccio. Rimasero abbracciati per un po’
<< Saltiamo la prima ora? Non credo che ce la farei …>> mormorò Damian, dopo un attimo di silenzio
<< Saltiamola.>> disse Christopher, annuendo vigorosamente. Damian rise
<< Ti prego, non essere così tremendamente addolorato per un’ora saltata …>> lo canzonò
<< Non ho fatto i compiti …>> disse semplicemente Christopher. Damian ridacchiò. Poi sospirò
<< Non pensavo mi avrebbe mai detto una cosa del genere …>> mormorò. Christopher si girò leggermente e gli baciò una tempia. Damian tremava forte e si mordeva le labbra.
<< Scusami …>> mormorò poi. Christopher si strinse nelle spalle
<< Dico che voglio far funzionare le cose con te e poi ci rimango così per Jamie …>> la voce gli tremò.
<< Sei sottosopra, Damy. E … lo so che lui ti piace … anche se sinceramente, al di la del suo aspetto incredibilmente attraente non vedo perché possa interessarti quando accanto a te hai la perfezione fisica ed intellettuale, cioè me …>>
Damian ignorò la battuta … non lo fece apposta, semplicemente non aveva la forza per recepirla … si rannicchiò contro Christopher, sospirando forte. Christopher sentì le lacrime pungergli gli occhi, e lo strinse forte a sé
<< Damy …>> singhiozzò. Quello sospirò ancora, poi si mise più comodo, posando la testa sulle gambe di Christopher, e nascondendosi il viso
<< Ho una nausea tremenda … ma adesso mi calmo e me la faccio passare … >> mormorò. Christopher iniziò ad accarezzargli i capelli con una mano, asciugandosi le lacrime con la mano libera
<< Damy …>> mormorò ancora. Damian si spostò leggermente ed aprì un occhio, per guardarlo
<< Non piangere, Chris … non adesso … non ho la forza per consolarti …>> mormorò, con espressione preoccupatissima
<< Dovrei essere io quello che ti consola, adesso, cretino!>> singhiozzò Christopher. Damian sospirò di nuovo, poi scosse la testa
<< Io c’ho provato …>> mormorò << Ma devo andare in bagno …>> detto ciò, scattò in piedi e corse via. Christopher non lo seguì. Non ci riuscì. Serrò gli occhi, abbandonandosi ai singhiozzi. Damian voleva Jamie. E Jamie l’aveva appena deluso. E faceva male da morire …
<< Winters … sei qui?>> chiese James al bagno apparentemente vuoto. Dall’unico gabinetto chiuso arrivarono alcuni colpi di tosse e rumori inconfondibili. James sentì il senso di colpa piombargli addosso come un macigno
<< Ti verrei ad aiutare, ma …>>
Sciacquone. E Damian che usciva dal gabinetto, senza un capello fuori posto
<< Lo so, anche solo l’odore farebbe vomitare anche te. >> borbottò Damian, abbassando subito lo sguardo
<< Volevo scusarmi per prima …>> disse James
<< Lo fai solo perché sennò mio fratello non si lascia trombare.>> sibilò Damian, Si avvicinò al lavandino, tirando fuori uno spazzolino da denti ed un dentifricio da viaggio dalla tasca dei pantaloni. James lo osservò rapito mentre si lavava i denti e poi si sciacquava il viso
<< Sei crudele …>> borbottò, dopo un attimo di smarrimento. Damian si girò a fulminarlo con lo sguardo
<< Si, lo sono. Lo sono perché dico cose crudeli pensandoci bene prima.>> disse
<< Scusami, ti prego …>> mormorò. Damian lanciò gli asciugamanini usa e getta nel cestino. Tremava di rabbia. Si girò a guardare James negli occhi
<< Tu non hai la minima idea di come sia la mia vita! Non ne hai la minima idea! Non sai cosa voglia dire essere perfetti in ogni istante, sorridere sempre anche quando tua madre tenta di ammazzarsi coi sonniferi ogni due settimane, quando tuo padre non c’è mai perché è troppo occupato a farsi la segretaria! Fare ruoli da adulto da quando hai quattro anni, aver interpretato così tanti ruoli da non capire più chi sei … e questo era fino a qualche mese fa! Poi i miei sono morti e si, non ho fermato mio padre, te lo dico io, così almeno tu potrai evitare di ricordarmelo. Pensavo che la cosa fosse … superata. Ma no, i cazzo di giornalisti ritirano fuori la storia … Alan non sorrideva nemmeno più! Prima di tornare a scuola, non sorrideva. E … ho avuto il terrore di vederlo diventare come nostra madre, ma per fortuna sei arrivato tu … ed è solo perché ti sono fottutamente grato se adesso non ti sto riempiendo di pugni! Prima … spero che tu non ti sa reso conto di cosa hai detto … voglio credere che sia così … e .. beh … ho perso il filo del discorso …>> la voce gli venne meno, Si appoggiò al lavandino, passandosi una mano sul volto. James era davanti a lui, molto, troppo vicino
<< Scusami …>> mormorò James, nell’orecchio di Damian. Quello scosse la testa
<< Ma …>> iniziò James
<< Sono incazzato con te e voglio rimanerci.>> disse Damian. James gli prese il mento tra due dita, facendogli alzare il viso, e lo baciò. Damian sentì le gambe cedergli. James gli passò un braccio dietro la schiena, sorreggendolo e bloccandolo allo stesso tempo. Damian si svincolò e spintonò via James, mandandolo a terra
<< Damian, io …>>
<< Tu sei un pezzo di merda! Un altissimo e bellissimo pezzo di merda, ma un pezzo di merda rimani!>> sibilò Damian. James fece per ribattere, ma dovette evitare per un pelo un calcio
<< Winters …>>
<< Non parlarmi! Non ti avvicinare a me! Non provare nemmeno a pensare di rivolgermi nemmeno un saluto, sennò ti ammazzo!>> urlò Damian. Poi guardò verso la porta. Aveva sentito qualcosa. Non un rumore, forse un cambiamento nella densità dell’aria … ma gli esseri umani sentono queste cose? Probabilmente era semplicemente che sentiva la presenza di suo fratello. Ed Alan era fermo sulla porta, ed aveva chiaramente visto tutto.
<< Jamie? …>>
Anche James si girò, e vide Alan che, aggrappato allo stipite della porta, tremava come una foglia
<< I … io …>> balbettò James. Damian scosse la testa e si allontanò. Arrivato alla porta, fece per posare una mano sulla spalla ad Alan, ma quello si scostò bruscamente
<< Non mi toccare!>> sibilò, guardandolo dritto negli occhi. Damian trattenne il fiato ed abbassò il viso, per poi allontanarsi velocemente. Solo arrivato sulla scala antincendio si rese conto di essere rimasto in apnea. Ma l’aria non voleva più entrare o uscire … non sentì le mani che gli stringevano le spalle, e solo vagamente la voce che lo chiamava, scorgendo solo ombre indistinte … poi ricominciò a mettere a fuoco e si piegò su un fianco, tossendo. Qualcuno gli stava accarezzando la schiena.
<< Scusa …>> mormorò, girandosi a sorridere.
<< Mi hai quasi ucciso per la paura!>> sbuffò Christopher, stringendolo a sé. Damian ridacchiò
<< Un altro bel disturbo da ragazzina con le paturnie mi serviva proprio …>> borbottò, lasciandosi abbracciare
<< Ti va di dirmi che è successo?>> chiese Christopher, in tono dolce. Damian sospirò e si staccò. Christopher lo vide arrossire
<< Jamie … lui … mi … mi ha baciato … e devo ammettere di averci messo un attimo a reagire, ma … l’ho spintonato via, volevo prenderlo a calci, ma s’è scansato il bastardo … e Al ha visto tutto e adesso ce l’ha con me …>> sull’ultima parte della frase, la voce gli divenne terribilmente flebile. Christopher gli posò le mani sul viso, scostandogli leggermente i capelli
<< Non smetti di parlare come quando sei arrivato, vero?>> chiese. Damian sorrise e scosse la testa
<< Tranquillo, Chris. Non smetto di tediarti …>> canticchiò. Poi si rannicchiò di nuovo tra le braccia del’altro
<< Sei enorme, ma quando ti abbraccio riesci a diventare più piccolo di me, come fai?>> chiese Christopher, sorridendo dolcemente.
<< Magia.>> rise Damian.
Alan bussò alla porta della camera del gemello ed aspettò che l’altro gli aprisse. Non ricevendo risposta, però, provò ad abbassare la maniglia. La porta era aperta, quindi fece capolino. Damian alzò il viso da un plico di fogli e gli sorrise. Ma il sorriso si spense subito, notando l’espressione contratta di Alan
<< Che cos’è?>> chiese in tono acido, indicando i fogli
<< Nulla di impegnativo. Uno spot natalizio … >>
<< Avevi detto che quest’anno non avresti lavorato!>> sibilò Alan. Damian abbassò il viso, sospirando
<< Mi serve qualcosa su cui concentrarmi …>> mormorò. Alan si avvicinò, gli prese i fogli di mano e li lanciò lontano
<< Dovresti stare vicino a me!>> urlò. Damian alzò le sopracciglia cercando qualcosa con cui ribattere, ma non gli venne in mente nulla.
<< Ho sempre vissuto alla tua ombra, tu … non hai idea di come sia avere la tua faccia ma non essere te! Ho avuto qualche storia, ma non ero mai io quello con cui uscivano,e adesso anche Jamie ti bacia e … non è giusto!>> gridò Alan, con tutto il fiato che aveva in corpo. Damian si alzò e raccolse i fogli
<< Esci, per favore.>> disse, in tono cupo. Si sentiva improvvisamente furioso …
<< Hai baciato il mio ragazzo …>>
<< Alan, davvero, vorrei rimanere da solo, per favore.>>
<< Hai baciato il mio ragazzo!>> singhiozzò Alan
<< Alt! Lui ha baciato me! E mi sono tirato indietro! No, per essere puntiglioso ho spintonato via lui! E … si, ok, mi piace, anche se davvero non riesco a capire perché, dato quello che è successo oggi! >> urlò Damian, senza riuscire a controllarsi. Alan si portò una mano alla bocca. Damian rimase fermo.
<< Damy …>>
<< Vuoi sapere come mi sento io?! Il ragazzo che mi piace mi ha baciato, e ho dovuto allontanarlo perché è il ragazzo di mio fratello! E mio fratello, il mio gemello, tutto quello che rimane della mia famiglia, la persona più importante che ho me lo sta facendo pesare! Quindi per favore, adesso lasciami solo!>>
Alan guardò allibito il gemello, senza riuscire a muovere un solo muscolo. Non aveva mai visto Damian così sconvolto in vita sua …
<< Fuori! Fuori!>> gridò Damian, prendendolo per le spalle e spingendolo verso la porta. Ma Alan gli si aggrappò, singhiozzando forte. Damian cadde in ginocchio a terra, mentre Alan si appoggiò con la schiena alla parete dietro di lui, tenendo strette le maniche della maglia del fratello
<< Damy …>>
Damian si staccò e scosse la testa, alzando il viso
<< E’ stata una brutta giornata, Al. Davvero brutta …>> mormorò. Alan sospirò e, continuando a piangere, uscì dalla stanza. Damian rimase fermo dov’era, seduto sul pavimento. Sospirò e si abbassò, fino ad incrociare le braccia a terra, nascondendovi il viso. Lo rialzò dopo poco, recuperando completamente il controllo. Si alzò e riprese a studiare. Dopo un po’ sentì di nuovo bussare e si girò verso la porta. Christopher entrò nella stanza e Damian gli rivolse un debole sorriso
<< Vi ho sentiti urlare e Al è andato giù alla piscina a piangere … e …>>
<< Non devi parlarne per forza, Chris … questa situazione fa male anche a te, e lo so, quindi per favore, evita l’argomento … ti va?>>
Christopher sospirò ed annuì, avvicinandosi. Damian gli cinse la vita con le braccia e gli nascose il viso contro il petto. Christopher iniziò ad accarezzargli i capelli e le spalle, sentendo la tensione che pian piano si scioglieva. Quando Damian alzò il viso, il suo sorriso enorme era tornato al suo posto, e Christopher ne fu sollevato. Gli accarezzò una guancia e lo baciò brevemente. Damian sospirò e si staccò
<< Dovrei andare da Al …>> mormorò
<< Tu oggi l’hai difeso, come tuo solito, e lui se l’è presa con te …>>
<< Chris, io ho te, ma Al … >>
Christopher guardò l’espressione preoccupata di Damian, poi sospirò e gli tese la mano
<< Vengo anch’io. Non voglio cadaveri in giardino …>>
Damian rise, annuendo