Harin ti lovvo che hai posatooooo (si, sono andata ad un corso di truzzese avanzato. Si sente, eh?)
e ti lovvo non solo per quello che hai postato (che ti procurerà gratitudine eterna), ma anche per il semplice fatto che così mi salvi dall'auto bannamento causa spam!! XDDDDD
Bene, smetto di tergiversare
TITOLO: Academy
AUTORE: Jinny
GENERE: AU, angst
FANDOM Obviously Arashi! Nessuno aveva dubbi (che gli altri johnnini non me ne vogliano, ma gli arabimbi mi vegono meglio... l'ossessione aiuta molto in questo...), ma qui dentro in effetti c'è un po' di tutto (evviva le AU!)
PAIRINGS: Principalmente Sakuraiba, Ohmiya, e poi... di tutto un po' ^^'
RATING: R, con parti nc-17 (si, parti, plurale... *si vergognissimerrima*)
NOTE E COMMENTI SPARSI: I 23 numeri d Hanakimi qui in italia hanno impiegato davero troppissimo tempo ad uscire e questo ha provocato nella mia mente tuttta una serie di bacazioni mentali allucinanti (che già non ne avevo eh?).
RINGRAZIAMENTI:ad Harin e Vampiretta, che si sono sorbite tuuuuuuutto il malloppo XD A Vampiretta che mi ha aiutata con il titolo (veramente è venuto a lei...) e con i rating (che mi mandano sempre nel panico)... basta, mi spengo e posto
GIA' POSTATE:
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 Satoshi entrò nella casa di Kazunari correndo. Salutò a malapena la signora Ninomiya e le fece velocemente le condoglianze, per poi precipitarsi a colpo sicuro verso la stanza di Kazunari. Spalancò la porta, e li trovò tutti a fissarlo, in silenzio. Era sicuro di averli sentiti parlare fino a due secondi prima. Ma in fondo, forse si era sbagliato… tendeva a sbagliare, a volte… guardò Kazunari, poi corse ad abbracciarlo. L’altro gli si aggrappò al cappotto, che aveva ancora addosso, aspirando il suo odore, come se non riuscisse a respirare se lui non c’era
<< Perché non sei venuto subito? Io… mi mancavi, ed ero così giù, e non… non avevo nessuno qui…>> singhiozzò
<< Scusami… scusami amore…>> mormorò Satoshi. Kazunari pianse un po’, poi si calmò e si staccò da Satoshi. Guardò gli altri tre e gli diede un rapido bacio. Satoshi arrossì violentemente
<< Davanti a loro?>> chiese, in un soffio
<< Oh, andiamo, senpai! Che sarà mai? Ti ha dato un bacino! Guarda…>> disse Jun, e gli posò delicatamente le labbra sulla guancia. Kazunari scoppiò a ridere
<< Ma che carino!!>> disse, guardando Satoshi diventare rosso.
<< Proprio non riesce ad essere meno rigido, eh, O-chan…>> disse Masaki, ridendo.
<< Perché lo chiami così, fratellone? E’ un tuo senpai…>> quasi si scandalizzò Yusuke
<< Tranquillo, fratello di Masa… siamo stati in camera insieme per secoli…>> disse Satoshi
<< Si chiama Yusuke… e poi sarei io lo stordito… dieci anni che ci conosciamo, non sai nemmeno come si chiama il mio fratellino…>> disse Masaki, imbronciandosi
<< Scherzo!>> disse Satoshi, sorridendo.
<< Che fatica il mio O-chan…>> disse Kazunari, abbracciandolo.
Qualche ora dopo, iniziò il funerale. Sho rimase leggermente in disparte, per non indispettire ulteriormente la signora Aiba, che gli aveva già lanciato delle occhiate glaciali. Al momento opportuno, abbracciò stretto Kazunari, che ora reggeva stoicamente, nonostante si vedesse benissimo che gli veniva da piangere e che era spaventato. Fece le proprie condoglianze alla sorella di Kazunari, che si inchinò di rimando, poi si inchinò davanti alla signora Ninomiya, che, nonostante i figli reggessero, piangeva, il fazzoletto premuto contro la bocca, le spalle scosse da un leggero tremito
<< Signora Ninomiya, mi dispiace moltissimo per la sua perdita, e… io non ho mai conosciuto suo marito, ma conosco suo figlio, e se Kazunari è così, suo marito doveva essere una persona davvero meravigliosa.>> disse. La donna sorrise tra le lacrime e lo guardò negli occhi
<< Grazie…>> riuscì a mormorare. Kazunari gli lanciò uno sguardo commosso, e Sho gli fece un cenno con la testa. Vide i suoi amici parlare a turno con i tre, e vide la signora Ninomiya abbracciare stretto Satoshi, dicendogli qualcosa nell’orecchio. Vide Satoshi annuire, con le lacrime agli occhi ed allungare una mano a stringere, seppure per un brevissimo istante, la mano di Kazunari.
<< Com’è triste…>> mormorò Masaki, accanto a lui.
<< Che fai, stupido fratello, piangi?>> chiese Yusuke
<< Masa piange sempre…>> lo canzonò Sho, passandogli un braccio attorno alle spalle. Masaki si staccò immediatamente, captando l’occhiata della madre
<< Scusa, Sho-chan…> disse poi, in tono terrorizzato. Sho serrò, suo malgrado, la mascella. Sapeva che Masaki aveva lo sguardo triste, ora, senza avere bisogno di guardarlo, ma… anche lui si sentiva triste.
Finito il funerale, i ragazzi si trovarono tutti insieme, tranne Yusuke che, dopo aver salutato tra le lacrime il fratello, era stato riportato in collegio dal padre. Kazunari si era ripreso abbastanza, ora, anche con l’aiuto di qualche birra rubata agli adulti. E fu in quel momento, in cui erano tutti un po’ brilli, che Sho disse la cosa che non avrebbe mai voluto dire. Guardò Masaki negli occhi
<< Non ce la faccio più. O me o tua madre… perché… io esisto anche se ci sono loro, e voglio poter essere il tuo ragazzo comunque. Ma se c’è tua madre, tu mi allontani, e… io non ce la faccio. O me o lei.>> detto questo, senza credere di averlo detto davvero, si alzò ed uscì. Sentì a malapena i passi dietro di lui, ma sentì lo schiaffo, fortissimo. Incontrò gli occhi, enormi e furenti, di Jun. Erano fermi in mezzo al corridoio
<< Tu non puoi permetterti di dire una cazzata simile! Non è così semplice! Cos’avresti fatto se i tuoi avessero reagito come i genitori di Aiba alla vostra relazione? Tu l’avresti mollato, per non deluderli! Lui sta con te lo stesso. Siamo ragazzini, è ovvio che cerchiamo ancora l’approvazione dei genitori, ma… Masaki ha litigato con suo padre, per te, e la notizia ha fatto il giro della scuola in meno di un secondo: nessuno si era mai ribellato al signor Aiba, nemmeno quand’era studente, ti rendi conto? Ma no, adesso vuoi di più! Vuoi troppo! Tu… oh, cazzo, tu non avevi la minima idea di cosa stessi dicendo, in quel momento… Sakurai senpai… dai, non…>>
Sho era caduto in ginocchio, si era seduto sui talloni e stava piangendo come un bambino, le mani sugli occhi, le spalle curve, i singhiozzi che uscivano ad ondate, lunghi e forti. Jun sbuffò e lo tirò su.
<< Spero solo che non se la sia presa così tanto come sembrava, ma… anche se fosse è talmente coglione che a vederti così mi sa che si scioglie… hai fatto effetto a me…>>
<< S… scusa, non vo… volevo piangere così, è solo che… che… mi vergogno tanto… non volevo dirlo… non lo pe… penso nemmeno… io…>>
<< Tu sei uno stronzo.>> concluse Masaki. Era fermo sulla porta della stanza di Kazunari, e Sho si sentì gelare, vedendo la sua espressione. Faceva paura. Sho si morse le labbra, cercando di darsi un contegno, ma era ancora scosso da singhiozzi silenziosi, e le lacrime non volevano saperne di fermarsi
<< Scusa, Jun, me lo prendo io.>> disse Masaki, in tono un po’ più dolce. Jun si affrettò ad entrare nella stanza. Masaki prese Sho per un braccio, e lo condusse in giardino.
<< Masa, io…>>
Masaki gli dava le spalle, ma Sho sapeva che aveva ancora l’espressione da… morte. Si, se la morte gli si fosse presentata davanti, avrebbe avuto quell’espressione…
<< Non so nemmeno cosa dire, Sho. Non so cosa fare. Non tutte le famiglie sono come la tua… tu hai una bella famiglia, davvero, ma non tutti sono così fortunati, e prima o poi dovrai rendertene conto…>>
<< Ma io me ne rendo conto… ho parlato a sproposito… io..>>
<< Tu eri arrabbiato da prima, lo so… perché mi sono staccato, ma… >>
<< Masa io…>>
<< Porca puttana, Sakurai, lasciami parlare, che già faccio fatica!>> urlò Masaki, girandosi di scatto. Sho trattene il respiro. Ora Masaki faceva più paura, ma Sho sostenne il suo sguardo, sperando che a Masaki arrivassero le sue scuse, sperando che capisse che in quel momento non aveva ragionato
<< In questo momento ti giuro ti mollerei, ma… non posso, perché poi cosa faccio senza il mio Sho-chan?>> si era calmato, di botto.
<< Però rimane il fatto che adesso non so cosa fare… tanto per cambiare… non puoi chiedermi di scegliere tra te e lei, perché io ho già scelto te… solo non so come fare a dimostrartelo… e non voglio che lei ti renda la vita impossibile… mio padre non è più una minaccia, a quanto pare, ma lei si… che casino…>>
<< Non piangere, Ma-chan…>>
<< Cos’è, tu puoi e io no? E non guardarmi così, sono ancora arrabbiato! Anche se sto cercando di spiegarti il perché di quello che è successo, non vuol dire che mi sia passata… balla, mi è passata…a desso voglio solo che mi abbracci, prima che partano le cascate, qui…>>
Sho non aspettava alto. Lo prese tra le braccia, e lo strinse dolcemente
<< Scusami, amore, sono un idiota…>> gli disse, mentre gli baciava il viso.
<< Si, è vero. Sei un idiota…>> mormorò Masaki. Sho gli accarezzò i capelli
<< Sono uno stupido, collerico idiota…>>
<< Si!>>
<< E ti amo tanto…>>
A questa frase, Masaki alzò lo sguardo, poi gli sorrise, si allontanò leggermente
<< Sono più alto di te.>> disse, per poi prendere il mento di Sho tra le dita e dargli un lungo bacio.
<< Fantastico, che gruppetto… Matsujun, mi sa che sei l’unico che guarda le ragazze, qui dentro…>> disse Kazunari ad un certo punto, quella sera.
<< Ehm, credo proprio di no.>> disse Jun, tranquillissimo. Gli altri quattro spalancarono occhi e bocca in un unico
<< Eh?!>>
Jun fece un mezzo sorriso
<< Io e Yamapi siamo una coppia… non ve l’ha detto perché è partito prima di voi… queste vacanze sono infinite…>>
<< Allora è riuscito a dirtelo!>> esultarono in coro Masaki e Kazunari
<< Diciamo che ci siamo chiariti, solo che… beh, mi ha mollato proprio sul più bello, e… Nino, non stupirti se il primo giorno di scuola saremo un po’ stanchi tutti e due. Non ho la minima intenzione di lasciarlo andare, questa volta.>> disse. Kazunari scoppiò a ridere.
<< Beh, e voi due?>> chiese Satoshi a Sho. Quello arrossì violentemente, mentre Masaki abbassava il viso
<< Abbiamo avuto una prima volta un po’ movimentata… poi ci abbiamo preso gusto, diciamo la verità…>> disse Sho, guardando Masaki con la coda dell’occhio
<< Movimentata? Hai presente quanta paura avevo?!>> saltò su Masaki. Ok, era ancora arrabbiato davvero, pensò Sho
<< Ma poi è andata bene…>> disse Sho
<< Se non contiamo la pausa in mezzo, i litigi, i pianti… poi si, ormai ti salterei addosso anche in mensa, ma… ho ancora paura…>> Masaki abbassò di nuovo il viso, e Sho si morse le labbra
<< Beh, dopo quello che è successo sulla terrazza, è ovvio che un po’ di paura tu l’abbia…>> disse Jun. Masaki si morse forte le labbra
<< Già.>> disse poi << La terrazza… mi sono ricordato qualcosa, e…>> scosse la testa. Sho si girò a guardarlo, trovandolo spaventato e confuso
<< La buona notizia è che siete arrivati in tempo, o quasi… la cattiva è che adesso contino a rivedere…e risentire la scena…>>
Sho gli passò un braccio attorno alle spalle e lo strinse forte. Masaki sospirò e gli si rannicchiò contro, tremando
<< Li faremo andare via, i brutti ricordi. Li sostituiremo con ricordi più belli…>> disse, in tono dolce
<< Senpai, tu non sei mai così dolce!>> si lamentò Kazunari, guardando Satoshi
<< L’ultima volta che ci ho provato, mi hai riso dietro per due settimane!>> protestò Satoshi
<< Ma adesso sono triste, vulnerabile, piccolo, carino ed indifeso…>> disse Kazunari, rannicchiandoglisi contro. Satoshi rise e lo strinse a sé
<< Uffa! Quando finiscono le vacanze?!>> si lamentò Jun.