TITOLO: Academy
AUTORE: Jinny
GENERE: AU, angst
FANDOM Obviously Arashi! Nessuno aveva dubbi (che gli altri johnnini non me ne vogliano, ma gli arabimbi mi vegono meglio... l'ossessione aiuta molto in questo...), ma qui dentro in effetti c'è un po' di tutto (evviva le AU!)
PAIRINGS: Principalmente Sakuraiba, Ohmiya, e poi... di tutto un po' ^^'
RATING: R, con parti nc-17 (si, parti, plurale... *si vergognissimerrima*)
NOTE E COMMENTI SPARSI: I 23 numeri d Hanakimi qui in italia hanno impiegato davero troppissimo tempo ad uscire e questo ha provocato nella mia mente tuttta una serie di bacazioni mentali allucinanti (che già non ne avevo eh?).
RINGRAZIAMENTI:ad Harin e Vampiretta, che si sono sorbite tuuuuuuutto il malloppo XD A Vampiretta che mi ha aiutata con il titolo (veramente è venuto a lei...) e con i rating (che mi mandano sempre nel panico)... basta, mi spengo e posto
GIA' POSTATE:
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Quando il giorno dopo tornò dal lavoro, trovò Masaki nella stanza. Nonostante stesse già diventando buio, teneva la luce spenta. Era seduto alla scrivania e guardava il libro aperto davanti a lui senza vederlo. Sho capì immediatamente che qualcosa non andava. Qualcos’altro. Accese la luce
<< Hey, piccolo, che fai al buio?>>
Masaki lo guardò
<< Temo dobbiamo parlare.>> disse, e Sho si bloccò dov’era. Si sentiva strano, ma non si mosse.
Da dove si era bloccato, fermo sulla porta, vedeva solo la schiena di Masaki. Recuperò il controllo. Senza dire niente, chiuse la porta, accese la luce e costrinse Masaki a girarsi. Masaki aveva gli occhi rossi e gonfi. Sho sospirò e gli accarezzò una guancia. Masaki non si spostò, ma non alzò lo sguardo su di lui
<< Non può andare avanti, Sho. Primo, i miei mi hanno più o meno scoperto e questa cosa li sta più o meno uccidendo… il che si ripercuote su mio fratello più piccolo… adesso stanno completando le ultime pratiche per il divorzio, e anche Yusuke finirà in collegio. Ormai è successo, ma se potessi evitare altri danni… e poi… io voglio davvero fidarmi di quello che ha detto il medico, ma… non ho la minima idea di cosa sia successo quella sera. L’unica cosa che ricordo è che volevo che, qualsiasi cosa volessero fare, finissero in fretta, perché avevo paura… in effetti, non so per quale strano motivo ho guardato l’orologio, e fra tutto sono rimasto su quella terrazza sette minuti… si mi ricordo di essere rimasto da solo con quelli per sette minuti, ma non ricordo altro… sono confuso, e la cosa peggiore è che so che l’unico modo per riuscire a passare indenni il resto dell’anno è lasciar perdere… poi tu andrai all’università, non ci vedremo più…
Sho lo guardò un istante, sentendo le lacrime pungergli gli occhi. Poi scosse la testa
<< Ma che cazzo spari, Aiba?!>> sibilò, prendendo Masaki per le spalle.
<< Io… >> iniziò Masaki, ma Sho lo baciò. Ignorò i suoi tentativi di svincolarsi e continuò a baciarlo. Sulle labbra, sul viso, sul collo. Masaki era rigido, cercava di sfuggirgli, ma lui non aveva la minima intenzione di lasciarlo scappare ancora. Aveva resistito per troppo tempo. Lo spinse con decisione sul letto, e gli sfilò la maglia, continuando a baciarlo.
<< Sho…>> iniziò a chiamarlo Masaki. Sho sentiva che si stava spaventando, ma non aveva intenzione di fermarsi. Scese lungo il collo di Masaki, fino al suo petto, e lo sentì rabbrividire, ma non solo per la paura. Lo sentì respirare più velocemente e continuò a baciarlo. Risalì, fino ad incontrare le sue labbra, così morbide ed invitanti. Masaki teneva ancora gli occhi aperti, quasi spalancati per la paura, ma allo stesso tempo non riusciva a resistere a quei baci. Sho si fermò un attimo, per sfilarsi a sua volta la maglia. Masaki approfittò per tentare di fuggire, ma Sho gli si mise a cavalcioni sopra, bloccandolo. Masaki prese un lungo respiro tremulo. Aveva le lacrime agli occhi, ma era troppo spaventato ed eccitato allo steso tempo per piangere. Sho lo baciò ancora sul petto, sul ventre, scendendo sempre più in basso
<< Sho… no…>> gemette Masaki, ma Sho gli stava già sfilando i pantaloncini, lasciandolo solo con i boxer. Alzò il viso a guardarlo, mentre si spogliava a sua volta
<< Sho…>> singhiozzò Masaki. Continuava a tentare di divincolarsi, cosa che Sho stava ignorando completamente. Tentò di nuovo di fuggire, rendendosi conto che erano entrambi completamente nudi, ma Sho lo fermò, prendendogli i polsi
<< Non fuggire da me.>> gli disse, quasi minaccioso. Gli fece aprire le gambe. Masaki iniziò a lottare per liberarsi, ma Sho ignorò quei suoi tentativi. Lo tenne fermo, riprese a baciarlo. Lo sentiva dibattersi, lo sentiva urlare di lasciarlo. Poi lo sentì rilassarsi, mentre continuava a baciarlo ed accarezzarlo. Le urla lasciarono il posto ai gemiti, la paura si trasformò in piacere, i singhiozzi divennero sospiri. Le mani di Masaki vennero lasciate libere di esplorare il corpo di Sho, le sue labbra erano avide di nuovi baci. Strinse le gambe attorno ai fianchi di Sho, iniziando a muoversi insieme a lui, non contro di lui, sentendolo muoversi dentro di lui sempre un po’ più veloce. Lo sentì chiamare il suo nome, con voce stranamente bassa, leggermente roca. Lo sentì artigliargli leggermente la schiena, inarcarsi per averlo ancora più vicino. Il piacere li investì insieme, come un’onda, lasciandoli abbracciati, i petti e le spalle che si alzavano ed abbassavano man mano che i loro respiri rallentavano, i cuori che martellavano all’unisono. Sho aspettò che Masaki si rilassasse ed abbandonasse del tutto, poi uscì da lui, piano, come per scusarsi dell’aggressione di poco prima. Si sdraiò, sentendosi appagato, ma anche terribilmente in colpa. Dopo un istante, Masaki si alzò a sedere. Sho lo guardò. Scrutò il suo profilo accigliato e vide una lacrima rotolargli lungo la guancia.
<< Ma-chan… scusami…>>
<< Fammi capire per cosa. Per aver reso tutto più complicato? Per avermi praticamente violentato? Per avermi spaventato a morte?>> urlò Masaki
<< Non puoi decidere tu per tutti due!>> urlò di rimando Sho, scattando a sedere. Masaki si ritrasse leggermente
<< Non puoi decidere all’improvviso di fare il bravo bambino scaricandomi! Perché… beh, io non ho la minima intenzione di farmi scaricare! Perché se mi lasci, diventa l’inferno! Stare qui sarà l’inferno, andare all’università sarà l’inferno, stare lontano dalla mia famiglia senza averti accanto sarà l’inferno!>>
<< E’ già l’inferno, Sho, perché se non ti lascio, non potrò più vederti!!>> il tono di Masaki era isterico mentre lo urlava. Sho lo guardò
<< Davvero la situazione è così grave?>> chiese poi.
<< Qualcuno ci ha fotografati mentre ci baciavamo… e non è qualcuno della scuola… sono perennemente controllato da uomini di mio padre… che però non possono intervenire se ne ho bisogno, perché sennò sarebbe come ammettere che mi sta controllando…>>
Sho guardò Masaki. Lo vedeva solo e fragile contro un mondo che lo voleva completamente diverso. Un mondo che gli imponeva di essere freddo e distaccato, quando lui si preoccupava per tutti. Un mondo che gli imponeva di essere severo e deciso, quando lui invece era dolce.
<< Hanno fatto quello che hanno fatto a Nino… O lo molli o si gioca l’università… se ti giochi l’università, ti giochi il tuo futuro, e… e non potremmo più vederci… e io preferisco non essere una coppia, piuttosto che non vederti… perché se non ti ho in camera, non riesco a respirare…se non so che a cena siederemo vicini, impazzisco…>>
Sho lo guardò, poi sospirò
<< In pratica, adesso potremmo essere a rischio…>>
Masaki annuì, asciugandosi gli occhi
<< Speravo che almeno tu potessi salvarti dallo schifo di questo posto, dalla mentalità ristretta ed ipocrita dei nostri genitori, invece… >> disse
<< Ipocrita?…>>
<< Sho, sveglia, credi che siamo i primi che fanno sesso nel dormitorio dalla fondazione del collegio? Pensi che questa sia la prima generazione di depressi costretti a rinunciare all’amore per il buon nome della famiglia? Perché credi che mio padre abbia acconsentito ad intercedere per Nino con il preside per la questione del diploma? E’ come se tuo figlio ti chiedesse di intercedere per il mio! Ma nonostante ci si siano scontrati, non hanno cambiato mentalità… forse sono ritardato, perché non ci arrivo, ecco…>>
Sho gli prese il mento tra due dita e lo baciò. Masaki sospirò, ma ricambiò il bacio con passione, come se ne andasse della propria vita. Poi si staccò, si alzò, si rivestì in fretta e fece per uscire
<< Non va, Sho. Datti una calmata, fatti una doccia fredda. Mi hanno dato l’aut aut, non possiamo fare molto altro che ascoltarli. Mi dispiace. >> detto questo, uscì. Sho si prese il viso tra le mani e pianse fino ad addormentarsi.