In questo capitolo si capisce che è successo (o meglio, viene finalmente raccontato... ma non spoileriamo, accidenti!!!!!!! (bh, ma questo non vale come spoiler... e poi lo faccio io quindi... *si picchia per smettere di scrivere vaccate*
Bene, intanto buona lettura (o rilettura)
TITOLO: Academy
AUTORE: Jinny
GENERE: AU, angst
FANDOM Obviously Arashi! Nessuno aveva dubbi (che gli altri johnnini non me ne vogliano, ma gli arabimbi mi vegono meglio... l'ossessione aiuta molto in questo...), ma qui dentro in effetti c'è un po' di tutto (evviva le AU!)
PAIRINGS: Principalmente Sakuraiba, Ohmiya, e poi... di tutto un po' ^^'
RATING: R, con parti nc-17 (si, parti, plurale... *si vergognissimerrima*)
NOTE E COMMENTI SPARSI: I 23 numeri d Hanakimi qui in italia hanno impiegato davero troppissimo tempo ad uscire e questo ha provocato nella mia mente tuttta una serie di bacazioni mentali allucinanti (che già non ne avevo eh?).
RINGRAZIAMENTI:ad Harin e Vampiretta, che si sono sorbite tuuuuuuutto il malloppo XD A Vampiretta che mi ha aiutata con il titolo (veramente è venuto a lei...) e con i rating (che mi mandano sempre nel panico)... basta, mi spengo e posto
GIA' POSTATE:
1 2 3 4 << Temo si colpa mia.>> disse Satoshi. Sho rimase a guardarlo. Satoshi teneva il viso basso, e le spalle incurvate. Una piccola figura fragile accanto a lui.
<< Ohno-kun…>>
Satoshi si era fermato in mezzo al corridoio e tremava leggermente. Sho gli posò una mano sulla spalla
<< Ti va se ti offro un te?>> chiese Satoshi, alzando il viso. Sho annuì, e lo seguì alla caffetteria della scuola.
<< Non so bene da dove iniziare, ma credo sia giunto il momento… quel ragazzo ti interessa, e non lo consideri solo un amico… non fare quella faccia. Si vede… nemmeno io ero così protettivo, ed eravamo davvero molto uniti. Ma tu…>>
<< Beh… è carino e coccoloso…>> disse Sho. Satoshi sorrise, mescolando il te.
<< Io l’ho abbandonato.>> disse, mentre il sorriso si trasformava in qualcosa che assomigliava parecchio ad una smorfia di dolore.
<< Sai, essere suo amico è una cosa impegnativa, e io temo di non farcela più… lo adoro, non fraintendermi, ma… tutto quel casino tutti i giorni per dieci anni…>> Satoshi lasciò la frase in sospeso
<< Tu sei riuscito a fare in tre mesi quello che a me non è riuscito in dieci anni… io lo accudivo e basta, ma tu l’hai addomesticato…>> disse, sorridendo.
<< Solo perchè ho un carattere un po’ prepotente e mi impongo.>> disse Sho, bevendo un sorso dalla tazza che aveva davanti. Satoshi sorrise e sopirò
<< A due settimane dalla fine dell’anno, subito dopo gli esami, gli è arrivato un telegramma dei suoi che gli dicevano di non tornare a casa per più tempo di quanto non gli servisse per fare il bucato e rifare la valigia. Lui non l’ha presa bene, e come avrebbe potuto… ma sapeva che non ero in forma per motivi miei e ha fatto finta di niente, diventando sempre più casinista… gli ho urlato che non lo sopportavo più, e che capivo perchè i suoi non lo volessero intorno. Poi non gli ho più parlato… mi sono fatto cambiare stanza perchè non ho il coraggio di guardarlo dopo avergli detto una cosa simile… La notte prima che partissi è stata terribile… sapeva che avrei cambiato stanza… quando pensava che dormissi ha nascosto la testa sotto il cuscino e ha pianto… tutta la notte, senza smettere… mi sono sentito così male… ma non riesco a trovare il coraggio di chiedergli scusa… >> Satoshi si prese tra le mani il viso bagnato di lacrime. Sho gli posò una mano sulla testa
<< Non è difficile chiedergli scusa… anche quando fa l’arrabbiato, è comunque sempre Masa… >>
<< Ha due punti deboli: la sua famiglia e i voti… e siamo riusciti a tirarli in ballo tutti due in così poco tempo… potremmo sembrare una coalizione…>> disse Satoshi, asciugandosi gli occhi e sorridendo.
<< Non si merita che siamo così stronzi… ah! Dopo gli esami ci sarà il festival scolastico?>> chiese Sho. Satoshi annuì. Arrossirono entrambi
<< L’hai pensato anche tu, vero?…>> chiese Sho.
<< Più o meno… però ho anche pensato a Nino vestito da principessina cinese…>> disse, con un filo di voce. Frugò nel portafoglio e ne estrasse una foto
<< Questa è dell’anno scorso… le tre principesse vincitrici…>> disse Satoshi. Sho guardò la foto. Jun e Tomohisa erano decisamente incantevoli, nei loro vestiti pieni di nastri, nonostante lo sguardo di Jun risultasse decisamente infastidito. Tomohisa sorrideva tranquillo. Kazunari…
<< Nino è deliziosa…>> disse Sho, ridacchiando. Satoshi arrossì, orgoglioso, e Sho ebbe un’illuminazione
<< Ah? Ti piace Ni…>>
<< Zitto!>> sibilò Satoshi.
<< Sono all’ultimo anno… tra tre anni penderò le redini dell’azienda di mio padre! Certe cose non si pensano nemmeno!>> disse. Sho lo guardò.
<< Ma Imai e Takizawa, scusami?>>
<< Loro sono un caso particolare… La madre di Takizawa ha sposato il signor Imai, le aziende si sono fuse alla morte del signor Takizawa. Loro due vivono insieme, e tra l’altro sono secondogeniti… se non erediti, non hai responsabilità…>> sospirò Satoshi
<< Ma è ingiusto!>> protestò. Satoshi si strinse nelle spalle
<< Qui funziona così… Yamashita non dirà mai nulla a Jun… io non mi dichiarerò mai a Nino…>>
<< E io non posso dire nulla a Masaki, è così?>>
Satoshi annuì, mesto. Sho si morse le labbra
<< Beh, tanto…>> disse, ma sentì l’angoscia impadronirsi di lui.
<< Approfitta del fatto di averlo in stanza con te. Come fanno tutti…>> disse Satoshi. << Ci sono molte coppie invisibili…>> disse, sorridendo mesto. Sho annuì. Poi si alzò e tornò nella sua stanza. Masaki gli fece un cenno con la mano. Sul tavolo, tre lattine di qualcosa che sembrava un energy drink erano rovesciate, vuote.
<< Vuoi che ti provi qualcosa?>> chiese Sho, sedendosi sul letto. Masaki lo guardò
<< Davvero lo faresti?>> chiese, entusiasta. Sho finalmente lo riconobbe. Gli sorrise ed annuì. Masaki gli passò un foglio dove aveva segnato tutte le domande possibili e le risposte.
<< L’ho fatto ancora la settimana scorsa… l’ho fatto per tutte le materie…>> disse, parlando velocissimo e saltellando eccitato.
<< Bravissimo.>> disse Sho, accomodandosi bene sul letto. Masaki si bloccò. Sho alzò lo sguardo dalle domande per scrutarlo.
<< Grazie Sho-chan…>> disse, con un sorriso di una dolcezza disarmante. Sho si sentì sciogliere
<< Dico solo la verità.>> disse, distogliendo lo sguardo. Iniziò a fare le domande. Masaki rispose a tutte, se qualcosa non gli era chiaro, Sho glie lo rispiegava. Per ora di cena, storia e Matematica erano pronte. Scesero in mensa, esausti ma soddisfatti. Masaki continuava a chiedergli cose, e Sho era ben felice di rispondergli, constatando con piacere di ricordarsi molto più di quello che credeva.
<< Senpaaaai!!>> arrivò l’urlo di Tomohisa, che aveva preso un tavolo ed ora si sbracciava nella loro direzione
<< Vai da Yamapi prima che si sloghi una spalla. Intanto prendo la cena…>> disse Sho a Masaki, che sorrise ed andò a sedersi.
<< Masa così tranquillo sotto esami?>> chiese una voce dietro di lui. Sho si girò per incontrare i profondissimi occhi di Jun
<< Ciao Mattsun!>> disse, sorridendogli. Jun gli sorrise
<< E’ bello vederlo contento nonostante il periodo.>> disse Jun, indicando con un cenno della testa Masaki che intratteneva Tomohisa e Kazunari con una serie di scemenze. Sho non poté fare a meno di sorridere scuotendo la testa.
Quando arrivò al tavolo, Masaki lo salutò lanciando le braccia in aria
<< Il cibo!! Il cibo!!>> urlò, felice. Sho posò il vassoio e lo abbracciò stretto, mentre sul tavolo calava il silenzio. Masaki lo guardò, leggermente interdetto, arrossendo. Sho si staccò.
<< Scusami. Eri troppo kawaii…>> disse Sho, abbassando il viso. Masaki sorrise, mentre gli altri ridevano.
<< Se ti fa questo effetto, cercherò di esserlo sempre…>> mormorò Masaki. Sho si girò a guardare il rossissimo essere seduto al suo fianco. Appena fu sicuro che nessuno stesse prestando loro la minima attenzione, gli strinse la mano sotto il tavolo. Masaki gli si aggrappò forte, intrecciando per un attimo le proprie dita a quelle di Sho. Poi si staccò per lanciare la carta di una cannuccia a Kazunari che aveva fatto una battuta cattiva.
Satoshi si fermò alle spalle di Jun e fece un cenno a Masaki. Nessuno l’aveva visto entrare. Masaki sospirò. Fece cenno a Sho di rimanere seduto e seguì Satoshi fuori dalla porta a vetri che dava sul cortile interno. Sho osservò attentamente la conversazione. Satoshi parlottava, mangiandosi mezze parole come al solito. Masaki teneva il viso basso. Satoshi si inchinò e fece per allontanarsi, ma Masaki gli teneva una manica. Sho lesse chiaramente il labiale. Non ce la faccio, Masa. Masaki lasciò la presa e sparì alla vista. Sho prese il cellulare che vibrava. Un messaggio
“Ci vediamo in camera. Devo rimettermi a studiare. Finisci di mangiare con calma, poi prima di dormire mi riprovi matematica, ti va?”
Sho sospirò, mentre scriveva
“Arrivo, piccolo.”