Fan Fiction - John Winchester ("Lonely is the hunter" - Capitolo 09)

May 11, 2009 00:36

Titolo: Lonely is the hunter
Fandom: “Supernatural”
Personaggio: John Winchester
Prompt: 100. Luce - 088. Subire - 077. Argento - 065. Emozione - 059. Tavolo
Rating: G
Note: Lonely is the hunter (si ringraziano i Kiss per aver fornito - a loro insaputa - il titolo della fic) nasce come racconto della vita di John Winchester, dalla nascita di Sam (001. Nascita) alla sua morte nel primo episodio della seconda stagione (003. Morte), soffermandosi su momenti e situazioni che non sono comparsi nella serie. Le drabble sono scritte in prima persona e seguono l’ordine cronologico. Scritte per 100per100
Dedica: Alle tre persone che mi hanno fatto venire la voglia di scrivere su “Supernatural”: androgena82, babycin, ecstaticagony. Grazie ♥
Disclaimer: I personaggi citati appartengono a Kripke, io mi sono solo divertita a giocarci.
Tabella: qui

Capitoli precedenti: 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8


100. Luce.

1993
Me ne sto fermo davanti alla porta aperta, lo sguardo perso davanti a me. Osservo i giochi di luce che il sole crea quando i suoi raggi colpiscono le carcasse delle macchine. C’è un silenzio innaturale intorno che mi mette a disagio. Bobby chiama questa ‘casa’, però io non riesco a sentirmi al sicuro. O forse è solo la mia angoscia.
Sento un rumore alle spalle, lo riconosco subito da quella andatura baldanzosa che rallenta sempre di più mentre si avvicina a me. Sento il suo timore, fatto di rispetto e paura. Neanche mi volto.
“Dean. Volevi chiedermi qualcosa?”


088. Subire.

“Quanto resteremo qui?” mi domanda diretto, senza tentennamenti. Sento la frustrazione nella sua voce, quella di un ragazzo che deve subire il suo destino senza poter cambiarlo. Questa consapevolezza mi stringe il cuore.
“Quanto basta per portare a termine la caccia” rispondo con eccessiva durezza.
Dean non risponde; anche senza vederlo, posso leggere l’incertezza nel suo silenzio.
“Posso venire con te?” chiede alla fine in un sussurro veloce.
“No.” La mia risposta è secca, decisa, ma non basterà a metterlo al suo posto. Lo conosco, è mio figlio.
Mi volto verso di lui per raccogliere la sfida del suo sguardo.


077. Argento.

“Perché no?” Il suo viso è una maschera di collera insoddisfatta. “Sono grande abbastanza, ho già quattordici anni!”
“Hai solo quattordici anni” lo correggo. “Non se ne parla, Dean.”
“Ma perché!” Ora non sta più chiedendo, sta supplicando. “Se questo è il mio futuro, perché non posso venire? So cavarmela. So che l’argento è indispensabile per i licantropi, so come comportarmi con i fantasmi. So…”
“Non mi interessa quello che sai!” La mia voce sale di intensità. “Tu devi stare con Sam!”
“Sono stufo di far la balia ad un bambino!” Lacrime di rabbia gli spuntano agli angoli degli occhi.


065. Emozione.

Non prova nessuna emozione quando la mia mano lo colpisce sul volto. Ha chiuso gli occhi prima ancora che alzassi il braccio per colpirlo.
”Non dire mai più una cosa del genere. Lui è tuo fratello!” gli sibilo furioso.
Mi fissa per un istante con lo sguardo colmo di tristezza. “Sissignore” sussurra, portandosi una mano a coprire i segni che la mia gli ha lasciato sulla guancia.
Se ne va e resto solo a guardarmi le dita, odiandomi ancora di più.
Chiudo il pugno e lo stringo forte, fino a quando le unghie non segnano a sangue la mia carne.


059. Tavolo.

Adesso siamo seduti al tavolo per il pranzo. Bobby mi parla ma io non lo ascolto; sto guardando Dean che resta seduto immobile, lo sguardo fisso sul cibo che non ha ancora toccato.
Sam lo osserva in silenzio prima di avvicinarsi a lui; la sua piccola mano si posa su quella del fratello. I loro occhi si incontrano, Sam gli sorride e un istante dopo Dean risponde al sorriso. Il dolore scivola via, il ragazzo prende la forchetta e comincia a mangiare.
Posso morire tranquillo: qualsiasi cosa mi succeda, i miei figli potranno sempre contare l’uno sull’altro per andare avanti.

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