Titolo: Lonely is the hunter
Fandom: “Supernatural”
Personaggio: John Winchester
Prompt: 007. Notte - 032. Stringere - 084. Ferite - 012. Foglio - 082. Errore
Rating: G
Note: Lonely is the hunter (si ringraziano i Kiss per aver fornito - a loro insaputa - il titolo della fic) nasce come racconto della vita di John Winchester, dalla nascita di Sam (001. Nascita) alla sua morte nel primo episodio della seconda stagione (003. Morte), soffermandosi su momenti e situazioni che non sono comparsi nella serie. Le drabble sono scritte in prima persona e seguono l’ordine cronologico. Scritte per
100per100Dedica: Alle tre persone che mi hanno fatto venire la voglia di scrivere su “Supernatural”:
androgena82,
babycin,
ecstaticagony. Grazie ♥
Disclaimer: I personaggi citati appartengono a Kripke, io mi sono solo divertita a giocarci.
Tabella:
qui Capitoli precedenti:
1 -
2 -
3 -
4 007. Notte.
1989
È notte inoltrata quando rientro al motel. Mi trascino a fatica, scendere dall’Impala è un supplizio ma ci riesco con la forza della mia volontà. Il portiere mi lancia solo un’occhiata sonnolenta e io posso salire le scale senza domande, senza curarmi delle macchie scure che lascio al mio passaggio.
“Merda…”
La luce filtra sotto la porta della nostra stanza, i miei figli sono ancora in piedi. Speravo che il sonno li avesse colti, invece devo affrontarli. Prendo un profondo respiro e faccio girare la chiave nella serratura.
“Papà!” Sam mi corre incontro prima ancora che io sia entrato.
032. Stringere.
Mi sento stringere le gambe, proprio nel punto da cui si irradia il dolore. Sono costretto a chiudere gli occhi, la testa mi gira come impazzita.
“Lasciami, Sammy!” Lo scosto da me con rabbia, per poi lasciarmi andare contro la parete alle mie spalle.
Apro gli occhi dopo qualche secondo, si è allontanato da me e mi guarda con occhi spaventati. Sono arrivato a questo punto, a far paura a mio figlio?
“Sammy, scusami io…”
Faccio per avvicinarmi ma lui piagnucola e scappa nell’altra stanza. Dean non ha ancora detto niente: si limita ad alzarsi dalla poltrona e a seguirlo.
084. Ferite.
Sospiro affranto, non mi resta altro che andare in bagno a curarmi le ferite. Mi sfilo i pantaloni lentamente, mordendomi il labbro per impedirmi di urlare. Lacrime di dolore mi scorrono lungo le guance mentre lascio cadere in terra l’indumento. La coscia è attraversata da un profondo taglio e sono costretto a medicarlo da solo: non voglio che Dean veda, si preoccupa già abbastanza per me. Con calma riesco a tamponare il sangue, per poi fasciare la ferita con le bende. Prendo anche qualche antidolorifico per lenire la sofferenza.
Esco dal bagno e vado verso la mia camera da letto.
012. Foglio.
È allora che vedo il foglio, ripiegato in quattro parti e appoggiato sul mio cuscino. Mi avvicino zoppicando e lo apro facendo attenzione a non sporcarlo di sangue. È un disegno di Sam: siamo io, lui e Dean. In alto c’è scritto ‘Buon Compleanno papà’.
È vero, oggi è il mio compleanno. Me ne ero dimenticato.
Mi lascio cadere sul letto, sono sfinito. Che mostro sono diventato? Non riesco più a star dietro ai miei figli, non riesco più a godere di un attimo di felicità. Ho un cuore di pietra.
A ripensarci, forse non ho neanche più un cuore.
082. Errore.
Busso alla camera dei miei figli e, senza attendere risposta, entro. Sam è disteso a pancia sotto, stringe a sé il cuscino singhiozzando. Dean mi punta addosso i suoi occhi accusatori, pretende delle scuse per il fratello.
“Sam, mi dispiace” gli dico sedendomi sul letto. “Ho commesso un errore, scusami. Non avrei dovuto gridarti contro, non avrei dovuto… costringervi a questa vita. potete perdonarmi?”
Il bambino alza la testa e mi salta addosso, senza smettere di piangere. Gli accarezzo la schiena e lo cullo tra le braccia, mentre cerco Dean con lo sguardo. Sorride e annuisce, per stavolta sono perdonato.