Titolo: Lonely is the hunter
Fandom: “Supernatural”
Personaggio: John Winchester
Prompt: 036. Colonna - 008. Desiderio - 022. Arcobaleno - 006. Sera - 069. Scusa
Rating: G
Note: Lonely is the hunter (si ringraziano i Kiss per aver fornito - a loro insaputa - il titolo della fic) nasce come racconto della vita di John Winchester, dalla nascita di Sam (001. Nascita) alla sua morte nel primo episodio della seconda stagione (003. Morte), soffermandosi su momenti e situazioni che non sono comparsi nella serie. Le drabble sono scritte in prima persona e seguono l’ordine cronologico. Scritte per
100per100Dedica: Alle tre persone che mi hanno fatto venire la voglia di scrivere su “Supernatural”:
androgena82,
babycin,
ecstaticagony. Grazie ♥
Disclaimer: I personaggi citati appartengono a Kripke, io mi sono solo divertita a giocarci.
Tabella:
qui Capitoli precedenti:
1 -
2 -
3 -
4 -
5 -
6 -
7 036. Colonna.
1992
La prima volta l’ho vista in un bar. Era appoggiata ad una colonna e guardava davanti a sé, senza fissare l’attenzione su niente in particolare. Poi vide Sam che mangiava il gelato seduto al mio fianco; gli sorrise e quel sorriso passò a me in un attimo.
Il mio cuore fece una capriola come la prima volta che vidi Mary. Dissi ai bambini che andavo a pagare, in realtà volevo solo avvicinarmi a lei. I suoi occhi azzurri si puntarono nei miei ed io non capii più niente.
Dunque potevo amare di nuovo? Dopo nove anni, potevo innamorarmi ancora?
008. Desiderio.
All’amore fece seguito il desiderio, la voglia di possederla completamente. Non in un’auto o in uno squallido motel. Facemmo l’amore nel suo letto, circondati dai suoi ricordi più cari. Dopo siamo rimasti abbracciati a raccontarci le sue verità e le mie bugie.
Lei mi diceva di suo marito, morto poco dopo il matrimonio, io le descrivevo Mary, senza far cenno alle cause vere della sua scomparsa. Poi ci abbandonavamo di nuovo ad un amplesso disperato mentre le lacrime rigavano i nostri volti. Eravamo due persone ferite che cercavano ancora disperatamente di amare.
Per dimostrare al mondo di essere ancora vive.
022. Arcobaleno.
Provai di nuovo cosa volesse dire fare gli stupidi, correre sui prati mano nella mano fino a sentire il cuore esplodere nel petto per la troppa felicità.
L’ho amata. In quei giorni lei prese il posto di Mary nei miei sogni. Ora c’era lei accanto a me, mentre stavamo seduti sull’erba bagnata ad aspettare che l’arcobaleno cancellasse il temporale appena passato.
Eppure Dean e Sam non la conobbero mai. Lei non mi chiese il perché, forse lo aveva capito: non volevo che si affezionassero ad una donna che presto o tardi avrei dovuto abbandonare.
Che sarebbe successo lo sapevamo entrambi.
006. Sera.
Accade questa sera, non posso rimandare oltre. Siamo seduti al nostro solito tavolo, intorno non c’è nessuno. Stiamo in silenzio, non ho il coraggio di parlare e lei ha paura di ascoltare. Eppure qualcuno deve fare il primo passo.
“Senti, io…”
“Stai andando via, vero?” I suoi occhi azzurri non si staccano da me, non ho il coraggio di guardarli.
“Sì…” La mia risposta è solo un sussurro.
Lei non piange, non mi insulta come meriterei. Resta ferma a giocare con il tappino della mia birra, lo sguardo adesso basso e affranto.
“Mi mancherai, John.”
Il cuore mi si ferma.
069. Scusa.
“Scusa…” Come sembrano vane e stupide le mie parole in questo momento! “Ti prego… perdonami se puoi.”
“Non c’è niente da perdonare, John. È stato bello, ma tutte le cose belle finiscono.”
Si alza, i suoi occhi sono colmi di lacrime che si impone di non versare. Metto la mano sulla sua, restiamo fermi a guardarci per un’eternità.
“Io ti amo” riesco a dire alla fine.
“Lo so, ma l’amore a volte non basta.”
I suoi capelli biondi sono l’ultima cosa che vedo di lei mentre si allontana nel buio della notte.
Addio, felicità. Non sono ancora pronto per te.