Mi sono messa in pari con tutto finalmente *_* così posso postare anche io ;___;!
Titolo: What You Don't Know
Genere: AU, Sci-Fi
Fandom: Kis-My-Ft2 SHINee, MBLAQ
Raiting: PG-15
Pairing: Kitayama Hiromitsu x Fujigaya Taisuke Kim Jonghyun x Kim Kibum, Choi Minho x Lee Taemin , Joon x Mir XDD
Desclaimer: Tutti si appartengono e blablablabla
Note: L'idea nasce da
"Dollhouse" (no, non è una serie porno XD) e il titolo l'ho preso dalla colonna sonora, avrei potuto chiamarla "SDFSDFDSF" ma non sarebbe stato il caso **''. E per farvi un'idea di chi è chi:
- Yue= Taisuke
- Dumbo= Joon/Changsun (tutta colpa di Ninja Assassin XDD)
- Key= Kibum
- BlingBling= Jonghyun
E poi non mi pare ce ne siano altri o_o''
Per darvi un'idea delle facce che hanno:
Jonghyun,
Key,
Minho,
Taemin,
Jinki,
Joon/Dumbo.
Ch1. Ch.2,
Ch.3 La solita calma che regnava nel dormitorio, come nella stessa casa, quella mattina fu disturbata dall’ingresso delle guardie, avevano fatto irruzione nella stanza dei gusci, il luogo dove dormivano le Doll, senza nessun apparente motivo. Il resto del personale della House aveva scoperto solo in un secondo momento che quella missione era stata ordinata da Dinah Lance.
Hiromitsu si era stupito di vedere tutta quella gente, non erano armati ma il loro arrivo aveva spaventato gli Active e sconvolto il loro equilibrio giornaliero.
“Cosa stanno cercando?”
“Non ne ho idea.”
Come ogni volta che non capiva qualcosa, Kitayama era corso da Jinki, il programmatore stava visionando stanza per stanza in cerca di qualcosa.
“Sicuro di non sapere nulla?”
“No.”
Quello non era un comportamento da lui, Onew non rispondeva mai a monosillabi, lo aveva visto comportarsi a quel modo soltanto quando era preoccupato, ecco perchè l’addestratore sentiva che stava per succedere qualcosa di brutto.
Prese a osservare lo stesso punto di Jinki, non aveva nessuna idea di quello che stava guardando.
“No, no, no!”
“Che succede?”
“E’ il dormitorio di Yue, Dumbo, BlingBling e Key, sono sicuro che-“
“Nessuno sa di loro due hyung”
La voce di Taemin spezzò il treno di parole di Onew e due paia d’occhi si fissarono sul più giovane, sapeva cosa stava succedendo, vero?
In un paio di minuti, il giovane aiutante spiegò a entrambi che si trattava di un esperimento, la Lance era venuta a conoscenza di alcuni comportamenti strani da parte di qualche Active, qualcosa che aveva a che fare con dei bisogni insoddisfatti.
L’esperimento doveva essere messo in pratica al più presto possibile, altrimenti ogni Doll rischiava di impazzire senza motivo e quello rappresentava un pericolo per la Dollhouse.
“Dobbiamo stare a vedere che succede, tutto qua”
“Hai liberato qualcosa nei loro gusci, vero?”
“Mi dispiace hyung, te lo avrei dovuto dire”
“No, va bene, insomma, sei il mio aiutante, hai accesso a tutto”
“Volevo solo che non ti preoccupassi, Minho ha pensato che lasciare gli Active agire liberamente avrebbe risolto il problema”
“Non respiro, non respiro!”
Il rumore di due mani che sbattevano contro qualcosa stava diventando insopportabile.
Era uno sbattere disperato, si sentiva persino il graffiare delle unghie, in quell’attimo aprì gli occhi ritrovandosi dentro una sorta di bara di lusso.
C’erano il velluto e un cuscino comodo, dell’aria calda riempiva quel buco e non aveva idea da che parte provenisse e il coperchio sopra di sé pareva essere di vetro o qualcosa che ci andava vicino.
“Aiutatemi!”
C’era più di una voce nella stanza, evidentemente non era solo.
Più di una persona stava gridando aiuto, qualcuno continuava a sbattere le mani contro la lastra di vetro sopra le loro teste.
Notando un piccolo foro tra il coperchio e l’estremità di quella bara, ci infilò le mani iniziando a spingere il vetro verso il basso, non sentiva il dolore pungente al palmo della mano, in quel momento voleva solo uscire da quel buco.
“Che razza di posto è questo?”
Non era un luogo che conosceva, non sapeva perché ma sentiva che quel posto non era la sua casa.
Altre vetrate circondavano quella stanza, dividendola probabilmente da altre stanze, la luce era fievole, quasi soffusa, e altre quattro bare erano presenti vicino a quella in cui si era risvegliato: formavano un cerchio perfetto.
“Tu chi diavolo sei?!”
Un ragazzo dai capelli biondi lo stava fissando, non sembrava pericoloso e il fatto che fosse in pigiama lo rendeva ancora meno minaccioso.
“N-non lo so, non riesco a ricordare nulla”
“Ehi! Ehi, c’è nessuno?”
Quella terza voce proveniva da una delle altre “tombe”, era la voce di un ragazzo, forse dello stesso tipo che batteva le mani sul coperchio di vetro fino a pochi secondi prima.
Facendo segno allo schizoide biondo di seguirlo, si avvicinò alla fonte della voce dicendogli di stare fermo con le mani; un “Ti aiuteremo noi”, erano state le parole dette subito dopo.
Il coperchio scivolò verso il basso facilmente, aprendosi rivelò sul serio un altro ragazzo.
Aveva un fisico scolpito, i capelli castani gli cadevano lungo il volto; aveva la sensazione di averlo già visto da qualche parte.
“Chi siete?”
“Vorrei tanto potertelo dire”
Il biondo scattò verso uno dei due gusci, perché oltre che bare sembravano anche gusci, ancora chiusi e ci appoggiò una mano sopra, come se sapesse che qualcuno stava sotto quel coperchio.
“Ehi, stai bene?”
“Mi manca il respiro”
“Sta’ tranquillo, ti tiro fuori io!”
Lo schizoide, lo avrebbe chiamato così fin tanto non si fosse ricordato il suo nome, spinse con tutta la forza che aveva quel coperchio, quando quel coso si mosse del tutto, un ragazzo dai lineamenti femminei e i capelli corvini si strinse allo psicotico biondo.
“G-grazie, stavo per…”
“Figurati~”
Erano in quattro là dentro, nell’ultimo guscio non c’era nessuno.
Poteva vedere la confusione negli occhi , esattamente come quella presente nei suoi; non sapevano dove si trovavano, né i loro nomi, niente di niente, com’era possibile una cosa del genere?
Nella sua mente apparivano delle immagini, dei flashback, non riusciva a catturare bene il momento preciso, li vedeva soltanto passare come un treno che non poteva prendere.
“C’è altra gente qua fuori”
“Sembrano degli zombie”
“Siamo stati rapiti dagli Alieni!”
“Oh, quindi il tuo cervello è già stato esaminato e gettato via?”
Il ragazzo dai capelli corvini sembrava avere una lingua piuttosto tagliente, il modo in cui aveva risposto e alzato un sopracciglio al ragazzo dal fisico scolpito, glielo faceva pensare.
C’era un’altra cosa che stava notando del ragazzo femmineo, non aveva ancora lasciato la presa sulla mano dello schizoide biondo.
“Forse dovremmo seguirli”
“E se vogliono fare qualche esperimento?”
“Ci sono io a proteggerti~”
“Adesso si che mi sento al sicuro…”
Nonostante il tono sarcastico che aveva usato, continuava a stare attaccato al biondo.
“Concordo con lui, andiamo a vedere cosa c’è fuori”
“Sempre meglio che stare fermi qua”
I quattro si portarono all’esterno della stanza vedendo svariati tipi di persone:
- C’erano Zombie in pigiama.
- Gente in divisa.
- Qualcuno in camice.
La teoria degli alieni non poteva reggere se tutto lo staff in quel posto sembrava così umano, a parte gli zombie ovviamente.
“Ciao Yue, che hai fatto alla mano?”
“N-non lo so”
Quindi il suo nome era Yue?
L’uomo davanti a sé sembrava esserne convinto, quindi perché lui era sicuro di non chiamarsi a quel modo?
“Ti porto dal dottor Choi, ti darà un’occhiata alla mano”
“Uhm”
Annuì gettando uno sguardo sugli altri tre, poteva sentirli parlottare, aveva colto un: “Ti chiami Dumbo? Sono sicuro che sia per le orecchie!” con risposta immediata: “Key? E’ per le gambe storte che ti ritrovi?”.
Mentre camminava verso lo studio del medico, Yue studiò la struttura attorno a sé.
Il grande salone era decorato come un giardino Zen, c’erano alberi, fontane e delle panchine, dove qualcuno stava leggendo un libro con le figure, era tutto così calmo, irrealmente calmo.
I suoi occhi si fissarono su una luce blu che illuminava un paio di finestre al piano superiore; aveva una brutta sensazione guardando quel punto.
“Minho, Yue si è fatto male alla mano”
“Oh? Entra pure”
Il medico sembrava una persona gentile, qualcuno di cui fidarsi, non come la gente che aveva visto in giro.
“Puoi lasciarci soli, grazie”
Il tipo che lo aveva accompagnato se ne andò e rimase solo col medico.
“Siediti pure Yue”
Anche lui lo chiamava a quel modo, eh?
Stava cominciando a pensare che fosse una sorta di nome in codice, qualcosa con cui lo potevano identificare meglio.
“Come ti sei fatto male?”
“Non lo so”
Per quanto credeva che la persona di fronte a sé non fosse cattiva, non si fidava, tenere un profilo basso e comportarsi come quegli zombie, gli sembrava l’idea migliore per non farsi scoprire.
Vedendo delle bende circondare la sua mano, Yue osservò le persone nel salone, erano così tranquilli che lo spaventavano.
“Puoi andare, era soltanto un piccolo taglio”
Il ragazzo annuì alzandosi dal lettino, in un attimo aveva scovato gli altri tre a un tavolo e si diresse verso di loro.
“A quanto pare, siamo gli unici normali qua dentro”
“A parte i nomi che ci hanno dato”
“BlingBling mi si addice però, non credi?”
BlingBling era lo schizoide biondo, in effetti quel nome gli si addiceva, soprattutto perché quel colore di capelli pareva brillare.
Poi c’era Dumbo, il ragazzo dal fisico scolpito, che era diventato il bersaglio preferito di Key, il ragazzo femmineo. Adesso che si conoscevano, potevano cercare di inventare un modo per scappare da quel posto.
“Passando per il corridoio ho notato parecchie uscite di sicurezza, possiamo aprirle con una carta”
“Dove la recuperiamo?”
“La rubiamo!”
Key sospirò ignorando la sentenza di BlingBling, geniale o meno, rubare una di quelle schede era la loro unica via di fuga.
“Ho visto che una guardia si aggira per le docce, potremmo colpirla”
“Ci pensi tu, eh BlingBling?”
“Cosa? Ma Dumbo pare più forte di me!”
“Non avevi detto che mi avresti protetto?”
“Non è giusto così!”
Yue alzò un sopracciglio godendosi la scena a quel tavolo, BlingBling e Key erano affiatati per essersi appena conosciuti, che fossero rimasti in quel posto più di quanto credessero?
I vuoti di memoria continuavano a esserci e quello era più inspiegabile del motivo per il quale quei due andavano così d’accordo.
“Fino a quando non usciamo da qua, comportatevi come zombie”
“Dobbiamo fare la doccia assieme allora?”
Dopo la domanda di Dumbo, il silenzio era calato sul quartetto, a nessuno piaceva l’idea di mostrarsi nudo davanti a tutta quella gente.
“Quale credi che siano i loro bisogni?”
“Non lo so, vedere i propri parenti?
Incontrare un vecchio amico?”
Jinki aveva scrollato le spalle per tutto il tempo, non aveva davvero la più pallida idea di quello che stava succedendo allora.
Sembrava anche piuttosto seccato da quell’esperimento, per un programmatore come lui, essere rimasto all’oscuro di tutto doveva essere stato un duro colpo.
“Perché ti da fastidio?”
“Cosa?”
“Il non aver saputo dell’esperimento”
Onew sospirò spostando lo sguardo da Hiromitsu a un monitor del laboratorio; il biondo aveva colto nel segno, lo sapeva, gli dava sul serio fastidio.
“Ho paura che la Lance sospetti di me per qualcosa.
Coprire la tresca tra due Active potrebbe costarmi la Soffitta, se questo esperimento fosse un test?”
“Un test?”
“Si, per scoprire se nascondo qualcosa, se sono degno di fiducia.
In questo momento sono ancora Doll in preda ai loro desideri: Yue cerca di analizzare la situazione, come probabilmente avrebbe fatto la sua vera identità, Dumbo pare uscito da un film demenziale e fidati, anche Changsun è così, non sa che diavolo fare e viene pure bullato da Key”
“Arriva al punto per favore”
Lo scienziato tendeva a far monologhi e Hiromitsu si perdeva il più delle volte, rimaneva a metà strada tra un “Doll” e “sono un genio”, di solito lo lasciava parlare annuendo di tanto in tanto, stavolta però voleva capire come mai fosse diventato così paranoico.
“Cosa succederebbe se appagati i loro bisogni, gli Active rimanessero evoluti?”
“Se la prenderebbero con te?”
“Con me e con gli Active”
La politica di quella Dollhouse era ferrea, se nessun Active doveva legarsi a qualcun altro, quel posto era peggiore di quanto Hiro credesse.
“Anche se non mi hai detto nulla, mi sono accorto che c’è qualcosa di diverso in Yue, il suo cervello parla per te”
“Nervoso per la doccia?”
“N-no, è solo una doccia, no?”
“Sta’ tranquillo, proteggerò io la tua…gloria”
Key era un ragazzo strano, non credeva di aver mai conosciuto qualcuno come lui, o almeno così pensava siccome non ricordava neanche quale fosse il suo vero nome, perché di sicuro BlingBling non era come i suoi genitori lo avevano chiamato.
E si, BlingBling era nervoso per la doccia, non perché si vergognasse del proprio corpo ma perché l’altro ragazzo gli faceva uno strano effetto.
Key era bello con la sua pelle candida, gli zigomi perfettamente definiti e le labbra carnose che chiedevano soltanto di essere baciate. Poi c’erano quei capelli scuri che gli accarezzavano il volto delicatamente e quel suo modo di comportarsi che intrigava il biondo.
In più c’era quella strana sensazione che provava da quando lo aveva tirato fuori dal guscio, sapeva esattamente che lo avrebbe trovato in quel punto.
“Da qua possiamo vedere la guardia, concentrati sulle sue mosse e non penserai alla doccia”
“Uhm”
Il ragazzo gli sorrise prima di entrare dentro quella doccia completamente nudo: peggio di mostrarsi come un verme di fronte a sconosciuti, c’era soltanto vedere il proprio turbamento ormonale mostrarsi davanti a te.
BlingBling provò a evitare di posare gli occhi su Key, nonostante i suoi sforzi durati almeno mezzo secondo, il suo sguardo catturò comunque la figura dell’altro.
Aveva gli occhi chiusi, si stava godendo quella doccia evidentemente, le sue labbra dischiuse assaporavano l’acqua che lo bagnava; perché aveva l’impressione di sentire il proprio corpo andare a fuoco?
“Stai bene?”
“S-si…ecco la guardia!”
Grazie al cielo.
“Si sta dirigendo verso la sauna, va’ a chiamare gli altri mentre recupero la scheda”
“S-sta’ attento”
Key lo guardò con un’espressione preoccupata, almeno così gli era sembrato, e BlingBling gli sorrise per tranquillizzarlo; non sapeva perché, e come fosse possibile, ma sentiva il bisogno di dover proteggere quel ragazzo.