*eccola di nuovo*
Allora, ho pensato tutto il pomeriggio se fosse il caso di postare questa fic o meno e sono arrivata alla conclusione di provarci e basta. I miei dubbi sono basati sul fatto che essendo una cross-over, in alcuni capitoli non appare nessun Johnny's, visto che dovevo sviluppare altri personaggi e le loro situazioni e non so quanto alle modSSSS vada bene *coff* ma visto che vi farò gli occhi dolci a vita, mi permettete di postarla comunque?? *coff* (ok no, nel caso posso vedere di togliere i capitoli senza nessun Johnnino e mettere una nota su quello che succede nel pezzo saltato...anche se la fic ne perderebbe xD).
Ad ogni modo, inizialmente l'avevo pensata come a un HiroSuke soltanto, doveva essere basata sul loro rapporto e su come si sviluppava, peccato che poi dall'averci pensato all'averla scritta è passato un anno quasi e nel mentre ho cambiato fandom *si uccide*. Hiro e Taisuke ci sono rimasti, più Hiro che Taipi a dire il vero, però ci ho dovuto infilare comunque altre persone dato che è risaputo il mio poco amore verso altri Johnny's (mi limito a leggere le vostre storie ♥). Quiiiiindi, fatemi sapere che devo fare u_u che nel caso la continuassi a postare, darei una faccia al resto dell'allegra compagnia *coff*, per ora la locko eh **.
E dopo questo papiro introduttivo, direi di passare alla fic, che ho scritto pure troppo XD.
Titolo: What You Don't Know
Genere: AU, Sci-Fi
Fandom: Kis-My-Ft2 SHINee, MBLAQ
Raiting: PG-15
Pairing: Kitayama Hiromitsu x Fujigaya Taisuke Kim Jonghyun x Kim Kibum, Choi Minho x Lee Taemin , Joon x Mir XDD
Desclaimer: Tutti si appartengono e blablablabla
Note: L'idea nasce da
"Dollhouse" (no, non è una serie porno XD) e il titolo l'ho preso dalla colonna sonora, avrei potuto chiamarla "SDFSDFDSF" ma non sarebbe stato il caso **''. E per farvi un'idea di chi è chi:
- Yue= Taisuke
- Dumbo= Joon/Changsun (tutta colpa di Ninja Assassin XDD)
- Key= Kibum
- BlingBling= Jonghyun
E poi non mi pare ce ne siano altri o_o''
E' per la mia dongsaeng
x_flory_x ♥ che l'ha letta tutta in anteprima e mi ha stimolato a finirla ;_;!
“Che ci fai qua? Yue non è ancora tornato”
“Lo so, volevo fare un giro, non ho ancora avuto l’occasione di vedere tutto”
“Aww, la prima visita nella casa delle bambole, adorabile”
La cosiddetta casa delle bambole non era sicuramente la classica villetta giocattolo, non ci vedevi pareti rosa, tende viola e finestre di plastica, quel luogo era completamente diverso, l’unica cosa che rendeva vagamente reale quella definizione erano le bambole.
Non bambole di porcellana, no, in quel posto c’erano soltanto esseri umani che si comportavano da bambole.
“Sai, trovo fantastico il tuo voler girare qua intorno, ma non mi piace avere gente nel mio ufficio”
“Lo so, per questo rimango qua”
“Ahaha, sei odioso Kitayama”
“Qualcosa che non so?”
Il suo nome era Kitayama Hiromitsu, aveva ventiquattro anni e in tutta la sua vita non aveva mai vissuto una situazione del genere.
Traffico di esseri umani.
Prostituzione.
Omicidio.
Non si capacitava di vivere quella realtà, per lui era tutto anormale e di cose strane ne aveva viste facendo il poliziotto.
Per capire la stramberia che lo circondava ormai da un paio di mesi, bastava osservare la stanza in cui si trovava, a dire il vero era un piano intero costruito a quel modo. Monitor di computer spadroneggiavano, ologrammi di cervelli umani sembravano essere pronti per essere studiati, c’erano persino foto di persone in un paio di monitor, quelli venivano osservati di tanto in tanto dall’altro ragazzo con lui; controllava che ogni emozione collegata alla persona della foto, fosse nella norma.
La consideravano alta tecnologia, qualcosa di nuovo, qualcosa che poteva dare e prendere, qualcosa di pericoloso se finiva nelle mani sbagliate: Hiromitsu pensava che mani sbagliate già avessero toccato quell’affare, le mani di Lee Jinki non erano di certo le più pulite.
Lee Jinki, o Onew, era lo scienziato, il genio, il programmatore di tutta quella tecnologia attorno a loro. Aveva inventato la sedia che si trovava nel mezzo della stanza, la “sedia dei cambiamenti”, come Onew amava chiamarla, tutta quella roba nei monitor e nei computer finiva direttamente in quella sedia. Più che dei cambiamenti, per Hiromitsu era la sedia delle torture.
“Woah, cosa succede qua? Avete organizzato una festa senza invitarmi?”
“Ciao Joon, come siamo puntuali stavolta”
“Questo mi ha trascinato fuori dal club, non avevo molta scelta”
“Siediti pure”
Il terzo ragazzo si mise subito su quella sedia continuando a parlare della propria serata, serata che si sarebbe dimenticato in un paio di minuti comunque.
Kitayama provava a non fissare la luce che stava uscendo dai lati della sedia, quei raggi stavano “stravolgendo” il cervello di quel povero Active.
Sentirlo lamentarsi non era piacevole, ma le cose dovevano andare a quel modo, giusto? Un semplice addestratore come Hiromitsu non poteva fare nulla.
“Ciao Dumbo, come ti senti?”
“Mi sono addormentato?”
La prima frase di una Doll era sempre la stessa, così come la risposta di Jinki.
“Solo per un po’”
“Posso andare?”
“Come desideri”
Dumbo, così lo avevano chiamato, si alzò dalla sedia con un sorriso ebete sul volto, l’arroganza di Joon era completamente andata lasciando spazio solo a un guscio vuoto.
“Cosa avrà da sorridere così tanto?”
“E’ felice, ovvio”
“Solo perché non capisce”
Onew scrollò le spalle in segno di “Pensa quello che ti pare”, Hiro lo sapeva che sarebbe finita a quel modo, lo scienziato non la pensava alla stessa maniera.
“Togliamo le preoccupazioni e l’infelicità dalle persone, le facciamo stare meglio”
Mentre gli spiegava il proprio punto di vista, Jinki gesticolava. Era una delle sue mille abitudini, sembrava un malato di mente il più delle volte, se Kitayama non avesse saputo quanto Lee Jinki fosse intelligente, nel vederlo parlare lo avrebbe preso per pazzo.
“Sono sicuro che “Dumbo” sia contento di non avere la più pallida idea di come vada il mondo o di quale fosse la sua vita prima della Dollhouse.”
“Ha firmato un contratto, è a conoscenza di tutto. Questi cinque anni gli sembreranno un paio di secondi quando si risveglierà”
Jinki proprio non capiva, era inutile sprecare fiato con lui.
“Chi era prima della Dollhouse?”
“Perché dovrei dirtelo? Non posso passarti informazioni sugli Active, lo sai”
“Sono l’unica persona che non ti tratta come un malato di mente, fammi vedere quel fascicolo.”
Hiromitsu aveva mentito riguardo al malato di mente, per lui Onew lo era, ma doveva ottenere quel fascicolo e di certo dare voce a quel pensiero non lo avrebbe aiutato.
Il programmatore smise di lavorare su un nuovo impianto e sospirò prima di avvicinarsi a un mobile poco lontano dai computer. Cercò qualcosa all’interno e, sospirando di nuovo, richiuse il cassetto; aveva un fascicolo in mano.
“Lee Changsun?”
“Dumbo”
“Lee Changsun, ventidue anni, ballerino”
“Si è rotto un ginocchio durante un’esibizione, da quel giorno non ha più potuto esibirsi né danzare.
L’operazione ha evitato la maggior parte dei danni, ma il suo sogno è stato distrutto”
“C’è scritto che è arrivato qua dopo una lunga depressione”
“Deve essere stata dura per lui, gli abbiamo tolto il dolore che provava, adesso sta bene.”
Completamente cancellato, ridotto alle funzioni primarie e basilari senza nemmeno una personalità, Hiro avrebbe preferito morire piuttosto che vivere a quel modo.
Secondo Jinki cancellare una persona era aiutare, per lui era omicidio.
“E’ inutile che tenti di giustificarti usando la moralità o i diritti umani, sei un addestratore, non sei meglio di me né diverso”
“Onew, Key è pronto per la sua seduta, vero Key?”
“Mi piacciono le mie sedute.”
Kitayama doveva ancora capire come quei gusci vuoti potevano adorare sedersi su quella sedia e farsi friggere il cervello, probabilmente lo scienziato aveva alterato qualcosa nella loro mente e trovavano il dolore piacevole.
Mentre Jinki preparava l’impianto di Key, l’addestratore spostò lo sguardo su Taemin, l’aiutante di Onew.
Era un ragazzino, nel vero senso della parola, non arrivava neanche ai diciotto anni e già si trovava a lavorare in quel posto.
Lee Taemin era un genio, forse più dello stesso Jinki, ma non faceva niente per spodestare il grande capo dal proprio trono, si limitava a fargli da cameriere o preparare gli Active e a fare ricerche…forse per un ragazzino era anche troppo.
“Giornata storta Hiro-san?”
“Sono solo stanco”
“Siediti pure Key”
Key non era molto più grande di Taemin, aveva la pelle pallida, gli occhi dal taglio felino e due labbra rosse come ciliegie; era perfetto, sembrava proprio una bambola.
I capelli corvini creavano un contrasto quasi divino con il candore della sua pelle e Hiromitsu non si stupiva del fatto che fosse uno degli Active più richiesti.
“Oggi sarai Roger, classico nome asiatico…”
“Un altro incarico romantico?”
“Yup…con un uomo”
Un lamento uscì dalla bocca della Doll non appena una luce blu, molto simile a quelle di un lampo, la seduta non doveva piacergli più di tanto adesso.
“Deve fargli male”
“Non ricorderà nulla, tranquillo”
“Dove mi trovo?”
“Ciao Roger, il signor Smith ti accompagnerà fuori”
“Posso andare a trovare Jeff?”
“Certo, sono sicuro ti stia aspettando”
Smith era l’addestratore di Key, a Hiro non ispirava particolare fiducia, aveva un atteggiamento dispregiativo nei confronti degli Active, peggio di quello che aveva il biondo.
“Hai notato che gli impieghi di Key sono quasi sempre…”
“Omosessuali?”
Onew alzò un sopracciglio dopo aver finito la frase al posto suo, non sembrava sorpreso quanto lui, eh?
“Key è molto femmineo, la gente adora i maschi come lui”
“Mi chiedo se questo potrà condizionare la sua vita sessuale una volta tornato normale”
“Lo cancello ben bene ogni volta, non rimane niente degli incarichi, mi pagano anche per questo.”
Il ragazzo più grande sospirò e Taemin gli diede una pacca sulla spalla; delle volte credeva che quel ragazzino capisse più di quanto facesse intendere.
“Il fascicolo di Dumbo, se Philips scoprisse che te l’ho dato, metterebbe Taeminnie al posto mio. Eh Taemin?”
“Non ti ruberei mai il posto hyung!”
“Adorabile, eh?”
“Tsk”
Hiromitsu decise di ignorare Jinki incamminandosi verso la balaustra che dava verso il salone principale, dove gli Active passavano la maggior parte del tempo. Chissà se erano davvero felici a quel modo, senza provare niente di niente, solo tranquillità, vegetare in spazi enormi oppure continuare avere quell’innocenza e ignoranza che solo i bambini avevano ormai.
Da quando Kitayama era diventato addestratore, si era sempre fatto un sacco di domande:
Si chiedeva come fosse possibile finire in un posto del genere.
Cosa avesse portato tutte quelle persone a “vendere” il proprio corpo, anche se forse era più un prestito che una vendita.
Il biondo sapeva che Changsun era un ballerino, a disperazione del sapere di non poter più ballare lo aveva gettato nella depressione, ma allora perché non reagire come tutte le persone normali?
Perché ridursi a fare lo schiavo?
Poi c’era Yue, l’Active che Hiro doveva proteggere. Di lui non sapeva nulla, Jinki gli aveva proibito di sbirciare nel suo fascicolo e neanche provare a corrompere Taemin aveva funzionato, entrambi gli avevano detto che curiosare nel passato dei propri “protetti” era vietato.
“Che ha fatto BlingBling alla faccia?”
“Un cliente l’ha preso a pugni, aveva la fantasia di picchiare l’amante di sua moglie.
Io avevo detto che poteva essere pericoloso, ma nessuno mi da mai retta qua dentro”
“E il suo addestratore?”
“Quando ha visto che i valori dell’Active stavano sballando è intervenuto, quel cretino”
Onew poteva sembrare arrogante quando parlava del proprio “genio”, qualcuno lo trovava adorabile a dire il vero ma all’incolumità delle Doll teneva, o almeno così amava pensare Hiromitsu. Se proprio doveva essere sincero, il biondo addestratore credeva che Jinki avesse un certo affetto per BlingBling e Key.
“In passato ha avuto dei problemi”
“Chi?”
L’intervento improvviso di Taemin distrasse Kitayama dai propri pensieri, o meglio, dall’osservare il camminare di BlingBling; quell’Active aveva i capelli come Hiro, anche se l’addestratore era completamente biondo mentre la Doll aveva pure del castano.
“BlingBling. E’ stato trasferito dalla Dollhouse di Seoul perché ha ucciso un cliente, doveva essere mandato in Soffitta ma qualcuno lo ha salvato”
“Come ha fatto a uccidere qualcuno?”
“Il suo impianto era andato, credo, era tornato in stato di Doll e per sopravvivere si è difeso.
Jinki ha dovuto renderlo una tabula rasa ancora una volta quando è arrivato qua, era in stato di shock”
“E’ per questo che sembra così affezionato a lui?”
“Forse lo vede come un fratello minore~”
Perché alla fine dei conti, neanche Lee Jinki era un uomo vissuto.
Era più giovane di Hiromitsu, lavorava in quel posto da almeno due anni, aveva progettato e costruito la sedia delle torture e di sicuro la sua infanzia non doveva essere stata dura e poco normale.
“Onew non è male, sai? Dovresti dargli una possibilità”
“Sta tornando Yue, ricordi quello che devi dire?”
“Perfettamente.”
“Bene…Taeminnie, prepara la sedia per Yue, ok?”
Dall’enorme scalinata che conduceva all’ufficio di Jinki, Kitayama vide la figura di Yue farsi sempre più vicina. Al contrario di Key o di Dumbo, l’altro Active aveva un’aria più rassicurante, un viso più innocente e una strana aura di purezza, che probabilmente stava tutto nella mente di Hiromitsu. L’addestratore avrebbe voluto sapere ogni cosa del vero Yue, dal vero nome al perché era finito là dentro.
“Quando ho finito la seduta posso andare, vero? I bambini mi stanno aspettando!”
“Certo, adesso siediti eh”
La “seduta” per l’imprinting di un Active era diverso da quella per l’impianto, era più dolorosa e la rendeva simile alla cancellazione della personalità originale.
“Tienigli la mano, vuoi che si fidi di te non che ti veda come uno qualunque”
Si rimangiava tutto quello di carino che aveva pensato di Jinki, per Hiro era tornato il solito gradasso.
Comunque fece come gli era stato detto e afferrò la mano tremante di Yue; era soffice.
Quando lo schienale della sedia si alzò, gli occhi color nocciola dell’Active incontrarono quelli di Kitayama, aveva la sensazione di perdersi là dentro.
“Andrà tutto bene”
“Ora che sei qui”
“Ti fidi di me?”
“Con tutta la mia vita”
La mano di Yue strinse quella di Hiromitsu e una strana sensazione invase il corpo dell’addestratore; non aveva mai provato una cosa del genere prima.
“Puoi portarlo via”
“Andiamo Yue”