Senza te non vivo più

Jul 11, 2011 23:46

Titolo: Senza te non vivo più
Fandom: Arashi
Genere: Romantica
Pairing: Sakumoto
Rating: pg-15
Declaimer: gli Arashi non sono e miei e non lo saranno mai T__T (benchè io mi ostini a pensare il contrario)!!!
Capitoli precedenti:Capitolo 1 , Capitolo 2 , Capitolo 3 , Capitolo 4


Capitolo 5

Verso le quattro del pomeriggio arrivarono a Sezaki, al porto incontrarono un simpatico signore che li portò verso il promontorio, sulla cui sommità si trovava il faro.

"Il nostro faro è tra i più grandi e luminosi di tutto il Giappone. Di grande importanza nel commercio marittimo con la Cina e per i pescatori che si spingevano al largo. Coloro che si occupavano della custodia e del funzionamento del faro erano rispettati da tutti. I guardiani del faro ricoprivano un ruolo importante. La tecnologia purtroppo ha eliminato queste figure solitarie e coraggiose e il faro ha perso parte della sua funzione" il signor Yoshida, custode del faro, raccontò loro tante storie riguardanti personaggi e leggende legati al faro.
Giunti sul posto il signor Yoshida li invitò ad entrare, guidandoli all’interno e mostrandogli la loro stanza che si trovava al secondo piano.
Li salutò e stava per scendere giù in cucina quando si fermò di colpo e si rivolse ai due "Scusate, ma c’è un’altra stanza, uno può dormire in quella per non stare troppo stretti"
Jun non seppe cosa rispondere, si limitò ad arrossire.
"No, non si preoccupi. Io e il mio collega siamo abituati a stare in spazi molto più piccoli e poi avremo poco tempo per dormire dato che abbiamo del lavoro da svolgere" rispose prontamente Sho
"Ah capisco sarebbe una seccatura date le circostanze stare in camere separate…come non detto! La cena sarà pronta per le sette" disse il signor Yoshida.
Non appena il signor Yoshida se ne andò Sho chiuse la porta e si rivolse a Jun "Per un pelo!"
"Per un pelo?! PER UN PELO?! Abbiamo rischiato la gogna e tu dici per un pelo" urlò Jun a voce bassa, il che fece diventare la sua voce stridula
"La gogna? Adesso non esagerare…e ancora non ho sentito 'Complimenti Sho tesoro ci hai tolto dai guai'" disse Sho cercando di imitare la voce di Jun
"Io non parlo così…collega! E stanotte lavorerai da solo!"
"Dai Jun!" disse Sho avvicinandosi al compagno che disteso sul futon gli dava le spalle. Posò una mano sulla spalla del più giovane, ma questo la allontanò.
"Juuuun!" chiamò Sho "…perché devi sempre fare brontolo??….Facciamo pace…Junji daaaaaaai" mentre pronunciava queste parole, Sho faceva le fusa sulla schiena di Jun che si mordeva le labbra per non ridere e teneva le braccia attaccate al corpo per non cedere all’impulso di abbracciarlo. Infine si voltò verso Sho. Lo guardò intensamente e si perse nei suoi occhi.
"Stavolta vinci tu" disse Jun ormai incapace di tenere ancora il muso.
"Sho 1 -Jun 0" disse Sho felice.
"Non andiamo a fare un giro qua intorno?" chiese Jun notando che il compagno non aveva accennato a muoversi
"Hai fretta?" disse Sho e lo baciò, spostandosi sopra l’altro e facendo aderire i loro corpi.

Dopo quasi due ore decisero che forse era meglio scendere in cucina, anche perché si avvicinava l’ora di cena.
Cenarono insieme al signor Yoshida che raccontò loro tutte le storie che non era riuscito a narrare durante il viaggio dal porto al faro.

"E’ quasi l’ora del tramonto, perché non andate a fare una passeggiata intorno e vi godete lo spettacolo?" propose il custode.
I due non se lo fecero ripetere due volte. Ringraziarono il signor Yoshida per la cena e uscirono.
Decisero di scendere un po’ per non essere visti; il custode era simpatico ma era anche un uomo molto all’antica, aveva posto loro molte domande: dopo aver chiesto l’età, chiese il perché non fossero sposati, perché non avessero portato anche loro le rispettive fidanzate.
"Jun, perché non hai parlato quando il signor Yoshida ci ha domandato il perché non ci fossero in viaggio con noi eventuali mogli o fidanzate? Insomma io ho ho risposto" disse Sho
"Già bella risposta 'Non ho nessuna donna da portare con me', ti ha preso per uno sfigato" lo canzonò Jun
"Non hai risposto alla mia domanda però"
"Ma scusa, secondo te potevo dirgli 'Si sbaglia, io sono in viaggio con mia moglie'"
Sho non capì, Jun lo vide bloccarsi e dalle espressioni che faceva stava districando la frase per afferrarne il senso.
"Ehi!" eclamò dopo un po’ "Da quando in qua io sarei tua moglie?!"
Jun nel frattempo si era seduto sull’erba e osservava il mare, nel frattempo Sho continuava a blaterare parole incomprensibili.
"Jun mi stai ascoltando?" Sho si stava irritando
"Amore puoi smetterla di parlare. Perché non siedi vicino a me a goderti lo spettacolo"
Sho con malagrazia si sedette vicino a Jun senza prestargli la minima attenzione.
"Shooo" Jun cercò di attirare la sua attenzione senza successo. Si avvicinò di più a lui "Shocchi"
Sho teneva le braccia intorno alle proprie ginocchia e osservava impassibile davanti a sé.
Jun posò le labbra sull’incavo del gomito del compagno e lo guardò con occhi supplicanti perdono.
"Shoooooooo" continuò a chiamarlo, mentre risaliva il suo braccio fino alla spalla; come un gatto iniziò a strusciarsi su collo, spalla e guancia. Sho si voltò verso di lui, le labbra leggermente sollevate all’insù.
"Speri di ottenere qualcosa?" chiese Sho
"Sì" rispose Jun con un‘espressione furba sul volto e ancora il mento poggiato sulla sua spalla
"Sei un idiota" disse Sho ridendo sotto i baffi
Jun si lanciò addosso a lui abbracciandolo. Sho perse l’equilibrio, cadde di lato sull’erba con Jun sopra di lui.
"Jun sei impazzito?"
"Sì! Ma è un po’ tardi per accorgersene…sono impazzito quando ci siamo baciati per la prima volta"
"Se le cose stanno così, allora lascia che ti faccia impazzire ancora di più" disse Sho, portò una mano dietro la nuca del giovane avvicinandolo a sé e lo baciò. Fu un bacio dolcissimo, come possono esserlo i primi baci, ma con la maturità di una relazione stabile da tempo.

Ammirarono il tramonto in silenzio.
Jun accoccolato a Sho che lo teneva stretto tra le proprie braccia.
Quando iniziò a scendere il buio e la brezza della sera decisero di tornare verso il faro.
All’ingresso trovarono il signor Yoshida; consegnò loro le chiavi del faro dicendo che sarebbe ritornato dopodomani mattina, purtroppo si era creato un imprevisto e doveva sbrigare degli affari in paese; lasciò un recapito telefonico in caso avessero bisogno di qualcosa e li salutò augurandogli buona permanenza.

"Secondo te è tutta una scusa per lasciarci da soli?" domandò Jun mentre entravano nella loro stanza
"Non ti saprei dire…comunque sono contento di questa situazione, che sia intenzionale oppure no" rispose Sho
"Cosa facciamo?" chiese Jun con finta innocenza
"Io avrei un’idea…perché non riprendiamo quel discorso sulla tua pazzia…magari ripetendo l’esperienza guarisci" mentre Sho parlava, iniziò a baciare e mordicchiare il collo di Jun
"Può darsi"
Jun si lasciò andare completamente ai baci e alle carezze di Sho, non aveva la forza per resistergli, in fondo non l’aveva mai avuta.
Sho spinse il giovane sul futon, senza smettere assaporarne il corpo.
I vestiti diventarono presto ingombranti, una tortura per i loro corpi che bramavano unirsi in una cosa sola.
Si amarono intensamente lasciandosi andare ad urla e gemiti di piacere, approfittando di essere completamente da soli, lontani da orecchie indiscrete.

La scelta del faro e l’imprevisto del signor Yoshida non erano casuali.
Sho aveva organizzato tutto: cercava una nuova intimità con Jun, voleva che si lasciasse andare completamente, senza le preoccupazioni e i pensieri dettati dalla loro routine e dalla società che li circondava.

Jun non si era mai sentito così bene. Essere coscienti di amare così intensamente qualcuno ed essere ricambiati con altrettanta intensità riempie l’anima.

Quella notte fecero l’amore con una nuova consapevolezza, entrambi godettero appieno dell’essenza dell’altro, ubriacandosi del piacere che si concedevano.

g: arashi, r: pg-15, p: sakumoto, gnr: romantica

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