Love chronicles [4/21]

Dec 30, 2009 21:14

Titolo: Love Chronicles
Fandom: Arashi
Genere: yaoi, lemon, e diciamo romantico, ma non troppo
Rating: PG-13
Pairing: indovinate un po'? Ebbene sì, ANCORA Sakuraiba. Ma attenzione, non solo!
Disclaimer: vedete questa mano? *alza la mano che usa per scrivere e scrocchia le dita* un giorno questa mano mi aiuterà a dominare tutto il Johnny Jimusho!
Inizierò dagli Arashi!
Lettori: *arretrano lentamente* ehm, Rosa-chan... hai preso le medicine stamattina?
Autrice: uh *sbatte le palpebre* Sì...
Lettori: .......*silenzio*
Autrice: ehm........ ARASHI FOR DREAAAAAM!!!!! *corre come un demonio*
Note: che dire? Non ho mai scritto delle long fic sugli Arashi, spero sia uscita decentemente. in realtà non ho finito di scriverla, ma non temete, la finirò, SO che desiderate ardentemente leggerla. Basta. un'ultima cosa: Sakuraiba PER LA VITA. stop.
Già postati: 01 02 03

Tutto ciò era strano. Decisamente strano.

Nino non parlava delle solite stranezze, perché nel caso degli Arashi esse equivalevano a normalità, specialmente visti i soggetti in questione. No, lui si riferiva al modo peculiare in cui Aiba e Sho si stavano trattando quella mattina.

Le loro conversazioni gli davano la sensazione che ci fosse un messaggio implicito e che i contatti tra i loro occhi sembrassero avere propositi nascosti. In effetti, però, non è che si comportassero in maniera differente. Solo... l’atmosfera era diversa. Per tutti quelli che lavoravano abitualmente con loro poteva essere del tutto normale. Ma lui non era certo ‘tutti’.

Lanciò un’occhiata a Ohno: lui di certo non se n’era reso conto. Poi il suo sguardo si posò su Matsumoto, personaggio già più problematico: se lui si era reso conto di qualcosa, di certo non lo dava a vedere.

Gli si avvicinò, sussurrando in modo da non farsi sentire dagli altri.

-Quei due sono strani.

-Vuoi dire più seccanti del solito?

Mormorò quello in risposta, dimostrando inconsapevolmente che anche lui aveva notato il cambio di atmosfera; era palese che le cose fossero in qualche modo cambiate, specialmente se si considerava che negli ultimi giorni quei due non avevano fatto altro che evitarsi mentre ora andavano d’amore e d’accordo. Ma non poteva certo dire in che modo fossero cambiate.

Di certo aveva a che fare con il discorso che Aiba gli aveva fatto circa i suoi sentimenti; probabilmente era venuto fuori che Sakurai lo ricambiava, ma non ne aveva la certezza. Il fatto che Aiba, dopo essersi confidato con lui e aver ricevuto tutto il suo supporto, gli tenesse dei segreti, gli causava un disagio nel cuore come delle increspature sulla superficie dell’acqua.

Ma, in effetti, non erano affari suoi, quindi perché Aiba avrebbe dovuto dirgli qualcosa? Lui non aveva il diritto di pretendere nulla.

-Jun-kun! Jun-kun!

Si fermò sulla soglia del camerino sentendosi chiamare dalla voce di Aiba. Si voltò per guardarlo correre verso di lui agitando le braccia e notò che dietro di lui, Sakurai camminava con le mani nelle tasche.

-Nani?

Si fermò davanti a lui poggiando le mano sulle ginocchia per prendere fiato.

-Ecco... insomma, magari non te ne frega niente, ma...

-Ci stiamo frequentando.

Intervenne Sho, chiudendo in breve la questione. Non ascoltò le lamentele di Aiba per il fatto di essere stato interrotto, ma si limitò a fissarli stupidamente mentre il cervello assorbiva lentamente l’informazione.

Poi Aiba tornò a rivolgersi a lui -Ti sembrerà strano che lo veniamo a dire proprio a te, ma l’altro giorno mi hai ascoltato con tanta pazienza, Jun-kun, mi sei stato vicino. Te ne sono stato tanto grato, quindi...

-Aiba, stai zitto.

Disse Jun con calma facendo tendere i due ragazzi. -La tua voce impanicata mi da sui nervi.- proseguì inclinando il capo di lato. Sbuffò. Che patetico. -Non mi interessa se voi due vi sposerete o che so io.

-Eh?

Chiese Sho, mentre Aiba, evidentemente felice della reazione ottenuta, saltò verso l’amico e lo abbracciò fino alla morte.

-Ehi, tu, faresti meglio a lasciarmi subito se non vuoi che ti stacchi le braccia.

Lo minacciò Jun, ma le sue parole furono vane, perché continuava a essere stritolato dall’abbraccio del più grande; e quando pensò che stesse per morire prima di aver potuto portare a compimento la sua minaccia, ecco che Aiba lo mollò.

-Cercavi di uccidermi?

-Sono solo felice. Perché Jun-kun mi ascolta sempre!

-Mh...

In quel momento il cellulare di Aiba squillò , quindi il ragazzo si dovette allontanare per rispondere.

-Sho-san...

Disse Jun; la sua espressione e la sua voce improvvisamente serie. Sakurai spostò la sua attenzione su di lui, i loro occhi si incontrarono; anche se gli occhi neri di Jun non dicevano niente eccetto silenzio, lui poteva leggere ciò che si celava dietro la loro tranquillità: preoccupazione e insicurezza.

-Non ho bisogno di avvertimenti o minacce. So bene cosa sto facendo.- ghignò - E... non devi preoccuparti. Nessuno di voi deve. La nostra relazione non cambierà nulla all’interno degli Arashi.

Jun ghignò a sua volta, perché era molto più facile che sorridere. Era carino sentir dire cose del genere, ma non sembrava che Sho avesse capito. Diavolo, d’altronde nemmeno lui si comprendeva fino a pochi istanti fa.

Finalmente ho capito, ma è inutile.

-Non ti preoccupare, Sho-san. Sappiamo tutti qual è il nostro posto.

Sì, lo so, e ho capito che non voglio stare dove sono.

Mentre camminavano lungo il fianco illuminato della strada dell’edificio in cui provavano, Sho strinse la mano dell’altro nella sua; alla luce del giorno o davanti ad altre persone, non avrebbe mai potuto fare una cosa del genere. Le uniche cose che si poteva permettere erano i soliti gesti che facevano tutti e cinque davanti alle telecamere e che facevano urlare le loro fan; ma si supponeva che quei gesti fossero finzione, e che non esistessero anche nelle loro vite private.

-Ehi. La gente ci vedrà.

Lo avvertì Aiba, insolitamente prudente. Per questo al sua mano rimase inerte, quando invece avrebbe voluto ricambiare la presa. Lo avrebbe voluto così tanto.

-Ora siamo soli.

-Sì, ma chiunque potrebbe arrivare in qualsiasi momento. Che succede se esce Takeshi-san? (ipotetico manager arashico nda) o chiunque altro?

Sho non rispose alle sue domande, e colse le sue labbra non appena svoltarono l’angolo; mentre la sua mente si ribellava a un’azione tanto avventata, il suo corpo si sciolse all’istante nel bacio. Tremò come l’umido muscolo scivolare all’interno della sua bocca; si aggrappò alle spalle di Sho non appena sentì le ginocchia cedere.

-Ora non fai domande...

Lo punzecchiò Sho, il respiro ansimante. Sorrise quando Masaki unì nuovamente le loro labbra e i suoi occhi si chiusero automaticamente, persi nella bellezza di quel gesto condiviso. Fece scivolare la sua mano sul fianco magro dell’altro per avvicinarlo di più a sé. Masaki gemette quando Sho succhiò la sua lingua prima di giocare con essa. Più la sua mente gli ricordava dove si trovavano, più si sentiva eccitato e più i suoi sensi ampliavano le sensazioni che un simile gesto suscitava in lui.

E quando vollero di più e seppero che non potevano averlo, si fermarono e posarono le fronti una contro l’altra, guardandosi negli occhi appannati.

Aiba sollevò le mani e le portò a coppa sul volto di Sho, prima di sospirar e lasciarle ricadere lungo i fianchi. L’ondata di violento desiderio che lo aveva travolto era sotto controllo.

-Andiamo. Anche domani dobbiamo svegliarci presto.

Disse e afferrò il polso di Sakurai, andando poi a stringere la sua mano, che ricambiò prontamente il gesto.

Sotto la coperta dell’oscurità che era divenuta loro alleata, camminarono tranquillamente mano nella mano.

Non voglio lasciare la tua mano così calda.

Da una delle finestre, Jun osservava i due ragazzi camminare per la strada; socchiuse leggermente gli occhi quando la mano di Sho si strinse attorno a quella di Aiba, ma non distolse lo sguardo neppure quando il suo cuore iniziò a versare lacrime. E quando sparirono insieme dietro un angolo, si voltò di scatto e si afferrò il petto dolorante.

-Stupido...

Schernì se stesso. Fino alla confessione dei due ragazzi, non si era mai reso veramente conto di essere attratto da Masaki. Credeva di provare per lui una semplice amicizia, un semplice affetto derivante da tutti quegli anni passati insieme. Si era sempre rifiutato di pensare che ci fosse qualcosa più di questo fino a quando Aiba non gli era stato portato via. Si accigliò.

Portato via? Da lui?

Rise all’assurdità del suo patetico pensiero. Tanto per cominciare, Masaki non era mai stato suo.

Forse era sempre stato di Sakurai, anche se pure loro due se n’erano accorti solo in quei giorni.

Sì, forse era sempre stato di Sho, quindi era ovvio che fosse suo anche in quel momento.

Lui? Lui era solo un intruso benaccetto in quella relazione, allo stesso livello di Nino e Ohno. Era solo uno spettatore che aveva un posto in prima fila per osservare come la loro relazione nascosta sotto un’amicizia emergeva simile a un bruco avvolto nel suo bozzolo che diventa una farfalla. Era solo quello- un intruso e un osservatore. Non aveva diritto di essere nient’altro che quello. Doveva capirlo questo! Avrebbe dovuto.

Dannazione!

Lacrime di rabbia scesero dai suoi occhi e Jun cadde sulle ginocchia, piangendo per la sua opportunità perduta.

Anche se le mani che ti tengono non sono le mie...

-Jun-kun!

Esclamò Aiba la mattina dopo non appena si incontrarono.

Anche se la persona con cui sei non sono io...

-Ohayo!

-Ohayo.

-Senti, per ieri sera... ti ringrazio!- gli disse sorridendo - E anche per l’altra volta! Mi sei stato davvero d’aiuto. Arigatou.

Fintanto che continuerai ad avere quel bellissimo sorriso sul volto, insegnerò a me stesso di essere felice di questo...

-Ehi... piantala. Guarda che non c’è problema!

E imparerò. Imparerò perché...

-Yeee! Forza, andiamo! Anche oggi ci aspetta una giornata pienissima di lavoro!

Esclamò iniziando a incamminarsi per il corridoio. Poi si voltò verso di lui.

-Vieni?

Perché mi piaci.

pair: sakuraiba, music: arashi, r: pg-13, ff: italian

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