Titolo: Love Chronicles
Fandom: Arashi
Genere: yaoi, lemon, e diciamo romantico, ma non troppo
Rating: PG-13
Pairing: indovinate un po'? Ebbene sì, ANCORA Sakuraiba. Ma attenzione, non solo!
Disclaimer: vedete questa mano? *alza la mano che usa per scrivere e scrocchia le dita* un giorno questa mano mi aiuterà a dominare tutto il Johnny Jimusho!
Inizierò dagli Arashi!
Lettori: *arretrano lentamente* ehm, Rosa-chan... hai preso le medicine stamattina?
Autrice: uh *sbatte le palpebre* Sì...
Lettori: .......*silenzio*
Autrice: ehm........ ARASHI FOR DREAAAAAM!!!!! *corre come un demonio*
Note: che dire? Non ho mai scritto delle long fic sugli Arashi, spero sia uscita decentemente. in realtà non ho finito di scriverla, ma non temete, la finirò, SO che desiderate ardentemente leggerla. Basta. un'ultima cosa: Sakuraiba PER LA VITA. stop.
Già postati:
01 02 Sho si appoggiò alla porta della sua stanza. Gli ultimi residui di felicità e di piacere provocati da baci innocenti e senza esperienza si disintegrarono ed evaporarono lasciandolo vuoto, colpevole e disgustato.
Corse in bagno e si lavò la bocca per eliminare il sapore di Aiba che prima pensava essere dolce. Si guardò allo specchio e ringhiò alla suo riflesso. Si sentiva disgustato, non di Aiba, ma di se stesso. Non avrebbe dovuto baciare il suo compagno. Non avrebbe dovuto perché era totalmente sbagliato: perché Aiba probabilmente non lo voleva davvero, e perché lui non ne era attratto. Sì, era certo di non esserlo.
A lui piacevano le donne, era così da sempre.
Magari aveva solo voluto provare una nuova esperienza, e si sa, le nuove esperienza vanno vissute con gli amici. Questa era la ragione dietro il bacio e, oh, Kami! Non avrebbe più potuto guardare in faccia Aiba. Come avrebbe fatto, al lavoro?
Aiba, dal canto suo, aveva uno e un solo motivo per evitare l’altro: imbarazzo.
Si scambiavano baci attraverso l’immaginazione mentre si ignoravano. La notte, sogni erotici li perseguitavano. Sogni che gli ricordavano il calore dell’altro, la gentilezza e la dolcezza delle loro carezze reciproche, sogni che gli mostravano cosa sarebbe potuto accadere e sogni che li lasciavano eccitati, pazzi di lussuria e vuoti. Entrambi sapevano che ciò che era accaduto tra loro aveva portato la loro amicizia su un altro piano che era a loro così sconosciuto che creava paura e confusione. Questa era un’altra ragione per cui si evitavano.
O meglio: cercavano di evitarsi. Perché erano nello stesso gruppo, e si vedevano quasi quotidianamente per girare i vari show televisivi; dove addirittura dovevano interagire tra loro come se nulla fosse accaduto.
Ma appena le telecamere si spegnevano, ognuno andava per la sua strada.
Dopo esser stato ripetutamente bombardato di domande dagli altri membri del gruppo (che non osavano avvicinarsi a Sakurai, attorniato da un’aura maligna), Aiba rispose vagamente:
-Sono successe tra me e Sho-chan delle cose che non sarebbero dovute succedere.
Jun quasi si strozzò, dicendosi di non saltare subito alle conclusioni.
-E questo cosa dovrebbe significare?
Domandò Nino. Aiba distolse lo sguardo cacciando via dalla sua mente il ricordo di uno Sho rosso e col fiato corto: il ragazzo non gli era mai sembrato bello come in quell’istante.
-Nino-chan - disse poggiando la fronte sulla spalla del più basso.
-Mh?
-è divertente come le cose siano arrivate a questo punto.
-Stai dicendo cose senza senso.
Disse quello stancamente.
-Le dico perché sono confuso. Mi dispia...
-Non esserlo.
Disse Jun tagliente, interrompendolo. A quel punto, Ohno decise di intervenire ad alleggerire l’atmosfera con un argomento sicuro e familiare.
-Aiba-chan, alla fine hai imparato la coreografia che ti eri perso quando sei stato male?
Questo fece uscire Aiba dal suo stato di depressione e lo fece entrare nel panico: aveva delle enormi difficoltà con la coreografia per via di tutti quei pensieri che aveva! Doveva impegnarsi il doppio del solito, e tutto per colpa di quel bastardo!
Mentre Jun lo guardava mentre si disperava e chiedeva a Ohno di dargli ripetizioni, si chiese se quelli che stava provando erano sentimenti di solitudine e gelosia.
Mi stai lasciando indietro, Aiba-chan?
Aiba canticchiava tra sé e sé accennando qualche passo di danza nel corridoio deserto: finalmente aveva imparato completamente la coreografia! Ok, era dovuto restare fino a quell’ora tarda, e il coreografo se n’era tornato a casa prima che lui terminasse perché aveva l’insana voglia di prenderlo a pugni, ma quello che contava era il risultato.
Perso nella sua esaltazione, non si accorse di una scopa per terra che nessuno si era premurato di raccogliere e che lo fece inciampare facendolo precipitare in avanti. Nella caduta, maledisse il personale addetto alla pulizia e... NO. Come poteva maledirli quando lo avevano fatto precipitare dritto dritto tra le braccia forti di Sho, che proprio in quel momento era sbucato dall’angolo?
Il tempo si mosse lentamente.
Dopo tutti quei tentativi di evitare Sho, si era convinto di non sentire affatto al sua mancanza, convinzione che in quel momento era sparita nel nulla. Aveva sentito la mancanza di Sho. Aveva sentito la mancanza del suo calore. Aveva sentito la mancanza dei suoi baci timidi. Aveva sentito la mancanza della sua passione gentile. Gettando ancora una volta la prudenza al vento, Aiba alzò il volto per incrociare lo sguardo di Sakurai e premette le loro labbra insieme.
Mi sei mancato così tanto.
Sho sobbalzò non appena le labbra a cui aveva tanto pensato entrarono in contatto con le sue. Esistevano almeno un centinaio di ragioni per le quali non si sarebbe dovuto sentire felice, e altre cento per cui non avrebbe dovuto rispondere a quel bacio, ma furono tutte messe da parte dal desiderio che era esploso in lui.
Guidato da quelle emozioni, Sho rafforzò la presa attorno a Masaki e rispose al bacio.
Ti volevo vedere.
In quel momento, il tempo riprese il suo scorrere normale, e la gravità li fece cadere al suolo. Il dolore che l’impatto aveva causato, fu sommerso dalle sensazioni che scorrevano nelle loro vene.
-Sho-chan...
Chiamò mentre si separavano per prendere aria; il suo cuore mancò un battito quando vide quanto era bello Sho con il volto arrossato. Sho guardò nei suoi occhi liquidi e si lasciò annegare in essi. Allungò un braccio per spostare una ciocca di capelli dalla sua fronte prima di mormorare una frase che sembrava più una supplica che un comando:
-Urusai.
Spinse Aiba giù per un nuovo bacio.
Lo costrinse sulla schiena e coprì parzialmente la sua figura con il suo corpo. Portò le mani ognuna su una guancia di Masaki mentre divorava la sua bocca come un uomo affamato. Gli piaceva il modo in cui l’altro tremava quando spingeva la lingua nella sua bocca per duellare con la sua. Gli piaceva... Dio! Gli piaceva ogni cosa di Masaki.
Dopo quello che sembrò un’eternità, si separarono per osservarsi reciprocamente; poteva esserci timidezza nei loro occhi, ma di certo non imbarazzo.
Sho si alzò in piedi, mentre l’altro lo fissava dal basso con aria confusa.
-Andiamo a prenderci qualcosa in un bar.
Non lo aspettò mentre si incamminava lungo il corridoio. Gli occhi di Aiba si erano spalancati a quella domanda. Sho gli stava chiedendo un appuntamento?
-Vieni?- domandò da sopra la sua spalla quando notò che era rimasto indietro. Non mi lasciare proprio ora.
Aiba uscì dal suo stato di trance e lo raggiunse di corsa.
Aiba rimase disorientato quando, in mezzo alla strada, superò involontariamente Sho che si era improvvisamente fermato. Stava per girarsi quando venne bloccato dalla voce autoritaria dell’altro.
-No, non voltarti.
Sho fissò la schiena di Aiba mentre cercava il coraggio per fare quello che si era proposto: dovevano chiarire un paio di cose prima di procedere verso il loro primo appuntamento.
Primo appuntamento... E non arrossire, baka.
-Noi siamo amici.
Cominciò, come se stesse leggendo un discorso.
Non si rese però conto del fatto che il cuore di Aiba si era stretto a quella frase. Come poteva dire così dopo che si erano baciati più volte e dopo che gli aveva chiesto un appuntamento? Ma... forse quello non era un appuntamento, ma una semplice uscita tra amici, come quelle che prima avevano fatto tante volte. Si diede dello stupido mentalmente per essersi aspettato troppo. Cosa credeva? Che Sho gli volesse chiedere di stare insieme? Sapeva bene quanto serio e ligio al lavoro fosse il ragazzo. E le relazioni all’interno del gruppo erano seriamente vietate da Johnny-sama. E Sho aveva sempre messo il suo lavoro prima di ogni altra cosa.
Ora lo aveva capito, e sapeva che non c’era possibilità di vittoria per lui.
Inaspettatamente, la sua voce uscì fuori chiara e forte:
-Non devi-
-Lasciami finire. Noi siamo amici, sì, ma siamo anche più di questo.
Il cuore di Aiba sobbalzò e il ragazzo si decise ad ascoltarlo fino alla fine, prima di trarre le sue conclusioni.
-Io... non so bene cosa provo per te. È tutto troppo nuovo e non riesco a dargli un nome. Però so una cosa. - strinse i pugni e prese un respiro profondo prima di continuare -Voglio stare con te. Qualsiasi cosa sia tutto questo... voglio viverla con te. Con nessun altro all’infuori di te perché... perché...
Improvvisamente, il suo cervello lo abbandonò. Maledizione, di tutte le volte, proprio ora doveva spegnersi??
L’esitazione di Sho fece volare Masaki, che dichiarò senza nessun timore:
-Anche io voglio stare con Sho-chan. Voglio stare con te.
Intraprese una dura lotta contro le lacrime che premevano per uscire. Piangere sarebbe stato da veri stupidi, in quel momento, perché si sentiva immensamente felice.
Al sentire quelle parole tutti i pensieri negativi di Sho su un possibile rifiuto e su qualsiasi altra cosa che pesasse sul suo cuore svanirono.
Un sorriso tese le sue labbra e coprì la distanza che li separava, per afferrare poi la mano dell’altro ragazzo e incamminarsi verso il bar più vicino.