Eccomi al volo prima di staccare, abbiamo sentito un grido e non si sa ancora chi sia stato a gridare, ora lo scopriamo subito ç_______ç
Titolo: Ubi iacet dimidium, iacet pectus meum (Dove giace la mia metà, giace il mio cuore)
Fandom: Arashi
Capitoli: 6 di 7
Genere: Storico, Angst
Raiting: R
Pair: Sakumoto
Deslaimer: se andrò in giappone li rapirò e saranno miei sul serio buahhahahahahah
Note: Sul genere "Il nome della rosa" di Umberto Eco
Ringraziamenti: a Harin che ha proposto il prompt, alimentando le fantasie su una fict che avevo già in mente di scrivere, a jinny che si è sorbita insieme a harin tutti i passaggi di scrittura con annessi blocchi.
Parti precedenti:
Intro,
Parte I,
Parte II,
Parte III,
Parte IV,
Parte V
PARTE VI
Arrivai al fienile nello stesso momento in cui entrò anche l'Abate insieme all'inquisitore e il ragazzo che avevo visto quella mattina; la scena che ci si presentò davanti fu scioccante per tutti i presenti e lo fu anche per me quando vidi Jun con le vesti strappate schiacciato a terra dal priore che gli stava sopra, questo visti i presenti si alzò immediatamente allontanandosi ma gli uomini dell'inquisizione lo bloccarono senza neanche aspettare l'ordine.
-Cosa fate lasciatelo andare- disse subito l'Abate difendendo il Priore.
-Fratello, cosa state dicendo!- lo riprese l'inquisitore, -Qui si stava compiendo il peggior atto della cristianità! Portatelo via e prendete anche il ragazzo!- ordinò poi l'uomo.
-No aspettate!- intervenni io sta volta, mentre due uomini tiravano su Jun, che sembrava semi svenuto, da terra.
-Lasciatelo andare mi sembra logico che in tutto questo lui è solo la vittima- dissi in sua difesa.
-No quello non è una vittima... è una puttana, si fa scopare da tutti per un pezzo di pane- disse il Priore ribbellandosi agli uomini che lo tenevano fermo, sembrava impazzito.
-Portateli via!- urlò di nuovo l'inquisitore disgustato dalle parole appena udite.
-Ascoltatemi... non è vero, quel ragazzo... mi sembra ovvio che abbia subito una violenza, avete visto i suoi vestiti... lo stato in cui è...-
-BASTA!- urlò questo, -Verranno interrogati e sapremo la verità!- rimasi pietrificato mentre si allontanavano, Satoshi rimase al mio fianco ma io ero spaventato, mi sentivo inutile, Jun era venuto probabilmente solo per cercare me e... caddì a terra in ginocchio singhiozzando, a malapena mi accorsi delle braccia di Satoshi che cercavano di confortarmi, ero inutile e non potevo fare niente, non ero riuscito a fare nulla per Masaki e ancora meno per Jun.
-Vi prego non fate così- cercò di calmarmi Satoshi, -presto arriverà il vescovo-
Era vero... era l'unica persona di cui ancora potevo avere fiducia, dovevo cercare di ritrovare la fede e farmi forza.
Ci diriggemmo verso il sotterraneo a cui si accedeva dal cortile per vedere se il ragazzino avrebbe mantenuto la promessa di farci entrare e lo trovammo sulla porta.
-Adesso non è un bel momento, vi prego andate via- disse subito.
-Avevi detto che ci avresti fatto entrare- disse subito Satoshi.
-La situazione è notevolmente cambiata come avete visto!- ci rimproverò.
-Noi siamo qui per vedere Masaki!- provò a ribattere Satoshi.
-Come sta Jun?- chiesi senza riuscire a controllarmi, era un errore lo sapevo, non avrei mai dovuto dirlo ma quelle parole vennero alla mia mente e non riuscii a impedire che fossero pronunciate.
-Parlate del ragazzo?- chiese.
-Si-
-E' nella cella insieme al vostro allievo, ci è sembrato bene tenerli divisi, ma quell'uomo sembra essere fuori di senno e il ragazzo era ancora svenuto quando lo abbiamo portato nella cella- spiegò.
-Ti prego, posso vederli? Solo qualche minuto, ti prego- lo supplicai.
Il ragazzo mi guardò, sembrava incerto su quello che doveva fare, non poteva farci entrare lo sapeva bene, però stava esistando.
-Ti prego- dissi di nuovo cercando di convincerlo.
-Ok, io tra poco devo andare ad assistere all'interrogatorio del monaco, visto che il ragazzo era svenuto per ora non sarà interrogato, lascio la porta aperta andate avanti per il corridoio poi è la prima porta sulla destra- disse guardandoci entrambi, noi annuimmò poi ci allontanammo rimanendo a poca distanza ma nascosti, in modo da vedere quando sarebbe andato via, poco dopo quella che a me sembrò essere un eternità, ma che probabilmente non fu più di una mezz'ora, il ragazzo si allontanò.
Aspettammò ancora qualche minuto poi ci avvicinammo ed entrammo dalla porta che era rimasta aperta, come mettemmo piede nel corridoio potemmo sentire i lamenti provenire da qualche stanza in cui stavano interrogando il Priore, non volevo neanche pensare a cosa gli stavano facendo ma ringraziavo soltanto che non ci fosse Jun in quella stanza.
-E' questa- sussurrò Satoshi indicando la porta.
L'aprii senza esitare e quando Masaki ci vide fu sorpreso, aveva una catena a un braccio che era incassata con l'altra estremita direttamente nella parete sembrava stare bene, forse era solo un pò spaventato.
-Stai bene?- gli chiesi subito avvicinandomi.
-Si sto bene, mi hanno solo fatto qualche domanda ma non mi hanno fatto niente- disse.
-Sia ringraziato il cielo- dissi sospirando e abbracciandolo, poi mi girai a guardare Jun era in un angolo, anche lui legato con una catena al muro, se ne stava però rannicchiato nel suo angolino tremando e tenendosi strette le ginocchia al petto dondolandosi.
-Non ha detto una parola da quando lo hanno portato qui, prima era svenuto, poi quando si è ripreso si è messo lì e non si è più mosso, ho tentato di avvicinarmi ma è spaventato a morte- disse Masaki.
Il solo guardarlo mi faceva stare male, non ero riuscito a proteggerlo, anzi era solo colpa mia se ora era lì e io non sapevo che fare, mi avvicinai piano, accucciandomi vicino a lui, si ritrasse alla mia presenza senza alzare lo sguardo.
-Jun... sono io- dissi toccandogli con delicatezza un braccio.
Lo vidi alzare piano il viso e portarlo su di me, vidi i suoi occhi riempirsi di lacrime e cominciare a piangere mentre si aggrappava al mio petto con tutte le sue forze, lo strinsi a me cercando di dargli conforto accarezzandogli i capelli per tranquillizzarlo, ma cosa potevo fare ora io?
-Mi dispiace- disse poi in un sighiozzo; rimasi sorpreso.
-Di cosa Jun?- chiesi dolcemente accarezzandogli di nuovo i capelli.
-Di non aver aspettato, di essere venuto per cercarti- disse allontanandosi da me per potermi guardare.
-Non è colpa tua Jun, sono io che... scusami tu, scusami- dissi stringendolo di nuovo, ero così frustrato, mi sentivo davvero inutile.
-Dobbiamo andare- disse Satoshi improvvisamente sentendo dei rumori.
-Nessuno ti farà più del male, te lo giuro- dissi lasciando andare Jun, gli asciugai velocemente le lacrime dal viso, poi gli diedi un bacio sulla fronte, Jun mi baciò le labbra in un bacio casto, poi fui costretto ad andare.
Quella notte rimasi sveglio, non riuscivo a dormire, non facevo che camminare avanti e indietro nella mia cella, ero tormentato, avevo paura che interrogassero anche Jun quella notte, non volevo neanche pensare a quello che potevano fargli durante un interrogatorio vero, quando si fece l'alba uscii e andai di nuovo verso la segreta dove li avevano rinchiusi, vi trovai il ragazzo ma insieme a lui c'era anche Satoshi.
-Non lo abbiamo interrogato- esordì prima che potessi fare la mia domanda e feci un sospiro di sollievo.
-Nino ha detto che è bastato quello che ha raccontato il Priore e che non ci sarà bisogno di interrogare Jun- mi spiegò Satoshi, ma ebbi la sensazione che non era una cosa positiva.
-Abbiamo rinchiuso anche il Cellaro, questa mattina lo interrogheremo, a quel punto sarà tutto chiaro e non servirà probabilmente di interrogare il ragazzo. Mi dispiace.- aggiunse poi Nino.
Tremai, non poteva essere...
-Jun...-
-E' colpevole per la chiesa, e la condanna è chiara- disse Nino ma sembrava davvero dispiaciuto.
-Il...rogo?- chiesi, ma mi tremava la voce e Satoshi mi si fece vicino mettendomi una mano sulla spalla, cercando di darmi conforto.
-Si- rispose Nino; -Mi dispiace, ho sentito delle cose orribili dette da quell'uomo la scorsa notte e... mi dispiace davvero tanto- ripetè di nuovo.
Mi sentivo morire, perchè doveva finire in quel modo? Possibile che non potessi fare nulla? Ormai avevo solo una chance ed era di parlare immediatamente con mio zio appena fosse arrivato, forse lui poteva ancora fare qualcosa.
Continuai ad attendere così il suo arrivo rimasi sulla porta del monastero per ore, Satoshi venne più di una volta a chiedermi come stavo, mi pregò di venire a mangiare per lo meno qualcosa ma... non ce la facevo. Alla fine verso sera lo vidi arrivare finalmente, una carrozza si avvicinava con alle spalle il tramonto, non poteva essere nessun altro e un ultima speranza si accese nel mio cuore, volevo salvare la persona che amavo, dopotutto era forse sbagliato?