Ubi iacet dimidium, iacet pectus meum

Jun 28, 2010 09:23

Rieccomi di nuovo, sono in blocco totale con la scrittura ma ringrazio il cielo di aver qualcosa da postare sennò non saprei come fare ç____ç spero che mi passi in fretta sto blocco dannato, ma parliamo d'altro XD

Titolo: Ubi iacet dimidium, iacet pectus meum (Dove giace la mia metà, giace il mio cuore)
Fandom: Arashi
Capitoli: 3 di 7
Genere: Storico, Angst
Raiting: R
Pair: Sakumoto
Deslaimer: se andrò in giappone li rapirò e saranno miei sul serio buahhahahahahah
Note: Sul genere "Il nome della rosa" di Umberto Eco
Ringraziamenti: a Harin che ha proposto il prompt, alimentando le fantasie su una fict che avevo già in mente di scrivere, a jinny che si è sorbita insieme a harin tutti i passaggi di scrittura con annessi blocchi.
Parti precedenti: Intro, Parte I, Parte II

Parte III
-Satoshi posso farti qualche domanda sul monastero?- chiesi mentre caminavamo fuori dalla chiesa.
-Certo, chieda pure- rispose.
-Il monastero è molto grande e siete in molti a viverci. Avete delle terre vostre?- chiesi cercano di essere il più discreto possibile.
-Poco o nulla fratello Sakurai- rispose un pò troppo velocemente.
-Eppure la gente sembra essere ostile verso di voi, al nostro arrivo qualcuno al villaggio ci ha accusato di essere qui per rubbare le loro terre, mi chiedo come è possibile una cosa del genere? Siamo solo monaci che si accontentiano di un pò di pane e delle loro preghiere- dissi cercando di sembrare incredulo alle stesse parole che io stavo pronunciado.
-Ci sono alcune voci e... alcuni fatti strani accaduti qui, però... io non è da molto che sono in questo monastero, non saprei mi dispiace- disse scusandosi Satoshi.
-Che voci?- chiesi.
-Beh, la gente dice che noi monaci gli rubiamo la terra, ma io non so se quello che dicono è vero, la gente ha fame per via della carestia che sta affliggendo tutta la zona, però... beh le nostre dispense sono sempre piene e questo è strano- confessò.
Satoshi era davvero una brava persona ed era sincero, ma sembrava aver anche paura a raccontare certe cose.
-Mi sai dire altro su quel ragazzo di cui ti ho chiesto giorni fa?- provai poi a chidere, ero davvero curioso, non capivo la mia stessa ostinazione per quel ragazzo, volevo aiutarlo si, ma c'era anche qualcos'altro che non riuscivo però a comprendere...
-Non molto, mi raccontarono che dopo la morte dei suoi genitori fu portato al convento, era giovane e non poteva badare alla terra, venne messo sotto la custodia dell'Abate, il tentativo di farlo diventare un monaco però fallì, il ragazzo non faceva altro che scappare e beh.. sembrava pazzo si contorceva, strillava e si dimenava ogni volta che veniva riportato qui- disse Satoshi, -Però non saprei dirvi altro e anche questo è quel poco che ho saputo per voce di altri, io è solo poco più di un anno che sono qui-
-Sai per caso il suo nome?- chiesi e questa era pura e semplice curiosità personale.
-Si chiama Jun- rispose.
"Jun" ripetei nella mia mente.

-Maestro è tutto il pomeriggio che mi sembrate sovrapensiero- disse Masaki.
-Scusami, riflettevo su questa storia. Tu che ne pensi?- chiesi.
-Non lo so. Però effettivamente la gente porta offerte al monastero, ma sembrano quasi obligati a farlo- disse facendo una buona osservazione.
-Infatti! E in più c'è quel ragazzo...-
-Maestro non è che sta diventando una fissazione? Non fate che fare domande su quel ragazzo e non mi avete voluto dire nulla dell'altra notte- disse Masaki sospettoso.
Era vero non volevo raccontargli cosa avevo visto, era già duro ammettere che alcuni monaci potevano approfittare di quel ragazzo in quel modo, e soprattutto non volevo dirlo per rispetto di quel ragazzo. E forse si, stava diventando una fissazione ma volevo aiutarlo e basta... era solo questo, no?
-Vorrei solo aiutarlo- dissi poi guardando Masaki negl'occhi.
-Lasci che la aiuti allora maestro- rispose Masaki.
Aveva ragione dopotutto eravamo insieme per investigare lì, così mi decisi di raccontare quello che il ragazzo mi aveva detto, tralasciando però quello che era successo.
-Quindi forse potrebbe essere vero che sottraggono le terre altrui se lo hanno fatto con lui- disse Masaki.
-Non possiamo essere certi di quello che è successo, però è strano, certo è giovane ma non da non poter badare a un pezzo di terra, se forse lo era allora adesso di sicuro ne sarebbe stato in grado, quindi perchè non restituirgli quello che è suo?-
Masaki alzò le spalle, anche lui come me non riusciva a capire.
-E se... se chiedessimo di lui direttamente all'Abate?- suggerì Masaki.
-Potremmo far scoprire il motivo per cui siamo qui, l'Abate ha già qualche sospetto-
-Maestro credo che lo sappiano già perchè siamo qui- affermò Masaki.
-Come?-
-Ho sentito alcuni dei monaci parlare che ci aveva mandato il vaticano perchè avevano strani sospetti su quello che la gente al villaggio dice di loro- mi confessò Masaki.
Sospirai, prima o poi ci avrebbero scoperto comunque ma non pensavo così presto.
-A questo punto hai ragione, chiediamo a Satoshi di parlare con l'Abate- dissi.

L'Abate ci ricevette quel pomeriggio, ma quando entrammo sentii già che l'aria non era più quella accogliente di quando ci aveva ricevuto al nostro arrivo.
-Satoshi mi ha detto che volete parlarmi, di che si tratta di grazia?- chiese.
-Volevo chiederle di quel ragazzo che ogni tanto è nei dintorni- dissi soltando avvicinandomi alla grossa scrivania a cui era seduto.
-Per quale motivo vi interessa?- chiese questo studiandomi.
-E' solo curiosità. Sembra dipendere parecchio da voi. Mi hanno raccontato che ha perso i genitori 3 anni fa durante un epidemia e che lei lo ha preso sotto la sua custodia-
-Si esatto- mi interruppe; -Volevo solo il suo bene, ho tentato di farlo diventare un novizio, ma... la sua mente ha qualcosa che non va- disse.
-A me sembra soltanto un ragazzo spaventato. Avete preso le sue terre, per quale motivo?- chiesi, ed eccola la domanda che stava aspettando, si vide dalla sua reazione si alzò in piedi e assunse un aria truce ed irata.
-Ci state accusando di qualcosa?- chiese alzando la voce.
-Io non sto accusando nessuno, ma... la gente si lamenta di rubargli la terra e che chiedete tributi nonostante la forte carestia che sta colpendo questi luoghi- dissi severo, accusare una persona più anziana di me e con più esperienza mi metteva a disagio ma era per quello che ero lì, mio zio aveva fiducia in me e se dovevo fare una cosa del genere non avrei esitato e non lo feci.
-Ormai credo che lo sappiate perchè siamo qui e chi ci manda, quindi... la prego di rispondere alla mia domanda- insistei infine.
-Era troppo giovane per badare a quella terra, lo presi con noi per carità cristiana tutto qui- ripose questo.
-Un lodevole gesto, io stesso avrei fatto la stessa cosa- dissi, -Ma... per quale motivo costringerlo ad entrare nell'ordine se non voleva?-
-Sapete bene che non possiamo accogliere gente all'interno del monastero, siamo un ordine di clausura, se l'ho spinto al noviziato era solo per aiutarlo, lo avete visto no? Capirete perchè l'ho fatto!- proruppe, gli davano molto fastidio quelle domande e si vedeva bene che era irritato.
-Sinceramente scusatemi, sarà la mia giovane età e inesperienza ma non riesco proprio a capirlo- risposi alzando un sopraciglio confuso.
-Quel ragazzo... il suo viso... il suo corpo... è come un errore della natura- rispose disgustato.
-Dio non crea nessuna delle sue creature a caso, e il suo aspetto non è una colpa- alzai la voce irritato da quel comportamento di disprezzo che avevano tutti per quel ragazzo.
-Sa benissimo che è sacrilego per un uomo attirare le attenzioni di un altro uomo! Se l'ho fatto è solo per salvare la sua anima!- protestò animatamente l'Abate, non capivo perchè si sentisse tanto punto nel vivo in quel discorso se lui aveva agito solo nel suo bene.
-Ma non possiamo costringere qualcuno alla vita religiosa se non vuole- dissi cercando di riprendere il controllo anche se ero già piuttosto alterato e purtroppo la pazienza non è un dono che Dio mi ha concesso.
-E infatti non vive con noi come ha visto- mi incalzo subito; -Scappò ripetutamente e quando riuscivamo a riportarlo qui si dimenava in preda a chissà quale turba, sembrava impossessato dal maligno-
-O forse semplicemente cercava di ribbellarsi tutto qui- risposi ancora con astio, non riuscivo davvero a controllarmi; -E allora perchè ora che ha l'età e la capacità di coltivare la sua terra non gli è stata restituita?!-
-Perchè la sua mente è malata ecco perchè!! Ci occupiamo noi di lui, lo sfamiamo e gli permettiamo di vivere dove vuole- mi urlò contro.
-E gli altri contadini allora? Al villaggio sostengono che vi siete impadroniti di parte delle loro terre, come rispondete a certe accuse?-
-Assurdità! La gente è affamata e vuole solo dare la colpa a qualcuno- ribattè l'Abate.
-Eppure cibo non manca al monastero, perchè continuate a chiedere tributi a gente che muore di fame?-
-Non stiamo chiedendo più di quanto ci serve per sopravvivere!-
-A me non sembra così! Se continuerete su questa storia sarà l'inquisizione ad intervenire per chiarire la faccenda!- minacciai.
-La stessa cosa potrebbe succedere nei vostri confronti- minaccio l'Abate in risposta, -La magia nera non è tollerata e il suo novizio sembra praticarla addirittura su se stesso!-
-Ha solo nozioni di medicina e sta studiando per curare vari mali...-
-Lo vedremo!- disse interrompendomi e questa era davvero una minaccia concreta, sentii Masaki muoversi nervoso vicino a me, era rimasto in silenzio e in disparte per tutto il tempo e anche Satoshi a pochi passi dall'Abate sembrava molto turbato dalla discussione appena avvenuta tra di noi.
-Ed ora vi prego di andare sono molto occupato!- disse facendo segno a Satoshi di accompagnarci fuori.
-Ormai non ho più dubbi che sta succedendo qualcosa!- esclamai arrabbiato mentre accompagnati da Satoshi ci dirigevamo verso la nostra cella.
-Maestro...- mi rimproverò Masaki indicando con un cenno della testa Satoshi.
-Non vi preoccupate per la mia presenza- rispose subito questo; -E da quando sono qui che sento che ci sia qualcosa di sbagliato in questo posto ed ora dopo quello che ho sentito ne sono ancora più convinto, quindi... di qualsiasi cosa abbiate bisogno contate pure sul mio aiuto-
-Ti ringrazio- dissi subito, sapevo che era una brava persona e un bravo religioso.
-Ora scusatemi ma devo andare a suonare le campane per l'annuncio alle preghiere della sera- disse Satoshi scappando via verso il campanile.
-E' davvero un brava persona Satoshi, vero maestro?- chiese Masaki.
-Si hai ragione- risposi.
-Cosa faremo adesso?- chiese di nuovo Masaki.
-Per prima cosa manderò una lettera a mio zio, poi cercheremo di parlare di nuovo con Jun- era la prima volta che pronunciavo il suo nome e... ebbi una strana sensazione.
-Crede che quella minaccia... che l'Abate...?- Masaki era nervoso, sapeva bene che non tutti approvavano il tipo di studi che aveva intrapreso, ma di certo non era stregoneria la sua.
-Sta tranquillo Masaki, non ti devi preoccupare- dissi, ma allo stesso tempo decisi di chiedere aiuto a mio zio, sarei andato in fondo a questa storia ora.

gnr: angst, g: arashi, p: sakumoto, r: r

Previous post Next post
Up