Rieccomi di nuovo, con l'intermezzo delle ficcy per il comply di Sho vi si era risollevato e non lo stavate più odiando vero? Ebbene preparate le armi ragazze perchè dopo questo capitolo sentirete la necessità di fare una spedizione punitiva U___U
Titolo: I don't want nevermore hurt you
Fandom: Arashi
Genere: angst
Raiting: R
Pairing: Sakumoto (fucilatemi fate di me quello che volete ma ne son drogata non riesco a scrivere altro =____=)
Desclaimers: Non sono miei e bla bla bla...
Ringraziamenti: A Harin e Jinny che si son sorbite tutto, forse maledicendomi di aver scritto un angst^^
Post precedenti:
Intro,
Cap.1,
Cap.2 ,
Cap.3 Capitolo 4
Quella mattina, Jun sapeva che Sho avrebbe lavorato solo nel pomeriggio, e sapeva anche che lo avrebbe trovato in casa. Ma nonostante Masaki avesse insistito tanto per accompagnarlo a casa, aveva deciso che era meglio andare da solo, se ci fosse stato anche Masaki sicuramente si sarebbe arrabbiato di nuovo.
Entrò in casa senza annunciarsi, ma non servì perchè Sho lo stava aspettando...
-Dove sei stato?- chiese subito, il tono aspro e arrabbiato.
Jun cominciò ad avere di nuovo paura, ebbe la tentazione di spalancare la porta e fuggire di nuovo, le mani gli tremavano e sapeva che era furioso in quel momento.
-E...ero da Masaki- balbettò spaventato.
-Perchè eri lì eh? Hai addosso i suoi vestiti vero? Cosa ci stavi a fare da lui? Parla!- mentre gli urlava tutte queste cose lo aveva afferrato per un braccio scuotendolo.
-Avevo paura!- urlò d'un tratto Jun con tutto il fiato che aveva, Sho smise di scuoterlo ma non gli lasciò il braccio.
-Ieri... ieri sera... mi hai... costretto con la forza- Jun non riusciva a dire quella parola, era come ammettere che il suo ragazzo lo avesse violentato, dirlo avrebbe fatto diventare davvero la cosa reale.
-Avevo paura di te... e sono andato da Masaki, non avevo nessun altro da cui andare e avevo paura di te- ripeté, era scoppiato di nuovo in lacrime dicendo quelle cose e stava tremando, cercò di fermare quel tremore stringendo forte la maglia che aveva addosso ma non ci riusciva.
D'un tratto però si sentì abbracciare,Sho lo aveva stretto forte a se, non aveva urlato, ma lo aveva abbracciato, come aveva fatto tante e tante volte, Jun che inizialmente si era irrigidito, alla fine si lasciò andare stringendo con le mani la camicia di Sho e singhiozzando ancora più forte.
-Scusami cucciolo, scusami- disse più e più volte Sho senza lasciarlo mai andare, poi quando Jun si calmò si allontanò leggermente da lui, l'aria triste ma severa.
-Sho cosa ti sta succedendo?- chiese Jun ,gli occhi ancora imperlati di lacrime.
-Scusami amore- ripetè ancora, baciandolo leggermente sulle labbra.
-E' solo che... io impazzisco di gelosia, quando non sei con me ti penso con un altro, quando qualcuno ti tocca lo vedo fare con malizia- cercò di giustificarsi Sho.
-Ma perchè? Lo sai che ti amo- disse.
-E' che sei troppo bello- disse accarezzandogli una guancia, soffermandosi poi un secondo sul piccolo livido che gli aveva fatto due sere prima.
-Guarda che ti ho fatto- disse stringendolo di nuovo forte a se.
-Scusami, scusami, scusami...- continuava a ripetere.
-Mi prometti che smetterai di essere così geloso?- gli chiese Jun.
-Te lo giuro, se non mi darai modo di esserlo io non lo sarò mai più- rispose.
-Ma non hai motivo di esserlo! Io amo solo te- disse poi baciandolo.
Quella mattina fecero di nuovo l'amore ma sta volta Sho era di nuovo il suo Sho.
Passarono alcuni giorni nei quali sembrò tutto essere tornato alla normalità, Jun era abbastanza libero da quando aveva finito di girare il film e ogni sera quando Sho tornava a casa lo accoglieva con una bella cenetta; Jun sembrava felice e di conseguenza anche Nino e Masaki erano più tranquilli e cominciavano a credere che Jun avesse ragione e fosse solo lo stress che aveva fatto reagire così Sho.
Una sera però quando Sho tornò a casa Jun non c'era, prese subito in mano il cellulare accendendolo per chiamarlo, ma si accorse della spia lampeggiante della segreteria telefonica, spinse il pulsante per ascoltare i messaggi e seguì il bip di avviso:
"Sho amore ho provato a chiamarti ma avevi il cellulare spento, stasera non torno a casa, avevo un servizio fotografico insieme a Shun a Kyoto, si è prolungato più del previsto, volevo prendere il treno ma lo staff ha prenotato un albergo e Shun ha insistito che rimanessi, torno domani in mattinata. Ti amo"
Si sentì un tonfo sordo, il rumore del cellulare che Sho aveva ancora in mano e che si andava a scontrare contro la parete della stanza.
Jun prese il treno quella mattina alle 9, doveva essere a Tokyo per mezzogiorno, avrebbe fatto una doccia e poi sarebbe corso agli studi per una registrazione insieme a Masaki, quando ormai era quasi sotto casa il suo cellulare squillò, pensava fosse Sho, ma invece non lo aveva mai chiamato, aveva provato lui, ma il cellulare sembrava essere sempre spento.
-Masa che c'è?- chiese rispondendo.
"Hanno anticipato la registrazione è per le 2" lo informò.
-Io sono sotto casa, mi faccio una doccia e arrivo-
"Ti passo a prendere, tra 40 minuti sono lì" disse, poi riattaccarono.
Intanto Jun era arrivato davanti alla porta di casa, infilò la chiave nella serratura aspettando di trovarla chiusa ma invece dopo una mandata si aprì, quindi Sho doveva essere a casa.
-Tadaima- disse entrando e togliendosi le scarpe.
Trovò Sho seduto sul divano con una tazza di caffè davanti.
-Sho come mai sei a casa a quest'ora?- chiese Jun sicuro che il suo ragazzo avesse lavorato quel giorno.
-Perchè sei rimasto a dormire fuori?- rispose Sho con un altra domanda.
-Ti ho lasciato un messaggio, abbiamo fatto tardi e lo staff a prenotato un albergo- rispose.
-Ho chiamato la redazione della rivista per farmi dire in che albergo alloggiavate e quando ho chiamato mi hanno detto che era stato chiesto di non disturbare-
-Credo sia stato qualcuno dello staff, ma perchè non mi hai chiamato sul cellulare?- chiese Jun.
-Il mio si è rotto!- rispose facendo un segno con la testa.
Jun si girò a guardare il punto leggermente accennato da Sho e vide i rottami di quello che prima era il suo cellulare sparsi a terra.
Poi Sho si alzò avvicinandosi a Jun che istintivamente come sentendo il pericolo fece qualche passo indietro.
-Io lo sapevo- cominciò a dire Sho, -sei solo una puttana!- urlò e in quell'istante arrivò il primo colpo, Jun cominciò a piangere e gridare finchè non si ritrovò a terra raggomitolato su se stesso cercando di proteggersi dai colpi che continuavano ad arrivare, finchè alla fine quasi con gioia non perse i sensi.
Quando Masaki arrivò sotto casa di Jun gli fece uno squillo sul cellulare per fargli capire di scendere, ma dopo 10 minuti di attesa ancora non lo vedeva arrivare, chiamò di nuovo sta volta senza riattaccare, ma nessuno rispondeva ne a casa ne sul cellulare, eppure non poteva essere ancora sotto la doccia.
Decise di salire, fortunatamente sapeva a memoria il codice per aprire la porta all'entrata, arrivò fino davanti alla porta dell'appartamento e fece per suonare quando si accorse che la porta era accostata.
-Shitsurei shimasu- disse entrando, stava per togliersi le scarpe quando intravide qualcuno a terra e corse subito a vedere.
-Jun! Jun! Svegliati!- cominciò a gridare scuotendolo leggermente ma senza muoverlo troppo.
-Ma...sa... sei tu?- balbettò Jun aprendo un occhio.
-Si Jun sono io, sta tranquillo adesso chiamo un ambulanza- disse subito Masaki prendendo il suo cellulare e componendo il numero.
-Scusa- disse Jun poi svenne di nuovo.
-Jun! Jun! Un ambulanza vi prego. Presto!-