Questo è un capitolo cortino *ma dai davvero non me lo aspettavo XD*, ma annuncia anche qualcosa di nuovo...
BUONA LETTURA ^__^
Titolo: You love my...blood?
Fandom: Arashi
Genere: AU, angst con brio (gentilmente suggerito da Jinny XD)
Raiting: Pg-13
Pairing: Aimoto (ebbene si ancora niente sakumoto)
Desclaimer: non sono miei ma si prestano "volentieri" a lavorare per me XD
Capitoli precedenti:
Cap.1,
Cap.2,
Cap.3,
Cap.4,
Cap.5,
Cap.6,
Cap.7,
Cap.8,
Cap.9,
Cap.10 Capitolo 11
-Buongiorno!- disse allegro Masaki quando Jun entrò in cucina, aveva deciso di far finta di niente nella speranza che Jun non si ricordasse cosa era successo la sera prima, non voleva metterlo a disagio solo perchè da ubriaco aveva detto cose di cui non avrebbe fatto parola.
-Ti prego non urlare mi scoppia la testa- disse Jun in un sussurrò.
Masaki fece subito silenzio, in realtà si sentiva un po’ a disagio sia per quello che ora sapeva, sia per il bacio che c’era stato la sera prima.
-Mi hanno chiamato poco fa al cellulare, domani ho delle riprese esterne dovremo stare qualche giorno fuori, ci passano a prendere nel pomeriggio- disse Jun.
-Ah, ok preparo la valigia allora-
-Masa senti…- disse fermandolo, -ieri per caso ho fatto o detto qualcosa che non dovevo?- gli chiese.
-Non ricordi nulla?- gli domandò Masaki.
-Vagamente qualcosa- rispose; -ma credo di aver pianto perché ho ancora gli occhi rossi; scusami- disse dispiaciuto e in imbarazzo.
-No, non devi scusarti- disse subito Masaki cercando di tranquillizzarlo.
-Generalmente da ubriaco dico cose che non direi mai, è già successo, quindi ti prego se ho detto o fatto qualcosa che non avrei dovuto dimmelo-
-No, no tranquillo, non hai fatto niente, non ti preoccupare- mentì Masaki, non poteva dirgli la verità, non poteva dirgli:
“Ci siamo baciati e mi hai detto piangendo che il tuo manager ti ha quasi violentato”
-Ok, meglio così- disse versandosi da bere in un bicchiere, poi prese un paio di pillole da un flacone e le mandò giù insieme all’acqua.
-Spero facciano effetto in fretta, il mal di testa mi sta uccidendo. Avresti dovuto impedirmi di bere così tanto- disse uscendo poi dalla cucina e tornando nella sua stanza.
-Ci ho provato- disse tra se; -ma sono più felice di non non esserci riuscito- con quella frase la sua mente andò per un attimo alla notte prima, a quel bacio, a quelle labbra morbide e calde sulle sue, non aveva mai avuto un rapporto stabile con qualcuno, poteva benissimo affermare di non essersi praticamente mai innamorato, però non poteva essere amore quello, forse affetto, si sicurmente si era affezzionato a Jun, anche perchè era la prima persona che lo aveva accettato; solo che con quello che gli era successo si chiedeva come faceva a non essere spaventato da lui, come faceva a fidarsi di lui che alla fine non era nient’altro che un mostro.
-Masaki ce l’hai una borsa o vuoi che te ne presti una?- lo sentì chiedere affacciandosi alla porta.
-Porterò il mio zaino, credo basti- rispose.
-Zaino? Quale zaino? Ma che quel coso tutto macchiato dove tenevi quelle due magliette e pantaloni?- chiese.
-E’ rovinato, ma ancora resistente- rispose sorridendo.
-Anche se lo era adesso è in qualche discarica- rispose.
-Cosa?-
-Si l’ho buttato giorni fa, ti presto io una borsa- disse tornando nella sua stanza.
-Ma Jun era il mio zaino, ci tenevo- piagnucolò Masaki seguendo Jun nella sua stanza.
Quando alla fine furono pronti e Masaki smise di tenere il muso per il suo zaino, dopo che Jun si fu fatto perdonare per averlo buttato preparandogli una torta che Masaki praticamente di spazzolò tutto da solo, apparte una piccola fetta che aveva mangiato Jun; arrivarono a prenderli.
Jun aveva fatto un enorme valigia, dovevano stare via 4 giorni circa e lui sembrava partire per un mese, aveva impiegato ore a decidere che vestiti portarsi, aveva anche chiesto a Masaki più volte, poi una volta finito con i vestiti aveva preparato una borsa a parte con creme, shampoo, bagnoschiuma e quant’altro, Masaki era sicuro che se avesse sbirciato in quella borsa ci avrebbe trovato anche una trousse.
Scesero e salirono sul pulmino, sul quale c’era già qualcuno dello staff, dopo pochi minuti che partirono a Masaki venne in mente che in realtà non sapeva neanche dove stessero andando, allora decise di chiederlo.
-Ma dove stiamo andando esattamente?-
-C’è una piccola parte del drama che si svolge al mare, quindi stiamo andando a Chiba- spiegò Jun.
-A Chiba?- chiese Masaki la voce gli tremava.
-Si esatto- rispose Jun.
Stava tornando a casa. Erano 12 anni che si teneva lontano da lì ed ora ci stava tornando contro la sua volontà, avrebbe voluto fuggire via in quel preciso istante, ma non poteva lasciare tutto così e scappare; Jun contava su di lui ed era l’unica persona a cui poteva appoggiarsi ora e non voleva lasciarlo solo, anche se aveva paura di tornare.