You love my... blood?

Jun 09, 2009 22:27

Rieccomi a postare una nuova ficcina lungherrima, che ancora non ho finito e che sto scrivendo insieme alla prossima ficcina lungherrima XD quindi abbiate pazienza.
Insomma non perdo tempo andiamo alla descrizione...

Titolo: You love my...blood?
Fandom: Arashi
Genere: AU, angst con brio (gentilmente suggerito da Jinny XD)
Raiting: Pg-13
Pairing: Aimoto (ebbene si ancora niente sakumoto)
Desclaimer: non sono miei ma si prestano "volentieri" a lavorare per me XD


Capitolo 1

-Non ce la faccio più sto morendo di fame- diceva mentre si trascinava lungo la strada, la mano a tenersi lo stomaco.

-Colpa mia che mi trattengo finchè sono al limite- si rimproverò da solo mentre si spostava in un vicolo per evitare la folla che camminandogli vicino non faceva altro che incrementare la sua fame.

Si appoggiò al muro cercando di riposarsi un secondo, era stanco, sporco e non aveva un soldo, ed era costretto a spostarsi in continuazione; putroppo era destinato a rimanere solo, nessuno riusciva a capire la sua natura, anche i suoi genitori quando avevano capito cosa stava diventando lo avevano abbandonato, ma non ce l’aveva con loro per questo, anzi pensava che in fondo avevano fatto bene, dopotutto aveva quasi ucciso suo fratello per quello che era diventato.

-Forse è meglio che mi lascio morire di fame- disse tra se; poi improvvisamente fu raggiunto da un odore, le pupille gli si dilatarono, il cuore cominciò ad accellerare i battiti, scoprì istintivamente i denti seguendo quel debole odore che si stava facendo sempre più vicino, finchè non lo investì completamente.

Quando vide il ragazzo che portava addosso quell’odore passargli davanti, il suo corpo si mosse senza il suo controllo, cominciò a seguirlo, era l’istinto a guidare i suoi movimenti e solo una piccola parte del suo io stava lottando perchè si fermasse, ma l’istinto del predatore era incontrollato ormai e la fame aveva preso il sopravvento su di lui, studiava la sua preda attentamente, la vedeva camminare con sicurezza tra la gente, ma attento a non dare nell’occhio, portava un cappello e degli occhiali scuri, lo seguì mantenendosi a distanza, ma senza mai staccare gli occhi da lui e continuando a respirare il suo odore.

Quando succedeva di incontrare quelle persone che erano il tuo “tipo” ideale; sapeva che fermarsi era quasi impossibile e gli era già capitato di trovarsi in quella situazione, a volte era anche andato vicino ad uccidere e non voleva rischiare di nuovo, doveva cercare di ritrovare il controllo di se stesso.

Poi improvvisamente vide il ragazzo girare in una stradina parallela a un grande edificio, lui fece altrettanto rimanendo a distanza per non farsi notare, poi lo vide entrare da una porta laterale di quello stesso edificio, come la porta si chiuse dietro le sue spalle l’odore si indebolì, ma non abbastanza perchè riuscisse a tornare in se.

Si avvicinò alla porta e l’aprì lentamente, nei corridoi vide un gran via vai di gente, persone che correvano di qua e di là, appendiabiti con ogni genere di vestiti, parrucchieri e tecnici; rimase un attimo immobile osservando tutte quelle persone che sembravano non essersi minimamente accorte di lui, poi cominciò a camminare lungo il corridoio, l’odore nonostante i tanti altri che in quel luogo si sovrapponevano continuava ad essere prevalente al suo olfatto, seguì la scia finchè non divenne più forte, la porta della stanza dalla quale proveniva era aperta, entrò senza fare rumore, il ragazzo era seduto davanti a uno specchio e sbuffando sfogliava una rivista, si avvicinò con il massimo silenzio, poteva  vedere la sua immagine talmente sfocata nello specchio che sapeva che lui non se ne sarebbe neanche reso conto, quando perdeva il controllo di se diventava qualcosa di diverso, di innaturale a cui nessuno credeva.

Sarebbe stato attento e poi se ne sarebbe andato immediatamente, ormai era a pochi passi quando...

-Itaiiiiiiiiiii- urlò tenendosi il fianco con una mano mentre stava mezzo piegato in due appoggiandosi al tavolo a cui aveva appena sbattuto.

-Era ora!- esclamò il ragazzo girandosi.

-Forza, prendi le mie cose ed andiamo, mi stanno aspettando sul set- ordinò.

-Eh?!- esclamò confuso mentre ancora si massaggiava il fianco dolorante, fortunatamente il dolore  lo aveva fatto riprendere ed ora era di nuovo in se.

-Forza sbrigati!- disse prendendo una borsa e mettendogliela tra le braccia, poi si diresse verso la porta.

-Allora?- lo incitò; ci mise ancora un secondo, poi senza capire cosa stava succedendo lo seguì.

Passando per i corridoi il personale lo salutava facendo un leggero inchino, lui rispondeva educatamente continuando a proseguire.

Arrivarono infine  su un set allestito negli studi, infatti solo ora aveva realizzato che era uno studio televisivo, ma quando una delle persona aveva chiamato il ragazzo Matsumoto-san... lui non era molto informato sulle celebrità del momento, ma le sue foto erano in tutta Tokyo e si meravigliava di non averlo riconosciuto prima, ma probabilmente era stato accecato dall’altro suo io.

-Questo è il mio nuovo assistente- disse a quello che molto probabilmente era il regista.

“Assistente?!” si chiese confuso.

-Ne ha cambiato di nuovo un altro Matsumoto-san?- chiese l’uomo alzando un sopracciglio.

Matsumoto non rispose e chiese cosa avrebbero dovuto girare quella mattina, fortunatamente erano solo riprese in studio e avrebbero finito per l’ora di pranzo.

Così gli diedero una sedia e si mise in un angolo a seguire le riprese; gli attori erano molto bravi e Matsumoto si vedeva che amava  quel lavoro perchè  la sua recitazione era naturale e spontanea.

Dopo un paio d’ore, il debole suono di un cellulare cominciò a provenire dalla borsa che aveva sulle gambe.

-Può rispondere perfavore?- chiese una delle assistenti di scena.

-Moshi, moshi-

<> disse una signorina dall’altra parte.

-Al momento sta girando- rispose.

<> disse la ragazza, poi senza aspettare risposta riagganciò.

Finalmente arrivato mezzogiorno finirono le riprese.

-Chi era prima al telefono?- chiese Matsumoto.

-Era la redazione di... Cut, hanno detto che il servizio fotografico è confermato per le 4- lo informò.

-Bene, abbiamo un pò di tempo allora- disse, poi si incamminò verso il camerino; lo seguì senza fare domande, poi nel corridoio furono fermati da un uomo...

-Matsumoto-san mi spiace, non abbiamo ancora trovato un nuovo assistente-

-Eh? Ma come... e lui?- chiese girandosi verso il ragazzo che lo accompagnava.

-I...io...- non sapeva neanche cosa dire, non aveva neanche motivo per essere lì, quello che ce lo aveva spinto era il suo odore.

-Provvederemo al suo assisente al più presto- disse l’uomo con un inchino a Matsumoto; - Mi segua- disse poi al ragazzo.

-No aspetti!- lo fermò l’attore.

-Hai un lavoro?- gli chiese.

-Eh?!... N...no- rispose confuso.

-Ok, sei assunto- dichiarò.

-Ma...- provò a protestare l’uomo.

-Niente ma, va bene e poi non posso stare ad aspettare che ne troviate uno- concluse avviandosi poi verso il camerino.

-Come ti chiami?- chiese una volta dentro la stanza.

-Aiba Masaki- rispose.

-Io sono Matsumoto Jun- si presentò, -quello che dovrai fare è semplice, prima di tutto rispondere alle mie telefonate, portare le mie cose come hai fatto oggi e seguirmi negli spostamenti della giornata, la mattina generalmente mi verrai a prendere a casa, apparte in casi particolari, capito tutto?-

-S...si- rispose titubante; poi improvvisamente il suo stomaco si fece sentire in maniera molto rumorosa e portò le braccia la petto.

-Puoi mangiare il mio pranzo, io sono a dieta- gli disse distrattamente mettendosi apposto i capelli allo specchio.

-Davvero posso?- chiese.

-Serviti pure-

Non se lo fece ripetere ancora una volta, riempirsi un pò lo stomaco lo avrebbe aiutato per un pò a calmare l’altra fame.

Mangiò in brevissimo tempo, era davvero tutto molto strano, gli aveva offerto un lavoro e lui ne aveva veramente bisogno, solo che non era una buona idea stare vicino a lui, era pericoloro, se la fame avesse preso il sopravvento avrebbe anche potuto non controllarsi.

-Senti... in quanto al lavoro...-

-Per ora 100.000 yen a settimana, poi se durerai più degl’altri se ne può riparlare- disse senza neanche fargli finire la frase.

Ora non sapeva neanche cosa dire, quella cifra era al di sopra delle sue prospettive e così almeno  avrebbe avuto la possibilità di stabilirsi per un pò lì; non sapeva più che rispondere, però era una proposta irripetibile e il lavoro non sembrava complicato.

-Allora? Ti va bene?- chiese aspettando una risposta.

-S...si-

-Bene! E adesso andiamo, voglio fare alcuni giri, prima del servizio- disse avviandosi verso l’uscita.

Masaki lo seguì velocemetne afferando la borsa, senza nemmeno accorgersene si era fatto convincere.

Per la strada lo vedeva camminare con andamento deciso cercando di essere discreto, ma nonostante i suoi tentativi la gente non rimaneva indifferente al suo passaggio e qualcuno lo riconosceva sempre.

Quando arrivarono a un negozio con scritto “Prada” capì qual’era lo scopo di quell’uscita prima del servizio fotografico...

-Aiba che ne pensi?-

Quella domanda lo aveva preso alla sprovvista, ancora non capiva come si doveva comportare e poi all’improvviso quella domanda lo aveva lasciato un pò spiazzato.

Cosa vrebbe dovuto dire? Gli stava bene, molto bene, dopotutto il suo corpo era perfetto, forse era solo un pò magro, ma comunque stava a dieta.

-Si le sta bene- rispose infine.

-E i pantaloni?- chiese facendo un giro su se stesso.

Gli stava tutto davvero bene, era quasi assurdo che glielo chiedesse, si vedeva anche dalle facce adoranti delle commesse.

-Si le stanno molto bene-

-Bene allora li prendo- disse soddisfatto rientrando nel camerino per cambiarsi.

Finiti i giri si ritrovò a portare pacchi e pacchetti e quando arrivarono allo studio fotografico non aveva più una mano libera; posò tutto nel camerino e poi una volta che Matsumoto fu pronto si avviarono sul set e si posizionò in un angolo ad osservare; ancora gli sembrava  tutto così surreale, quella mattina  cercava semplicemente un modo per soddisfare il suo bisogno di nutrirsi ed ora invece aveva trovato un lavoro; anche più reditizio di quanto si sarebbe aspettato; solo che il problema ora era quanto tempo sarebbe stato in grado di nascondere la sua natura?

Disabituatevi subito a questa lunghezza è solo un caso XD

r: pg-13, g: arashi, gnr: au, p: aimoto

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