Ci stiamo avvicinando inesorabilmente alla fine e ora comincerete forse a capire perchè Jun non parla, diciamo che è un pò il momento della verità.
Non mi perdo a dire altro anche perchè sò che dopo questo capitolo mi ucciderete xkè dovrete aspettare il prossimo post, quindi io comincio a cercare un posto sicuro dove nascondermi per qualche giorno *fugge*
Titolo: Bound to the Heart
Fandom: Arashi
Genere: AU, fantasy, fantascienza, yaoi, angst (un pò di tutto insomma XD)
Raiting: R
Pairing: Sakumoto
Desclaimers: questa storia è pura invenzione fatti e personaggi sono del tutto casuali, eventuali riferimenti a persone esistenti sono deltutto involontarie *si come no XD*
Post precedenti:
Capitolo 1,
Capitolo 2,
Capitolo 3,
Capitolo 4,
Capitolo 5,
Capitolo 6,
Capitolo 7,
Capitolo 8,
Capitolo 9,
Capitolo10,
Capitolo 11,
Capitolo 12,
Capitolo 13,
Capitolo 14,
Capitolo 15,
Capitolo 16 Capitolo 17
Era così felice e tanto rilassato che quella sera, si sdraiò con Jun sul letto, ignorando i gridolini di Masaki che li guardava e diceva che erano carini, Jun gli si accocolò contro e presto si addormentò, rimase così per la maggior parte della notte a pensare, vedeva Jun dormire tranquillo dopo tante notti in cui era stato agitato, i segni sul suo corpo erano quasi scomparsi e con loro anche lui si sentiva meglio, lo vedeva dal cielo che si era rasserenato dopo tanto che era stato grigio e scuro; ed era anche tanto felice di vederlo interagire, lo faceva sopratutto con Satoshi, sembrava come se con il suo modo di essere tra le nuvole riuscisse a leggere in Jun qualcosa che lui non capiva; solo che ora che stava meglio quello che non capiva è perchè non avesse mai detto nulla, sembrava capire benissimo cosa diceva ognuno di loro, ma non aveva comunque mai parlato.
-Jun... mi piacerebbe tanto sentire la tua voce- bisbigliò mentre le sue labbra si posavano sui capelli di Jun.
Quella mattina mentre faceva colazione con gli altri dopo essersi nascosto quando la servitù l’aveva portata in camera, improvvisamente d’impulso disse:
-Jun dici qualcosa?-
Masaki si fermò con un biscotto mezzo in bocca sorpreso, Nino abbassò la tazza che aveva alle labbra guardandolo come se stesse dicendo qualcosa di assurdo; Jun invece aveva solo abbassato il viso.
-Una parola... una qualsiasi per favore- lo pregò.
Jun lo guardò qualche istante rialzando gli occhi verso il suo viso, dischiuse leggermente le labbra come a volerlo assecondare, poi però le richiuse e si alzò lasciando il tavolo e allontanandosi verso il letto.
-Io non sò perchè non parla più- cominciò a dire Masaki; -però sono sicuro che lo farà quando se la sentirà di dire qualcosa, una cosa che in tanti anni ho capito di Jun è che non sembra, ma ha un bel caratterino- spiegò.
-Caratterino? Jun? Ma che dici Masa, ci prendi in giro?- disse Nino ridendo.
-Ce l’ha eccome!- protestò, -ma ricordo che a volte quando ancora parlava... il re spesso gli intimava di stare in silenzio, non diceva quasi nulla, ma quelle volte che lo faceva il re si infuriava- spiegò.
-Ma... perchè?- chiese Sho.
-Non lo sò, diceva che la sua voce lo infastidiva, così pian piano ha cominciato a non parlare più davvero-
Sho si alzò dirigendosi verso Jun che stava in piedi vicino al letto, gli cinse i fianchi attirandolo a se e facendogli poggiare la schiena contro il suo petto.
-Scusami; solo... che vorrei sentire il suono della tua voce, ma se non vuoi non fa niente, presto non dovrai più preoccuparti di nulla, presto saremo solo io e te- disse baciandogli poi delicatamente il collo.
-Che romantico- senti Masaki sospirare, ma come al solito ormai era meglio ingnorarlo.
-Ora vado a chidere a Satoshi se ha novità, posso lasciarti un pò da solo?- chiese a Jun, lasciandolo andare e permettedogli di girarsi verso di lui.
-Rimaniamo anche noi oggi, il re ha detto che sarebbe rimasto nelle sue stanze tutta la mattina e che ci avrebbe fatto chiamare se ci voleva- spiegò Nino accentuando con disprezzo quelle ultime parole.
-Ok allora torno nel pomeriggio, voglio cominciare a informare tutte le persone che sono con me di quello che sta per accadere, non voglio più tenerglielo nascosto, voglio che in caso di pericolo siano preparati a difendersi- spiegò.
-Non ti preoccupare- disse Masaki.
-Scusatemi tutti, è colpa mia se ora potreste essere tutti in pericolo- disse alle persone davanti a lui inchinandosi profondamente.
Ci furono bisbigli, ma poi qualcuno disse:
-E’ la cosa giusta-
Sho si rialzò guardando quelle persone...
-A nessuno di noi è mai piaciuto quel modo di fare- disse un uomo.
-Con noi è sempre stato gentile, ma per convenienza- proruppe una donna.
-E comunque a mentito sul l’essere il re, è un diritto che non gli spetta e non si merita- disse qualcun’altro.
-Esatto- intimarono gli altri.
-Grazie, grazie a tutti- disse Sho commosso inchinandosi di nuovo e con lui si inchinò anche Satoshi.
-Aspettiamo l’arrivo della squadra per domani, ma fino ad allora cercate di fare tutto come al solito, però siate prudenti e tenetevi preparati. Avrei voluto che non ce ne fosse stato mai bisogno però, preferirei che giraste armati fino a domani- disse Sho.
-Ce nè davvero bisogno?- chiese Satoshi a Sho.
-Spero vivamente di no, ma qualsiasi cosa succeda evitate di usarle, cercate solo di spaventarli- spiegò.
Quando finirono di spiegare tutto a tutti si era fatta quasi sera, avevano avuto un bel da fare lui e Satoshi, così tanto che il tempo era volato via, ma sembrava che fossero rimasti tutti insieme per tutto il giorno, aveva continuato a controllare lo schermo che aveva avvisato solo dell’arrivo di qualcuno che portava i pasti.
Sistemate le ultime cose salutò Satoshi e si diresse alla ala est, però a metà strada si fermò improvvisamente, tastò le tasche e notò di aver dimenticato il monitor della cimice in camera; rimase a pensare qualche secondo, poi decise di non tornare indietro, non era mai successo nulla fin ora e poi sicuramente appena Satoshi se ne fosse accorto glielo avrebbe portato lui, così fece attenzione ed arrivò senza problemi.
-Tutto apposto?- chiese Masaki quando lo vide entrare.
-Si tutto apposto- rispose Sho.
Avevano già cenato e ora stavano ammazzando il tempo giocando, Jun era sul letto invece e giocava con il piccolo sole che gli aveva regalato; si avvicinò e gli si sedette accanto.
-Sho mi chiedevo...- cominciò a dire Nino; -non è il caso che questa notte riposi un pò? Rimani qui ogni notte e la maggior parte del tempo la passi sveglio. Forse è meglio che almeno stasera tu dorma-
-Non sono stanco ve lo assicuro- disse subito.
-Domani arriveranno giusto?- gli chiese Nino.
-Si al più tardi in mattinata, ma potrebbero arrivare anche prima- spiegò.
-Non pensi sia meglio che tu sia riposato al momento?- gli chiese Nino.
-Sto bene, non voglio lasciarvi soli, non questa notte, quindi non insistete, domani quando tutto sarà finito avrò il tempo di riposarmi- disse.
-Oh ma quanto sei ottuso!- esclamò d’un tratto Nino spazientito, -volevamo darvi l’occasione di stare un pò da soli!-
-Eh?!-
-Tu e Jun. Vi avremmo coperto se volevate passare la notte insieme- disse Masaki spiegando a Sho in modo più chiaro quella loro semplice idea.
Arrossì fin sopra le orecchie, poi balbettò un:
-M...ma... non... mi sembra... il caso-
-Ma quale caso e caso su forza andate- disse Masaki spingendo Jun che nel frattempo si era alzato dal letto, tra le braccia di Sho.
-A te va di passare la sera con me?- chiese in un bisbiglio Sho; ma la risposta fu subito chiara perchè Jun con un bacio disse si.
-Uh guarda è sbocciato un fiore!- esclamò esaltato Masaki.
-Nessun fiore sboccerà mai più qui!- disse una voce all’improvviso.
Tutti si girarono verso la porta dalla quale entrò il sovrano seguito dalle guardie; subito alcune di esse bloccarono Nino e Masaki in un angolo della stanza creando un muro umano davanti a loro, Jun e Sho invece che erano rimasti dall’altro lato, indietreggiarono di qualche passo, Sho si portò subito davanti a Jun per proteggerlo.
Il re fece qualche passo nella stanza, avvicinandosi alla piccola pianta che aveva messo il fiore, afferrando questo tra le mani e poi lo strinse fino a distruggerlo.
-C’era una sola regola che doveva essere rispettata, ma a quanto pare l’unica che non hai rispettato- disse rivolegendosi a Sho.
-Non prendo ordini da qualcuno che non ha diritto di darmene!- rispose subito a tono Sho.
-Io sono il re qui e tutti devono obbedirmi!- gridò.
-Questo pianeta non ha un re! Ma un principe e solo da lui io prenderò ordini!- rispose.
-Prendetelo!- urlò furibondo alle guardie che scattarono all’ordine e in pochi secondi afferrarono Sho trascinandolo via da Jun; poi improvvisamente un grido portò il silenzio.
-Lasciatelo!- urlò Jun con tutto il fiato che aveva.
Tutti lo guardarono in silenzio sorpresi.
-Lasciatelo- disse poi gettandosi sulle guardie cercando di fargli mollare la presa; subito il re si avvicinò e con una forte spinta lo scansò vià.
-Devi stare zitto!- gli urlò il re, -tu... tu con quella tua voce così simile a quella di tuo padre- urlò di nuovo.
In quel momento sucesse qualcosa, Jun si portò le mani alla testa cadendo poi in ginocchio, era come quella volta che Sho gli aveva fatto tutte quelle domande, era la stessa reazione.
-Jun! Jun!- cominciò a gridare Sho cercando di liberarsi dalla presa delle guardie che però era stretta e ferrea sulle sue braccia.
Poi come era iniziato quell’attacco finì, Jun alzò lo sguardo verso il re e disse:
-Ora... ora ricordo, sò cos’è successo 7 anni fa-
-Smettila! Sta zitto!- ripetè il sovrano.
-Ha ucciso mio padre, con un esercito il castello è stato attaccato, siamo stati sorpresi proprio in questa stanza, la stanza di mio padre; ha ucciso mio padre, poi quando mia madre ha tentato di proteggermi ha ucciso anche lei- raccontò Jun, parlava con lo sguardò fisso come se mentre parlava rivedesse la scena che si stava svolgendo.
-Ora basta! Se non fai silenzio anche tu morirai come loro!- gli urlò il sovrano ormai fuori di se dalla rabbia.
-No. No non può uccidermi, perchè io... io sono il cuore- disse come se lo avesse realizzato per la prima volta in quell’istante preciso.
-Si e adesso lo darai a me- disse il re afferrandolo per la veste e facendolo alzare da terra.
-Portatelo via- ordinò alle guardie riferendosi a Sho.
-No, Sho!- gridò Jun cercando di liberarsi, tutte le guardie uscirono nel corridoio, quando anche il re e Jun furono fuori, chiuse a chiave la porta della stanza, mentre sentiva Masaki e Nino bussare e gridare di aprire oltre questa.
-Rinchiudetelo nelle segrete!- ordinò; poi chiudete tutte le persone che sono venute con lui nelle loro stanze- disse.
-Sho!- gridò ancora Jun cercando di liberarsi.
Anche Sho lottava ma erano in troppi a tenerlo fermo e quasi non riusciva a muoversi.
-Se vuoi che viva dovrai darmi il cuore, se non lo farai morirà- disse il re a Jun, in quel momento smise di lottare e il re lo lasciò andare, Jun cadde a terra per l’irruenza con cui il re lo aveva lasciato, aveva le lacrime agli occhi e fuori un temporale si scatenava sempre più forte rispecchiando il suo stato d’animo.
Sho fu trascinato via, mentre in un ultimo grido disse:
-Jun non glielo dare, non dargli il cuore-