premetto che a) BUON TSUKIMI A TUTTE!
b) adesso provo ad uscire dalla parte della veranda, vediamo se si vede (???)
c) inizio ad essere vagamente brilla
d) gente HO LA LAVATRICE e la amo già XD (e si chiama Diotoshiba, che finendo per a è un nome da donna U_U)
flashforward e storia si uniscono, da qui. Poveri loro ... *schiva sassate da parte di Masa e si fa uno sprizz farlocco*
TITOLO: Chasing Ways (credits to: Harin)
AUTRICE: Jinny (da sobria, non posso nemmeno incolpare l'alcool!)
GENERE: AU, storico, angst
FANDOM: Arashi + Rupert Everett (Shhhh, non dite nulla U_U)
PAIINGS: Sakumoto, Ohmiya, Aimoto onesided, Everaiba (??), Ohno/OC, Nino/OC, Rupert/OC, Aiba/OC
RATING: nc-17 (poco, ma c'è)
DISCLAIMERS: Non mi appartiene nessun Arashi, e nemmeno il buon vecchio (eh, ormai ...) Rupert. In compenso gli OC sono tutti miei ... muuuhhahahahahaha!
NOTE: Ambientanzione ottocentesca, avanti e indietro da Inghilterra, a Giappone, a Inghilterra, a Giappone ...
RINGRAZIAMENTI: Ila e Dada, che come sempre si sono sorbito tutto in anteprima <3 e a Dada che da una parola (in tono disperato, tra l'altro, che inizia ad essere mattina) ha trovato il titolo perfetto
GIA' POSTATI:
Prologo 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 Sho guardò Jun dormire tra le sue braccia. Lo sentiva distante, in quei giorni, come se stesse pensando ad altro … anche poche ore prima, mentre facevano l’amore, la mente di Jun era da qualche altra parte … avrebbe dovuto parlargliene, lo sapeva, ma … Jun aprì lentamente gli occhi e si stiracchiò, sciogliendosi dolcemente dall’abbraccio.
<< Jun, dov’eri prima?>> chiese Sho, decidendosi all’improvviso. Jun gli rivolse uno sguardo interrogativo
<< Fisicamente eri qui, ma … dov’eri?>> chiese ancora Sho. Jun sospirò, mordendosi un labbro
<< Io .. stavo pensando a cosa ne sarà di noi …>> mormorò Jun, dopo un po’. Sho lo guardò. Erano passati quasi tre anni ormai, da quando avevano affrontato l’argomento l’ultima volta. Abbassò il viso.
<< Ti sei laureato e tuo padre ha organizzato quell’incontro … e quindi stavo pensando a noi due …>> disse Jun. Sho sospirò, iniziando a tremare
<< Io devo farlo, Jun, lo sai … >> mormorò
<< Benissimo.>> sibilò Jun, improvvisamente furioso. Si rivestì in fretta ed uscì, sbattendosi la porta alle spalle, mentre Sho iniziava a piangere in silenzio. Non si accorse della porta che si apriva ed alzò lo sguardo solo quando sentì un peso sul letto
<< Padre …>> disse, rendendosi conto di essere ancora nudo.
<< Ho incrociato Jun, ed è … non saprei … non so distinguere i sentimenti di quel ragazzo, come alla sua età non capivo suo padre … ma …>>
<< Farò quello che si richiede da me, padre …>> disse Sho. Sakurai annuì e lo abbracciò
<< Perdonami se ti faccio soffrire …>> disse
<< Siamo una famiglia di commercianti. E dobbiamo pensare agli affari … anche per prenderci cura delle persone che amiamo.>> disse Sho. Sakurai sospirò, poi annuì, accarezzando i capelli del figlio. Dopodiché uscì. Sho si alzò e chiuse la porta a chiave. Poi si rannicchiò sul letto, coprendosi fin sopra la testa, e ricominciò a piangere. Se solo Jun avesse capito …
Masaki guardò i due davanti a lui. Aveva urlato contro Sho, poi l’aveva difeso quando ad urlare era stato Jun. Erano stati giorni agitati, fatti di litigi continui, discussioni, pugni, lacrime. Gli sembrava che fossero tornati tutti e tre ad essere degli adolescenti. Ma in quel momento stava per partire. Per andare a vivere nella residenza di Tokyo dei Sakurai assieme alla sua futura moglie mai vista. Aveva il libro regalatogli da Rupert stretto al petto, come se avesse potuto proteggerlo, molto di più ora, dato che c’era anche il biglietto che l’uomo gli aveva scritto.
<< Masa … io …>>
<< Sho, ti sei scusato troppe volte … non avevamo altre possibilità, temo … >> disse Masaki, tentando di sorridere. Jun gli si avvicinò e lo strinse forte
<< Scusami … scusami .. ma …>>
<< Jun, lo so, ti conosco … so come sei fatto da prima che te ne accorgessi tu ragazzino. Ti ho osservato morbosamente per anni. O tutto o niente, giusto? E perché siate felici, devi avere tutto. E … io vi voglio bene, ragazzi. Non mi va che vi separiate perché siete troppo testardi per adattarvi alla situazione … non guardarmi così. Vi salvo il culo, ma sono incazzato da morire …>>
<< Accidenti, dove hai imparato queste parole?>> chiese Jun, staccandosi per guardare Masaki ad occhi sgranati
<< All’orfanotrofio.>> disse Masaki, sorridendo leggermente e sistemando una ciocca di capelli sulla tempia a Jun.
<< Scusa …>> mormorò Jun. Masaki gli diede un bacio sulla fronte
<< Tienitelo stretto, fratellino.>> disse, sorridendo. Poi guardò Sho
<< E tu, se lo fai soffrire fidati che non ti arriverà un pugno solo. Capito, nii-nii? >>
Sho annuì, sorridendo a sua volta. Masaki sospirò e, salutandoli con la mano, fece per salire sul treno che l’avrebbe portato a Dover. Ma un rumore di passi in corsa attirò la sua attenzione. Rupert si fermò, ansante, davanti a lui e lo prese per le spalle
<< Resisti, capito? Perché … beh, Aileen ha già organizzato tutto, e … sono felice che al college con Albert non sia successo nulla e …>>
<< Con Albert?>> chiese Masaki alzando un sopracciglio. Rupert si morse le labbra, poi annuì
<< Ero geloso da morire …>> confessò, arrossendo. Masaki sorrise dolcemente
<< Scemo …>> disse
<< Resisti, vengo presto … davvero … e … ti concedo di passare del tempo con quel tuo amico che sembra un bambino, anche se mi inquieta … basta che non ti senta solo, e che tu stia bene e … no, non piangere, sennò piango anch’io …>>
Masaki però non riuscì a cacciare indietro le lacrime. Le asciugò in fretta ed alzò il viso, sorridendo a Rupert
<< Non pensavo saresti venuto a salutarmi … non dopo l’altra sera … non dopo il biglietto … ma sei qui, e sono felice … >>
Rupert lo abbracciò stretto, incurante delle persone che lo guardavano sospettose, poi lo prese per le spalle
<< Ganbatte.>> disse. Masaki annuì, ignorando la pronuncia tremendamente inglese
<< Aishiteru.>> aggiunse l’uomo, serio. Masaki spalancò gli occhi, poi si morse le labbra
<< Anch’io ..>> mormorò, cercando di tenere ferma la voce. Rupert gli sorrise, e Masaki sentì una morsa stringergli il cuore vedendo gli occhi dell’uomo pieni di lacrime. Il fischio del treno e la voce del capostazione lo riportò alla realtà. Sorrise e salì sul treno, salutando con la mano finché i tre non scomparvero dietro la prima curva. Dopodiché strinse forte al petto il libro e nascose il viso tra le braccia incrociate, iniziando a piangere.
Rupert si asciugò gli occhi
<< Pochi mesi, poi lo rivedrò … >> mormorò. Poi si girò a guardare Sho e Jun. Solo vedendo le loro espressioni contrite capì di avere l’espressione furiosa, ma non riuscì a cambiarla
<< Non guardatemi così. Lui mi ha messo da parte per proteggere voi due. Pensateci.>> disse, in tono piatto. Sho abbassò lo sguardo, ma Jun guardò l’uomo negli occhi
<< Io non posso dividere Sho con nessuno … lui per me è tutto … è tutta la mia vita … se … se dovesse sposarsi non potrei stargli accanto … non sono abbastanza forte …>>
<< Sentimi bene, ragazzino. La mia vita se n’è appena andata su quel treno! Cresci!>> sibilò Rupert, per poi allontanarsi, furioso. Maledetti musi gialli! Una volta arrivato a casa, salutò a malapena la moglie e si chiuse nel proprio studio. Si rannicchiò su una poltrona, per quanto la sua altezza glie lo concedesse, ed iniziò a ripetersi che avrebbe dovuto resistere solo pochi mesi. Solo pochi mesi …
Quando il giorno dopo, mentre faceva colazione, il maggiordomo annunciò la visita del giovane Matsumoto, Rupert dovette farsi forza.
<< E’ un ragazzo così educato … è ancora libero, no? Sarebbe perfetto per Ellen, hanno la stessa età … >> disse Aileen, sorridendo. Rupert le sorrise di rimando
<< Non saprei, cara … a me sembra una persona un po’ troppo fredda, per Ellen …>> disse, dopodiché si alzò e si diresse verso il proprio studio. Jun lo aspettava li, e sembrava terribilmente nervoso.
<< Che vuoi?>> chiese Rupert, secco. Jun sospirò ed iniziò a camminare avanti ed indietro
<< Fai in fretta, ti prego. Ho da fare, oggi.>> disse Rupert. Jun si fermò e sospirò, stringendosi le mani in maniera quasi convulsa
<< Ho bisogno di sapere che quello che sto per dirvi non uscirà da questa stanza … >>
Rupert guardò il ragazzo di fronte a lui
<< Te lo prometto …>> disse. Jun sospirò e si sedette
<< Posso sedermi, vero?>> chiese. Rupert fece un gesto vago con la mano
<< Sono stufo di fare la parte del cattivo senza un motivo per farla. E … beh, io e Sho non abbiamo tanto tempo … Sho non ha tanto tempo … e lui non sa che l’ho scoperto … non ha detto nulla a nessuno, ma … qualche anno fa è diventato improvvisamente più cagionevole, più debole, e per quanto abbia cercato di non farmene accorgere … me ne sono accorto … e ho parlato con i suoi medici, a sua insaputa … e non ha molto tempo … parlano di pochi anni … e … io voglio passarli assieme a lui … >> gli occhi di Jun si erano riempiti di lacrime, ed il giovane aveva abbassato il viso, mordendosi il labbro inferiore
<< Io … sono solo un egoista, lo so, ma …>> iniziò
<< Io capisco come ti senti, invece.> disse Rupert
<< Non fatene parola, ve ne prego … Sho non deve sapere che so … e Masaki non deve proprio saperlo … non …>>
<< Non reggerebbe, lo conosco bene.>> disse Rupert, in tono grave. Jun si asciugò gli occhi, cercando di darsi un contegno
<< Ora che l’ho raccontato a qualcuno, ho paura davvero …>> mormorò. Rupert sospirò. Si allontanò dalla finestra, vicino alla quale era rimasto tutto il tempo, e si avvicinò al ragazzo, stringendolo a sé
<< Ti avevo giudicato male, giovane Matsumoto. Sei solo un gattino spaventato. Hai soffiato, hai tirato fuori le unghie per proteggere Sho, ti sei accollato la parte del cattivo …>>
<< Un gattino?>> fece Jun, in tono interrogativo, staccandosi ed asciugandosi gli occhi
<< Un gattino.>> confermò Rupert, annuendo. Jun sorrise tra le lacrime
<< E gattino sia …>> mormorò.