Bromance
L'arrivo di Sadie mi salvò dall'ennesimo terzo grado di Kelly.
Eravamo finiti in cassa assieme e non le importava dei clienti, tra un pacchetto di patatine ed un arrosto non faceva altro che chiedermi i dettagli.
E ricoprire Julien d'insulti, ovviamente.
Stava per riprendere quando Sadie comparve con un carrello pieno - l'incubo di ogni cassiere.
Ovviamente era venuta a fare la spesa lì solo per vedermi - stavo vivendo il mio attimo di celebrità; ora ne sono quasi lusingato, allora m'infastidiva e basta.
«Ciao, me lo fai lo sconto, vero?» Mi sorrise ed apprezzai davvero il fatto che non avesse infierito, a differenza di qualcuno.
«Le patate se vuoi te le faccio sottoprezzo. Come va?» Kelly iniziò a passare la panna e Sadie rispose con il solito: «Tutto ok.»
Aveva superato bene anche lei i problemi in amore.
E ovviamente Kelly credeva che non m'accorgessi delle occhiate idiote che mi lanciava, tutta presa nell'informare il mondo della mia condizione esplorando nuovi campi della comunicazione non-verbale.
«Come mai tutta questa roba?» chiesi mentre Sadie continuava a tirare fuori una quantità spropositata di uova e lei sospirò.
«C'è una specie di festa intercondominiale stasera, pare si siano finalmente messi d'accordo sul garage e i parcheggi» e proseguì, arricciando il naso: «e i Magnifici Due la trovano un'occasione impagabile per tirarsela un po'.»
I Magnifici Due, come li chiamava lei, erano i suoi coinquilini, due gemelli che detestava cordialmente e conoscevo di vista.
«Vi va di venire?» S'illuminò all'improvviso, ma Kelly scrollò il capo.
«Stasera Tony mi porta a cena fuori, finalmente» terminò enfatica. Povero Anthony, aveva saltato la loro cenetta a lume di candela solo per una settimana....
«Ma scommetto che a lui piacerebbe venire» e ammiccò verso di me.
In effetti quella sera ero libero, ma non aveva voglia di uscire, proprio no. Potevo passare da Blockbuster e farmi la maratona di Rambo, mi sarei distratto un po'.
«Beh, potrei non avere niente da fare...» iniziai ma Kelly m'interruppe subito. «Quindi ci vai. Niente zombie-Chris, la vita va avanti!»
«Perfetto allora.» Sadie posò sul rullo l'ultima Cola. «Sarà una cosa tranquilla, alle dieci sarà già finito tutto» mi assicurò.
Oh, perfetto, mi aveva tradito anche lei. Mi girai verso Kelly per protestare qualcosa ma sorrideva nello stesso modo machiavellico che esibiva durante uno dei suoi tanti piani.
Incastrato anche questa volta.
«L'ho costretta» cinguettò amabile. Bene, perfetto.
«Non so se ti divertirai, ma almeno non resterai ad autocommiserarti con Rocky.» Ed era una vergogna che fossi così prevedibile.
«Rambo» corressi automaticamente Sadie. «I Rocky li ho già visti tutti.»
L'appartamento che Sadie condivideva con i gemelli Pitt era davvero minuscolo.
Loro - Candace e Corey- stavano battibeccando allegramente in cucina e lei si nascose subito in camera.
Se il salotto era chiaro e spoglio - per volere dei Magnifici Due- la sua stanza era l'opposto, una specie di tempio del casino.
O almeno, di solito lo era, con i vestiti sparsi dappertutto, le tende colorate rigorosamente chiuse e i libri impilati nei posti più impensabili.
Mi girai verso di lei, in panico e con gli occhi sbarrati.
Era tutto ordinato - più o meno, dato che i vestiti spiegazzati uscivano dall'armadio e gran parte della roba era sotto il letto.
Inspirò forte.
«Candace!» ruggì, uscendo a passo di marcia. «Corey!»
La seguii solo per assicurarmi che non li uccidesse e li trovai in cucina, dove la sveglia trillò segnando le otto, l'ora X dell'inizio della "festa".
«Domani arriva mamma» disse Candace chinandosi sul forno per tirare fuori un soufflé.
«Esatto, e tutto dev'essere in ordine» proseguì il gemello.
L'unica differenza tra loro era la lunghezza dei capelli castani e gli occhi - era Corey ad averli più grandi.
«Vi pare un buon motivo per massacrarmi la stanza?» chiese Sadie assottigliando gli occhi, ma loro scrollarono le spalle in sincronia.
«Oh, hai portato Christopher.»
«Buonasera.»
Risposi al saluto con un cenno del capo. Chris, Chris! Non era difficile.
«Dovremmo aver finito in un paio di minuti» ci avvisò Corey mentre la gemella mi si avvicinò con una torta gigante in mano, porgendomela con fare pratico. «Dovrete fare un paio di giri.» Sorrise diabolica.
Sadie aveva esagerato nel dire che la serata sarebbe stata tranquilla: era peggio di un funerale.
Avevamo portato un tavolo intero di torte fino al garage sotterraneo tra i due condomìni in lizza e l'età media sfiorava i cinquant'anni.
Ma non potevo abbandonare Sadie - cioè sì, avrei potuto farlo, ma sarei stato un autentico infame.
Almeno il cibo era buono: erano stati addossati dei tavoli lungo le pareti grigie ricoperti di sandwich, snack e le delizie dei gemelli.
Uno stereo nascosto in un angolo dava una vecchia canzone degli ABBA e stavo smangiucchiando un cupcake appoggiato ad una colonna portante, vicino a Sadie.
«Io non dovrei mangiare questa» borbottò fissando truce la sua torta e ficcandosi l'ultimo pezzo gigante in bocca.
«E comunque Queenya cucina meglio» bofonchiò pulendosi la bocca.
«Mi farà diventare una palla di lardo se continua così.» Perché in effetti la mia dieta si basava su schifezze alternate a dolci ipercalorici.
«Cos'è tutta questa dep-oh no.»
«Sadie, tesoro!» La faccia della suddetta si fece molto abbattuta quando fummo intrappolati al muro da una signora di mezz'età piuttosto tarchiata con troppi gioielli ed un vestito color carne.
«'sera.»
«Ma come, non mi presenti questo giovanotto?» la sgridò in falsetto prima di afferrarmi la mano e scuoterla violentemente.
«Solo la vecchia signora Raleigh, ma puoi chiamarmi Victoria.»
Odio le presentazioni per un motivo piuttosto comprensibile.
«Chris, piacere» ribattei debolmente e lei s'accigliò appena. Ovvio, la privavo di possibili collegamenti con parentame vario.
«Allora, come va tra voi?» mi bisbigliò complice agguantandomi il braccio libero e Sadie mi fissò allarmata.
«Sadie non è più la stessa da quando ha rotto con quel Trent, ecco...»
Primo, Trent l'aveva mollata un anno e mezzo fa, il giorno in cui mi avevano dato l'aumento - quindi la signora Raleigh era un po' indietro sugli sviluppi della sua vita sentimentale.
O forse era una di quelle che fingono di non vedere, dato che Sadie portava regolarmente Emma nel suo appartamento.
Secondo, cosa dovevo risponderle esattamente? No guarda, è che siamo stati entrambi appena mollati e ci consoliamo a vicenda non sembrava poi tanto una cattiva risposta, ma Sadie mi salvò.
«Victoria! Ti ricordi che mi avevi chiesto di chi fosse "una cosa bella è una gioia per sempre"?» esclamò toccando appena la spalla della signora, che sembrò dubbiosa.
«Sì, giusto...» ovviamente no, quella richiesta non era mai stata fatta, lo capivo anch'io.
«E' il primo verso dell'Endimione di Keats» spiegò Sadie con un sorriso.
L'avevo già sentito... ahn sì, quello del film Bright Star.
«Sadie cara, a proposito di bellezza...» iniziò la donna prima di scappare da qualche parte.
«Mi spiace, è sempre così quando mi vede. Per questo non lo fa da un po'.» Il tesoro grattò il piatto di plastica con la forchetta, cercando di recuperare i residui di panna.
«Almeno ha movimentato un po' la serata.»
E quando la rividi due secondi dopo avvicinarsi a noi parlando tutta concitata con una figura alta e - mioddio- familiare mi guardai attorno per cercare delle vie di fuga.
Tutto ma non Nick Bashton.
Guardai Sadie, ma non sembrò particolarmente colpita, si limitò ad un: «L'ho già visto da qualche parte» prima che i due si piazzassero davanti a noi.
«Ecco qui mio figlio, non viene mai a trovarmi e quando lo fa si nasconde in bagno, vero?» Lo strattonò avanti e lui borbottò un: «Mamma….» prima di fissarmi stupito.
«Vi lascio, chiacchierate in pace, e Nick... fai il bravo!» E dopo questa disgustosa raccomandazione lo abbandonò a noi.
C'era qualcosa di profondamente ingiusto in quella donna.
Scrivere che Chris conosce Keats solo da Bright Star mi ha quasi spezzato il cuore, ma lui è un cinefilo - Sadie invece lavora in una libreria. Dovevo inserirlo in qualche modo, ne andava della mia dignità.
La documentazione qui ha riguardato principalmente l'appartamento - che si trova in un complesso residenziale ben specifico ed ha un prezzo abbordabile per una ragazza che lavora in una libreria x°
E poi Kelly. Al Walmart ho visto casse doppie, quindi sfrutto questo elemento.