Richiestina... controllereste che i link al 12 e al 13 funzionino? Perchè non c'era verso di metterli, e non mi fido molto se li legge a me...
TITOLO: La principessa della luna
AUTORE: Jinny
GENERE: Drammatico /angst
FANDOM: Arashi (e chi l'avrebbe mai detto?)
PAIRING: Sakumoto, ma molto soft
RATINGS: pg-13
DISCLAIMERS: Gli Arashi non mi appartengono, e sono sicura che ringrazino tutti i giorni gli dei per questo...
GIA' "PUBBLICATE":
Prologo Capitolo1 Capitolo2 Capitolo3 Capitolo4 Capitolo5 Capitolo6 Capitolo7 Capitolo8 Capiolo9 Capitolo10 Capitolo11 Capitolo12 Capitolo13 Haine tornò dopo qualche minuto, con addosso un vestitino azzurro al ginocchio, con la gonna leggermente svasata. Masaki rimase un attimo incantato a fissarla
<< Sembra che non veda una donna da anni…>> disse lei, ridendo. Masaki sorrise
<< Oh… mi scusi… io… sono imperdonabile… in effetti non è del tutto falso quello che ho appena detto… mi scusi… io…>>
<< Tranquilla… Ti ho chiesto io di uscire, no? >> disse Masaki, senza riuscire a trattenere una risata. Lei sorrise
<< Ok, cerco di calmarmi… è la prima volta che accetto di uscire con qualcuno dai tempi del liceo… e’ così strano…>>
Masaki le sorrise
<< Bene, allora. Andiamo. Hai cenato? Io no, ed inizio ad avere fame… conosci qualche posto particolare, o andiamo a caso?>>
<< Andiamo a caso… il primo che troviamo aperto, entriamo e mangiamo…>> disse lei, convinta. Masaki annuì, sorridendo, pensando che lei fosse assolutamente adorabile. Si incamminarono, fianco a fianco, in silenzio.
<< Sa… Shizuka è una bambina bravissima… è vivace, ma non disubbidiente… è carinissima, gentile… ed è pure brava a scuola… sta facendo un attimo lavoro con lei… davvero… io… non credo che sarei capace di tirare su una figlia lavorando e senza qualcuno al mio fianco… lei invece lo fa da cinque anni, e cono un lavoro più pesante dei tre quarti dei lavori normali…>>
<< E’ cresciuta in mezzo agli idol, non poteva che diventare una ragazzina.>> disse Masaki. Ci fu un attimo di silenzio, poi scoppiarono a ridere tutti e due
<< Non avevo capito bene cos’avevo detto nemmeno io…>> disse Masaki, cercando di smettere di ridere. Haine lo guardò
<< Però… scusi la cattiveria, ma… in effetti ha proprio ragione…>>
<< Si, tendiamo a non essere molto virili… almeno d’aspetto, ecco..>>
<< Non si preoccupi… almeno lei lo è quanto basta…>> disse Haine. Calò il silenzio, mentre arrossivano violentemente tutti e due
<< Scusa la domanda, ma… se provassi quantomeno a darmi del tu?>> chiese Masaki ad un certo punto << Non dico che sarebbe più facile, ma…>>
Haine arrossì ancora di più
<< Darle… darle del tu?… Non so nemmeno come potrei fare… non so più come si fa… sono anni che non ho un appuntamento… ah… mi scusi…>>
Masaki si dovette fermare per appoggiarsi al muro, mentre rideva
<< Io… è ovvio che anche lei… tu! E’ ovvio che anche per te sia lo stesso, più o meno… quanto sarà passato dall’ultima volta che hai avuto un primo appuntamento?…>>
Masaki si rimise in piedi sulle proprie gambe
<< Non mi sembra il momento di pensarci… ma se me ne esco con qualcosa di sbagliato, sappi che sono tremendamente arrugginito…>>
<< Io continuo a dire cose sbagliate…>> disse Haine, abbassando il viso, contrita
<< Non preoccuparti… sei nervosa, sono nervoso… è inevitabile… devo ancora capire che… beh… ma davvero hai accettato? Stiamo camminando davvero fianco a fianco? E’ incredibile!>>
<< Non faccia… non fare così, dai… sennò… sei troppo kawaii, non credo di potermi controllare…>> disse Haine. Poi si rese conto di quello che aveva appena detto e si portò le mani al viso, arrossendo violentemente. Masaki sorrise dolcemente e le prese le mani. Senza dire nulla, riprese a camminare, tenendole comunque una mano. Lei si bloccò, guardandolo con gli occhi spalancati. Masaki sorrise
<< Kawaii!>> disse, attirandola leggermente, così da camminare più vicini. Entrarono in un piccolo ristorante di okonomiyaki e, una volta seduti, iniziarono a parlare di tutto, come se si conoscessero da sempre. Si raccontarono i rispettivi lavori e come c’erano arrivati. Masaki quasi si strangolò con l’acqua quando Haine raccontò della propria sorella che si era uccisa in seguito ad una serie di brutti voti a scuola
<< Da allora ho deciso che il mondo dell’insegnamento andava rivoluzionato, perché… se si arriva ad avere un numero così alto di suicidi per questioni del genere, vuol dire che qualcosa non va… ed insegnare è un modo per tentare di cambiare le cose… mia sorella era in sesta elementare quando ha ceduto… io voglio essere un’insegnante migliore di quanto non siano stati i suoi… non so bene nemmeno perchè io ne stia parlando… Ah? Tutto bene?>>
Masaki aveva iniziato a tossire, perché aveva inspirato con troppa foga e, soprattutto, mentre beveva
<< Tutto bene, tutto bene, è solo… mi dispiace tanto per tua sorella.. tra l’altro… così piccola…>>
<< L’ha trovata mio fratello… quando li si vede… è una cosa che ci si trascina dietro per tutta la vita… ecco, continuo a parlare senza pensarci… scusami, ti prego…>>
Masaki sorrise, e scosse la testa
<< Non preoccuparti… adesso so perché mi sembrava avessi capito così bene la situazione… perché effettivamente la capivi… >>
Haine sospirò leggermente
<< Non fino in fondo… non oso nemmeno immaginare come sia vedere la propria madre morta… o la persona amata… anche per quello non volevo accettare… ho paura… lo so, è una cosa stupida… ma ho paura di tua moglie…>>
Masaki guardò Haine, che teneva le mani strette tra loro, sul tavolo. Poi abbassò lo sguardo, sospirando
<< Sono passati cinque anni. Che poi è il tempo in cui io e lei siamo stati insieme… in realtà non l’ho mai conosciuta bene… non ho mai parlato così bene con lei… e adesso vorrei sotterrarmi, perché non c’è niente di peggio che fare confronti… sono un disastro…>>
<< E se provassimo a rilassarci? Io sono ancora tesissima… ma anche lei… anche tu non scherzi… ecco, non ci riesco!>>
Masaki rise, vedendo che Haine era arrossita violentemente, di nuovo, ed aveva iniziato a gesticolare in maniera inconsulta. Poi lo sentì. Il cuore che, seppure solo per un attimo, aveva battuto più velocemente. Haine riprese a chiacchierare, ignara dei pensieri frenetici di Masaki. Pensieri che vertevano tutti su un’unica frase
“ Non posso tornare a casa già innamorato!”
A mezzanotte, si alzarono, e Masaki riaccompagnò Haine fino a casa sua. Si salutarono, con i soliti convenevoli. Masaki disse che l’avrebbe chiamata, lei sorrise ed aprì il portone. Poi, improvvisamente, si girò e, subito prima di sparire all’interno del palazzo lasciando solo una sensazione de una leggera scia di ck one, diede un velocissimo, leggerissimo e dolcissimo bacio a Masaki, che rimase fermo, finchè non fu sicuro che le gambe l’avrebbero retto fino all’auto.
Jun alzò gli occhi dalla rivista sentendo Masaki entrare. Lo guardò barcollare fino al divano, con aria sognante. Alzò un sopracciglio quando Masaki si sedette accanto a lui sul divano, per poi appoggiargli la testa sulla spalla, sospirando e sorridendo
<< Beh?>> chiese, secco. Il sorriso di Masaki si allargò
<< Mi ha dato un bacio… una cosa a stampino, da dorama, ma… temo di essere cotto, Jun-Jun… così, di botto, s’è girata e mi ha baciato… ed è così kawaii… però non dico nulla a Shizu… non voglio che si illuda… però… oh cavolo… sono innamorato…>>
Jun gli passò un braccio attorno alle spalle, senza riuscire a trattenere un sorriso
<< Chiamo Sho per dirgli che dormo qui, ok?>> disse. Masaki annuì
<< Grazie Jun-Jun>> disse, sorridendo. Non sapeva che, poco lontano, Haine, sdraiata nel proprio letto, teneva gli occhi spalancati pensando “ Oh, cavolo… sono innamorata…”