[RPF: RDJude]: And now I lost my heart

Feb 09, 2012 22:06


Titolo: And now I lost my heart.
Fandom: RPF
Personaggi: Jude Law, Robert Downey Jr.
Genere: Triste, Introspettivo.
Rating: Verde
Conteggio parole: 1146 parole
Avvertimenti: OneShot, OOC, AU (Potterverse), Sequel, Angst, Slash accennato.
Note: 1. Non è betata (quando mai D:)
2. Fanfiction scritta per la RDJude Week indetta dalla community rdjudefic_ita su Livejournal, con prompt Solitudine.
3. Consideratelo il sequel di I believed you will never leave me alone.
4. E secondo voi mi fermavo a scrivere solo quella fic? Nossignore, ed eccovi uno dei prequel alla mia più grande headcanon sulle Potterverse!RDJ: Robert è un Mangiamorte, e Jude un Auror. Oh, sì, fomentiamo l'angst. ♥
5. Ovviamente la fic è scritta senza scopo di lucro, tutto ciò che è scritto qua è pura fantasia e no, non posseggo le vite di queste due celebrità. Magari potessi. D:



And now I've lost my heart

E si rigirava i pollici, dunque, il giovane e così avvilito Robert mentre come sola compagna della propria neonata -e già tanto forte e crudele-- solitudine aveva i propri passi che echeggiavano frastornanti al proprio orecchio, la testa tenuta bassa e parte del viso che affondava nelle voluminose volute della morbida e ruvida lana verde e argento della propria sciarpa. Era ancora leggermente scosso dalla serie di eventi -quel disastroso incontro con Jude e la sua nuova fiamma purosangue, e la appena scoperta consapevolezza micidiale di essere innamorato di quella stessa persona che per anni aveva considerato alla pari di un consanguineo e di un gemello-- che gli era piombata crudelmente addosso, e per un bel po' la sola cosa che sembrava capace di fare era quella di camminare, lo sguardo lucido e leggermente vitreo fisso verso le mattonelle di marmo lucido che si susseguivano ad ogni suo passo, prima rapido e sconnesso, poi sempre più lento, più calmo, più rilassato.

Quando aveva alzato la testa, fermo nel bel mezzo di un corridoio illuminato da una serie di vetrate colorate dove il sole filtrava pigro --donando a quella particolare zona del castello un connotato decisamente più simile al mare, con quel miscuglio di verde, azzurro, e blu profondo che si creava--, Robert stesso si rese conto di essere in una zona del castello che nemmeno lui conosceva. Forse era finito, con tutto quel camminare nervoso di sfogo, in un'ala del castello opposta a quella che è solito frequentare. Tanto meglio, sarebbe stato libero di sfogare la sua frustrazione e la sua rabbia repressa senza che ci sia qualcuno a fissarlo e farsi beffe di lui -e in cambio si sarebbe beccato una fattura tremenda alla faccia, come minimo. Con lo sguardo ancora leggermente lucido, e il proprio passo che riprendeva a echeggiare, piano e lento, subito dopo, eccolo che passava in rassegna le porte che si susseguivano, una a fianco dell'altra. Nessuna la convinceva, nessuna, ai suoi occhi, sembrava una stanza sicura dove poter restare da solo a lagnarsi come un poppante -perchè quel momento di debolezza emotiva voleva concederselo, ne sentiva un fottuto bisogno-- che aveva appena perso il suo peluche preferito.

Perchè, dai, in un certo senso si sentiva così. Si sentiva come se avessero strappato via dalla sua anima un tassello importante, un tassello che lo rendeva umano. Si sentiva enormemente vuoto, enormemente sfiancato, enormemente solo. Ed era il peso della solitudine, quello più pesante di tutti, che gravava sulla sua testa come un cappio per l'impiccagione pronto per essere calato sul proprio collo.

Aveva perduto tutto. E si, per lui Jude era tutto: del resto la sua era una famiglia babbana, non conosceva nessuno del mondo magico, se non i Law. A parte Jude, nessuno era riuscito a diventare una componente tanto importante per lui, nessuno di quelli della sua Casa potevano essere considerati come “amici” --anche perchè, dai, lui stesso ammetteva che quelle voci sui Serpeverde erano vere. Spirito di amicizia, nella sua Casa, non esisteva, e si vedeva. Perchè per Jude lui avrebbe dato anche la vita; ma gli altri sarebbero stati destinati a soccombere.

Aveva perduto tutto, quindi perchè continuare a trascinarsi in quelle condizioni?

Pensava lucidamente di farla finita, Robert -nonostante apertamente pensasse che la propria fosse un ipotesi decisamente drastica, per un ragazzo che aveva pur sempre diciassette anni--: del resto, con una bacchetta ed un Anatema che Uccide, sarebbe stramazzato a terra, e il tutto sarebbe stato decisamente indolore.

Scuote la testa, lui, passandosi le mani sugli occhi, lasciando affondare di nuovo le dita nei propri capelli scuri e mossi in un gesto disperato, la schiena che si poggiava di peso contro una parete.

No, non lo avrebbe fatto mai; ammetteva la propria codardia, e nonostante sarebbe stato facile farla finita, sapeva di non riuscire a pronunciare quelle due paroline. Troppa voglia di vivere in conflitto col proprio dolore, aveva, troppa. Piuttosto avrebbe gettato i propri sentimenti al vento, assieme a quello che restava del proprio povero cuore bastonato e ferito.

Peccato solo che quell'ultima scelta non fosse molto applicabile.

Robert tirò un sospiro rassegnato e stanco, infilandosi le mani in tasca mentre allontanava la propria schiena dalla fredda parete su cui era poggiato. Era tardi, constatava guardando il sole tramontare attraverso la vetrata di fronte ai propri occhi. Era meglio fare ritorno alla Sala Comune ed evitare alle autorità scolastiche ulteriori rogne riguardo la sua già non molto pulita e lucida condotta.

* * *

Una volta tornato dalla cena, aveva fatto ritorno alla Sala Comune in silenzio. Niente risate di scherno, niente battutine sarcastiche, niente scherzi ai membri delle altre Case e ai novellini che incrociavano nel percorso di ritorno ai sotterranei. A tavola, qualche ora prima, aveva giusto tenuto lo sguardo basso e non aveva toccato nulla, cosa che aveva già suscitato un forte sospetto nei compagni --che solitamente sono molto abituati a vedere quell'ammasso di onde nere divorare tutto quello che c'era a tavola ed essere anche capace di chiedere il bis. Non riusciva nemmeno a distrarre il proprio sguardo dal tenersi basso -anche perchè sapeva fin troppo bene chi sarebbe andato a cercare il proprio sguardo--, e di sicuro le proprie labbra erano andate, visto come se le mordeva violentemente anche ora, mentre attraversava l'entrata della Sala Comune di Serpeverde assieme ad altri ragazzi della medesima età.

Era rimasto tutto il tempo in silenzio, Robert, lasciando che la propria testa illudesse i propri compagni -con i propri cenni lievi-- di approvare ed ascoltare le cavolate che sembravano sparare in serie come una di quelle fotocopiatrici che c'erano nell'ufficio di sua madre. Ma la sua mente e la sua attenzione, in realtà, era rivolta solo a qualcosa -o qualcuno-- di specifico, e che per la prima volta, cinicamente, non desiderò altro che dimenticare.

Poi, al suo orecchio arrivò una domanda alquanto particolare.

«Ohy, Downey, mai pensato di diventare Mangiamorte?»

«Mangiamorte?» ripetè quello, strascicando la parola come se questo l'aiutasse a capirne il significato, lo sguardo perplesso che, finalmente, veniva puntato verso uno dei compagni pigramente sdraiato sul tappeto accanto al fuoco.

«Sì. È qualcosa di assurdamente figo!» mormora quello, con un'espressione stranamente ingenua, nonostante la pesantezza che il nome stesso “Mangiamorte” sembrava suggerire, quasi imperioso come un dittatore. «Ti renderanno forte e insensibile, so. Dovrai obbedire ad un superiore, ovvio, ma non sarai solo. Ce ne saranno tantissimi, messi più o meno come te.»

Robert, per un attimo, vagò con la mente: immaginare sé stesso privo di emozioni, insensibile a tutto e tutto, ambizioso, determinato, fermo in quelli che sarebbero stati i propri principi una volta usciti da quel castello che li aveva forgiati per essere dei maghi perfetti.

Comparve un sorriso, sul volto del giovane, gli occhi che brillavano d'ambizione e desiderio come non mai.

«E perchè no?»

fanfictions, #ispirazione decente cercasi, #sia benedetto l'angst, oneshot, #tristezza infinita, #alta vena sadica, !italian, fanfic: rdjude

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