[RPF: RDJude]: I believed you will never leave me alone

Feb 08, 2012 18:32


Titolo: I believed you will never leave me alone.
Fandom: RPF
Personaggi: Jude Law, Robert Downey Jr.
Genere: Triste, Introspettivo.
Rating: Verde

Conteggio parole: 1073 parole
Avvertimenti: OneShot, OOC, AU (Potterverse), Angst, Slash accennato.
Note: 1. Non è betata (quando mai D:)
2. Fanfiction scritta per la RDJude Week indetta dalla community rdjudefic_ita su Livejournal, con prompt Lacrime.
3. Dire che comincio ad amare questi due assieme, è dire palesemente poco. Appena ho visto il prompt, la mia mente ha subito pensato all'AU: quindi, perchè non prendere quei due babbioni e farli ringiovanire e diventare degli adolescenti -maghi, ovviamente-- alle prese con il mondo che gli si schiude davanti? E di far morire di paranoie angst uno di loro? Ecco, quindi, detto fatto. ♥
4. Ovviamente la fic è scritta senza scopo di lucro, tutto ciò che è scritto qua è pura fantasia e no, non posseggo le vite di queste due celebrità. Magari potessi. D:



I believed you will never leave me alone

Non ci credeva.

Quando, dal dormitorio, quella voce sommessa e spettegolante di un gruppo di spaventose pettegole che avevano ormai colonizzato un determinato angolino -che lui ovviamente nemmeno ricordava esistesse-- della Sala Comune Serpeverde era arrivata al suo orecchio, Robert aveva sentito uno strano rumore all'orecchio, come di un vetro che si spezzava.

Oh, doveva essere il suo cuore che si era appena ridotto in mille pezzi di sicuro.

Del resto, come poteva sentirsi alla notizia che Jude, uno dei suoi amici più cari --e di vecchia, vecchissima data--, si era appena fidanzato con una delle più intelligenti della Casa Corvonero? E che questa era pure la perfetta donna purosangue che la famiglia Law cercava da chissà quanto tempo per sostituire “il pulcioso mezzosangue” amico fidato del figlioletto?

Oh, sì, dire che si sentiva distrutto nel profondo era dire poco.

Ma era un senso di distruzione interna che fuori non si vedeva: aveva leggermente sgranato gli occhi, lui, e lasciato che la propria bocca sputasse un qualcosa che doveva suonare come una risata di scherno, seguito da un «Ridicolo!», passandosi una mano in maniera palesemente nervosa nella chioma mossa e scura, e con un cenno di capo s'era defilato in fretta e furia verso l'uscita della Sala comune, le mani che stringevano il ruvido tessuto della sciarpa verde-argento che aveva preso a stringere attorno al proprio collo mentre rapido e leggermente tremante saliva gli scalini che l'avrebbero portato fuori dalla portata di altri Serpeverde, a percorrere parte dei sotterranei sinistramente illuminati da torce fluttuanti e uscire al più presto da quel castello per prendere un po' di aria e cercare di non piangere -perchè non poteva piangere per una cosa simile, no.

Del resto, dannazione, Jude è il suo migliore amico! Il solo! Come poteva anche solo pensare che quel fidanzamento -che a lui non poteva non puzzare di dannatamente combinato-- avrebbe costituito una sottospecie di ostacolo insormontabile per quella che era un'amicizia radicata negli anni? Non poteva -non doveva-- nemmeno lontanamente pensare una cosa simile. Jude era suo amico, non l'avrebbe di certo abbandonato così, su due piedi, solo perchè quella boriosa antipatica di sua madre gli aveva messo davanti una tizia che -oltre ad avere un cervello molto più sviluppato del proprio per quanto riguardava lo studiare le materie presenti nel programma scolastico della Scuola di Magia-- aveva un bel davanzale e un bel culo. Non lo avrebbe fatto, no; lui conosce Jude, lo conosce da una vita, e sa che non lo avrebbe mai fatto.

I propri passi nell'ampio cortile interno della Scuola -alla fine era riuscito ad uscire dal lungo e opprimente corridoio dei Sotterranei della scuola tutto intero ed arrivare fin là, un miracolo-- rimbombavano nel proprio orecchio come se ancora fosse nel bel mezzo di quelle pareti di fredda pietra scura, con la lugubre luce delle torce infiammate a mostrargli dove non sbattere, lo sguardo apparentemente un po' lucido, e decisamente atipico di quella che era sempre una personalità molto espansiva ed essenzialmente rompicoglioni. Le mani -fredde come due pezzi di ghiaccio-- stavano nascoste nelle strette tasche dei pantaloni della divisa, il viso pallido arrossiva leggermente al sentire il vento freddo sferzargli in viso. Poteva sentire chiaramente il mantello nero sventolare contro le proprie gambe al cambiare d'intensità e foga della brezza, il selciato e l'erba dell'ampio patio che sostituivano i freddi e grigi marmi dei pavimenti. Era leggermente ingobbito, pensieroso, forse troppo pensieroso riguardo quella notizia che l'aveva frantumato, quella notizia che lui non voleva sentire come vera. Continuava a ripetersi mentalmente che Jude non lo avrebbe abbandonato, che non avrebbe permesso a quella tizia di frapporsi tra il loro legame, che era questa la verità e non quello che quelle pettegole delle sue compagne di Casa mormoravano in sordina.

Sì, la verità doveva essere per forza quella. Doveva...

«ROB!»

Quella voce, quella voce leggermente acuta e ancora un poco acerba, Robert subito l'aveva riconosciuta; come il canto di una sirena, si sentiva attratto da quella figura alla quale stava già andando, a passo lento, incontro.

Se non fosse per un piccolo particolare che saltò subito agli occhi del Serpeverde -per quanto piccolo si potesse definire un particolare fin troppo evidente come una mano femminile e curata intrecciata smielatamente a quella dell'amico; per non parlare del sorriso beota che questo aveva in faccia, cosa che lo stava mandando in rosso come un toro nel bel mezzo di una fottuta corrida.



Ma chi voleva prendere per il culo, seriamente. Era palesemente assurdo, anche solo per un istante, aver pensato che Jude avrebbe rinunciato alla sventola purosangue -che oltretutto lui stesso ammetteva fosse un bel pezzo da novanta-- per restare al fianco di uno come lui, uno scapestrato antipatico che non aveva nemmeno un briciolo di lignaggio puro da sbattere in faccia a quella donnaccia starnazzate di sua madre.

No, decisamente. E questo gli bruciava, un calore fastidioso che si propagava dal suo intestino fin sulla bocca, la voglia di vomitare tutta la sua frustrazione contro quella stronza che gli stava portando via Jude, il suo Jude.

Per un breve attimo a Robert gelò il sangue nelle vene.

Cosa stava pensando -o meglio, perchè stava pensando a Jude in quella maniera così cinicamente gelosa, con quella amara frustrazione a saturare il cervello e la saliva che schioccava con la propria lingua sul palato, quasi fosse...

… innamorato di lui?

Scrollò la testa, accelerando il passo, la testa bassa, mentre con la spalla urtava la spalla del Tassorosso e tirava dritto, senza nemmeno considerare i suoi tentativi di chiamarlo, la vocina stridula di quella tizia che già stava iniziando ad apostrofarlo con improperi di sicuro non molto educati ed adatti ad una “tipa del suo lignaggio” --e qua avrebbe svirgolettato da dio con le dita, se il momento avesse permesso una simile frivolezza--, o effettivamente girarsi e tentare di salutarlo -anche perchè nella sua mente lo stava considerando fin troppo.

Si mordeva il labbro, cercando di tarpare quella neonata consapevolezza che, una volta sbirciata attraverso uno spioncino, non poteva fare a meno di vedere evolversi in maniera inesorabile, come una fenice che, dopo la rinascita, mostra a tutti le sue belle ali scintillanti spalancandole.

Si era innamorato di Jude.

E per quello, una lacrima sola gli solcò il viso ghiacciato dal vento freddo, mentre andava immergendosi nelle nuove oscurità dei corridoi.

fanfictions, contest, #ispirazione decente cercasi, #sia benedetto l'angst, oneshot, #tristezza infinita, #alta vena sadica, !italian, fanfic: rdjude

Previous post Next post
Up