Claudio è un bambino. Gioca con quella gioia lì che soltanto i ragazzini hanno nel cuore, e poi guardalo, con quegli occhi enormi che sembrano riempirgli tutto il viso e vogliono bersi il mondo intero solo perché il mondo è la cosa più grande che ci sia. Claudio arriva a Vinovo troppo presto ogni mattina, non troppo presto in assoluto, perché chi arriva troppo presto è sempre Giorgio, ma troppo presto per un ragazzo di venticinque anni con una moglie e un figlio con cui fare colazione: è come quei bambini eccitatissimi dal campo estivo che prima dell’alba svegliano la mamma perché non vedono l’ora di andare. E poi si allaccia malissimo le scarpe, tanto che persino Felipe - Felipe - lo rimprovera continuamente per la sua sbadataggine, e sta sempre lì, chino in mezzo al verde, a sistemarsi i nodi e impicciarsi le dita ogni volta che tenta di fare il fiocco
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Claudio è un bambino.
Gioca con quella gioia lì che soltanto i ragazzini hanno nel cuore, e poi guardalo, con quegli occhi enormi che sembrano riempirgli tutto il viso e vogliono bersi il mondo intero solo perché il mondo è la cosa più grande che ci sia. Claudio arriva a Vinovo troppo presto ogni mattina, non troppo presto in assoluto, perché chi arriva troppo presto è sempre Giorgio, ma troppo presto per un ragazzo di venticinque anni con una moglie e un figlio con cui fare colazione: è come quei bambini eccitatissimi dal campo estivo che prima dell’alba svegliano la mamma perché non vedono l’ora di andare.
E poi si allaccia malissimo le scarpe, tanto che persino Felipe - Felipe - lo rimprovera continuamente per la sua sbadataggine, e sta sempre lì, chino in mezzo al verde, a sistemarsi i nodi e impicciarsi le dita ogni volta che tenta di fare il fiocco ( ... )
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