Titolo: Blue Tomorrow (到了明天)
Fandom: Super Junior
Beta:
ruka_nanjouPersonaggi: Hangeng, Cho Kyuhyun, menzione di altri
Pairing: Hangeng/Kyuhyun
Parte: 1/1
Rating: NC-17
Warning: Rapporti tra due uomini, angst, linguaggio un pò pesante
Conteggio Parole: 5800
Riassunto: "Seoul è grigia e piovosa, il dormitorio è silenzioso e vuoto; Kyuhyun è seduto sul letto e osserva la pioggia cadere lenta e monotona sui vetri della finestra: sfiora con le dita la coperta colorata che gli ha regalato Hangeng, una delle poche cose che, da quando è andato via, gli ricordano che Hangeng sia stato lì, che sia esistito davvero."
Disclaimer: I Super Junior sono persone realmente esistenti, non sono miei, nulla di ciò è mai successo.
Avvertenze: La pubblicazione di questo racconto in altra sede, senza il consenso dell'autrice, è assolutamente vietata.
Note:
1. Fiction scritta per la Criticombola di Criticoni, prompt #68 "Pensavo non saresti mai tornato."
Non sei mai stato bravo con le valutazioni di questo tipo".
2. Una seconda variazione sul tema della separazione tra Kyuhyun e Hangeng, un tentativo di approfondire meglio i sentimenti dei due rispetto agli avvenimenti in corso. Mi piace tanto scrivere di loro, anche se è molto triste xD. Questa è stata la oneshot più complessa e lunga che io abbia mai scritto, non credevo neanche di finirla xD Sono fiera di me stessa.
3. Breve spiegazione sul fandom: i Super Junior sono un gruppo pop coreano formato da 13 elementi. Di recente, Hangeng (l'unico membro cinese del gruppo) ha fatto causa alla loro compagnia (la SM Entertainment), accusandola di diverse cose che ora non vi sto a ripetere (potete leggere
qui per maggiori informazioni). Appena si è diffusa la notizia, Kyuhyun (il più giovane del gruppo) ha scritto sul suo blog questo: "Even a beast don't bite the hand that feeds one... I can not understand...", probabilmente riferito a questa vicenda. Da qui potete capire l'angst xD.
4. Il titolo e i versi riportiti sono tratti dalla canzone "Blue Tomorrow (到了明天)" dei Super Junior M, che potete ascoltare
qui. Le parti in corsivo sono ricordi. Fine degli sproloqui.
5. I Commenti Sono Sempre Amore. Quindi, per favore, perdeteci 5 secondi se leggete xD.
When it’s tomorrow, we can only let love pass by
Before daybreak, two persons’ smiling faces become a yellowed photograph
Around me Loneliness is spreading
Vision is being blurred by tears
I left “I love you” at the bottom of my heart
and put them on the tip of my lips
1
Seoul è grigia e piovosa, il dormitorio è silenzioso e vuoto; Kyuhyun è seduto sul letto e osserva la pioggia cadere lenta e monotona sui vetri della finestra: sfiora con le dita la coperta colorata che gli ha regalato Hangeng, una delle poche cose che, da quando è andato via, gli ricordano che Hangeng sia stato lì, che sia esistito davvero.
Il rumore della pioggia gli arriva attutito, per via delle cuffie che riversano note tristi e malinconiche nelle sue orecchie; Kyuhyun si è abituato presto a restare da solo nei dormitori, mentre tutti gli altri sono fuori, impegnati in mille attività o semplicemente a vivere le loro vite.
La sua, invece, sembra essere in una strana fase di stallo.
Kyuhyun ha sempre odiato le persone incapaci di reagire alle situazioni difficili: ha sopportato, senza mai arrendersi, un incidente che l'ha quasi ucciso, un dolore persistente e lancinante che per mesi gli ha reso quasi impossibile fare qualunque cosa, la riabilitazione, la paura di vedere gli altri andare avanti ed essere dimenticato, la difficoltà di un ritorno lento e difficile.
Ma il dolore che adesso ha dentro, chiuso nel cuore, protetto e sepolto dove nessuno può vederlo, gli sembra, quasi, più insopportabile di qualsiasi ferita.
Spegne l'ipod e lo appoggia sul comodino, prima di infilarsi sotto la trapunta, avvolgendola attorno al suo corpo per darsi l'illusione di non essere solo, che ci sia ancora qualcuno a stringerlo forte, a consolarlo e a prendersi cura di lui.
La pioggia cade lenta su Seoul, il suo suono regolare e il silenzio del dormitorio diventano una ninna nanna, soffice e malinconica, come il cielo grigio fuori dalla finestra.
Kyuhyun si addormenta senza rendersene conto.
- Aprilo. -
Kyuhyun sollevò lo sguardo dal proprio videogame e lo portò sul ragazzo di fronte a lui: Hangeng aveva appoggiato una grossa scatola sul suo letto e lo guardava sorridente.
- Che cos'è, hyung?-
- Aprilo e lo scoprirai. -
Kyuhyun sorrise, prima di scartare il pacco, felice come un bambino.
- Mi hai comprato una coperta?-
- Quella che hai è troppo leggera. Ed è triste. Non ti si addice. -
- Mi si addicono elefantini colorati, nuvolette e vari fiorellini, invece?-
- Non ti piace?-
Hangeng s'inginocchiò sul letto accanto a lui, mettendogli la coperta attorno alle spalle, avvolgendoli entrambi in essa, mentre Kyuhyun si appoggiava a lui.
- Non ho detto questo. -
- Lo credo bene, ho speso i miei ultimi risparmi per comprartela!-
Kyuhyun gli diede un leggero pugno sul braccio, provocando una risata divertita da parte di Hangeng, che per tutta risposta lo afferrò per i polsi, bloccandolo contro il muro dietro di loro.
Il respiro di Hangeng era caldo contro le sue labbra; il ragazzo gli lasciò i polsi e appoggiò le mani sui suoi fianchi, le braccia del ragazzo più piccolo si posarono sulle sue spalle.
- Anche se non mi piacesse, la terrei comunque. Lo sai. -
Kyuhyun lo baciò lentamente, lasciando che Hangeng lo stringesse forte a sé.
Kyuhyun si sveglia al suono del telefono del dormitorio, squilli lunghi e regolari che si insinuano nel suo sonno, scuotendolo da esso.
Si alza, sentendo le gambe malferme e la testa confusa, mentre cammina fino all'apparecchio.
Il pavimento è freddo contro i suoi piedi nudi e l'aria umida attorno a lui gli provoca spiacevoli brividi lungo il corpo.
- Pronto?-
Nessuno parla, c'è solo un brusio vago e indistinto.
- Pronto?-
- Kyuhyun?-
La voce che sente gli provoca una fitta dolorosa al cuore, costringendolo a portarsi una mano al petto.
- Kyuhyun, sei tu?-
- Perché hai chiamato?-
- Speravo fossi tu a rispondere. -
- E se non fossi stato io?-
- Avrei attaccato senza parlare. -
Kyuhyun lascia che il suono della voce dell'altro gli si insinui ovunque, nel cervello, nella memoria, nel cuore.
- Come stai?-
- Potevi chiamarmi sul cellulare, se volevi saperlo. -
- Ho provato, ma non mi hai mai risposto. -
“Oh, già.”
- Allora, come stai?-
- Bene. -
- Non hai intenzione di chiedermi come sto?-
- No. -
Ci sono lunghi secondi di silenzio e Kyuhyun sente la mano che tiene il ricevitore tremare.
- Gli altri?-
- Sono tutti fuori. -
- Sei da solo?-
- Sì. -
- Come mai?-
- Io... non mi andava di uscire. E di vedere nessuno. -
- Kyuhyun... -
- Sto bene, ok? Non è colpa tua, se sono qui da solo. Il mondo non gira intorno a te! -
Non si accorge di aver alzato la voce, finché non la sente rimbombare nelle stanze vuote.
- Kyuhyun, mi manchi. -
Kyuhyun si morde le labbra, chiude gli occhi, che gli si riempiono di lacrime che tenta in ogni modo di ricacciare indietro.
- Quando verrò a Seoul, potremmo vederci, stare un po' insieme... -
- No. Ne abbiamo già parlato. Io non voglio vederti. Ti prego, non farmi questo. -
Kyuhyun abbassa la cornetta e resta per qualche momento appoggiato al mobiletto sul quale si trova l'apparecchio: le gambe gli tremano e respirare gli fa sentire fitte dolorose al petto, per lo sforzo che ha fatto per trattenere le lacrime.
- Kyuhyun?-
Il ragazzo si gira di scatto verso la voce: Heechul gli sta davanti, un'espressione preoccupata in viso.
- Heechul hyung. Sei già tornato?-
Kyuhyun odia il modo incerto in cui suona la sua voce, quando risponde.
- Chi era al telefono?-
- Nessuno, hyung. Nessuno. -
Kyuhyun si allontana prima che Heechul possa dire altro.
Quando torna nella sua stanza, accende lo stereo e lo mette a volume altissimo, così che nessuno, dal di fuori, possa sentirlo piangere.
Non sente, quando il telefono squilla di nuovo.
Heechul solleva il ricevitore.
- Kyuhyun? Sei ancora lì?-
La voce di Hangeng è tesa e preoccupata, ma al tempo stesso, stranamente rassegnata.
- Va bene, anche se non vuoi parlare, ascoltami: i miei sentimenti non sono cambiati. Volevo solo che lo sapessi. -
Heechul resta ad ascoltare il suono del telefono muto, mentre nella sua mente si affollano migliaia di particolari che cominciano solo adesso a combaciare.
When it’s tomorrow, you will leave my side
When it’s tomorrow, I will wish upon a shooting star alone
Just like the ending of a movie
Our ending fulfilled the prediction of tears
2
Nessuno, neanche lui stesso, si accorge che Kyuhyun sta male, finché il ragazzo non sviene sul palco.
Un attimo prima andava tutto bene, vedeva il pubblico festante davanti a sé, sentiva le note familiari risuonargli nelle orecchie.
Un attimo dopo era diventato tutto buio.
Kyuhyun dorme poco, mangia ancora meno ed è pallidissimo: quando si risveglia sa di essere in ospedale, ne riconosce l'odore pungente che per mesi è stato il suo compagno di vita, vede i visi dei suoi compagni fissi su di lui, la mano di Leeteuk che tiene la sua.
Kyuhyun tenta di sollevarsi, ma la testa gli gira e sente la voce di Leeteuk.
- No, Kyuhyun, no. Devi restare sdraiato. -
Kyuhyun tenta un'ultima resistenza, prima di abbandonarsi di nuovo sul letto, confuso e stanco.
- Ho chiamato tua sorella, dovrebbe arrivare tra poco. -
La visione davanti ai suoi occhi comincia diventare più nitida: vede gli altri parlottare a bassa voce tra loro, rivolgergli sguardi preoccupati e tesi.
Poi sente il suono familiare di tacchi di scarpe da donna nel corridoio: Ahra appare sulla porta, ansante e pallida.
In un attimo, non c'è più nessuno accanto a lui, neanche Leeteuk che, nonostante le sue vive proteste, viene costretto ad uscire.
La mano di Ahra è fresca e soffice contro la sua fronte, la sente tra i capelli e si volta piano verso di lei.
- Va tutto bene, Kyuhyun. Ci penso io, adesso. Come ti senti?-
- Ho sete. -
Ahra lo aiuta a bere, come faceva quando Kyuhyun era piccolo e si ammalava; lo stringe e Kyuhyun lascia che il calore del corpo della sorella allevii per un po' le sue sofferenze, la sua stanchezza e il suo dolore.
- Ahra. -
La voce di Kyuhyun è bassa e sofferente e la ragazza deve avvicinarglisi, per sentirlo.
- La coperta sul mio letto, nei dormitori. Puoi andare a prenderla?-
La sorella gli sorride, accarezzandogli i capelli.
- Tranquillo, ci penso io. -
- Non riesco a credere che lo stiamo facendo davvero. -
- Perché no?-
- Non credevo avessi tanto coraggio. -
Kyuhyun era sdraiato sul letto di Hangeng, nella sua casa in Cina, nudo ed eccitato e con un Hangeng altrettanto nudo ed eccitato sopra.
- Mia madre non tornerà ancora per un paio d'ore. Non ci vuole coraggio per aspettare che esca e poi sbatterti sul letto. -
La bocca di Hangeng seguiva lentamente il contorno del suo collo, mentre le sue mani accarezzavano i suoi fianchi e le sue gambe.
Kyuhyun lo allontanò per guardarlo in viso.
- Significa molto per me, invece. -
Kyuhyun lo baciò, lentamente, gemendo quando le mani dell'altro cominciarono ad accarezzarlo tra le gambe.
- Lo so. -
- Tua madre mi piace tanto, sai?-
- Non puoi parlare di mia madre mentre facciamo sesso. -
- Ok, allora non parliamo. -
Le mani di Kyuhyun erano leggermente fredde contro la sua pelle, mentre attirava Hangeng a sé e lo baciava, con dolcezza: il cinese lo strinse forte, sollevandolo appena per poterlo guardare bene in viso, posando piccoli baci sulle guance, sugli occhi socchiusi, sui capelli, lisci e morbidi tra le sue dita.
- Sei così bello. -
- Lo dici solo per portarmi a letto. -
- Ci sei già, nel mio letto. -
Kyuhyun sorrise, prima di abbandonarsi completamente, sentendo il corpo di Hangeng sul suo, le sue mani accarezzarlo lentamente.
- Scopami. -
La voce di Kyuhyun era bassa e sensuale contro le sue labbra.
- Ai tuoi ordini. -
Kyuhyun si voltò, respirando a fondo l'odore dell'altro sulle lenzuola, sentendo la mani di Hangeng sulla sua schiena tesa, scendere sulle sue natiche e iniziare a prepararlo lentamente.
Gemette, quando entrò dentro di lui e cominciò a muoversi, avanti e indietro, piano all'inizio, poi sempre più velocemente.
Hangeng gli voltò il viso e lo baciò piano.
- Ti amo, lo sai questo, vero?-
Kyuhyun sorrise.
- Anche io ti amo. -
I medici gli diagnosticano un'anemia e gli ordinano almeno due settimane di riposo; Kyuhyun ascolta passivo e disinteressato la voce del dottore, la mano di Ahra sulla sua spalla, Leeteuk e i manager attorno a lui che gli dicono di non preoccuparsi, che quella sarà un'occasione per far riposare anche gli altri, finché Kyuhyun non starà bene.
Ascolta, di sfuggita, due di loro parlare della causa di Hangeng e si costringe a non sentire, dice ad Ahra di voler riposare e la ragazza gli regala di nuovo un po' di pace e di solitudine.
Su Seoul splende un sole pallido e triste.
Il mattino dopo, Kyuhyun viene dimesso ed Ahra lo fa stare nel suo appartamento nel centro della città.
- Mamma e papà hanno chiamato, ho detto loro di non preoccuparsi e di godersi la vacanza. -
Kyuhyun continua a guardare fuori dalla finestra.
- C'è qualcosa di cui vuoi parlarmi? Sembri così triste. -
Kyuhyun si sforza di sorridere, quando la sorella gli prende il viso tra le mani e lo guarda preoccupata.
- Sono solo stanco, Ahra. Mi serve solo un po' di riposo. Starò bene. -
Ahra gli sorride.
- Allora ti lascio riposare. -
La sorella gli da un ultimo bacio sulla fronte, prima di uscire; resta per qualche secondo accanto alla porta, sospirando.
Kyuhyun è cambiato moltissimo, forse troppo e Ahra adesso fatica a riconoscere in quel guscio pallido e malaticcio e dalle reazioni lente e stanche, quello che una volta era stato il suo iperattivo fratellino.
Broken promises all over the ground,
the yesterday that cannot be pieced together again
But I still look forward to the appearance of a miracle, oh no
Your shadow is drifting further and further away.
3
Kyuhyun è a casa da quasi una settimana e, per la prima volta dopo tanto tempo, comincia ad intravedere una piccolissima vela all'orizzonte del suo oceano di sconforto.
Mangia di più, riesce a dormire meglio e ogni tanto sorride, persino.
Ma non vuole vedere nessuno dei suoi compagni: sono venuti quasi tutti a trovarlo, ma Ahra li ha sempre mandati via, accampando una scusa dopo l'altra, accontentando il fratello, nonostante non capisca il motivo di quell'improvviso distacco da quelli che, fino a poco tempo prima, sono stati i suoi amici più cari.
- Leeteuk è passato di nuovo, continua a chiedermi come stai e quando potrà vederti. Non so più cosa dirgli, Kyuhyun. -
Kyuhyun posa a terra il joystick e si rabbuia, come fa ogni volta che gli altri vengono nominati.
- Li vedrò, ma non ora. Voglio godermi la mia vacanza e non pensare a nulla. -
- Hai ragione, devi pensare a stare meglio, adesso. -
Kyuhyun spegne il videogioco e si alza: la maglietta che indossa sembra molto più grande della sua taglia reale, sul corpo magro del ragazzo.
Ahra sente una dolorosa fitta al cuore e abbraccia il fratello, lo stringe forte, come per assicurarsi che non sparisca, che non diventi così piccolo e magro da smettere di esistere.
Kyuhyun ricambia l'abbraccio, prima di posare un bacio sulla fronte della sorella e di andare in camera sua.
Ahra è seduta sul divano a leggere un libro, quando suonano alla porta.
- Heechul! Che... piacere vederti. -
Kim Heechul le rivolge un sorriso educato ed Ahra si sposta per farlo entrare.
- Mi spiace essere venuto senza avvisare, ma devo vedere Kyuhyun. -
- Mi dispiace, Heechul, ma Kyuhyun sta riposando ed è meglio non disturbarlo. -
Heechul, però, non si muove.
- E' davvero importante. La prego, mi bastano 10 minuti. -
- Va bene, ma non farlo agitare. -
Kyuhyun è seduto sul pavimento della sua stanza, quando Heechul entra.
- Che fai qui?-
- Tua sorella mi ha fatto entrare, ma non prendertela con lei, sono io che ho insistito. -
Kyuhyun si siede sul letto, evitando di guardarlo.
- Come stai?-
- Bene. -
Heechul cerca il modo migliore di porgli la domanda che da settimane gli frulla nel cervello, ma alla fine arriva alla conclusione che farlo direttamente sia l'unico modo possibile.
- E' per Hangeng che stai così male, vero?-
Kyuhyun si volta di scatto verso di lui.
- Come ti viene in mente una cosa del genere?!-
Kyuhyun vorrebbe ridere, per sdrammatizzare, ma non ci riesce.
- So di voi due. -
Kyuhyun non gli risponde, ma abbassa lo sguardo.
- Ho sentito per caso la vostra conversazione qualche settimana fa: dopo che sei andato via ha richiamato, ha detto che i suoi sentimenti non sono cambiati. -
Kyuhyun si prende il viso tra le mani e sembra sull'orlo delle lacrime.
Invece, quando parla, la sua voce è ferma e distaccata.
- E adesso cosa credi che cambi?-
- Come?-
- Adesso che sai il nostro piccolo, sporco segreto, credi che cambierà qualcosa? Che i pezzi si rimetteranno magicamente insieme? Beh, mi spiace, ma dovresti sapere meglio di me che le cose non funzionano così. Tra noi è finita. Non sarà la tua scoperta a cambiare questo. -
Heechul guarda il maknae come se lo vedesse per la prima volta: vede il suo corpicino provato e spezzato e sente una fitta dolorosa al petto.
- Volevo solo dirti, che se avessi bisogno di parlare, io sono qui. -
Kyuhyun emette una risata fredda.
- Non c'è niente di cui parlare. Non ci sarà mai più niente di cui parlare. Adesso vattene, per favore. -
Heechul esce in silenzio, ignora lo sguardo interrogativo della sorella di Kyuhyun ed esce dall'appartamento.
L'aria fresca lo fa sentire meglio, gli chiarisce le idee.
Rinvigorito, prende il cellulare dalla tasca e compone un numero, con fare sicuro.
- Sono io, devo parlarti al più presto, quindi vedi di portare quel tuo atletico ed attraente culo cinese qui a Seoul alla svelta. -
- Hyung, mi annoio. -
Hangeng sollevò il viso dal libro che stava leggendo e lo portò su Kyuhyun, seduto accanto a lui sul divano.
- Non hai qualche videogioco da finire?-
- Spiritoso. -
Kyuhyun lo colpì leggermente alla spalla: da quando aveva avuto l'incidente, restava spesso nel dormitorio, mentre gli altri lavoravano ad altri progetti.
Visto che Hangeng condivideva il suo destino, avevano cominciato a passare sempre più tempo insieme.
- Ti va di fare un gioco?-
- Che gioco?-
- Ci facciamo una domanda a testa, su qualsiasi cosa. Ma dobbiamo dirci solo la verità. -
Hangeng sorrise.
- Va bene. -
- Però, possiamo andare di là in camera? Ho bisogno di sdraiarmi. -
Kyuhyun gli sembrò così fragile, mentre lo aiutava ad alzarsi in piedi e controllava che riuscisse a camminare da solo senza aiuto.
Si sdraiarono sul letto di Hangeng.
- Inizio io, ok? Allora, qual è il tuo piatto preferito?-
Hangeng gli sorrise, mentre osservava il viso di Kyuhyun illuminarsi alla prospettiva del gioco.
- I ravioli che cucina mia madre. Il tuo?-
- Il riso che cucini tu. -
- Bugiardo!-
- Hey! Solo la verità, ricordi? Come mai ti sei tinto i capelli di biondo?-
- Credo mi rendano più sexy. Il tuo colore preferito?-
- Il rosso, mi ricorda un vaso che c'era a casa mia, quando ero piccolo: quando il sole ci passava attraverso, mi sembrava che tutto il mondo diventasse più colorato. Il tuo?-
- Anche il mio è il rosso. -
Continuarono a farsi domande innocue per un po'; il viso di Kyuhyun si illuminava ogni volta che rideva alle sue battute o quando Hangeng diceva qualcosa di buffo.
Gli occhi di Kyuhyun erano luminosi e bellissimi e Hangeng non riusciva a smettere di guardarli.
Assorto com'era, non colse subito il cambio di tono nella voce di Kyuhyun.
- Tu ed Heechul hyung state insieme?-
Hangeng arrossì.
- Perché me lo chiedi?-
- Rispondimi. -
La voce di Kyuhyun non aveva più un tono divertito: era diventata seria e fredda, quasi.
- No, non stiamo insieme. -
- Ma lui ti piace, vero?-
Hangeng capì che Kyuhyun non stava più giocando e che c'era più della semplice curiosità, dietro quelle domande.
- E' il mio migliore amico. -
- Non è una risposta. -
- Perché vuoi saperlo?-
Kyuhyun non rispose e distolse lo sguardo da lui.
- Non mi va più di giocare. -
Kyuhyun tentò di alzarsi, ma non ci riuscì e dovette appoggiarsi all'altro per non cadere; Hangeng era così vicino, sentiva il suo respiro contro le sue labbra.
Quando lo baciò, per Kyuhyun fu come se tutto il mondo si fosse fermato: le labbra di Hangeng erano soffici sotto le sue, le sue braccia forti lo sostenevano e gli davano un senso di sicurezza che non aveva mai provato prima.
Quando si staccarono, Kyuhyun sorrideva di nuovo.
- Cominciavo a pensare che non l'avresti mai fatto. -
- Sì, anche io credevo che non ne avrei mai avuto il coraggio. -
La bocca di Kyuhyun si aprì piano per lui, Hangeng sfiorò la sua lingua con la propria e sentì Kyuhyun gemere contro di sé.
Quando si staccarono, Hangeng appoggiò la fronte contro quella dell'altro e gli sorrise.
Kyuhyun rimase immobile tra le sua braccia, le mani tra i capelli biondo platino dell'altro, godendosi il suo calore.
Hangeng osserva la pioggia cadere su Seoul dalla vetrina del caffè in cui è seduto, mentre aspetta l'arrivo di Heechul: prima, appena tornato a Seoul, sarebbe corso nei dormitori e avrebbe trascinato Kyuhyun a forza in un albergo, dove sarebbero rimasti per ore a fare l'amore e a parlare.
Adesso, invece, non vede Kyuhyun da quasi due mesi e, a Seoul, non ha nessuno da cui correre.
Heechul, intanto, gli si siede davanti senza neanche salutarlo.
- Posticino tranquillo. -
- Ne avresti preferito uno pieno di fan deliranti?-
Hangeng sorride.
- Perché volevi vedermi?-
Heechul gli sorride, mentre fa segno alla cameriera ed ordina due caffè, nonostante sappia benissimo che, all'altro, il caffè non piace.
- So tutto. -
- Tutto cosa?-
- Di te e Kyuhyun. -
Hangeng non può fare a meno di arrossire e distogliere lo sguardo da lui.
- Te l'ha detto lui?-
- Non essere ridicolo, l'ho scoperto da solo. -
- Volevi parlarmi solo di questo?!-
- Kyuhyun sta male. -
Hangeng sente il cuore sprofondargli nel petto e beve un sorso d'acqua per schiarirsi la gola.
- Cosa intenti per male?-
- Una settimana fa è svenuto sul palco, i medici hanno detto che era anemico e che non mangiava e dormiva decentemente da un po', così è crollato. Adesso non vuole vedere nessuno e sta sempre chiuso in casa con la sorella. -
Hangeng non riesce a reggere lo sguardo dell'amico.
- Credi sia colpa mia?-
- Kyuhyun mi ha detto che vi siete lasciati. -
- E' stato lui a voler chiudere, io avrei voluto continuare, ma lui diceva di non poter reggere un rapporto a distanza, quindi ci siamo lasciati. Ho cercato di parlargli, ma non ha mai risposto alle mie chiamate e non ha mai voluto vedermi. Non credere che sia stato facile per me. -
Heechul sospira e sorseggia in silenzio il suo caffè: tutto il discorso che avrebbe voluto fargli, gli sembra adesso solo un inutile modo di infierire su qualcuno già, evidentemente, sofferente.
- Ascolta, lo so che per te è difficile, non posso neanche immaginare quanto tu stia soffrendo. Ma ti prego, ti prego, cerca di sistemare le cose. Fallo per te stesso e per lui. Kyuhyun non è forte come sembra ed ho paura che possa spezzarsi da un momento all'altro. -
Hangeng resta in silenzio, lo sguardo fisso sulla pioggia silenziosa che cade.
Without you, love starts to hibernate
Loneliness will occupy every day
I stand under the streetlight, on the side of the cold street
That place where we once embraced
Is the roof under which we once seek shelter from the rain together, oh no
4
Kyuhyun torna a lavoro una settimana dopo.
Ahra lo aiuta a portare le sue valigie nei dormitori e lo guarda un po' preoccupata, abbracciandolo forte quando devono separarsi.
- Se hai bisogno chiamami, ok? A qualsiasi ora. -
- Lo farò. -
Quando entra nella sala prove, gli sguardi di tutti sono su di lui, come se fosse comparso lì per la prima volta dal nulla.
Ryeowook è il primo a corrergli intorno, abbracciandolo sorridente, seguito poi dagli altri; il ragazzo fa di tutto per evitare lo sguardo di Heechul e si concentra sulle prove come mai prima di allora.
Cerca di dimenticare le serate e le notti che vi ha passato da solo con Hangeng, tutti i ricordi che ci sono tra quelle pareti e balla e canta come se non ci fosse un domani, fino a sentire i muscoli doloranti e a non potersi più muovere, quasi.
- Kyuhyun, non dovresti sforzarti così tanto! Sei appena tornato. -
Kyuhyun ignora i consigli di Leeteuk e gli sguardi degli altri e continua a spingere il proprio corpo già provato all'estremo, come se lo sforzo e il dolore fisico potessero tenere a bada quello che ha dentro, che gli dilania il cuore e lo lascia sanguinante e senza forze.
Quando rientra nei dormitori, si accorge che, nonostante la stanchezza, non riesce a prendere sonno, non in quella casa, non sdraiato sul letto dove lui e Hangeng hanno fatto l'amore tante volte, dove si sono scambiati il loro primo bacio, dove Kyuhyun gli ha detto per la prima volta “ti amo”.
Kyuhyun sente le lacrime rigargli le guance, tutti i sentimenti che, credeva, si fossero finalmente affievoliti, riesplodere di nuovo, più forti di prima.
Si chiude in bagno e piange, seduto sul pavimento, il viso nascosto tra le mani.
Kyuhyun prende le sue cose ed esce dai dormitori mentre gli altri dormono ancora.
Ahra va a parlare con gli altri membri del gruppo il giorno dopo: li informa che Kyuhyun si è preso ancora una settimana prima dei nuovi concerti e che li passerà nel loro cottage di famiglia, fuori città.
- Kyuhyun non è ancora in grado di riprendere le attività con voi, è molto provato, più di quanto pensassimo; non sentitevi in colpa e, per favore, non cercatelo. Ha bisogno di stare da solo e, anche se vorremmo tutti aiutarlo, nessuno di noi può, adesso. -
Ahra osserva i loro visi preoccupati e tristi e non può fare a meno di condividere i loro sentimenti: mentre è nella stessa stanza con quelli che fino a poco tempo prima erano i migliori amici di suo fratello, e ha la sensazione dolorosa e chiarissima di aver completamente perso di vista gli obbiettivi di Kyuhyun e di non avere più l'abilità naturale che possedeva un tempo di comprenderlo.
Nella vita di Kyuhyun manca qualcosa, qualcosa che lei non riesce a vedere e che né Ahra, né gli altri Super Junior possono ridargli.
- Smettila. -
- Di fare cosa?-
- Di toccarmi le cicatrici. -
Kyuhyun e Hangeng erano immersi nella vasca da bagno, piena di acqua calda che li coccolava dolcemente: il cinese posò un bacio delicato sulla spalla dell'altro.
- Ti danno fastidio?-
- No, è solo che... non mi va che le tocchi. -
Hangeng gli accarezzò la schiena lentamente, sfiorando la pelle bagnata e nuda come se fosse qualcosa di prezioso e fragile, pronto a rompersi in qualsiasi momento tra le sue dita.
- A me piacciono, mi ricordano il momento in cui mi sono innamorato di te. -
Kyuhyun, seduto tra le gambe di Hangeng, rabbrividì appena quando sentì quella voce calda e avvolgente contro il suo orecchio.
- E quando ti saresti innamorato di me?-
- Quando ti ho aiutato a cambiare la fasciatura e tu hai continuato a sorridere nonostante fosse evidente quanto stessi soffrendo. Facevi battutine stupide e pensavi che non mi fossi accorto di quanti sforzi tu stessi facendo per non piangere. Poi, quando ho finito, mi hai abbracciato forte e mi hai chiesto di restare con te. E mentre eravamo a letto, hai pianto contro di me. Lì ho capito che ti amavo e che non avrei mai più permesso a niente e nessuno di farti del male. -
Kyuhyun sospirò, prima di voltarsi verso di lui e baciarlo dolcemente sulle labbra, sentendo le braccia forti di Hangeng avvolgerlo e proteggerlo.
- Non puoi dirmi certe cose mentre faccio finta di essere arrabbiato con te. -
Kyuhyun appoggiò la testa sulla spalla umida dell'altro, respirando a fondo il suo odore intenso misto a quello del sapone.
- Ti amo, lo sai questo?-
- Sì, lo so. -
- Non mi lascerai mai, vero?-
Hangeng sorrise.
- No, mai. -
Kyuhyun osserva il soffitto della propria stanza in silenzio; la pioggia, che sembra diventata ormai la sua più fida compagna, lo spinge quasi alla soglia del sonno con il suo suono regolare e lento.
E' lì da due giorni e non riesce a pensare ad un suo possibile ritorno a Seoul: vuole essere lontano, introvabile, irraggiungibile, sparire e lasciarsi tutto alle spalle per sempre.
Il cellulare spento accanto a lui sul comodino è quello da cui sta fuggendo; la casa nel bel mezzo del nulla in cui si trova è quello in cui si è rifugiato.
Sente la pioggia cadere più forte, in lontananza il rumore dei tuoni.
Sobbalza, spaventato, quando contemporaneamente un fulmine illumina la sua stanza e qualcuno bussa alla porta: resta immobile sul letto per qualche istante, anche quando sente il campanello suonare di nuovo.
Si trascina verso la porta dolorosamente, sperando che sia solo Ahra e non qualcuno dei ragazzi, pronto a tentare di convincerlo a tornare indietro con lui.
Ma non è preparato a vedere Hangeng sulla soglia; gli occhiali scuri gli nascondono lo sguardo, il completo scuro lo rende stranamente intonato al desolato paesaggio in cui si trovano.
Un altro tuono lo distoglie dal suo shock iniziale: si morde il labbro e resta a guardare il viso della persona che più al mondo ama e che gli è mancata così tanto da lasciarlo privo di qualsiasi entusiasmo nei confronti di tutto.
E adesso restano lì in silenzio, a guardarsi, mentre il temporale continua ad infuriare, ma nessuno dei due sembra farci caso, tutto quello che si sarebbero voluti dire incapace di venire fuori.
Hangeng rompe il momento entrando in casa, superandolo senza rivolgergli una sola parola; Kyuhyun resta lì immobile ancora per un po', poi chiude la porta e lo segue in soggiorno.
Hangeng si è tolto la giacca e gli occhiali da sole ed è seduto sul divano.
Kyuhyun si siede di fronte a lui sulla poltrona: Hangeng si guarda intorno, sempre in silenzio.
- Che ci fai qui?-
- Heechul mi ha detto dov'eri. -
- Ti avrà anche detto che non volevo vedere nessuno. -
- Sì, ma non mi interessa cosa vuoi tu in questo momento. -
Kyuhyun fa per ribattere, ma Hangeng solleva una mano per zittirlo e riprende a parlare.
- Due mesi, Kyuhyun, due mesi senza vederti, senza sentirti, senza sapere se stessi bene o no. Dopo tutto quello che c'è stato tra noi, devo venire a sapere da Heechul che stai male per colpa mia... -
- Non è per colpa tua, non darti tanta importanza!-
- Fammi finire. -
La voce di Hangeng è ferma e decisa come Kyuhyun crede di non averla mai sentita, non rivolta verso di lui, almeno.
- Perché non mi hai chiamato? Perché non hai mai risposto alle mie telefonate? Perché non mi hai detto quello che ti stava succedendo?! -
- Anche se te l'avessi detto, tu non saresti riapparso magicamente e, anche se lo avessi fatto, poi saresti andato via di nuovo e io non sarei riuscito a sopportarlo. Io non sono come te, Hangeng. Non sono forte come te. -
Kyuhyun si prende il viso tra le mani e sospira.
- Perché sei venuto?! Perché ogni volta che penso di poter voltare pagina e smettere di soffrire per te, tu ricompari e mi sprofondi di nuovo in questo dolore che non riesco a sopportare?! Perché non puoi semplicemente lasciare che io smetta di amarti? Perché non smetti anche tu di farlo?! Perché non mi lasci in pace!-
Hangeng sente una fitta dolorosa al cuore quando vede il viso di Kyuhyun rigato dalle lacrime e il suo piccolo corpo scosso dai singhiozzi.
- Vuoi davvero che io ti lasci per sempre? E' questo che vuoi? Dimenticare tutto e smettere di amarmi?-
Kyuhyun non risponde; Hangeng lo osserva e gli sembra di vederlo per la prima volta: avvolto in una t-shirt blu scuro enorme che stona contro la sua pelle delicata, con addosso un paio di jeans vecchi e scoloriti, gli sembra fragile come neanche dopo l'incidente gli era parso.
- Prima di rispondere, vorrei che guardassi questo. -
Hangeng posa un fascicolo sul tavolino davanti a Kyuhyun; il ragazzo lo prende, timidamente e lo osserva per un po' in silenzio.
- E' in cinese. -
Hangeng non riesce a non ridere ed è felice quando vede un leggero sorriso sul viso di Kyuhyun.
- E' un contratto. -
Il sorriso svanisce così com'è apparso.
- Mi hanno offerto un album da solista, la conduzione di uno show e più soldi di quanti ne vedrei mai, se restassi in Corea. -
Kyuhyun posa il contratto sul tavolo, come se toccarlo lo facesse sentire peggio di quanto già non stia.
Hangeng lo riprende e lo guarda per qualche momento, prima di strapparlo, davanti agli occhi allarmati e sorpresi dell'altro.
- Che stai facendo?!-
Hangeng getta i fogli strappati nel caminetto e li guarda bruciare.
- Ho detto di no. E sai perché? Sai perché ho detto di no alla più grossa possibilità che mi sia mai capitata di cambiare la vita a me e alla mia famiglia per sempre? Perché l'unica cosa che davvero volevo, loro non potevano darmela: te. -
Kyuhyun abbassa lo sguardo, mentre Hangeng si siede accanto a lui e gli porge un altro fascicolo.
- E' il mio nuovo contratto con la SM: non è buono come quello, ma loro possono darmi te. Se tu mi vuoi ancora. -
Hangeng non riesce neanche a finire la frase e Kyuhyun è già su di lui, lo bacia con forza e lo stringe a sé, con un'energia che non credeva più di avere.
Solo allora capisce quando Hangeng gli sia davvero mancato, quando sente la sua bocca contro la sua, quando il calore del suo corpo scaccia ogni dolore.
Hangeng gli accarezza il viso e lo stringe forte, per non farlo mai più andare via.
- Pensavo non saresti mai tornato. -
- Non sei mai stato bravo con le valutazioni di questo tipo. -
Kyuhyun piange contro la sua spalla, respira l'odore del ragazzo, che gli è mancato più dell'aria, senza il quale gli sembrava di morire: lo bacia di nuovo, strattonandogli la camicia per impedirgli di allontanarsi e gli passa le mani tra i capelli.
- Wow, ti sono proprio mancato, eh?-
- Sta zitto e baciami. -
Non ci mettono molto a passare dal divano al letto: Kyuhyun si spoglia lentamente, mentre Hangeng, seduto sul letto, lo divora con lo sguardo; Kyuhyun è magro, pallido e comunque bellissimo, quando si siede su di lui e lascia che le mani calde di Hangeng sfiorino la sua schiena, piano, su e giù, con dolcezza, posandosi poi sui suoi fianchi.
Kyuhyun si abbandona sul letto, con Hangeng sopra, si lascia baciare, accarezzare, toccare ovunque e geme, grida e sospira ogni volta che il cinese tocca un suo punto sensibile.
- Non tormentarmi!-
Hangeng gli sorride, quasi perfido, mentre lo prepara lentamente, troppo lentamente, godendosi la sensazione di aver di nuovo il corpo di Kyuhyun stretto e caldo attorno a sé.
Quando lo penetra, Kyuhyun emette un gemito strozzato, che gli forza la mano, costringendolo a rimandare i suoi dolci propositi torturatori.
Fanno l'amore con una passione e una dolcezza che Kyuhyun non ricorda abbiano mai messo nel sesso: c'è qualcosa di sottilmente diverso, nel modo in cui Hangeng spinge dentro di lui e lo bacia dolcemente, sussurrando piano nel suo orecchio.
E c'è qualcosa di diverso anche nel modo in cui Kyuhyun lo stringe e gli affonda le unghie nella schiena mentre viene, Hangeng sepolto dentro di lui, e nel modo in cui gli sussurra di nuovo, dopo tanto tempo, ti amo.
Dormono stretti l'uno all'altro e, al risveglio, Kyuhyun si accorge che quella è stata la prima volta in cui è riuscito a dormire una notte intera, senza essere svegliato da incubi, da quando lui e Hangeng si sono separati.
I still reminisce the past when we were in love
I’m still waiting for you to come back to my side
Tears are falling on the side of my cold pillow
5
Hangeng tiene sempre Kyuhyun per mano, mentre rientrano insieme a Seoul e nei loro dormitori.
- Vieni qui. -
Hangeng lo prende da parte, poco prima di entrare in camera: lo abbraccia, gli bacia dolcemente la fronte, le guance, prima di baciarlo sulle labbra.
Kyuhyun appoggia la fronte contro la sua e sorride.
- Ti amo, Kyuhyun. Non dimenticarlo mai. -
- Ti amo anche io. -
Quando entrano e gli altri vanno loro in contro, Kyuhyun non prova più nessun imbarazzo nel baciare Hangeng sulla bocca davanti a loro.
Sente la mano di Hangeng che stringe la sua e davanti a sé vede un futuro luminoso accanto all'uomo che ama.
I hit pause on time until you appear again
I cannot stand each of the days without you, oh no
I love you, it will not change
I’ll be loving you till eternity