Titolo: Si Tú No Vuelves
Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi: Canada (Matthew Williams), Cuba
Pairing: Cuba/Canada
Parte: 3/3
Rating: R
Warning: Rapporti espliciti tra due uomini, angst
Conteggio Parole: 1701
Riassunto: "- Dobbiamo dirlo ad Alfred. -
Miguel solleva di malavoglia la testa dalle gambe di Matthew, chiedendosi come sia possibile che l'altro riesca a pensare a certe cose durante il sesso."
Disclaimer: Tutto ciò appartiene ad Hidekazu Himaruya ed io non ci guadagno nulla.
Avvertenze: La pubblicazione di questo racconto in altra sede, senza il consenso dell'autrice, è assolutamente vietata.
Note:
1. Fiction scritta per la Criticombola di Criticoni, prompt #27 "A heart that hurts is a heart that works." (Bright lights, Placebo).
2. Allora, visto che il nome umano di Cuba non è mai stato rivelato, ho usato quello datogli dai fans, "Miguel", perchè sono pigra, non ho fantasia e Miguel mi sembra un nome molto virile. Il titolo è ispirato alla canzone di Miguel Bosé ^^
3. Grazie a Persychan che mi sopporta xD *spuccia*. E grazie a chi ha commentato il primo e il secondo capitolo ^_____^
4. I Commenti Sono Sempre Amore. Quindi, per favore, perdeteci 5 secondi se leggete xD.
- Dobbiamo dirlo ad Alfred. -
Miguel solleva di malavoglia la testa dalle gambe di Matthew, chiedendosi come sia possibile che l'altro riesca a pensare a certe cose durante il sesso.
- Vuoi dirglielo adesso? Invitarlo ad unirsi a noi magari?-
Matthew gli da un leggero scappellotto sulla testa e sospira: Miguel si alza e va a sdraiarsi accanto a lui, passando le dita tra i suoi capelli biondi, accarezzandogli il viso.
- Dobbiamo proprio dirglielo?-
- Ti ricordo che è stato per mantenere la nostra storia un segreto, che non ci siamo parlati per mesi. -
Miguel annuisce e distoglie lo sguardo da Matthew, posandolo sulla neve che cade fuori dalla finestra; Matthew gli si accoccola contro di lui e gli posa un bacio sulla guancia, poi sulle labbra, finché Miguel non si volta verso di lui e lo stringe a sé.
- Ok, glielo diremo. -
- Tu non vuoi. -
- Se è importante per te, lo faremo. Ma se cerca di portarti via da me, prima lo pesto a sangue e poi lo faccio bombardare da Ivan. -
Matthew ride contro la pelle scusa del suo collo, lasciando che Miguel lo stringa forte.
- Ti amo, lo sai?-
- Si, lo so. -
- E sai che odio quel bastardo, capitalista, rompicoglioni di tuo fratello, vero?-
- So anche questo. -
Miguel sospira.
- Lascerò che sia tu a trovare il tempo e il modo per farlo. Se dovessi decidere io, andrei da lui con esercito e testate nucleari. -
I vertici internazionali sono, per Matthew, un incubo paragonabile all'avere Alfred in casa per più di dieci minuti: primo, nessuno si ricorda mai di lui (il che ha però favorito i suoi bollenti incontri con Miguel) e secondo, Alfred gli si attacca alle costole durante ogni singola pausa caffè.
Matthew sospira, mentre Alfred continua a parlargli senza sosta dei suoi nuovi, assurdi piani per dominare il mondo e Miguel gli lancia di tanto in tanto sguardi di fuoco come a dire “fallo smettere o vengo lì e lo gonfio”.
Il canadese cerca disperatamente con lo sguardo Arthur, che a quanto pare ha deciso, saggiamente, di tenersi alla larga dalla piattola americana e di cercare rifugio tra le braccia (e non solo quelle) di Francis.
- Matthew?! Mi stai ascoldando?!-
Matthew si volta verso il fratello, che l'ha afferrato con forza per un braccio e adesso lo sta strattonando.
- Non devi distrarti quando ti parlo!-
- Qualche problema qui?-
La voce di Miguel è minacciosa e profonda e Matthew non ha il coraggio di voltarsi e di incontrare il suo sguardo.
- Cose di famiglia. -
Anche la voce di Alfred è spiacevolmente minacciosa.
- Non l'ho chiesto a te. -
Matthew è convinto che l'intera faccenda stia per finire con sangue, ossa rotte, una crisi mondiale ed un bombardamento a catena; riesce quasi ad immaginarsi il pugno di Miguel che si abbatte sulla faccia di Alfred.
La voce di Ludwig che li richiama all'interno della sala conferenze, gli da l'assoluta certezza che un Dio, da qualche parte, debba per forza esistere.
Alfred lo prende per un braccio e lo trascina via, senza rivolgere neanche uno sguardo a Miguel; Matthew invece si volta verso di lui: Miguel tiene le braccia incrociate sul letto e lo guarda con gli occhi che gli fiammeggiano per la collera.
Alla fine del meeting, Matthew gli stringe la mano, nonostante lo sguardo sospettoso di Alfred, e gli passa, con circospezione, un biglietto con il numero della propria camera.
- Lo ammazzo, lo giuro. Lo ammazzo con le mie mani quel bastardo. -
Miguel è sdraiato sul letto matrimoniale nella camera di Matthew, con addosso solo un paio di boxer; fuma rabbiosamente una sigaretta dopo l'altra, mentre aspetta che Matthew esca dal bagno: il ricordo dell'incontro con Alfred gli brucia ancora, minacciando di fargli perdere il controllo.
Ricordo che sparisce all'istante dalla sua mente, appena Matthew appare sulla soglia del bagno: ha addosso solo l'accappatoio bianco dell'hotel, vistosamente troppo grande per lui, e si strofina i capelli ancora umidi con un asciugamano che poi lascia cadere su una poltrona.
Miguel riesce ad intravedere il suo petto nudo e pallido al di sotto della stoffa, mentre si avvicina al tavolino con le bevande alcoliche: il cubano inghiotte a vuoto un paio di volte e, inconsciamente, si accarezza tra le gambe, dove sente già il “piccolo Miguel” prestare attenzione alla scena.
- Cosa dicevi?-
- Come? Ah si, tuo fratello è uno stronzo e farà una morte orribile, lenta e dolorosa se non la smette di metterti le mani addosso. -
Matthew ride, divertito, mentre versa del rum in due bicchieri e torna verso il letto, porgendo uno dei bicchieri a Miguel.
- Tu non bevi. -
- Pensavo non volessi bere da solo, mi sembra una cosa molto triste. -
Matthew beve un sorso di rum, facendo poi una smorfia disgustata e posando il bicchiere sul comodino, scuotendo la testa come per allontanare il ricordo di quel sapore.
Miguel ride, mentre svuota il bicchiere tutto d'un fiato, per posarlo accanto a quello di Matthew: che, intanto, si siede accanto e si fa scivolare l'accappatoio di dosso, lentamente.
- Dicevi di mio fratello?-
Matthew si mette a cavalcioni su Miguel, che comincia ad accarezzargli la schiena nuda, mentre il canadese strofina il sedere contro la sua erezione.
- Non me lo ricordo sai?-
Matthew sorride, quando sente le mani di Miguel sfiorargli le natiche, salire piano sulla schiena e ridiscendere, le sue dite ruvide contro la sua pelle sensibile.
- Cos'è questa musica?-
Matthew si ferma ad ascoltare la musica lenta che si diffonde nella stanza tramite lo stereo.
- Chopin. -
Riprende a baciare la pelle scura del collo di Miguel.
- La solita musica per frocetti francesi. -
Matthew ride, mentre solleva il viso per guardarla negli occhi.
- Pensavo ti piacessero i frocetti francesi. -
- Preferisco quelli francesi solo per metà. -
La bocca di Miguel è calda contro la sua, mentre lo fa sdraiare sotto di sé sul letto e lo accarezza: le grandi mani dell'altro scivolano sulla sua pelle, dolcemente, sfiorando le vertebre e spostandosi poi sul petto.
Matthew geme, quando sente la bocca di Miguel giocare con i suoi capezzoli, succhiarli e mordicchiarli piano, fino a sentirli indurirsi.
Nessuno dei due riesce a muovere un muscolo, quando la porta si apre all'improvviso: Alfred, sconvolto, li fissa dalla soglia.
- Che state facendo?!-
Matthew cerca di coprirsi il meglio possibile con l'accappatoio.
- Che stai facendo a mio fratello?!-
Alfred ha uno sguardo minaccioso che non promette di niente di buono.
- Alfred... non mi stava facendo niente... -
- Tranquillo, Matt, adesso sei al sicuro, ci penso io a lui!-
Alfred decide arbitrariamente di ignorare tutti i dettagli che contraddicono lo scenario in cui lui possa apparire come l'eroe che salva Matthew dalle grinfie del perfido cubano.
- Cosa pensavi di fargli eh?! Non credere di passarla liscia brutto bastardo!-
- Alfred! Smettila!-
Il biondo si zittisce e si volta verso il fratello: non ha mai visto Matthew sicuro di sé e forte come in quel momento.
- Non sta succedendo nulla di male. Io e Miguel stiamo insieme, stavamo per fare sesso e tu sei decisamente di troppo qui!-
L'americano apre la bocca un paio di volte, come se volesse dire qualcosa, ma le parole non riescono ad uscire ed Alfred si sente troppo confuso per pensare lucidamente a qualcosa da dire.
- Per tutta la mia vita, ho fatto quello che volevi tu, ho sopportato le tue stupide manie di grandezza e le tue idiozie, una dopo l'altra, perché tu sei mio fratello ed in fondo ti voglio bene. Ma adesso basta: non mi interessa quello che pensi di Miguel o del suo paese: io lo amo e non ti lascerò rovinare la cosa più bella che mi sia mai successa!-
Gli occhi viola di Matthew sembrano in fiamme ed Alfred non riesce a sostenere il suo sguardo.
- Quindi adesso vattene. -
Alfred resta immobile ancora per qualche secondo, prima di uscire, in silenzio.
Matthew sospira e si lascia andare sul letto, sentendo il corpo di Miguel avvolgersi attorno al suo.
- Beh adesso lo sa. -
Matthew non riesce a non sorridere.
- Già. Che casino. -
- Sai, eri davvero sexy mentre gli urlavi contro.
Miguel gli posa un bacio sulla guancia e lo stringe forte, infilandosi sotto le coperte con lui.
- Tranquillo, amor, non lascerò che nessuno ti porti via da me. -
- Giuramelo. -
- Te lo giuro. -
Miguel esce piano dalla stanza di Matthew, mentre il canadese sta ancora dormendo: gli accarezza piano i capelli biondi e gli posa un bacio delicato sul collo.
Poi va a cercare Alfred.
Lo trova sul terrazzo dell'hotel, intento a fumare una sigaretta e ad osservare l'alba.
- Sei davvero l'ultima persona che vorrei vedere, adesso. Quindi fammi il piacere di lasciarmi solo. -
Miguel gli si avvicina lentamente.
- Sarò breve, non credere che a me diverta avere questa conversazione con te. -
Alfred non risponde: si limita ad accendere una nuova sigaretta.
- Io amo Matthew, lo amo davvero. E' la cosa più bella che mi sia mai capitata nella vita e sicuramente l'unica che mi sia arrivata dalle tue parti. -
Miguel osserva l'americano e per la prima volta sente di provare un filo, molto, molto sottile, di pena nei suoi confronti.
- Ti dico questo, solo per farti capire che niente di quello che potrai dire o fare potrà cambiare questo. Quindi ti consiglio di metterti il cuore in pace ed essere felice per noi. -
- Solo se mi giuri di non farlo mai soffrire, perché se lo fai, giuro su Dio, sei un uomo morto. -
Miguel sorride.
- Te lo giuro. -
Alfred annuisce e rientra senza rivolgergli né una parola né uno sguardo.
Matthew si sveglia tra le braccia di Miguel, avvolto dal suo familiare odore di tabacco e dal calore del suo corpo.
- Buongiorno. -
Matthew sorride e lo bacia e sente che, nonostante tutto quello che potrebbe succedere, finché potrà svegliarsi tra le braccia dell'altro, sarà sempre un buon giorno.
Fine